TREPONTI                            piazza Treponti

 

 

                                                                   

TARGA: San Pier d’Arena - piazza – Treponti

               Piazza Treponti

 

 lato ovest

 

lato nord,  angolo via D.Pirlone

 

QUARTIERE ANTICO: limite tra Coscia e Mercato

 da MVinzoni, 1757. i terreni, fino a mare, della mag.ca fam. Grimaldi col palazzo della Fortezza ed –a destra- la crosa Larga.

 

N° IMMATRICOLAZIONE:   2858   CATEGORIA:  2

CODICE INFORMATICO DELLA STRADA - n°:   62360

UNITÀ URBANISTICA: 26 - SAMPIERDARENA

 

         

da Pagano/1961                                              da Google Earth, 2007

CAP   :   16149

PARROCCHIA:   s.Maria della Cella

STRUTTURA:   piazza compresa tra via R.Pensa a sud  (senso unico in uscita verso via G.Buranello); via Palazzo della Fortezza a levante (senso unico in uscita verso via N.Daste); via N.Daste (in senso unico verso ponente) e via D.Pirlone a nord (in accesso e senso unico con uscita nella piazza Treponti).

   Piazza di 1968 mq , carrabile  ad anello , con marciapiedi larghi m.1,1, di competenza comunale, adibita a mercato ed anche ad uso parcheggio, con una fontanella in ghisa (ma non funzionante).

   È servita dall’acquedotto DeFerrari Galliera

CIVICI:  

2007= NERI   = da 2 a 4

           ROSSI =  da 9r a 73r     (compreso 65ABr; mancano 1r→7r, 33r)

                           e da 10r a 76r (   “            36ABr;     “          2r→8r, 36r)

STORIA:   la piazza faceva parte dei giardini della villa Grimaldi “la Fortezza”. La ferrovia, tagliando a metà la proprietà nel 1850 circa, ed in un periodo di scarsa disponibilità economica da parte dei proprietari  e di forte espansione edilizia da parte del nuovo ceto borghese arricchito, determinò la morte dell’appezzamento come orto e giardino, e favorì la  lottizzazione del terreno.

   foto 1921

si vede l’area dietro la villa, occupata da capannoni – forse la ditta di legnami Forni

Nel 1926, ancora era in programma nel piano regolatore di “liberare l’edificio de ‘la Fortezza’ dalle casupole che, in lungo volgere di tempo gli si erano abbarbicate ai fianchi ...sistemare la viabilità nella zona circostante alla sede del nuovo mercato, onde creare comodi accessi ad esso...e meglio sfruttare le aree che venivano a trovarsi lungo le strade, per rendere meno gravoso al Comune il costo del nuovo mercato”, e si pensò di adibire queste aree alla “costruzione di abitazioni, riservando al mercato il pianterreno...” oppure “formazione di un grande piazzale interno compreso tra il palazzo ex Sauli ed il viadotto ferroviario avente quattro accessi...da destinarsi alla costruzione di grandi tettoie per il mercato all’ingrosso della frutta e verdura”.  Non tutto fu realizzato come programma, venendo esso variato e poi sospeso al momento dell’inglobamento della città nella grande Genova .

   Il 23 febbraio 1934 fu deliberato: «vista l’allegata relazione dell’Ufficio Imposte Dirette – Catasto, (vedi allegato); \\ Su conforme parere della Civica Commissione di Toponomastica; \\  Ritenuto che nel caso ricorrono gli estremi di cui alla deliberazione podestarile 21 settembre 1933 n. 2190, approvata dalla R.Prefettura il 30 settembre 1933, col n.39247 – div.2/1; \\ DELIBERA : \\ di nominare come segue i sottoindicati nuovi tronchi di strade aperti al pubblico nel territorio della Grande Genova: \\ (omissis)\\ SAN PIER D’ARENA  \\ Nuova piazza tra la via Cantore e via Vittorio Emanuele:  \\  «Piazza TREPONTI»  \\ (segue omissis)». (ricordando che via Cantore era l’attuale inizio di via N.Daste, verso ponente a partire dall’attuale via Palazzo della Fortezza).

Note su questa delibera: A) per tutte le strade del centro o altre delegazioni la titolazione è accompagnata da un aggettivo significativo (“letterato”, “giurista”, “diplomatico”, “patriota”, “navigatore”); solo a strade di località, non fa seguito alcuna spiegazione (Genova-Centro: via Monte Nero; via Digione; Pegli: via Velletri). B) quando SAN PIER D’ARENA è scritta separata, il nome TREPONTI è scritto tutto unito. Ambedue le osservazioni portano ad indicare che fu dedicata ad una località: quindi come verrà spiegato sotto, in ultima ipotesi della dedica. L’unica cosa che contrasta è che sulla targa, le parole non è chiaro se siano staccate: TRE PONTI.

   Sino alla dedica del piccolo tratto al partigiano R.Pensa effettuato nel dopoguerra (delibera della Giunta del 29 settembre 1946), anche quello era di competenza della piazza con i civv. 1 e 2.

Nel 1940 sul Pagano va “da via II Fascio d’Italia a v. Mercato”; ha civv. neri di privati; senza civico Nuovo Mercato Pubblico; e rossi: 1r macelleria; 2r commest.; 3r calzol.; 5r pesciv.; 7r commestib.; 8r tessuti; 13r polliv., 14r sala di toeletta; 15r macelleria; 16r bottigli. 18 macell.; 19r bar; 20r latteria; 23r macelleria; 41r off.mecc.; 46 legnami di Forni Figli di Enrico

   Nel 1961 compare nella guida con il nome tutto unito di Treponti; vi è già segnalato il “nuovo mercato pubblico” senza precisarne il civico, facente parte dei mercati rionali coperti di vendita al minuto.

Non ho schemi spiegativi: deduco che fosse composto di due padiglioni separati affiancati.

   Nel 1971 si denominò nuovo il tratto dedicato a D. Pirlone e sottratto alla piazza, compreso il suo nuovo civ. 1.     Nello stesso anno si assegnò il civ. 4 a nuova costruzione; ed uguale il civ. 2 nel 1982 .

La piazza è interamente occupata dal  mercato

Una prima struttura risale al 1938, con tetto tipico di altri mercati, aperta ai lati e con banchi coperti e altri fuori, allo scoperto.

 Nel 1970 la struttura fu rimaneggiata, coprendo tutta l’area con tettoia unica in cemento, lasciandola sempre aperta ai lati.

 

 

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  foto 1981

 

Solo nel dic.1980 fu inaugurato alla presenza del Sindaco F.Cerofolini l’attuale complesso  (la ristrutturazione previde la chiusura perimetrale totale in cemento armato; aggiunta di lucernai sopra il tetto (ma essendo essi in plastica, in realtà crearono un indesiderato effetto serra, bollente d’estate); tettoia di unione tra i due padiglioni, riordino del posto dei banchi, rifacimento della linea fognaria bianca e nera ed impianto elettrico), occupante mille mq nel centro della piazza, aperto tutti i giorni feriali  con spesa congiunta del Comune e degli esercenti (gli abitanti attorno alla piazza temevano problemi di viabilità); qui ogni giorno al coperto si vendono nei 49 posti assegnati  prodotti ortofrutticoli freschi (27 banchi), e vi hanno sede altre attività commerciali fisse (macellai, polli, pesci, commestibili-salumeria, trippe, surgelati). Possiede solo civv. rossi.

 Nel febbraio/2005 si scrive che “la struttura cade a pezzi e c’è il rischio amianto” Il CdC ha promesso una pulizia ed il riordino dei servizi igienici e delle strisce pedonali.Il Comune invita gli operatori a consorziarsi. Mancano gli accessi ai portatori di handicap e ci piove dentro.

Nell’ottobre 2011 esistono 50 posti, dei quali 17 vuoti; i progetti, presentati dai vari assessori, non  sono ancora realizzati. Nella snervante, esasperante ed insicura attesa non solo delle ristrutturazioni (che vanno dal completo rifacimento con inserimento del mercato nei locali sotto (o sopra) il giardino della villa a fianco, a rifacimento dei soli marciapiedi) ma anche di un miglioramento ambientale (lamentando il degrado conseguente l’eccessiva frequenza di malviventi, bande di latinos, ubriachi e drogati). 

   Due volte la settimana la piazza tutta si riempie di bancarelle per la vendita dei più svariati articoli di merce varia .

===civ. 2 è nel retro del palazzo Grimaldi, poi Rebora, corrispondente al 4-6 di via Daste;  è stato adottato come entrata usuale nel palazzo, la targa dice da impiegati del ‘ESSETI Group’, lasciando chiusa ed inagibile l’entrata principale anteriore.

===27-29r Ancora nel 1950 Traverso B. noleggiava carrette a mano.

 

DEDICA.  Il Pagano, la chiama sempre Treponti tutto attaccato; ed anche nella antica targa apposta sul palazzo della Fortezza, appare tutto unito.

   Quindi:

---Se, (e scrivere se è pleonastico avendo accertato chiaramente che il nome è unito, come appare anche dalla targa stradale)  il nome è tutto unito, si riferisce ad una delle numerose località, specie del trentino, che sono omonime. Tra esse,  una acquista importanza perché vicino ad essa si distinsero in battaglia i Garibaldini durante la seconda guerra d’Indipendenza.

 Tremila Cacciatori delle Alpi, guidati da Garibaldi (col grado di Maggiore Generale dell’Armata Sarda), da Arona attraversarono il Ticino entrando in terra nemica per primi, ed arrivarono a Varese dove avvenne una prima battaglia (ove morì Enrico Cairoli, il primo dei 4 fratelli) contro le truppe austriache comandate da Urban, venute loro incontro da Como e dove ritornarono sconfitte.

Fu allora che l’esercito Piemontese (coadiuvato dai francesi arrivati il 10 maggio) varcò il Ticino e sconfisse il resto degli Austriaci a Magenta. Ma Garibaldi, da solo alla sinistra dello schieramento e sbilanciato in avanti, non contento, inseguì il nemico a Como e il 14 a Brescia, sconfiggendolo, lo costrinse a ritirarsi verso la Valtellina. Nell’inseguimento, il 15 giugno 1859 a Treponti (già sede di altri scontri nel 1848) avvenne un sanguinosissimo aggancio con la retroguardia in fuga. La battaglia ebbe a lungo esito incerto: gli austriaci erano in numero enorme rispetto gli inseguitori, e dovevano proteggere la ritirata del grosso, seppur aggrediti dai Cacciatori; l’esito vittorioso fu duplice, aggiungendosi che gli Austriaci dovettero ritirare più truppe del previsto oltre la Valtellina dove i Cacciatori fecero da ‘tappo’ sotto lo Stelvio.

Quasi alla fine, un largo fossato sormontato da un ponte divenne l’ostacolo insuperabile per i Cacciatori per conquistare la piazza; essi però ingegnosamente armarono dei barconi e discesero silenziosamente il fossato fino al ponte, dove sbarcarono e sbaragliarono le postazioni nemiche. Si distinsero i soldati dei cap. Cosenz e Turr; morirono con onore il cap. Bronzetti Narcisio (che alcuni giorni prima aveva attaccato mille nemici con cento uomini, vincendo e ricevendo elogi enfatici dallo stesso Garibaldi) ed il cap. Gradenigo.

---da staccato, come adottato da una azienda dimostrante con conoscere la storia del Risorgimento italiano (o quantomeno di fregarsene).

Però così appare invece chiaramente nella scheda della Toponomastica, a significato che anche in Comune...: non è sicuro ma molto probabilmente l’impiegato ha fatto riferimento  ad avvenimenti della prima guerra mondiale. Per esempio allora, la dedica potrebbe riferirsi ai famosi tre ponti, relativi ai tre fiumi sui quali si svolsero fatti determinanti della guerra, e divenuti simboli del passaggio glorioso dei fanti  nel ripiegamento verso il Piave:  il ponte di Bassano (caratteristicamente ligneo e coperto, detto ‘degli Alpini’, sul fiume Brenta; ricostruito varie volte su disegno originale del Palladio; passaggio verso le innumerevoli e travagliate battaglie, essendo posto nelle immediate retrovie del fronte); quello sull’Isonzo (dall’inizio guerra, lungo il fiume furono combattute ben 12 grandi e sanguinose battaglie, dette appunto “dell’Isonzo”; l’ultima, più conosciuta come ‘Caporetto’ tra il 24 ottobre ed il 9 novembre del 1917, vide gli austro-tedeschi arrivare sino a Cividale, costringendo i nostri alla ritirata dapprima sul Tagliamento e poi sul Piave), e di Vidor  sul Piave (fu teatro nel nov. 1917 di strenua difesa col fine di far passare le nostre truppe in ritirata: distrutto il vicino ponte di Fener, rimaneva l’unico aperto; gli alpini comandati a difenderlo, guidati dal 22enne cap. Nino Curti (per molti anni visse a  Genova essendo il padre  professore del liceo Doria; il suo nome è scolpito sulla cripta dell’Arco in piazza della Vittoria), furono ostinatamente vessati dalle sovrastanti artiglierie nemiche e pressati dall’armata tedesca spinta all’attacco; in disperati assalti all’arma bianca la postazione fu difesa fino allo stremo (la salma del capitano caduto nella battaglia, fu composta dai tedeschi in una tomba provvisoria su cui piantarono una croce di legno con la scritta “hier ruth ein tapferer italiener” (qui giace un valoroso italiano).  Alla fine di ottobre 1918, fu il punto iniziale della contro offensiva italiana dell’8a armata , che condusse alla conquista di Vittorio Veneto).

---Altra ipotesi suggerita sull’origine del nome:

==la presenza di tre arcate ferroviarie quali accesso alla zona, da via G.Buranello (da via Palazzo della Fortezza, da via R.Pensa e da via Albini: quest’ultima da prima della costruzione del palazzo che la separa dalla piazza).

 

BIBLIOGRAFIA

-Archivio Storico Comunale Toponomastica - scheda n. 4480

-AAVV.-Annuario.guida archidiocesi—ed./94-pag.450—ed./02-pag.486

-AA.VV. SanPierd’Arena  nella sua ammin.fasc.-Reale.1926-p.43.54cart+prog     

-D’Oria S. - Sampierdarena   San Teodoro-DeFerrari.2001-pag.47

-Gazzettino Sampierdarenese,  2/80.9  +  10/80.16  +  1/81.9  +  5/86.5 

-Genova, rivista municipale,  n. 11/33 (XII) pag.946

-Pagano ed/1950–pag.509; ed/61-pag.415.446.929

-Pastorino.Vigliero-Dizionario delle strade di Ge.-Tolozzi.1985-pag.1786

-Poleggi E. &C-Atlante di Genova-Marsilio 1995-tav.51

-Stradario del Comune di genova edizione 1953 –pag.177

 

non citato  Enciclopedia Sonzogno

“      “         “                    Motta

“      “        “                     Zanichelli

“      “        Pagano/33