TOSA                                          via Mario Tosa

 

 

TARGA: San Pier d’Arena – via - Mario Tosa – carabiniere – vittima del terrorismo – medaglia d’oro al valore civile – 1953-21.11.1979

                                              

 

QUARTIERE ANTICO: Belvedere 

                                                  

N° IMMATRICOLAZIONE:   posteriore

CODICE INFORMATICO DELLA STRADA - n°:   62030

UNITÀ URBANISTICA: 25 – SAN GAETANO

 Da Google Earth, 2007. In giallo, via GBMonti

CAP:   16151

PARROCCHIA: NS del ss.Sacramento

STRUTTURA:   Strada privata, doppio senso viario,  inizia da via G.B.Monti proprio nel retro del grattacielo, di fronte allo sbocco della stessa in Quota 40; dapprima orientata verso levante (dietro il palazzo giallo), compie un tornante a U finendo al piano più alto in un piazzale (dove nella foto vediamo l’auto rossa).

 foto dal grattacielo di via GB Monti

 

STORIA:   fu aperta nel terreno già delle suore di don Daste, col primo dei vari palazzi, il civ.29, nel 1950; e con l’erezione degli altri nel 1953, mantenendo inizialmente il nome di ‘via GB Monti’.

Sopra il muraglione che fiancheggia la strada all’inizio  della salita, è stata salvata una nicchia - ora vuota - che probabilmente racchiudeva una statua, e


che faceva parte del giardino della villa Doria sottostante, ora dell’istituto don Daste; fornisce comunque l’idea di come in origine era scosceso il terreno a monte della villa stessa (anche se nella planimetria del Gauthier il  giardino nel retro della villa appare piattificato, ma in cui è descritto un muro terminale munito di soprarilievi.

La proprietà in realtà, si estendeva sul retro sino al crinale di Belvedere, essendo in estensione seconda dopo la villa Imperiale-Scassi, ed alla pari con villa Spinola e villa Pallavicino (di salita san Barborino)).


   

La targa al Carabiniere, fu ufficialmente scoperta il 21 nov.1982, a tre anni dall’eccidio.

 

CIVICI

Anno 2007= da 27 a 45 (mancano da 1 a 25, e 31, 39)  e da 6 a 24 (mancano 2, 4)

Dalla apertura ufficiale del 1982, sono state sostituite le numerazioni del 42 (da 42A a 42H di via GB Monti) con la progressiva : 14, 24, 29, 33, 35, 37, 43, 45.

 

DEDICATA  al carabiniere nato a Genova il 26 lug.1952, in servizio presso la caserma di corso L.Martinetti.


Venne assassinato a tradimento in un agguato, assieme al suo superiore maresciallo V.Battaglini, in un bar all’inizio di via G.B.Monti (ove è stata posta una lapide a ricordo).

  


Undici bossoli di calibro 9, sparati da armi diverse, “annientarono” in un attimo i due ignari militari intenti a bere un caffè prima di iniziare il servizio. Infatti un allucinante comunicato pervenuto telefonicamente ad un giornale cittadino, recitò “ qui colonna genovese Francesco Belardi   (nota: brigatista catturato e  trovato impiccato in un supercarcere di Cuneo): pattugliando la zona di Sampierdarena ha intercettato, attaccato ed annientato l’equipaggio di una gazzella dei Carabinieri. Nei prossimi giorni avrete un altro comunicato. Onore a tutti i  caduti assassinati nei lager di stato “.

   In realtà l’azione non apparve occasionale ed a seguito di un ‘pattugliamento’, ma studiata preventivamente conoscendo le mosse abituali delle due vittime assalite a sorpresa; non con le caratteristiche di un combattimento ma della vile esecuzione a freddo su ignari cittadini seppur dipendenti militari dello Stato.

    Erano gli “anni di piombo”, quando la morte dei carabinieri voleva simbolizzare un attacco allo Stato e dimostrare la sua debolezza. Con questo gesto però, le Brigate Rosse ottennero nella popolazione l’effetto contrario al desiderato, generandosi in forma spontanea un violento senso di repulsione e sdegno verso chi tentava con questi metodi di imporre le proprie idee; riccamente partecipate dalla gente locale, furono le varie celebrazioni posteriori (con conferimento di medaglia e dedica delle strade), che acquisirono il chiaro significato di messaggio rivolto agli ignoti attentatori, della posizione che la cittadinanza assumeva di fronte a simili minacce.

    Il 28 mar.1980, scoperto in via Fracchia a Genova il covo in cui gli assassini si erano rifugiati, nell’irruzione delle forze dell’ordine uno dei capi esecutori rimase ucciso assieme ad altri tre affiliati alla colonna delle Brigate Rosse genovese. Il capitolo si chiuse solo a fine febb.1983, quando un processo comminò agli altri mandanti ed esecutori, dieci condanne all’ ergastolo  e quattro a 7-28 anni di reclusione.

   Non un eroe quindi il povero militare, ma un ben preciso simbolo dei valori che il cittadino italiano vuole mantenere, senza ombre o dubbi; come punto di riferimento di base, seppur nell’evoluzione dei tempi e dei costumi.

A suo nome è stata titolata la sezione sampierdarenese dell’associazione naz. Carabinieri, che ha sede dal 2010 nei locali della Croce d’Oro (e che è stata fondata nel 1906 da Tirelli Torello che ne fu primo presidente, nonno della farmacista di via C.Rolando).

 

          

 

BIBLIOGRAFIA

-Archivio Storico Comunale  Toponomastica - scheda 4449A

-AA.VV.-Annuario.guida archidiocesi—ed./94-èpag.450---ed./02-pag.486

-AA.VV.-1886.1996 oltre un secolo di Lig.-IlSecoloXIX-pag.584.592.610

-Gazzettino Sampierdarenese :   9.1982.16   +   9.1988.22

-Lamponi M. -Sampierdarena – Libro Più. 2002. pag. 208

-Pastorino&Vigliero-Dizionario delle strade di Ge.-Tolozzi.1985-pag.1780