VASCO                             via Vasco da Gama

 

 

TARGHE:

s. Pier d’Arena – 2865 - via -  Vasco da Gama – navigatore – 1469-1524

 

 

 

QUARTIERE MEDIEVALE:  Castello – Mercato

                                     

da MVinzoni, 1757.                                           da Google Earth, 2007. In fucsia c.so Martinetti                                          

Area nella quale si formerà la strada.

In verde sal. S.Rosa con il sifone del tratto sup.

 

N° IMMATRICOLAZIONE:   2865

                                                             

 da Pagano/1940- salita S.Rosa                da Pagano/1961                                           

 ancora tutta intera                                                                 

 

CODICE INFORMATICO DELLA STRADA - n°:  63360

UNITÀ URBANISTICA: 27 - BELVEDERE

 

CAP:   16149

PARROCCHIA:  s.Giovanni Bosco

STRUTTURA:  Breve tracciato di cento metri, iniziando in basso dalla separazione da corso L.Martinetti, per arrivare alla continuazione con corso Magellano quando, andando verso il nosocomio, alla sommità si innesta la strada proveniente dal ponte che passa sopra corso L.Martinetti .

    Doppio senso viario e pedonale

    Ha posteggio per le auto solo dal lato dei negozi e davanti al civ.2

    Un distributore di benzina, unico in zona,  diversifica la strada; fu aperto nel 1991.

CIVICI:

2007= NERI   = da 1 a 3         e 2

           ROSSI = da 1r a 33r    e 2r

I palazzi affiancati furono eretti un più tardi, risalendo i primi di essi al 1957 per i civv. 1 e 3; fino al 1970 per il civ.2.

 

STORIA:  

Nella carta Vinzoniana il territorio ove nacque la strada apparteneva -nel tratto a nord, sino a Promontorio - al rev.do padre Augusto Negrone ed - a sud - all’emin.mo cardinale Doria; le cui proprietà erano a ponente della stradina che poi si chiamerà sal Inf-Sup SRosa.

La strada nacque con la necessità di arrivare all’ospedale  in modo alternativo, visto che, per arrivarvi, fin dall’inizio (1915) era stata utilizzata solo le strade a levante (Balbi Piovera e GB Botteri).      

Però per difficoltà varie e lungaggini soprattutto burocratiche-economiche, fu aperta al traffico solo nel 1955.

 

DEDICATA


al navigatore portoghese, nato a Sines vicino a Lisbona, nell’Estremadura, nel 1469.

 

 

Ritratto attribuito a G. Lopes - sec.XVI – Mus. Regional - Lisbona

 


   PORTOGALLO Dall’impero romano –dopo un breve dei visigoti-, agli anni 1095 (la reconquista), le terre portoghesi erano state occupate dagli arabi che insegnarono ad allargare gli orizzonti; alla fine del 1300 iniziò la cura della flotta mercantile e –con essa- l’espansione coloniale nelle quali si distinse il principe Enrico il Navigatore: dalle Canarie, Azzorre, Capo Verde, Guinea ecc. egemonizzando i traffici verso l’oriente; nel 1500 attraversarono l’Atlantico e si interessarono del Brasile L’apice dell’espansionismo arrivò al  1600; dopo il quale iniziò il declino; complicato l’impero portoghese (Compagnia delle Indie portoghesi) dalle missioni dei gesuiti i cui metodi di colonizzazione crearono gravi disaccordi interni ). 

   La storia della sua vita inizia con lui già esperto navigatore: quindi presumibile – non essendo di nobile ascemdenza - scelta di vita sul mare da ragazzo, e seguente  carriera per vivace capacità

   Secondo la versione più accreditata – appena ipotizzata la possibilità di raggirare la punta meridionale dell’Africa (detta allora ‘ capo delle Tempeste’ e già raggiunta da B.Diaz nel 1487 ma non doppiata)– ricevette incarico dal re Manoel I (Emanuele) del Portogallo di ritentare il periplo e raggiungere le Indie

   Salpò da Lisbona (8 lug.1497 –la Utet scrive il 25 marzo) con 4 caravelle – delle quali, la ammiraglia san Gabriel stazzava appeva 120t ma, seppur piccola era stata allestita con molta attenzione ai particolari, da armatori fiorentini (i Sernigi) stabiliti a Lisbona.

   Percorrendo l’oceano Atlantico, per primo, doppiò il capo di Buona Speranza  il 18-22 nov.1497. Il giorno di Natale, pose l’ancora in una baia, alla quale diede il nome di Natal (rimase regione storica della reg. SudAfricana, cambiando nome nel 1994 con Kwa Zulu. Altra Natal è in Brasile ma fondata molto dopo, nel 1599). Aprì così la via all’oceano Indiano che da molto tempo era ipotizzata come più veloce della via terrestre per arrivare alle Indie ed all’oriente in genere.

  Proseguendo nell’oceano Indiano, seguì l’itinerario concepito dal principe Enrico il Navigatore, arrivò – passando per Mozambico, Mombasa e Melinde (dove imbarcò un pilota arabo) – col favore del monsone - sino a Calicut nell’India meridionale, ove gettò l’ancora il 20 mag.1498 (Utet scrive 18 maggio). 

   Localmente, trovò possibiltà commerciali assai ampie ma larga e manifesta ostilità dei mercanti arabi e dal ragjà Samurin (probabilmente l’equipaggio aveva combinato qualche incidente). Ripartito col nuovo monsone l’8 ottobre, il viaggio fu funestato da incidenti, malattie e disagi vari che decimarono l’equipaggio; ciononostante riuscì a rientrare a Lisbona col prezioso carico alla fine nell’ago dell’anno successivo (altri scrivono  settembre 1499), accolto trionfalmente (fu innalzato un tempio votivo a Belem, per commemorare l’evento) ed ottenendo personalmente larghi onori (il titolo di Ammiraglio delle Indie). L’impresa segnava l’inizio di successive fortunate spedizioni commerciali portoghesi che ebbero l’acme quando la nazione formò l’Impero coloniale.    In questo primo viaggio era stato accompagnato dal fratello, Cristoforo di Gama, che poi divenne valente capitano di mare (morì nel 1542).

   In un secondo viaggio, iniziato nel 1502 ricircumnavigò l’Africa e, sulle sue coste orientali fondò colonie a Mozambico ed a Sofale (la prima fattoria fortificata portoghese fu insediata in India, a Malabar); al ritorno fu  nominato “ammiraglio delle Indie, Persia ed Arabia”.

    Allora preferì ritirarsi a vita privata – anche perché, navigatori più giovani venivano preferiti (come  Alfonso de Albunquerque).

    Ma, peggiorati i rapporti coloniali portoghesi, nel 1524 il re Giovanni III, lo richiamò in sevizio nominandolo ‘viceré’: gli fornì una forte squadra navale facendolo accompagnare da due figli (Estevao (Stefano) e Paulo) e lo fece partire per il terzo viaggio.  Arrivò sino a Cocin (oggi Cochin, in India, poco più a sud di Calicut) ove però – pochi mesi dopo l’arrivo -  il 24 dic.1524 morì, senza aver potuto iniziare la progettata opera di ricupero del potere portoghese.

   L’impresa del navigatore, formò il soggetto di un poema di Camoens, intitolato “le Lusiadi”.

   Anche il figlio secondogenito Stefano (o Estevam divenne grande esploratore; compì altro viaggio nel 1532 in una squadra comandata da Per Vaz do Amaral; per un incidente rimase sbarcato a terra sulla costa araba, ma riuscì a ricongiungersi poi agli altri; pochi anni dopo fu nominato governatore della Malacca nel 1536 e poi di Goa (capitale dell’India portoghese) nel 1540, dieci anni prima della sua morte).

Ed altrettanto il figlio quartogenito Christovam nato a Evora nel 1516; era partito nel 1532 col fratello e compì poi da solo numerosi altri viaggi: finché fu posto a capo di una spedizione militare in soccorso di Claudio, negus d’Etiopia: mentre avanzava all’attacco dei musulmani di Ahmad ibn Ibrahim, fu da loro circondato,  catturato ed ucciso nell’agosto 1542.

 

  

BIBLIOGRAFIA

-Archivio Storico Comunale Toponomastica - scheda 4561  (Vasco da-)

-AA.VV.-Annuario-guida archidiocesi—ed./94-pag.451—ed./02-pag.488

-Enciclopedia Motta ( Vasco da- e ritratto )

-Enciclopedia Sonzogno(Vasco di-)  

-Enciclopedia Zanichelli (Vasco da-)

-Grande dizionario enciclopedico Utet-vol. VI (Gama-)

-Lamponi M.- Sampierdarena – LibroPiù.2002- pag. 208

-Pastorino.Vigliero-Dizion. delle strade di Ge.-Tolozzi.85-p. 1805Vasco de-

-Roscelli D.-Cristoforo Colombo-Bastogi.2006-pag.87