COLOMBO                                                           via  Cristoforo Colombo

 

 

 

     

la targa, nel 1995

 

Attualmente è via San Pier d’Arena (vedi);

  La titolazione, fu data dal Comune autonomo della città di San Pier d’Arena, e corrisponde al periodo dal 1900 al 1926. Si sviluppava da piazza G.Bovio (oggi N.Barabino) a via Garibaldi (via A.Pacinotti), dalla Coscia al Canto, seguendo il litorale.

   Prima di questa titolazione era popolarmente chiamata ‘strada della Marina’: popolarmente “a mænn-a”.  Seppur, una primissima titolazione fu “Route de Paris à Rome” e dopom, più ufficiale, si legge nel regio decreto del 1857, quando viene citata corrispondente al secondo tratto della grande “Strada Reale”  che andava “dalla Lanterna alla Fiumara”: in particolare era il tratto compreso tra la crosa Larga (casa Morando, vedi a –Bastioni e sotto all’ 1a), ed il Canto (casa Ferrando vedi sotto civ. 110).

   Fu titolata al navigatore presumibilmente nell’anno 1900  quando il governo romano obbligò i Comuni a riconoscere le varie strade con un nome (fornendo anche generiche preferenze al Risorgimento ed a nobili personaggi italiani degni di stima) aggiungendo l’obbligo dei civici neri e rossi,  distribuiti in direzione centrifiga rispetto il centro. La maggior parte delle prime targhe ufficiali in marmo, furono collocate nel 1901.

    Le fu poi cambiato nome, per evitare doppioni con il centro, a seguito dell’assorbimento della ‘piccola città’ nella Grande Genova del 1926; ma ufficialmente con decreto, solo nel 1935. 

   Era la strada ove la gente viveva a diretto contatto col mare, da secoli il vero ed unico richiamo naturale degli abitanti.   Era praticamente dove si svolgeva la vita attiva del borgo, e il giornalista Fravega l’ha chiamata ‘anima di Sampierdarena’.

   Strano questo rapporto col mare: per secoli fu visto e praticato solo nell’ottica produttiva marittima (così, per i pescatori, i minolli  e per i cantieri navali dei vari Casanova, e poi Torriani, MacLaren e Ansaldo; vedi ‘Marina’); poi in quella balneare (vedi sotto. In precedenza è gustoso ricordare una  rara eccezione che viene presunta da una ordinanza municipale del 1798: si trovò necessario vietare ‘bagnarsi nella vicina spiaggia senza mutande prima delle ore 24, sotto la pena comminata di tre giorni di arresti’. Il duca di Mantova nel 1500 era sceso a SanPier d’Arena per usufruire del clima, forse delle sabbiature (e dei soldi), ma non dei bagni). Infine nell’ottica industriale; di essa ricordiamo:


===nel 1868 al civico 3 un certo Oneto Francesco, che aveva inventato e fabbricava “un nuovo sapone giallo ad uso inglese” vi aprì una rivendita.


 Nel 1847 esistevano nel borgo ben 25 fabbriche di sapone, che davano lavoro a 57 operai; erano numericamente oltre la metà dei saponifici liguri

Ed un’altra fabbrichetta era in quegli anni al civico 89 ove abitava Tubino Stefano (forse parente del Tubino Arturo citato sotto, al civ. 78).

===Dopo la disfatta di Mentana e lo scioglimento della Società Generale di mutuo soccorso ed istruzione degli operai, nell’anno 1869 i dirigenti della soc.Universale (allora ancora non con tale nome -vedi via A.Carzino) ricostruirono l’associazione riunendosi nei locali al quarto piano del “palazzo DeLucchi”, già in piedi nel 1832 (oggi via San Pier d’Arena, civ. 14 – vedi) ove riiniziarono l’azione a favore della libertà di stampa e dell’associazionismo.

  

due immagini di Delucchi GiulioGiuseppe, garibaldino dei Mille sbarcato a Marsala; figlio di Gaetano, probabile proprietario del palazzo (da Majocco F.).

 

L’angustia dei locali obbligò alla chiusura delle scuole (elementari e disegno), ma stimolò a comperare il terreno per erigervi il palazzotto che è sede attuale in via A.Carzino.

Al Canto, bene funzionava la soc. di MS Speranza e Concordia, ancor oggi in attività.

===Il 26 agosto 1872 dalla tipografia di Eugenio Bianchi sita ai civv. 15 e 16, gerente Pietro Marcenaro (di professione lustrascarpe, che si qualificava ‘maestro di scherma’ forse lo era per davvero, essendo uno sport diffuso, anche per duelli; e forse per scoraggiare eventuali sfidanti offesi essendo poi divenuto gerente di numerose testate giornalistiche),  fu pubblicato il giornale artistico letterario “Il Rompiscatole”. Un altro giornale ne comunicò la nascita recensendo ”coi tipi della Stamperia Bianchi di Sampierdarena è uscito il giorno 26 Il Rompiscatole. Pare che abbia cominciato col rompere le scatole al Fisco perché fu sequestrato subito!”. Nel settembre gli fu celebrato un processo con l’accusa di “offesa alla Sacra persona del Re. Risum teneatis amici”. L’anno dopo viene citata - sempre da un altro giornale  - la ‘vicina Sampierdarena, sepoltura del nato morto Rompiscatole’.

===Fu nelle ultime decadi del secolo che Casazza aprì l’officina calderai (descritta a via  Santacroce).

 

         

anni 1925 – si prepara il riempimento per il porto: il grosso edificio al centro in basso, sono i dock con - poco sopra essi - la villa Pallavicini-Gardino e quindi in corripondenza adesso di via P.Chiesa. La via Colombo era tra le due fila di case più a ponente e vicine al mare.

 


===tre fatture, datate 10 sett.1879 e 20 dic.1882 e 24 dic. 1887 sono intestate: “Fabbrica di sapone / casa fondata nel 1829 / Giacomo Canale e figli / Sampierdarena / casa propria via Cristoforo Colombo N. 86” vende del sapone marmorato e si reclamizza avere ‘sapone alla genovese’ e ‘sapone uso Germania’.


===una fattura datata 1899, intestata a “ Fabbrica di Sapone / Sampierdarena / via Cristoforo Colombo 105 / della ditta / Giovanni & F.i Lombardo”, si reclamizza avere ‘saponi inglesi / nazionali / e marmorati’  nonché ‘sego, candele / grasso per macchine’.

   Solo probabilmente quando la medicina scoprì gli effetti salutari del sole dello iodio e del mare (nei frequenti casi di malattie polmonari in primo la tisi, delle ossa col rachitismo, e della tiroide col cretinismo), la frequentazione della spiaggia aumentò, cambiando le abitudini dell’uso del mare; infatti solo negli anni a cavallo tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900 si usufruì e sfruttò la sua presenza anche sotto il profilo ottico medico→ludico (il sole come determinante per metabolismo della vitamina D, indispensabile per la struttura ossea e poi → vacanza: ebbe incremento la vita balneare per tutti, compresi i foresti).

 

   Si iniziò a gestire attrezzati stabilimenti per bagni di mare. Mentre popolarmente veniva chiamata “la strada del re”, negli anni a cavallo del 1900 divenne nota come “la strada dei bagni” o meglio “ a stradda da mænn-a”: era un susseguirsi di stabilimenti - circa 12 - avvantaggiati dalla discreta protezione dal vento e dalla fermata dei tram (quelli aperti, dette ‘giardinee’) da Genova. Lo sfoggio della moda creava già allora fantasiosi costumi, con berrettini parasole e copertura totale munita di ‘farfallà’.

Non vissero tutti assieme negli stessi anni epperò vengono ricordiamo mescolati non conoscendo preciso l’anno di inizio di ciascuno e dai vari scrittori descritti confusi e troppo spesso sbagliati.

Il Pagano/08, è primo a decriverli. La dislocazione dalla Lanterna al Canto, con ultimi - a livello della Crosa dei Buoi - testimoniano che già allora la zona Fiumara era totalmente industriale, in mano all’Ansaldo.

Proprietari= Bonifacini-Lagorara = bagni  Margherita -  presenti nel 1901

                     x                              =   “       Italia 

                    Ferrando Ida            =    “       Roma

                    Bertorello Salvatore(figlio?) =    “        Savoia+Colombo

                    Bertorello ‘Ciccia’(padre?) =    “        Bertorello+Colombo

                    Bertorello Maddalena         =    “        Stella+Liguria

                    Bozzano                   =    “       Bozano o Genova - presenti  1910+18

                    Pittaluga Gerolamo =    “        del Bello             -    “         1910

                    Sacco                                        =    “       Vittoria

Bagni = Margherita – di Bonifacini

 

              

 

 

Successione per posizione: dalla Coscia al Canto

1- Regina Margherita  aperti da due sampierdarenesi Carlo Lagorara e Ambrogio Cabella (presidente il primo e console della Compagnia dei Minolli il secondo); vengono citati, nel 1908-1920 anche di Bonifacini (Fravega scrive Bruno Faccina, genovese). Posizionati proprio nell’angolo della antica Coscia, si aprivano in Largo Lanterna, poco più a mare di dove iniziava via Vittorio Emanuele, di fronte al tunnel tramway. Pare furono i primi a fare formale richiesta di apertura nel 1869 e che –dice Lamponi riferendo Fravega - chiusero e furono demoliti nel 1872 (ma il Pagano/08 – trent’anni dopo! - li cita ancora e le foto confermano; non più però il Costa del 1913).

i bagni Margherita nell’estrema insenatura della Coscia

        

l’ingresso dei bagni Margherita da via De Marini-Largo Lanterna

 

2- Italia – Tuvo li localizza davanti a villa Pallavicini; altri, genericamente in via P.Chiesa: dalla foto appare chiaro fossero all’altezza -poco più a est- di villa Gardino, il cui tetto spunta sopra quello dei bagni.  Si scrive fossero i più ricercati, signorili e chic dell’epoca, scelti dalle persone facoltose per le acque più chiare e limpide.

 

  

i bagni Italia con dietro il tetto di villa Gardino

 bagni Italia

 

3- Stella citati 1912 di Bertorello Maddalena.  Sul Costa/1913 vengono chiamati “Stella d’Italia”, in via Galata 6 (via P.Chiesa) e di Repetto Rocco e Maddalena, coniugi

3a- Liguria citati 1919-1925; ambedue  posizionati a mare della casa Bertorello (ovvero del civ.2 di v.SPdA; la quale però, essendo di propr.  Bertorello Maddalena fa presumere che Liguria sia il nuovo nome degli Stella.

i bagni Liguria

 

4- Roma citati 1908-1912; di Ferrando Ida;nel Costa/13 sono di Ferrando GB eredi; posizionati a mare di via Gioberti in via Colombo 12; e dal 1919-25  di Bertorello Salvatore.

        

     

 i bagni Roma

 

4a - Club Nautico                   

Fravega ricorda che nelle vicinanze c’era un tratto di spiaggia ‘libera’, e quindi occupata dai ‘battusetti’ovvero dai ragazzini della zona, essendo l’unico posto ove poter giocare in relativa sicurezza (biglie, palla di stoffa, castelli di sabbia, sassaiole contro bersagli scelti da colpire: ‘ai vivi e ai morti’), aiutando i pescatori a tirare le reti, a tuffarsi in mare quando permesso (anche senza costume; meta di conquista, arrivare tanto al largo da scorgere il campanile della Cella)

 


 

5- Savoia posizionati a mare della piazza Savoia (piazzetta dei Minolli) – nel Costa/13 sono di Fossati Benedetto eredi; e dal 1919-25 appaiono essere di Bertorello Salvatore come i Roma.

 

                                                                        le gare di canotaggio ai bagni Savoia

 

6- Giunsella. Sul mare avevano lo ‘chalet’; sulla strada rimane ancor oggi il portale d’ingresso (nelle prime decadi del 1900 era il civ. 104r con tel.41-258; nel 2009 èl 118rosso-vedi); era rinomato ristorante,  ma anche usufruivano della spiaggia davanti per gestire bagni. Iniziamene era proprietà di Liberti Giunsella; poi di Liberti Francesco

 

biglietto auguri del personale/ anni ‘20

   

il Liberti -  gesso del Maestro Ave del 1910

      

          

interno

 

 

un menù                                                            lezioso menù in latino dell’ a.d.XIII (1935)

 


7- Cristoforo Colombo citato 1908-1919-1925; l’entrata corrispondeva allo stacco tra il palazzo del Municipio ed il Baraccone del sale e si estendevano per tutta la facciata a mare del baraccone stesso; erano i più prestigiosi con le loro 300 cabine di pitch-pine poste su vasta costruzione posata sulla spiaggia su palafitte ed a forma di E, con al centro una rotonda per “ciætezare e stendere rapporti sociali e matrimoni con famiglie di benestanti turisti piemontesi-lombardi, o per controllare i bagnanti appesi alle corde, o  per ballare sino a tarda ora al suono di un’orchestrina. Era fornito delle più leziose comodità di allora come tende per proteggere i camerini dai raggi solari, chioschi aerati, docce d’acqua dolce ed un fornitissimo bar gestito dal padre del Checco, il famoso “Ettore di bûxé detto o tòu” che poi divenne proprietario della famosissima ed indimenticabile trattoria di via De Marini.

Nel Costa/1913 sono di proprietà di Queirolo P. e siti in via Colombo 28.

Vengono poi descritti di proprietà Bertorello: questi provvedeva alla riverniciatura annuale ed aveva capo bagnino e custode ‘o Laxerto’, giudicato burbero, di cuore e coraggioso ma eterno brontolone con fissa ramanzina ai ragazzi, sul comportamento; aveva aiutante il ‘Semino’ (un ercole con maglietta bianca a sbilenco: una spallina su e l’altra giù, giganteggiava dalle donne-ragazzi perché categorie di ‘aggrappati alle corde e che bevevano spesso anche se meno volentieri: essi impedivano che quelli attaccati alle corde, mossi dalle onde scivolassero sulle pietre e mollassero la presa

Dal 1919, divenuti di Bertorello Salvatore -; 

 

 

7a- i Bertorello (il cui gestore lo chiamavano Ciccia; forse corrispondono agli stessi ‘C.Colombo’ visto che il proprietario si chiamava così).

8- Genova  citati 19.08.1925- o altrimenti 8a- chiamati Bozzano dal proprietario   Bozzano Giuseppe. Nel Costa/1913 è scritto siano in via Colombo 12 e proprietari ‘Bozzano Marina e figlio’ ma, in quell’anno,  pare già ceduto a  Sacco Ricciotti,  nipote -in quanto figlio della sorella Caterina (in Sacco) (nel Pagano/25 esiste un Bozzano, merciaio, al civ.60).

Comodo da raggiungere per chiarrivava sia col tram che col treno, essendo di rimpetto allo sbocco della Crosa dei Buoi. L’ antico stabilimento nato nel 1848 aveva l’ingresso a forma di casotto stile liberty e cabine dapprima a terra; poi su piattaforma innalzata da palafitte; frequetato anche da foresti che affittavano appartamenti lungo la strada. Nel 1910 si legge in foto che ebbe un ingresso in cemento con grossa targa “Antico stabilimento balneare Maria Bozzano e figlio (Giuseppe)”.

Sempre dalle foto, si vedono le cabine poste a ovest al limite con una palizzata limitante  i cantieri Torriani    Posti vicino ai Vittoria, Roncagliolo li identifica in uno solo stabilimento: in effetti, dalle foto –con l’intermezzo del cantiere navale- non c’è altro spazio;  foto 5.5.14.15, 37.235; 

 

 

 

 

  

9- Vittoria gestiti dai fratelli Sacco; poi quando nel 1930 il porto spazzò via i bagni, divennero Albergo diurno Vittoria  di bagni-docce nella zona del Canto, ancora attivi negli anni 1970. Oggi sede di un supermercato

10- del Bello  citato 1908-1925. Posizionato: era in piazza della Dogana, nel tratto compreso tra dove oggi in via SPdA cade a perpendicolo via T.Molteni ed il civ.95; la foto di pag.16 dimostra che erano a ovest della gru del Torriani. Era il soprannome di Gerolamo Pittaluga, ex bagnino degli Strega, sposato con la Costanza; nella sua carriera di marinaio-bagnino, si diceva avesse salvato da sicuro annegamento varie decine di bagnanti: Lamponi precisa 22; a luglio era aperto anche su abbonamento mensile ed aveva  cabine per signori, per signore e per i ragazzi il ‘mazanghino’ (sic. Distorsione della parola ‘magazzin’?, ospitante remi spaiati, ancore, salvagenti sconnessi, corde di ricupero,barche in attesa di riparazione, e penetrante odore di…’refrescûmme’). Sul Pagano/08 è segnalato solo come ‘bagni’ e non ‘stabilimento’.

  

 

11-12-13-14-15  Non localizzabili sul litorale, sono: i Derchi; i Dellepiane i più economici perché con poche cabine, da utilizzarsi a turno solo per cambiarsi e col noleggio pagato direttamente al gestore; della Lanterna; i Balilla; quelli della non meglio specificata signora Borana.

Ovviamente, negli anni 1886, le signore - seppur “indispensabili fautrici della felicità maschile” - potevano bagnarsi solo ben “segregate” dagli uomini, e ben ‘imbacuccate’. Ma gli amori, sbocciavano lo stesso.  

 

 

===Nell’anno 1900, da parte del Comune, alla strada venne ufficialmente riconosciuto il nome del navigatore, ‘dal bivio di via Vitt Emanuele all’incontro di via Garibaldi’. Nello stesso anno  l’8 di febbraio iniziò il suo transito il tram elettrico, i cui binari affiancavano quelli del treno. Vengono citati negli anni vicini, al civ. 97 un emporio di materiali edili per costruzione, della soc. Trincheri & Kohlschiffer;  ed  il palazzo del Riso).

Vi avevano casa  (e vi esercitavano: « Pagano/1902) :  al civ.1, Parodi Michele;--- 1a, Morando Giovanni;---  al 2 Vignolo e C;--- 3-4-10-11-13, fratelli Dellepiane (al 3, « fabbrica di sapone di A.Beerle e C. succ. Lagorara);---  5, Canepa Francesco;--- 6-7 Zanotti e Forni;--- 8, Bertorello e C ;--- 12, Pittaluga e C già Curlero;--- 14 , Gambaro Giuseppe;--- 15-16abcd-17, Raffetto Angelo (& C.al civ.16 per « fabbrica di casse in legno) ---; 18 , Grasso, Ricco e C ; 19, Montanari eredi;--- 20 Alessandro Caveri già Delucchi ---; al 23-24 i fratelli Dall’Orso ; 25 Casanova Salvatore (« fabbricante di sapone);--- 26, Teatro Ristori proprietari Noli, Lagorara e C;--- 27 Gnecco Agostino;--- 29 vedova Parodi;--- 30, vedova Bianca Casanova;--- 31 vedova _ Giacomo e C;--- 33 eredi Chiappara ---; 34  Morasso;--- 35 Costa Giacomo e C;--- 36 e 41-42-43-46 Grosso Francesco fu Agostino, «appaltatore di costruzioni;--- 38 e 57-57a Romairone Natale;---  44 Palau Pietro;--- 46 canonica parrocchiale;--- 47 nella ‘piazza della Chiesa ’ ancora i fratelli Dellepiane;--- 48-49 Canepa Francesco;--- 50 pescheria proprietà municipale;--- 51 Liberti e Canepa Giuseppe;--- 53-54 Paganetto e Canepa Giuseppe;--- 55 Direzione Imposta Municipale proprietà Municipale;--- 56-58-59 Palazzo Municipale;--- 60 Nasturzio Silvestro;--- 61 Magazzeno Sale e Tabacchi;--- 61-62 Morando;--- 63 Balbi;--- 64 Monterosso e C;--- 65 di proprietà Municipale ;--- 66 Galleano e Amminist.Civica;--- 67 Castello;--- 73 Roccatagliata Michele


 (nel 1908 al civ.73  viene indicata la sede della soc.Tiro a segno, che ricevette dei sussidi da parte del Comune. Unico documento è quello ← allegato il quale segna come n° d’iscrizione 3222; titolo “Società del tiro a segno nazionale di San Pier d’Arena – direzione provinciale di Genova” dove il titolare eseguì esercitazioni dal 1912 al 1917);


--- 74-76 Grosso e Compagni;--- 75 caserma Guardia di Finanza;--- 77 Testa Evaristo;--- 78 Tubino Arturo;--- 79 Galliano Tubino Giudice;--- 80 Romairone;--- 81-106-107 Danovaro Lorenzo con «negozio di carbone minerale;--- 82 Delegazione di Porto proprietà Demaniale;--- 83 Queirolo Salvatore;--- 84 Canale;--- 85 eredi Queirolo Stefano;---  86 Canale e Fredi Barabino;--- 92 Parodi Angela (Bregantina);--- 93 sorelle Morasso;--- 95 Stalinslao Morasso;--- 96 abc, Grandi empori Commerciali G.B.Carpaneto  (fatture, per deposito di ‘balle di sughero, al coperto a £ 1 a tonnellata /mese hanno data 1886 e 1893; ancora nel 1925 erano magazzini per deposito (docks) ed impresa trasporti - telef. 908);--- 99 Roccatagliata e C (Briegua); 101 Dellepiane e vedova Parodi (Bregantina);---, 102 Carpaneto;--- 103 Vernazza, Donzelli e C;--- 104 Figari Andrea e C (scuole femminili);--- 104 a  Vernazza Francesco;--- 105-109 Ferrando Angela;---  108 Pittaluga e C ;--- 108a Carpaneto GB ;--- 110  Maria vedova Ferrando;--- 111 Aceto, Molinari e C.

Sempre nel 1902 vi esercitavano solo: al 14 i f.lli Daneri negoxio di olio d’oliva;---23-1 l’armatore Canepa Francesco;---28 lo spedizioniere Copello Luigi;---28.30 Caffè d’Italia (di Ratto G.Raffaele, sale da biliardo;---31 Sturlese GB grossista di olio;----32 Bixio Andrea, bottaio;-  35-3 l’orticoltore Pittaluga Agostino= c’è ancora nel 1912--  39 la banca Popolare;--- 57 il cartolaio Gazzo Cristoforo;  e Nasturzio Silvestro con fabbrica di casse in legno;--- 60 merciaio Bozzano Giuseppe; i negozianti di olio d’oliva Ottone Giorgio e Figli;--- --- abit dr Gimelli Nicola;---76 Grasso e Villa gestiscono dei ‘bagni’ che non sono quelli ‘di mare’;---83 Dellachà GB mediatore in  grano e cereali;--- 87 Gallo Andrea mediatore di olio;--- 96 docks di Carpaneto GB, tel. 908;--- 101 il ramaio meccanico Casazza Angelo e figlio «presente dal 1911 al 1919;---

Non specificato a che civico, Storace Salvatore lavora con l’olio minerale;---

 

===Percorsa da una linea ferroviaria e tranviaria (servizio Voltri-Caricamento), costeggiava il litorale che negli anni Pagano/1908-1911 -1912-1919-1920-1925-30 era ricco di stabilimenti balneari e qualche ancora cantiere navale

 

 

 

1908                                                                          a sinistra spunta il Municipio

                                                                                 a destra ove nacque la Croce d’Oro

                                                                                    foto Biblioteca Gallino

Nel 1908 si descrive la presenza di queste imprese (tra parentesi l’anno in cui sono ancora presenti sui Pagano):
---al civ. 1 la distilleria e fabbrica liquori Morando Giov. fu Ignazio e la Morando Armando  (altre 2 distillerie, sulla strada, erano al civ. 28, di Ratto G.Raffaele (vedi sotto) e di Malfettani Federico -vedi civ.59);--- e il deposito (telef. 906) di ferro ed acciaio di Storace Rolla e C.;--- civ.3 la fabbr. saponi A.Beerle e C, succ.Lagorara;  (1919);--- al civ. 5 il primo di una lunga lista di negozianti o grossisti di olio d’oliva, quasi tutti ubicati nella via (al 5 Bussaglia Domenico attivo ancora nel 1912--- al 14 Montano Antonio e figlio (1912)--- al 19 Montano Nicolò fu GB (1912)--- al 25 Casanova Salvatore (1912) ---e Costa Giacomo fu Andrea (1912)--- al 29 Galleano Raffaello (1912; nel 1925 è al civ. 117r, tel. 41221) fu Domenico;--- ed eredi Ghiglione Pietro (1912)--- al 30  Parpaglione Luigi, Figli e C. (1912)--- al 31 Demarchi G. (1912)  fu Pietro successore--- al 60 Ottone Giorgio e Figli--- al 61 e 65 Chiappara Carlo fu Giuseppe  (olii di tutte le qualità)--- al 77 Vernazza Gius. (1912).   --- al 78 Barabino Gerolamo (1925; e per macchine- vedi omonimo nel 1925 al 299r)--- al 79 Richeri Francesco (vende olio d’oliva e salumi, tel 50-77, manda cartolina avvertendo che è ‘di passaggio sulla Vostra piazza il mio viaggiatore rappresentante al quale spero vorrete serbare i Vostri pregiati ordini’)--- all’85 Traverso e Profumo --- all’87 Gallo Andrea (nel ‘25 è civ. 333r, tel.41223);--- civ.6 la trattoria Giunsella nel ’19, al civ. 20, tel. 3152; di Liberti Francesco;--- civ.7 negoziante di legname da costruzione Forni e Zanotti (1912( nel 1919, solo Forni Enrico) telef.929;--- al 14 il vinaio Bertorello Michele (1919);---  al 16 successori Raffetto industria della latta: (come  fabbrica di casse in legno (1919) sono L. e C.), (come litografie per illustrazioni casse e latte per conserve alimentari A e C (1912), che nel 1919 sono trasferiti in via della Cella 67r); ed una agenzia di pubblicità di Melcon Ettore (nel 1912 divenuta  Lanzini (Giovanni)-Melcon, il primo proveniente da via Mercato);--- civ.18/3 e 20 gli appaltatori di costruzioni di case Grosso Francesco fu Agostino (1912) e Liberti Francesco (1912)  (e, nel 1919, Felice)--- negozio di vini di Gazzo Cristoforo (1912) (omonimo del tipografo del civ. 57);--- civ. 19 fabbrica di sapone di Montano Nicolò fu GB (1919);--- civ. 20 caffè Ligure di Bassano Lorenzo 1912);--- 23 negozio di carbone minerale di Bertorello Luigi (1912) --- ed impresa trasporti Cabella Ambrogio (1919);--- 23-3 il medico Canessa Lazzaro;---  25 fabbrica di sapone di Casanova Salvatore (1919);--- 27 fabbrica di pasta alimentare di Parodi Lorenzo di Stefano «(c’è sino al 1919);--- 28-30 caffè d’Italia (sale da biliardo e fabbrica liquori) di Ratto G.Raffaele«;---  e negoz. di riso di Parpaglioni Luigi, figli e C. (1912);--- al 29 il rappresentante di olio Galleano Raffaele (1912) fu Domenico (nel 1919 al civ. 117r, tel 2815);---  al 32 il bottaio Bixio Andrea (1912);--- civ.33 la farmacia Danovaro Evaristo (nel 1912 è di Dellepiane GB.; dal 1919 al 33, di Dellepiane E.A., civ.99, tel 1660. Oggi non più esistente, ma molto probabilmente primitiva sede della ‘Operaia’);--- civ. 35 l’ottonaio Cerruti Cesare (c’è nel Pagano/25);--- al 36 il bottaio Morasso Ardito (1925);--- civ.39 negozio di cemento ed ardesie di Bianchi Stefano«attivo fino al 1925 (dal 1919 “e figli”, tel. 2347);--- civ.42 tipografo Melcon Bernardo (1911) (vedi Ettore al civ.16; dal 1912 al 1919 divenuta ‘Lanzini e Melcon’);--- civ.43 negozio di pozzolana di Avvenente Antonio (1912) ---e sede dell’impresa Lagorara Stefano (1925) di  facchinaggio stazione-scalo piccola velocità e trasporti a domicilio (i Lagorara compaiono in più attività cittadine, come impresari, anche del teatro, o fabbrica di sapone);--- 47 la seconda farmacia, di Levrero Attilio (1933) esistente a tutt’oggi di fianco alla Cella;--- al 54 negozio di vinaio di Paganetto Giovanni (1919);--- 57 e 60 la fabbrica di conserve, di casse in legno e litografie per illustrazioni casse e latte per conserve alimentari di Nasturzio Silvestro «presente dal 1911 al 1919, con telef.n.930; fu anche un grande benefattore dell’ospedale e come tale memorizzato nell’ingresso del nosocomio;--- civ.57 il cartolaio, rilegatore, fabbrica di registri, tipografo Gazzo Cristoforo (1912 - vedi omonimo al civ18. Nel 1919: ”Gazzo Cristoforo, Giulio Porcile success. via C.C., 183r tel 24-60”) ); ---- civ.59 p.terr. fabbr. di spiriti della ditta Malfettani e C.«;--- 61 la banca Credito Italiano (1919);--- 61A Leveratto coniugi (1912) con negozio di stoviglie;--- angolo via N.Barabino il confettiere, pasticciere e liquorista Balocco Lorenzo (1912=viene indicato al civ. 89 ma non corrisponde; nel 1919 è =”caffè offelleria, già Ballocco lorenzo, divenuta Garrone Revendito); ed il cartolaio Traverso Emanuele (1912; quest’ultimo con ‘fabbrica di registri’ al civ.83; nel 1919=civ.269r tel.2781);--- al 73 il vinaio Tobia G.« (nel 1919=e figli, al 239r);--- civ.74 negozio di cemento e fabbrica laterizi di Carosio e Begnino (1912; dal 1919=eredi);--- civ.78 fabbrica di sapone per uso industriale e per bucato di Barabino Gerolamo (1912; dal 1919= civ.255r; in più: ‘saponi profumati-lisciva in polvere; tel.874, casella 87’);--- civ.79 abitava il dott. Gimelli Nicola, pediatra: nella sua lunga vita si presume che abbia curato tutti i bambini della San Pier d’Arena di allora; civ.81 negozio di carbonaio di Danovaro Lorenzo (dal 1912 al 1919=di Danovaro Angelo); all’int.2 la levatrice Caorsi Gigia (1925);--- il rappresentante di vino ed olio Bruno Giovanni (sino al 1912 e figli; dal 1919 al 25=Bruno G.B. & figli, civ.89);--- civ.83 il mediatore in grano e cereali Dellachà GB (1919);--- ed il vetraio Traverso Emanuele (1925 anche fabbrica registri; dal 1919=civ. 269r);--- civ.87 Gallo Andrea (1912; dal 1919= Gallo Andrea fu Luigi; nel 1925 è al civ.333r tel.41223) mediatore negoz. e gross. di olio di oliva e semi;--- 93 Rossi Sante, sarto, stoffe, impermeabili (1919);---
Non segnalato il civico: la Lagorara-Pittaluga attiva fino al 1925 in demolizione bastimenti;--- Storace Salvatore«di olio minerale-attivo negli anni 1911-12;--- Sommariva GB floricoltore presso il municipio di S.P.d’Arena;---  Aloise Angelo «spedizioniere (nel 1919= trasferito in via UmbertoI, 54-1); 

 

 

 

1910 – verso ovest;                                            verso est, inizio della via;

a destra, angolo con crosa dei Buoi                  ma con via Galata in fondo, fino alla galleria

 

      

 

                                         

    Compaiono, nuovi esercizi nel 1911, 1912, 1919 1925-6= civ.2 notaio Canepa Giuseppe (1911-1912);--- 8r l’intagliatore in legno Morando Perfetto (1911→1925);---  13-6 il mediatore d’olio Gherardi Vittorio;--- 14 negozio di cemento di Bianchi Stefano (→1919) ed ardesie(→1925);---16-18r deposito di colla di Bagnasco GB (→1925) con fabbrica a Torino;--- 18 negozio di cereali di Ricca Carlo«(→1912) ---e negozio di vini di Gazzo Cristoforo (→1912);---20 impresa edilizia Liberti Felice (→1919); e trattoria, ristorante a mare Giunsella di Liberti (→1919) con telef.31-52;---  24 Bonino Attilio (→1919 - vedi omonimo al civ. 106) droghiere che si interessa e ha deposito di petrolio;--- 25 appaltatore di costruzioni Mignanego Amedeo (→1919);--- 36 la levatrice Benvenuto Teresa (→1925);---  38 levatrice Burlando Emilia (→1925);--- 39-8 la ditta Barabino Domenico, impresa edilizia; nel 1918 fu incaricata dai f.lli Lagorara a innalzare una cappelletta nel cimitero della castagna; ---40r mediatori di olio d’oliva e semi Ricciardelli e Marchese(→1925);--- 41n  forno per pane di  Fesia (Fessia) Giuseppina (→1919);--- 51-53 forno per pane di Parodi Andrea (sul Pagano = 1911→1919; due fatture datate 4 ott.1930 e 27 nov.1930 sono di “Parodi Andrea fu Stefano, grande pastificio”, collocato in via CColombo civ15; mentre lo steso, il 23 marzo 1931, è al civ.17);--civ. 52r fatturava ancora dal 1909 la ditta “Giuseppe Margaria di Giovanni (deposito con esportazione di terraglie, maioliche, vetrerie, cristallerie, porcellane, lampade, posaterie, ferro smaltato – damigiane, bottiglie nere, ecc. ecc)”;---57 cartolaio e legatore Dellepiane Anna-Porcile Giulio (1911-12) è il civ. che nel 1908 era di Gazzo, dal 1919→1925= di solo Porcile Giulio); Nasturzio Silvestro (1911-12) telef. 930,  fabbrica di casse in legno e conserve alimentari;--- 60 merciaio Bozzano Giuseppe (1911→1919) molto probabilmente lo stesso possessore dei bagni omonimi;---  79 notaio Peroni Luigi(→1912);--- 93-4 appaltatore ed impresa di costruzioni Ramella Luigi (1911-12);--- 99 droghiere Galliani Giuseppe (1911→1912);---  106r Bonino Attilio(1912→1919), di biacca;--- commestibili (rispettivam. di Caneva Luigi(1911-1912) al 68r;--- Parodi Lorenzo (1911→1925) al 109r con forno;--- 111 di fianco alla R.Pretura, la «Società Generale di Mutuo Soccorso fra gli Operai d’ambo i sessi»;---185r fabbrica e negozio di conserve alimentari di Giraud Ferdinando tel. 3192---;        

   Panifici3-5r Alleanza cooperativa Ligure ‘Avanti(1912→1919);--- 11r Barbero Pietro (1912→1919);--- Parodi Giacomo (1911→1925) al 139r con forno;--- Marengo Giulia (1911→1925) al 159r (+pane);---  Serra GB (1911→1925) al 172r (+pane);--- Risso Gerolamo (1912→1925) al 180r(+pane);--- Parodi Benedetto (1911→1925) ai civv. 210r, e   219r (+pane);---  234r Pittaluga Angelo (1912→1919);--- 249r forno per pane di Battilana Davide (1911→1925);--- Rilla Emanuele (1911→1925) al 291r (+pane);--- Pastorino sorelle (1911→1925) al 323r (+pane);---

   Non precisato il civico:---angolo via Gioberti l’agenzia locale della Banca d’Italia (P/12; nel 1919 = civ.33 tel 3142; nel 1925 civ.35 tel 41061);--- Galliano Marcello (1919) di biacca ;--- Carosio Benigno (1933 - dal 1919=eredi,  al civ. 74) di  ardesie e fabbr. laterizi (forse quello che avevano posseduto la fornace nella zona omonima) ; ---Pitteri fotografo; --------Florio Luigi (1919;  che vende velocipedi (nel 1919 è =”Premiata Fabbrica di Cicli e Motocicli, Rappres. Gener.  p. la Liguria della Moto Reve Italiana, civ.207r) ;---  Cerutti Cesare (1925) di ‘apparecchiatori’ a gaz; --- imprese edilizie rispettivam. di Grosso Francesco (1912) e Grosso Bartolomeo (1919);---successori Raffetto L. e C (1919), lattai, telef. 710 (nel 1925 al civ.16);--- Giovannini Dante fabbrica e negozio mobili in legno;--- Bruno Giuseppe (1912) nell’olio di oliva;--- Boattini Nero (1919) mediatore olio.

===Nell’anno 1910, viene descritto che la strada va da piazza G.Bovio (piazza N.Barabino) all’incontro con le strade Garibaldi (via Pacinotti), Bombrini, Fiumara; e possedeva civici sino al 46 e 117. Percorrendo la strada verso Genova, era invece in dirittura con via Galata (oggi v.Pietro Chiesa).

===Nel 1918 al civ. 25.3 lavorava il notaio Canepa Biagio (vedi in via A.Cantore)

===Nel Pagano 1919 compare al civ. 1 uno “stabilimento di amianto e gomma elastica già Bender e Martiny”. Fabbricazione guernizioni (sic) di amianto, cinghie di pelo, ecc. tel. 4826). Nel 1925 non c’è più. Forse era sua la “Asbestos the British comp., lavorazione dell’amianto, tel.910”, che compariva nel Pagano 1902-11

===Il Novella (manoscritto del 1920-30), indica “da via Vittorio Emanuele” (ma è corretto solo per quel breve tempo in cui non fu dato nome alla piazza, da dove ha origine attuale. Nel 1850 quando nacque via V.Emanuele, piazza Barabino non esisteva, e tutto intorno erano ancora orti e prati: essa si formò in quei tempi proprio nel punto di giunzione con la strada a mare, dividendo il lungo stradone di via V.Emanuele in  un tratto a ponente, oggi via G.Buranello, ed un tratto a levante, via Chiusa).

           

===Nel 1921 una seduta straordinaria della giunta municipale col fine di un aumento delle tasse da aumentare agli esercizi pubblici, vedeva nella strada i seguenti imprenditori: Banca Credito Italiano; -Banca d’Italia ; -Banca Italiana di Sconto ; -cantiere Bertorello Salvatore ; -deposito merci di Bianchi-Marchesi al 53r ; -Casazza e figli calderai in rame (vedi a via Storace); -Dagnino fratelli e Dagnino figli negozi di granaglie al 176r ; -Garibaldi Domingo proprietario di magazzini al 23r; -Risiera Italiana (presso Lavagnino Luigi deposito merci) all’ 81r ; -s.a. Rolla-Storace-Traverso, ferri ed acciaio ; -società Ligure lavorazione Latta ;  -al civ. 101r i doks di Carpaneto GB ; -soc. Importazione olio di semi al 132r ; -Vacoom Oil Co. Olii lubrificanti al 15 e 25 ; -Vernazza e figli, oleificio ai civv. 181, 145, 149.

Il Pagano segnala anche la banca del soc.an.Credito Italiano (al civ.61, tel. 41157; nel 1925 diventa civ.73).   Al 111 sempre la soc. gen.MS fra Operai d’ambo i sessi;---

   Nel Pagano 1925  compaiono nuovi: al civ.3 Saltini Castore ha gli uffici di importatore ed esportatore formaggi e salumi; il deposito è a ‘Cornigliano Sampierdarena’;---civ.3-6 impresa trasporti di Sparviero Lorenzo, tel. 41-477;--- civ.5 gli spedizionieri con magazzini per depositi Marchesi e Bianchi anche nel 1933, tel.41269 ---e l’asfaltista (coperture con cartoni catramati impermeabili) Lehmann ing. Luigi sino al 1925, s.a., tel.41254; nel 1921 era in via san Cristoforo);--- civ.9 un magazzino (un altro in via V.Eman) dei “Figli di Enrico Forni negozianti di legname (ancora nel 1933), tel 41226”;--- 10 Devoto Giorgio lavorava ancora nel ‘33 nell’acciaio;--- all’11r commestibili di Bovero Angela;--- al 12 colla-concimi di Cabella Ambrogio (1933);--- al 13 carbonaio da legna, Storace GB (1933);--- 14 il sarto Cortese Andrea;--- al 14-1 Parodi Vincenzo e f.lli hanno fabbr. e negoz. di metalli (un omonimo, da solo, ha medesima attività in v.CBattisti 12r); ---al 18-20r la Tipografia Ligure di Carlo Pavese (lavori commerciali/ e di lusso – stampati per trasporti litografici / forniture per amministrazioni / lavorazione del libro / tricromie; cartoncini per auguri e cartoline postali per cambio di residenza)--- al 20 il Giunsella di Liberti;--- e vicini il negozio di merceria di Remorino Luigi (nel 1933 al civv.20-22);--- e l’abitazione dell’ing. Bruno Salvatore;--- 22-4 l’appaltatore di costruzioni, imprenditore edile Liberti Felice, tel.41088;---  24 droghiere e deposito di petrolio (già dal 1911) di Bonino Attilio¤;---  al 25r ferramenta Vallebuona Giuseppina in attività anche nel ‘33;--- civ.27 il negozio e grossista di olio d’oliva e di semi DeFranchi Agostino presente ancora nel 1933;--- al 27-8 fabbrica e negozio di olio minerale lubrificante di Gherardi GB, presente anche nel 1933;--- al 27 il pastificio di Parodi Lorenzo di Stefano /vedi nel 1933 al civ.61;--- al 28 succursale del Monte di Pietà (presente dal 1919 al 1925);---Cerutti Cesare al 35 ottoniaio presente anche nel 1933 e--- 137r fabbrica metalli nonché di ¨ apparecchiatori a gaz, elettricità, idraulica;--- 41n un forno per la produzione di pane di Fessia Giuseppina;--- al 47 la  farmacia Levrero;---49 sale e tabacchi di Granara Carmela, rivendita n.2;--- 53A  la succursale della Cassa di Risparmio;--- al 60 il merciaio Bozzano Giuseppe¤;--- al 67 la fabbrica inchiostri ‘colorificio Sampierdarena’ del rag. Jona Ruggero;--- 70r Vallebona Ottavia vende materiale per costruzioni;---al 73 la filiale della banca soc.an. Credito Italiano (nel 1933 è al civ. 71);--- al 74, ardesie e cemento di Bianchi Stefano¨¤ e figli;--- al 77 Vernazza Giuseppe (nel 1933 sono al 221, figli di Giuseppe); 81 gli eredi Carosio Benigno ancora nel ‘33 nell’ardesia, cemento, mattonelle; all’81-1 carbone minerale Danovaro Angelo¤ ;--- civ.83 l’impresa trasporti in genere, e di sbarco e trasporto di sale e tabacchi, spedizioniere Canepa e Stefano e Figli; le scuderie in via Balleydier 8; anche la fabbrica registri di Traverso Emanuele---civ. 87 dei magazzini per deposito di Garibaldi Domingo;--- civ.90r Giunsella Liberti ristorante a mare¤, tel.41258;--- 93 sarto Rossi Sante;--- 96 l’impresa trasporti di Carpaneto G.B. tel. 42-013;--- al 99 la farmacia Dellepiane E.A. tel. 41172;--al 101r la “Vacuum Oil Company”olii minerali lubrificanti (che per mia conoscenza era  presente dal 1911 sul nostro mercato con sede in via VEman., è andata in v.CColombo al civ. 91A nel 1919 tel. 682- dal 1921 tel.41409);---  al 141r Feliziani & Olivieri vendono materiale elettrico (trancio e stampo metalli, fabbrica lampadari, veilleuses, catene, fibbie, cerniere, lame per grattugie, ecc. Lavorazione in serie. Preventivi a richiesta)---al 156r cereali Dagnino e figlio (1933) tel. 41163;---183r la tipografia Gazzo Cristoforo, Giulio Porcile success.;--- 207r Florio Luigi succ. (Premiata Fabbrica di Cicli e Motocicli, Rappres. Gener. p. la Liguria della Moto Reve Italiana);--- 209r l’osteria di Serpero Pietro;---al 233r (ex35r) negozio di cereali Monteverde Costantino (1933), tel 41949;--- 239r l’osteria di Tobia G. e figli;--- al 241-3-5 il calzaturificio economico di Basile Saverio;--- 245r Basile Carmine vende velocipedi;---   al 269r cartolaio-legatoria-libreria-vetreria, dal 1921-25 di “Traverso A. & Moretto E. Nel 1933: successori di Traverso E.”(era del solo Traverso Emanuele nel 1911-20, senza preciso civico e descritta ‘all’angolo via N.Barabino e via Colombo) telef.41404;--- al 285r  Dario Assaretto÷  appare l’unico che commercia ed applica amianto (dal 1990 circa accanita è la caccia e rimozione: industrie, grattacieli-al punto di lasciare vuoto per decenni quello della SIP in piazza Brignole-, vetture ferroviarie, tettoie, recipienti d’acqua delle case, ovunque, di questo tessuto giudicato cancerogeno);--- 299r la ditta Barabino Gerolamo fabbrica sapone comune per bucato e per industria-saponi profumati-liscivia in polvere (vedi omonimo negli operatori dell’olio);--- al 333r grossista di olio d’oliva e di semi Gallo Andrea attivo anche nel 1933,  e presumo suoi al 555 (di Gallo Andrea di Luigi). magazzini per depositi (docks);--- al 355-7-9 droghiere, biacca, colori e vernici con pennelli, nonché confetture, droghe e coloniali, fabbrica prodotti chimici Ruffini Ennio (1933);

NP:  la banca Nazionale di Credito (che nel 21 non c’era) posta all’angolo con p.za Pescheria;--- l’impresa edile di Grosso Bartolomeo.

   Viene descritto essere aperto un teatro-cinematografo, chiamato “Sempione”, in locale  posto vicino al Club Nautico; fu chiuso ‘nel periodo fascista’ non si sa quando di preciso, né perché (effettivamente nel 1933 non appare nell’elenco dei cinematografi).

===Dall’elenco delle strade genovesi del 1927, compare di 3a categoria; quando di omonime ne esistevano a Nervi, Pegli, Rivarolo, Prà, Sestri, Voltri; e, solo ‘Colombo’, in Centro, Bolzaneto, Quinto e PonteX.

===una fattura datata 2 sett.1930 segnala al civ. 323r la ditta “Ragalzi & Vernaza” olii. Viene fatturato ellìolio oliva sopraffino, dell’olio winter +++, dell’olio oliva extra.

===Nel 1931 risulta essere percorsa da oltre 2550 veicoli al giorno (di cui 689 tram motrici e rimorchi, 1 autobus, 8 moto, 381 autocarri, 201 automobili, 770 veicoli a trazione animale, 204 biciclette, 270 carretti a mano, 25 vagoni ferroviari).

 

In questi anni risultano numerosi esercizi commerciali impossibile citarli tutti; ricordiamo dal Pagano/1933: all’ 11r docks di DallaTorre Mario & C. detto ‘docks (sic) nuovo porto’;---  al 40 i docks di Cavanna Cesare;--- al 20 e 22, negozi di merceria di Spallarossa Stefano;--- al 21-23r Buscaglia Dario vendeva forniture per auto;  al 29r i f.lli Ferrante gestivano un negozio di calzature; ed al 14.1 Parodi Vincenzo e fr.lli);--- al civ.43r il mobilificio di Pietra Emilio;--- 44 gli appaltatori di costruzioni edili (Bagnasco Ferruccio; Barabino Domenico; Olivieri Pasquale, al 123);--- al 44r l’officina di Gatti Epifanio (→1925 aveva uffici in v.VEman ed officina in via A.Doria – possibile omonimia con Gatti Epifanio fu L., succ. Gatti G. e E. f.lli fu L.);--- 47 la farmacia di Balletto Albino (già di Levrero Attilio fino al 1925);--- 61 pastificio di Parodi Andrea(nel 1925 è al 51-53r);--- al 74 e 81 i Carosio Benigno, eredi e già presenti (1911→1925) nell’ardesia; al 79r grossisti d’olio Casareto Renzo; Lombardo Silvio;--- al 95r fabbrica di pesi di DeMarchi Ambrogio;--- all’81-1, stuzzicadenti Monterosso Emanuele;--- all’81r sacchi (riparatore) Ricca Giuseppe;---(all’85-8 c’era nel 1933 l’impresa edile Barabino Domenico; non scritto sul Pagano, ma da una fattura rilasciata:”io sotto schritto dichiaro di ava ricevuto...lire quattrocentosesanta..);--- 98r (vicino al ristorante Giunsella) il mobilificio Luigi Ghiglino = costruzioni perfette in qualsiasi stile e tipo; lavoro accurato; eventuali falicitazioni di pagamenti, consegne inappuntabili ovunque; ---al 101 il ramaio (Casazza Angelo(→1925) e f.o);--- al 103r il negozio lampade di Tiragallo Felice (→1925);--- al 104r il ristorante Giunsella, tel.41.258 (tutti i venerdi: tortelli alla romagnola; tutti i giorni zuppa di pesce , ravioli e tagliatelli. Servizi speciali per banchetti, sposalizi, società, comunioni, ecc. Si fanno servizi a domicilio, prezzi modici. Nuova gestione: direzione Benedetti);---  al 119r pastificio di Parodi Lorenzo (→1925) fu Stefano);--- 123r fotografo e fornitura, di Capriotti Giovanni negli anni 30 si reclamizza a pagina intera con la rappresentanza di “Majestic”, radio “supereterodina” a 6 valvole/2 valvole doppie con rendimento pari ad un normale ricevitore a 8-9 valvole;--- e fotografo Tixi Ebe (nel 1925 è Tisci - la quale è anche al 69 con Montabone(→1925) ed al 239);--- al 137r un esercizio di apparecchiatura per gaz, elettricità ed idraulica di Cerutti Cesare(→1925, tel 41126);---al 235r Armida Derchi, si reclamizza per un laboratorio di pellicceria, riparazioni e confezioni su misura;--- al 269 negozio di biancheria e confezioni per bambini delle sorelle Ivaldi A.C.;---   al civ. 349r l’altra farmacia  chiamata ‘san Francesco’ ed il cui titolare era il dott.Danovaro Francesco (poi Dellepiane Emanuele quando -ancora in esercizio nel 1953 la strada  si chiamava via N.Barabino-);--- ben sette negozi di commestibili al 49r, 119, 179r, 190r, 219r, 323r, 337r.

 Non precisato dove il confettiere Gallingani Ercole(→1925);--- Boattini Nero è mediatore d’olio (→1925).

 

===Lasciò il titolo stradale a N.Barabino per delibera del podestà del 19 agosto 1935 (ma poi, anch’esso a sua volta fu sostituito con l’attuale, per decisione del consiglio comunale del 18 genn.1954).

 

   Di  tutti questi citati sotto, si parla in via San Pier d’Arena, alla quale la strada fu dedicata nel genn.1954.

   Poche le case sul lato mare, a ridosso dei flutti e su terreno non sempre roccioso: vi  furono eretti il conteso palazzo del Sale; il teatro Ristori al civ. 26, ed il palazzo del Municipio; poi il Circolo Salvamento,  palazzina della croce d’Oro e chalet dello Yacht Cub;  molto più tardi la palazzina Bertorello, le ‘docce’. E tra gli edifici, si aprirono varie piazzette tra cui della Pescheria,  dei bagni Savoia, del Dazio centrale, della regia Dogana, della Delegazione del Porto. Sul lato a monte, una lunga riviera ove  vecchi e talora modesti caseggiati si alternano a palazzi importanti (la duecentesca torre”dei Frati”; la ex pretura ospitata in villa Cambiaso; la chiesa della Cella; villa Pallavicini; la casa natale di N.Barbino al civ.99; il palazzo e la piazza del Monastero) ciascuno  ricco di tutte le attività umane.

In via C.Colombo di rinomati, vi lavoravano la trattoria Giunsella, il bar Crispi ove nacque la Croce d’Oro,  il bar-caffé Ligure al civ.20 e  l’antico  bar Balocco.

 

 

 

Immagini, verso ponente: 

 

villa Pallavicini, allora Romairone

 

 

 angolo via della Cella 

 

e verso levante

 

 

       

 a sinistra, l’attuale civ. 4                                angolo con piazza del Monastero

 

 

DEDICATA

                                 

Busto di Colombo, donato in premio                      Colombo a Salamanca (particolare)

 allo scrittore Dario G. Martini                              olio di Nicolò Barabino

 

Dedicata al navigatore genovese, nato nella seconda metà del  1451 da Domenico nato a Quinto e console dei cardatori di lana, e da Susanna Fontanarossa di Quezzi, residenti in vico Dritto Ponticello.

Il fratello Bartolomeo era divenuto cartografo.

Questo personaggio ancor oggi di caratura internazionale, ha subito uno studio così approfondito da produrre una così vasta bibliografia di oltre tremila testi che il prof. Taviani ha raccolto e poi regalato alla Berio. Tramite questa ricerca, si sono determinate - in forma definitiva - le origini, le caratteristiche, l’ avventure e la storia del personaggio.

Praticamente autodidatta, prese il mare fin da piccolo, divenendo in trent’anni da navigante,  un istintivo esperto padrone del mare, dei venti, del tempo atmosferico. Stabilitosi in Portogallo, trasferì a Madera la famiglia (moglie Felipa e figlio Diego; alla morte della consorte si accompagnò ad una Beatrice, con la quale ebbe Fernando)

Ha il merito di aver  concepito – anche se con intento iniziale diverso - il programma inizialmente mirato a raggiungere senza estremi viaggi via terra,  il mercato del Catai, ovvero delle Indie; che lo portò invece ed involontariamente alla scoperta del Nuovo Mondo.

Suo merito è anche aver insistito, perorato ed implorato a tutti i possibili finanziatori (genovesi, francesi, inglesi, portoghesi, forse il Papa stesso; insomma tutte le corti europee) difendendo questo programma al di là della credibilità che poteva offrire, fino alla realizzazione.

   Fu la regina Isabella (si dice influenzata dalla sua personalità, ma anche dalla compartecipazione di imprenditori ebrei) che provvide all’avvio della spedizione.  Partito da Palos il 3 ago 1492 con le famose tre caravelle (Nina –di 22m; Pinta –di 24m e Santa Maria –di 26m), navigò per 70 giorni nell’incerto oceano fino al fatidico 12 ott.1492 quando fu avvistata la terra: non erano le Indie, ma il Nuovo Mondo.

   Tornato da questa prima spedizione il 15 mar.1493 senza la Santa Maria e sempre convinto di aver toccato le Indie,  ripartì nello stesso anno con 17 navi e 1500 uomini. Alla terza spedizione, accompagnato dal figlio Diego e dal fratello Bartolomeo, fu soggetto ad una congiura per cui dovette subire l’onta della prigionia e del rientro in  Spagna anticipato. Anche la quarta spedizione fu per lui infelice, perché dopo ribellione dell’equipaggio, poté tornare solo quando fu soccorso da altre navi; ed il rientro fu ancora peggio, per la morte – 1504 - della regina Isabella sua protettrice, per la freddezza e disinteresse del re ,per la profonda mortificazione di trovarsi abbandonato dalla corte e dagli amici.

   Angustiato e incompreso, si ritirò  a Valladolid (Spagna), dove morì l’anno dopo,  il 20 maggio 1506.

   Le sue spoglie vennero deposte nel convento locale, poi trasferite a san Domingo (e forse definitivamente all’Avana); una parte delle sue ceneri, sono conservate in un’urna a palazzo Tursi .

  Ogni momento della storia,  ha delle ragioni precedenti; ma solo l’evoluzione dei fatti spiega l’importanza dell’evento stesso.

Per misurare la sua grandezza, risulta quindi importante proporre l’ambiente culturale di allora, sia quello di provenienza = utopie ed immaginario fantastico di una cultura biblica (tipo miniere d’oro); mitologica classica (delle Amazzoni per esempio);  millenaria di mare; poi medievale (immaginario geografico di isole fantastiche); sia la cartografia e geografia = nulla per dove orientava la propra, ma con le pesanti ed errate cognizioni imposte anche dalla religione; sia  quello di soggiorno spagnolo-portoghese (iniziale risveglio dal torpore medievale con la via delle Indie quale nuovo metodo di conquista di potere); e sia da non sottovalutare quello che Juan Gil ha definito “fantasia genovisca”(comprendente la caparbietà e l’ambizione dell’uomo ligure).

 

BIBLIOGRAFIA

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