VOLTURNO via Volturno
Corrisponde all’attuale via G.Salinero.
Nell’anno 1900 viene proposta alla Giunta comunale la titolazione di via Volturno, per ufficializzare quel vicolo popolarmente chiamato “via alla piazza detta della Palmetta”, posto ad ovest di via Vittorio Emanuele (via W.Fillak). In contemporanea anche lo slargo interno, assunse il nome ufficiale di piazza Palmetta.
Nell’anno 1910, appare con un unico civico nero, dipartente dalla strada divenuta ‘via Umberto I a piazza Palmetta’ , con unico civico 1.
Il Centro, Pegli, Rivarolo e SPd’Arena, tutte avevano nel 1926 una strada intestata alla famosa battaglia. Il nuovo Comune della Grande Genova si propose di eliminarne alcune per evitare doppioni.
Nell’anno 1933, era ancora così, di 5.a categoria .
Il nome fu cambiato con firma del podestà, il 19 agosto 1935.
DEDICATA alla battaglia del 1 e 2 ott.1860, avvenuta lungo le rive del fiume campano, vicino a Capua: 25mila garibaldini si scontrarono con 40mila soldati borbonici, comandati dallo stesso re Francesco II, e forti oltreché del numero, anche di artiglierie e cavalleria.
Sulla piana del fiume vicino alla foce nel Tirreno (nasce dalle Mainarde molisane e scorre in Campania), all’inizio dello scontro, i borbonici riuscirono a sgominare facilmente la prima linea comandata dal generale Medici; ma Garibaldi stesso, al comando della riserva, piombò al centro dello schieramento avversario, costringendolo a desistere dall’avanzare l’offensiva. Non solo, ma unendosi alle truppe dirette dal generale Turr e Bixio, ci fu un contrattacco irruente e capace di chiudere in una sacca l’avversario costringendolo alla resa.
Re Francesco, sconfitto, dovette ritirarsi a Capua pur avendo combattuto con eroismo (perdendo 3mila soldati, contro 2mila garibaldini).
Di tutta l’impresa dei Mille, questa battaglia fu il fatto d’armi più importante perché decisivo: Napoli era liberata dai Borboni, ed aspettava Vittorio Emanuele II.
Questi arrivò al comando delle sue truppe piemontesi, che vollero assumere le redini di tutte le operazioni militari, esautorando Garibaldi e sciogliendo il corpo garibaldino. Questo provvedimento, seppur legato alle necessità politiche di legalizzare l’annessione, lasciò fiele in bocca ai volontari, che dovettero abbandonare la zona senza riconoscimento dei meriti acquisiti sul campo; Garibaldi stesso, il 9 novembre, salpò da Napoli rifiutando tutte le offerte che il re aveva proposto solo a lui (titolo nobiliare, un castello con tenuta, onorificenze).
Il 21 ottobre ci fu il plebiscito di annessione che si concluse con 1.302.064 si, e 10.312 no tra la popolazione del continente; e 432.053 si contro 667 no in Sicilia.
La resa di Capua avvenne ufficialmente il 2 novembre (mentre Gaeta fu ceduta solo nel febb.1861); cosicché l’8 novembre, scomparso il regno delle Due Sicilie, re Vittorio Emanuele II divenne re di Napoli e della Sicilia, unendo il territorio all’Italia.
BIBLIOGRAFIA
-Archivio Storico Comunale
-Archivio Storico Comunale Toponomastica - scheda 4728
-Ciliento B.-Il Lavoro- supplemento di Repubblica-29.XI.1992-pag.18
-Ciliento B.-gli scozzesi in piazza d’Armi-DeFerrari.1995-pag.55
-DeLandolina GC.-Sampierdarena.Rinascenza.1922-pag.60
-Novella P.-Strade di Genova-Manoscritto b.Berio.1900-pag.19
-Pagano/1933-pag. 249---