STORACE                                via Dante Gaetano Storace

 

 

TARGA: Via – Dante G. Storace – mazziniano – 1889-sul Mrzly ott.1915

 

 

      

in angolo con via C.Rolando

 

in angolo con via P.Reti

                                       

QUARTIERE ANTICO:  San Martino

 da MVinzoni, 1757. In rosso la chiesa di san Giovanni Decollato (don Bosco); in verde ipotetico tragitto della strada.

 

N° IMMATRICOLAZIONE:   2856     CATEGORIA:  2

 da Pagano/1961

CODICE INFORMATICO DELLA STRADA - n°:   60200

UNITÀ URBANISTICA:  25 – SAN GAETANO

 da Google Earth, 2007

CAP:   16151

PARROCCHIA:   s.Giovanni Bosco

STORIA:   Nella carta vinzoniana del 1757, facendo riferimento alla villa d’angolo degli Spinola ed alla chiesa allora intitolata a san GiovanniBttista Decollato, appare sovrapponibile ad un rio d’acqua torrenziale proveniente da Belvedere e  separante i terreni dell’ecc.mo Domenico Spinola (-a mare- la cui casa era la villa oggi al civ. 12 –la scuola- di via CRolando; rimane la torre), da quelli -a monte, verso il Campasso- dell’ ill.mo Magistrato degli Incurabili (la cui ampia villa oggi distrutta, costeggiava la strada principale e nel retro della quale, verso il Polcevera, rimangono dei muri di delimitazione della proprietà –vedi via CRolando). 

Con la perdita di potere della nobiltà, i terreni furono evidentemente venduti e coperti da edifici che delimitarono definitivamente in larghezza il percorso; in lunghezza invece, quando attorno erano prati ed orti, dalla carta su descritta si legge che il rio si prolungava di più verso ponente scaricandosi nell’ampio e senza argini, quindi non delimitato, alveo del Polcevera; ma l’apertura nel 1850 della linea ferroviaria su massicciata e della strada sottogiacente da subito titolata a Vittorio Emanuele II, oggi via P.Reti, ne delimitarono anche la lunghezza.

Nel dic.1900, il regio Commissario straordinario propose alla Giunta comunale il nome di “via generale Marabotto” per quella “via, detta Grosso”, a ponente di via A.Saffi (via C.Rolando). Il signor Grosso evidentemente era uno –il più in vista e conosciuto- dei proprietari delle case o più probabile quello che diventò proprietario della villa che era davanti all’istituto donm Bosco, ed ora scuola statale.

Esiste una “via degli Storace” a Sestri (famiglia con famoso fisico-matematico del 1700, e con diversi personaggi pubblici dell’amministrazione; di esi, nessuno ha affinità col Nostro).

STRUTTURA: Da libera circolazione, nel periodo postbellico divenne   senso unico viario da via P.Reti a via C.Rolando.

Nel febb.1999, il senso unico fu invertito e confermato con i lavori di ristrutturazione della via CRolando del 2005, opportunamente inserendo un semaforo all’immissione dei veicoli in via P.Reti)

   È servita dall’acquedotto DeFerrari Galliera.

CIVICI

2007- NERI = da 1 a 7                                                 e da 2 a 6

         ROSSI=  da 1r a 41r (compreso 15ABr e 25Ar) e  da 2r a 24r (compreso 2ABr)

===Da un secolo, alcune attività commerciali hanno sede bilateralmente nella parte alta e sul lato a mare della strada: impossibile ricordarli tutti, ciascuno caratteristico per gli anni in cui rimase aperto. Vedere in via F.Marabotto quando per esempio  nella strada si aprì la prima sede della Farmacia  san Gaetano.

Nel 1961 c’erano una 6r=rivendita di burro, 16r=calzolaio, 8r=commestibili, 5r=costruttore edile, 33r=falegname, 27r=fruttivendolo, 14r=latteria, 21r=lavanderia LaLigure, 25Ar=liquori, 35r=macellaio, 29r=meccanico, 12r=merceria, 11r=mobiliere, 4r e 9r=due parrucchieri (Molinari e Posati); 37r=pollivendolo, 41r=profumiere, 18r= trattoria (nel 1950 di Bottero Gaetano e nel 1961 di Contatore F.). Al civ.nero  3/11 abitava la pittrice Barabino E.

===Il civico 2 canc., subì nel tempo alcune modifiche: nel 1964 fu dato alla scuola materna, per cui la palestra divenne prima 2B, poi 2A. Ma nel 1965 tutto l’edificio fu demolito e l’anno dopo ricostruito; così ebbe il 2nero solo la scuola, mentre divennero rossi tutti gli altri, compresi alcuni box.

==Palestra

==Società ginnastica comunale Sampierdarenese. Dal 1850 in poi, la trasformazione della città, è veramente convulsa, da borgo a città in continua espansione ed immigrazione; la trasformazione non si assesta, e si esprime con un costante bisogno di case; all’urbanistica penserà il Comune, ma la linfa vitale proviene dai singoli che promuovono iniziative e che divide in due i ceti: i benestanti pensano ad erigere il teatro, a creare -e sfruttare- lavoro, ad immortalarsi nel cimitero ed a migliorare sempre più le proprie finanze; la massa di operai si organizza e si difende creando delle regole (sindacali, associazionistiche, ludiche, sociali,  mutualistiche) miranti al miglioramento delle condizioni di vita, e cercando di superare le frequenti miserevoli condizioni di base della maggior parte dei nuovi arrivati.

    Le prime due nate in Liguria -alla pari- risultano essere state, nel 1863, le  “Tiro a segno”, sezione di Chiavari e di Genova.   A seguire, come terza, appare a Genova nel 1864 la soc. di ginnastica Cristoforo Colombo.  Sedicesima (ma quarta tra le società di ginnastica) nel 1891,  la società Ginnastica Comunale Sampierdarenese (sono invece 17°, di due anni dopo, il Genoa Cricket and FootBall club; e 27°, del 1901, il Circolo Nautico Sampieraderenese)                                                         

Già da quella data, dalle varie associazioni nacquero le prime iniziative culturali (scuole serali, biblioteche, conferenze), nonché sportive ( con lo scopo di fornire oltre all’educazione fisica anche quella educativa verso la mutualità, il senso dell’onore,  l’incentivo alla lotta nel periodo delle guerre indipendentiste -come la scherma, il tiro a segno (effettuato nella parte alta della villa Scassi: lassù si selezionarono valenti esperti nel tiro con la carabina , molti dei quali costituirono gruppi di volontari che divennero leggendari al seguito delle campagne garibaldine), ma soprattutto la ginnastica  (che più delle altre trovò fertile terreno nelle competizioni ad interesse locale, ben presto estese anche a livello nazionale ed internazionale)).

 

 

 

  Sarà il 6 giu.1891, nascerà la Sampierdarenese, su iniziativa di alcuni giovani (vengono ricordati  Bolzoni, Cambiaso, Castagnotto, Cipollina, Ferrando, Fossati, Leone, Testa, Sacco. Ma  Tuvo  cita  molti altri, dei quali i primi quattro col titolo di capo squadra: Ghiglione, Mararcerio, Passalacqua, Quaglia; atleti Aghina, Anselmi, Arbanelli, Assereto, Bancalari, Bertini, Boni, DelCanto, Derchi, Marangoni, Masini, Poggi, Roncallo, Tuo; dirigenti: Bagnasco Ettore, Cornetto Luigi, DeAmicis Enrico, Storace Dante, Storace Giuseppe;  istruttori: Brembale, Genesio, Marchisio), sia già iscritti alla Associazione Operaia di M.S.Universale, sia provenienti da una fugace Associazione studentesca chiamata “Gimnasium”.

 

   Da subito, scelti i colori sociali bianco e celeste,  acquisterà autonomia funzionale dalle due associazioni generatrici, cercando  fondi  (tramite sovvenzioni,  quote e manifestazioni) ed una sede per gli allenamenti una lunga odissea segue l’evolversi di questo problema: --all’inizio, gli allenamenti avvenivano all’aperto, sulla spiaggia e sui prati del Campo d’Armi o dove ora inizia corso L.Martinetti; --il primo asilo fu trovato in un magazzino di piazza dei Mille (piazza A.Ghiglione). --Subito dopo, risultano trasferiti in via C.Colombo (via San Pier d’Arena) in un magazzino di proprietà del teatro Ristori in corrispondenza dello sbocco di via Gioberti (Lamponi segnala che il palcoscenico fu usato per preparare le figure degli esercizi da eseguire); --poi in un capannone ex stalla  (posto di fronte al don Bosco, di fianco alle carceri di via A.Saffi (via C.Rolando). --Poi a seguire in via Manin (via GDCassini); --ancora in un’altra ex stalla di via della Cella  (vicino alla soc. Croce d’Oro: in questo periodo –1899- assorbì la società ‘Liguria’ e partecipò come secondo impegno internazionale al concorso ‘Savona-Como’). --Nel 1901 ritorno in piazza dei Mille (fino al 1906 quando -sostituiti da una trattoria che si chiamò ‘del Canto’ (NB la notizia è tratta da Tuvo, ma penso sia scorretta perché piazza dei Mille era a s.Martino del Campasso e non avrebbe avuto logica chiamare una trattoria col nome di un rione vicino; invece si, quando erano in  via della Cella) -- finché traslocarono in via B.Agnese (1907-1917);  

--da qui si ritrovarono per due anni nel chiostro del palazzo Centurione di piazza Monastero (allora detto “dell’Istruzione”, usufruendo del piazzale antistante per le esercitazioni, quando il tempo od il clima lo concedevano).    Fu solo il 20 sett.1919 che finalmente  (già dal 1910 il Comune si era interessato al problema sistemazione  della società, ufficializzandone il riconoscimento e promettendo di erigere una sede) dal sindaco Bettinotti fu inaugurata la palestra

 

cartolina celebrativa dell’inaugurazione                                                     D.G. Storace

 

sorta quale sede stabile, a fianco delle scuola A.Cantore, nella strada allora intitolata al generale Marabotto, e che fu poi intestata al campione della società caduto in guerra da eroe, Dante Gaetano Storace. 

 

    La nuova sede aveva un grande salone alto due piani, munito di galleria a raggiera per tre lati, un palcoscenico, alcuni retrolocali per uffici e spogliatoi. All’inaugurazione fu presente il sindaco di Genova e di San Pier d’Arena, nonché giornalisti delle maggiori testate e personalità. L’accordo col Comune prevedeva l’uso gratuito, più una somma per le spese, l’inserimento nel nome societario della dizione “comunale”, la concessione di tutto il giardino del retro di villa Scassi da adibire a campo per il foot ball e con l’obbligo di tenerlo decoroso, fino al momento di eventuale richiesta da parte del Comune, che avvenne per l’apertura di via A.Cantore. 

    Durante il conflitto, la palestra venne danneggiata e giudicata inagibile con nuova ricollocazione delle attrezzature --in piazza dei Mille (oggi A.Ghiglione): ma anche questa venne distrutta nel bombardamento che parimenti distrusse il vicino Oratorio di san Martino, per cui si dovette attendere  lo sgombero delle forze tedesche di occupazione che avevano riattato e utilizzato la palestra ad uso stalla, e la fine della  guerra.  Questo complesso fu abbattuto nel 1964, quando dovendosi rifare anche le scuole, fu previsto uno sfratto temporaneo dei 250 allievi allora iscritti che dovettero andare ad allenarsi nelle varie altre palestre cittadine (mentre il materiale ed i trofei, rifugiarli nei più disparati magazzini, compreso nei fondi del campanile della chiesa di don Bosco).

    La nuova struttura fu consegnata alla società il 4 ott.1968, ridotta di spazio ed utilizzo, dovendo funzionare anche per le attività scolastiche. Perché non a fianco della scuola, ma dentro; e –avendo primario interesse le esercitazioni di Educazione Fisica scolastica- occorre montare e smontare le attrezzature ogni giorno (materassini, tappeti, travi, parallele, anelli.

   Il 5 ott.1977 un incendio distrusse parte delle strutture, che furono riparate.

   Nel 1993 pur onorando il canone convenuto nel 1991, ricevette l’assurdo ordine di sfratto coatto ed immediato dal Comune, perché inadempiente nel pagare l’affitto (arretrati e futuri) del canone ‘aggiornato’.

Nel sett2004 si rinnova l’odissea della sede: palestra condivisa con scuola e quindi non agibile prima della ore 16 con grave handicap per le 4 istruttrici e 15 atlete in agonistica (su 100, divise in trenta corsi) che richiederebbero distribuire meglio la fatica degli allenamenti durante la giornata.

Nel 2009, è una delle 28 società sportive genovesi centenarie (44 liguri, 611 nazionali).

Le prime due in Liguria -alla pari- risultano essere state nel 1863, le “Tiro a segno” sezione di Chiavari e di Genova.   A seguire, come terza, appare nel 1864 la soc. di ginnastica Cristoforo Colombo.  Sedicesima (ma quarta tra le società di ginnastica) nel 1891,  la società Ginnastica Comunale Sampierdarenese (è invece 17° di due anni dopo, il Genoa Cricket and FootBall club; e 27°, del 1901, il Circolo Nautico Sampieraderenese).

Nel 2010 la società si ritrova a dover condividere la palestra con le scuole: il che significa giornalmente tirare fuori tappeti, pedane, attrezzature varie; e tutte le sere riporle; e gli spazi non sono adeguati, specie per i salti mortali, alle necessità imposte dalle gare.

 2010 la palestra attuale

Nel 2011 ritorna lo spettro degli affitti imposti dal Comune a tutte le società che occupano locali di sua proprietà: l’affitto appare sproporzionato alle disponibilità della società ridotta a pochi iscritti.       

                                                   

  Presidenti che si sono succeduti negli anni:

1991=Terrile Andrea; 1981-3=Cipollina Salvatore;  1984-9=Piaggio Giuseppe; 1900=Roncallo Alfredo; 1901-2+1905-9+1911-4=DeAmicis Enrico; 1903-4=Bersini Pietro; 1910=Amodeo Luigi; 1915-7=Ravenna Pietro; 1918-sett22=Bagnasco Ettore; ott-dic1922=Assereto Dario, CornettoLuigi, GhezziPietro; 1923-9=Diana Manlio; 1929-31 =Bianconi  Giuseppe e Traverso Salvatore; 1932-41+1950-1+1954-61=Storace Giuseppe; 1042-6+1947-9=Cornetto Luigi; 1947=Storace Antonio; 1962-76=Storace Giorgio; 1977-84=Papi Enrico; 1985-6=Caselli Domenico; 1986- =DeMartini Giovanni. Nel 2010 è il dr. Cipriani Maurizio

La storia: Il gruppo iniziale crebbe lentamente di numero ma velocemente di qualità. I tempi di allora non concedevano distrazioni popolari alternative efficaci, ed era cultura nazionale la valorizzazione del concetto fatica ed impegno, premiati con semplici allori o medaglie. La semplicità della vita e delle esigenze delle classi più povere, favorirono la dedizione ad attività che richiedevano tali caratteristiche.

L’iniziale continua peregrinazione della sede, si concluse nel 1919 solo quando i risultati divennero così clamorosi e dominanti, non solo a livello nazionale ma anche internazionale (con istruttore il prof. Genesio), da non potersi più ignorare  da  parte delle autorità comunali   

Organizzativamente, dai più svariati esercizi, nacquero gradatamente per selezione naturale (locale, nazionale ed internazionale) specializzazioni ancor oggi in vigore; quando inizialmente invece erano genericamente inclusi nelle gare ed affidati alle varie capacità dei singoli; così si provarono tutte le possibilità atletiche: ginnastica (classica ed artistica, con acrobatica ed equilibrismo, salto in alto e lungo), lotta (libera e greco romana)sollevamento pesi; nuoto, pallanuoto e canottaggio; marcia, corsa, e podismo; calcio; pugilato, tamburello; tiro alla fune; fanfara e teatro; tiro a voloboccescherma.

Di queste, numerose si estinsero da sole per carenza di atleti o di organizzazione, o si staccarono autonomizzandosi (come il calcio, canotaggio,  pallacanestro nel 1950-8, ecc.). Se quei innumerevoli traslochi non andarono a scapito  dei brillanti risultati individuali e societari, pur sempre furono causa della perdita di quasi tutti i documenti, obbligando alla trasmissione orale buona parte della storia iniziale della società (G.Marchisotti).

La cronologia societaria

I risultati si videro subito: già un anno dopo l’inizio, nel 1892, in occasione delle

Colombiane, parteciparono ad un concorso internazionale a Genova;  e

nell’anno 1899 avvenne la  presenza al concorso di Savona

1900: la prima partecipazione alle Olimpiadi: di C.Pavanello (vedi); alla quale seguirono varie manifestazioni nazionali ed internazionali:

dal 1901 al 1930 ci fu la presenza costante –in media uno all’anno-, ad un concorso nazionale o internazionale (oltre le Olimpiadi)

La stessa nostra società fu in grado di organizzarne due gare internazionali, una nel 1902 e l’altra nel 1925, qui nella nostra città.

Ovvio un calo di attività negli anni bellici 1915-18; ripresa a pieno dal 1919

1920  alle Olimpiadi di Anversa (racconta Marco Colla sul Sampierdarenese che il Ministro dello sport nel governo Nitti non disponeva della cifra necessaria a mandare gli atleti ad Anversa: la somma fu raggiunta con una sottoscrizione popolare che arrivò alle 500mila lire necessarie; in tutto gli atleti italiani vinsero 13 medaglie d’oro) furono presenti  numerosi atleti della società:    Romualdo Ghiglione e GB Tubino (nato 1900, quando dodicenne già aveva raggiunto piazzamento d’onore –ancora non esistevano le medaglie oro-argento e bronzo - alle gare regionali; e l’anno dopo vincitore nazionale) vinsero l’oro (allora, un serto di alloro); Pietro Bianchi l’argento (a uno di loro due si voleva intitolare la strada di accesso al complesso sportivo della ‘Crocera’)Bonatti Ferdinando (nato 1894 – ad Anversa vinse l’oro nel concorso a squadre); Roncallo e Cambiaso.  ***

          1924  alle  Olimpiadi di Parigi,  3  presenze;

1932  alle  Olimpiadi di LosAngeles, 1 presenza;

1936  alle  Olimpiadi di Berlino. 1 presenza

1952  alle  Olimpiadi di Elsinki, 1  presenza

1956  alle  Olimpiadi di Melbourn,  1 presenza.

Nel 1979 la società figurava prima in Liguria, e quindicesima in Italia (su 240 squadre).

        

trofei in bacheca

    

alcuni trofei fuori bacheca

 

    In particolare, L’attività regina ed ancor oggi vitale della società, è la:

--GINNASTICA–--Già nel 1833 lo svizzero Obermann Rodolfo fu invitato dal governo sabaudo per dimostrare i vantaggi della ginnastica nel corso per gli artiglieri-pontieri. Fu poi Emilio Baumann (1843-1917) che riuscì ad inserire l’educazione fisica nel vasto più concetto sia medico che pedagogico; ed è quindi riconosciuto il fondatore della ginnastica italiana. Fu nel 1878  che il ministro della pubblica istruzione Francesco De Sanctis propose una legge specifica n. 4442, approvata dalle Camere non senza difficoltà, con la quale se ne rese obligatorio l’insegnamento nelle scuole; dopo una ventata di entusismo iniziale, feroce reazione e severe critiche rivolte dagli ambienti conservatori e religiosi soprattutto alla ginnastica femminile che suscitava nei benpensanti di  sesso maschile interpretazioni non puritane ed attenzioni provocatorie.  Chiamata inizialmente “educazione fisica”, poi “artistica”, inizialmente comprendeva anche acrobatica ed equilibrismo.

-Fino al primo conflitto mondiale aveva prevalente sfogo in gare locali, interregionali e saltuariamente nazionali (Colombiane del 1892); importante ed unica quella internazionale nell’anno 1900 con la partecipazione di C.Pavanello (-vedi- primo ed unico atleta italiano presente all’estero).

-Facenti parte della squadra nel 1912, vengono ricordati  Barberis, Bianchi, Boccardo, Bottaro, Cocco, Gamalero, Malparsi, Morando, Ravenna, Rossi, Rota, Storca. Istruttore Quaglia Aldo.

-Decimati dal richiamo alle armi nel 1914, ebbero molti morti in combattimento (undici soci iscritti morirono nella carneficina, tra cui anche il campione G.D.Storace –vedi- ed il maestro Quaglia Aldo che aveva preparato la squadra per varie gare internazionali. Una lapide posta nel 1920, commemora ed onora i nomi dei caduti).

-Nel dopoguerra del 1918, fino al secondo conflitto mondiale, inizia il periodo di gloria. Alle varie Olimpiadi, numerosa fu la partecipazione: uno solo a Parigi 1900 (Pavanello Camillo. Era allora presidente DeAmici Enrico e preparatore ginnico il prof. Bombale Domenico);  sei atleti  ad Anversa 1920 dei quali quattro sul podio dei vincitori (Bonatti Ferdinando, Ghiglione Romualdo, Roncallo, Savio Filippo, Tubino GB, Cambiaso Luigi);

-Nelle gare nazionali spesso faceva la parte del leone, sia per singoli atleti che per squadra: nel 1921  al concorso Internaz. di Lussemburgo, in quattro vinsero il titolo di Campioni: Bianchi Pietro, Cambiaso Luigi, Gianassi Alvaro, Bruzzone GB.

-All’Olimpiade di Parigi del  1924  parteciparono Bruzzone Emilio e Cambiaso Luigi;

-Capuzzo Oreste nato 1908 a Rivarolo, fu l’atleta presente alle Olimpiadi di Amsterdam 1928 ed a quella di LosAngeles 1932 (medaglia d’oro per la squadra, quando Beccali Luigi aveva vinto come mezzofondista. Aveva iniziato nel 1923 e nel 1930 faceva parte della squadra nazionale classificandosi secondo nelle gare nazionali del 1932).

-La Federazione arrivò a dichiarare la società essere “squadra ginnica campione d’Italia“.

-L’inserimento obbligato nel secondo gruppo della Polisportiva Fascista Sampierdarenese, politicizzando l’ambiente determinò inizialmente un grave disinteresse generale, calando gli iscritti da 1800 a 50.

Una lettera pervenuta alla sede da un atleta in difficoltà economiche, dimostra quanto l’attività fosse proprio a livello dilettantistico (Mecheri Alessandro era stato un ginnasta che per 18 anni aveva gareggiato da campione con i colori della Società. Poi sfruttando le doti atletiche, si era dato allo spettacolo teatrale; ma un incidente ad un piede lo aveva bloccato nel lavoro, costringendolo a chiedere urgente sussidio agli amici).

-Riottenuta una certa autonomia, rapidamente ricuperò le forze al punto di essere già nel 1934 la più numerosa compagine presente alle competizioni romane del regime e Capuzzo potè coronare il sogno di partecipare anche a quella di Berlino nel 1936 (ove la squadra arrivò quinta; dopo la grande guerra, Capuzzo continuò a frequentare come istruttore.

-Nel 1938 compare il nome di  Mario Maestri, quale campione italiano junores

-Dopo il conflitto mondiale, la sezione ginnastica definita ‘artistica’ tornò a primeggiare in tutte le gare regionali e rimanendo in altissima classifica nelle nazionali, e con  presenza alle Olimpiadi di Helsinki e Melbourne, tanto che nel 1967 era 11ª a livello nazionale, prima in Liguria, con due donne (Scarsi Renza campionessa italiana e Volpi Clelia campionessa ligure e bronzo nazionale);

-Nel  1969 fu riconosciuta dal CONI meritevole della “ stella d’oro al merito sportivo”; la motivazione recita: «un alto e meritato riconoscimento al Solidalizio che per lunghi anni ha servito ed onorato lo sport nel nostro paese. L’opera svolta in campo organizzativo, morale, educativo e propagandistico è stata indubbiamente determinante per lo sviluppo della attività sportive alle quali la Società ha dato fecondo apporto».

-Nel 1977 si classificò seconda in Liguria e 21ª (su 305 società) in Italia.

Nell’anno 1993 vinse con le proprie ginnaste diversi titoli regionali e si classificò seconda nel campionato  regionale di serie C.

-Ancora nel 1998 si classificò terza al campionato di serie B e partecipò al campionato di serie C  con una squadra maschile e femminile.

-Nell’anno 1999 la società decise dedicarsi solo al settore femminile qualificandosi per due anni consecutivi per la finale; nel 2001  si classificò terza al camp. regionale (vincendo la prova della trave) e qualificandosi  per l’interregionale.

-Nel 2002  risultò 4ª nel campionato  di serie B, e 3ª in quello di serie C; all’interregionale di serie C avvalendosi di un ottimo 8° posto, si qualifica ai campionati italiani.

   Questo settore, ancor oggi attivo, ha visto sempre più ridursi il numero dei partecipanti, non essendo di moda né facendo parte del concetto giovanile di quest’epoca il doversi sacrificare molto per poco riconosciuta gloria  e guadagno. Nell’ottica di sempre avviare i giovani allo sport –anche non competitivo agonistico- si iscrivono ragazzi che desiderano oltre ad una vita sana in comunità, anche una vita attiva motoriamente, sono previsti corsi per bambini (4-5 anni), per ragazzi (6-18 anni),  sino a dopo dove si può accedere ai veri corsi di ginnastica artistica utilizzando i vari attrezzi  (trave, cavallo, sbarra, anelli, tappeto per i salti, ecc).

-Ma ancora nel genn.2004 si legge la vittoria nella prima prova del campionato di artistica femminile sia di serie B (parallele asimmetriche, volteggio, trave, corpo libero; con Sara DiPerna, Simona Risso, Michela Belgrano, Alice Romani; davanti alla squadra della s.Michele, proChiavari e Canaletto); sia di serie C con la prima squadra (Giulia Pioggia, Corinne Boschi, Martina Oliva)  e quarte con la seconda squadra. Nel 2008 ha presidente il medico Maurizio Cipriani.

Nel 2009, è una delle 28 società sportive genovesi centenarie (44 liguri, 611 nazionali).

 

ATTIVITA’ ESTINTE

----ATLETICA LEGGERA:  visse tra gli anni 1903 e 1933; con atleti in competizioni di impegno solamente locali . Comprendeva oltre la corsa, salto, maratona, il getto del peso (“getto della palla di ferro”) e nei primi anni il sollevamento della pietra.

--CICLISMO:   i primi passi del ciclismo, vengono tratteggiati parlando della Ciclistica di via W.Fillak .  In seno alla Sampierdarenese la sezione nacque negli anni a cavallo tra il 1800-1900. Non ebbe atleti di spicco dovendo competere con avversari locali di maggiore calibro, della Raffaele Rubattino prima, della Nicolò Barabino e della Ciclistica poi.

Nel 1931 si sciolse trasferendo tutti gli iscritti ed i trofei alla soc. Ciclistica.

--ESCURSIONISMO: nacque subito dopo la prima guerra mondiale, la voglia di misurarsi nella marcia, aprendo una sezione PODISMO, che concluse le sue attività in epoca prebellica del 1940 .    

Ritornò  vitale dal 21 lug,1945 ma limitata all’ escursionismo, effettuando economiche gite a piedi sui monti e località interne con promozioni allettanti e campeggio.  Nel 1947 i soci convennero più opportuno confluire nel CAI locale.

--FANFARA: nata prima del 1903, nel 1920 vinse un concorso nazionale  Si estinse con l’inizio della seconda guerra mondiale.

--FILODRAMMATICA:  Nata nel 1921, aiutava la società madre nella raccolta di soldi, vitali per la partecipazione ed organizzazione delle gare. Terminò  di vivere con l’evento bellico del 1940.

--PALLACANESTRO:  nata nel lug.1950 come sezione autonoma, giocò le sue partite utilizzando quando possibile i campi da bocce; partecipò al campionato nazionale maschile  di serie C nel 1956-7 dopo aver vinto il campionato di promozione.

-PALLAVOLO: fiorente attività capace di vincere i campionati nell’anno 72-3 sia maschile che femminile.

--PUGILATO (BOXE)   affiancata alla lotta, ebbero vita fiorente sino al 1923.La sezione fu fondata dal pioniere del settore Cereseto Ettore. Il ring era nel chiostro del Monastero e la Società organizzava mensilmente incontri con boxeur di tutta Italia, prevalentemente a livello dilettanti (vengono ricordati Baiguera Innocente campione italiano pesi massimi del 1936 battendo il campione d’Europa per KO al primo round; Borzone; Ponte; Ulivieri; Tripoli; Galliano; Visani Alfredo; Coccia; Lotti; Peloni; Colombo; alcuni in odore olimpionico. Forse professionista lo divenne solo il forte Baiguera).

Non sappiamo quando, ma divenne società sportiva autonoma. Isolate partecipazioni a serate di incontri, avvennero sino alla fine del 1940. Ripresa l’attività dopo la grande guerra, ancora nei primi anni 1970 si registravano lusinghieri successi sopra tutti dell’azzurro Provenzano Angelo.

Personalmente ricordo che negli anni 50 la sede si apriva nel palazzo d’angolo del vicoletto che da via Storace portava alla palestra.

--SCHERMA: nata il 18 sett.1945, ebbe un iniziale gran successo , con vittorie in gare regionali ed interregionali. Dopo tre soli anni però, riducendosi gravemente il numero degli iscritti, obbligarono il presidente Martini e sciogliere la sezione.

--SOLLEVAMENTO PESI  alla sua nascita fu una delle attività più attive e produttive; ebbe una folta schiera di seguaci, divenuti tra i più forti d’Italia, capaci di vincere per sette volte il titolo nazionale a squadre; nonché innumerevoli trofei.

Come dirigenti vengono ricordati Pietro Bianchi (per trent’anni e più. Ebbe l’argento alle Olimpiadi di Anversa del 1920 nella categoria ‘medi’) ed il cav. Renato Fossati (successore per altri decenni), sotto la cui direzione, tra il 1951-8, la società  vinse per 5 volte il titolo nazionale a squadre.

Tra tutti, primeggiò il titolare Dante Gaetano Storace -vedi- che fu campione locale dal 1905 ed assoluto italiano per vari anni nei pesi massimi (Tuvo a pag 289. scrive tre, dal 1908 al 1910; ed a pag. 298 scrive sette, dal 1905 all’11)).

Tuvo ricorda Bianchi,  Bugoni, Canti, Clavarino, Conrado, Derchi, DiGenova, Durante, Fornaciari, Gabetti, Iurillo, Lenti,  Meriggi, Seggi, Vassallo

La sezione era ancor viva, con alcuni atleti,  negli anni 90.

--TAMBURELLO: Innanzi tutto, va ricordato che il ‘gioco del pallone’ effettuato dal cinquecento (vedi in via Larga), è da considerarsi il padre di questo sport. Sicuramente anzi, il tamburello è una evoluzione di esso, avvenuta tra metà e fine 1800, quando il gioco della “palla al tamburello” era lo sport più seguito dai cittadini, contendendosi l’interesse con gli altri emergenti (su tutti, ginnastica, calcio e ciclismo).

Il tamburino era fatto con pelle di cavallo tesa tra i due cerchi (i migliori erano della ditta genovese Trucco&Boni); la palla, dal cuoio passò alla gomma dura la quale segnò un miglioramento dei rimbalzi e quindi della qualità del gioco; il gioco vedeva possibile colpire e rimandare –prima al di là di una riga per terra, poi di un cordino, infine di una reticella- la palla dopo un primo rimbalzo o direttamente al volo.

Le società di San Pier d’Arena, Sampierdarenese e N.Barabino -nell’anno 1897 parteciparono a Treviso ad un incontro polisocietario (vinto dall’Udinese), risultando subito tra le migliori in campo nazionale.


Possiamo quindi concordare nell’affermare che agli esordi del secolo scorso, questo sport parlava soprattutto sampierdarenese.


L’anno dopo, 1898, la seconda società andò a vincere a Torino il primo campionato nazionale assoluto; per ripetersi l’anno dopo ed ancora nel 1904. Solo nel 1905 nacque la Federazione Italiana Tamburello con i primi ‘scudetti nazionali’ nei quali iniziò a primeggiare invece la Sampierdarenese vincitrice negli anni 1908 e 1909.

Questa sezione, distaccatasi per divenire autonoma nel 1924, raccolse atleti che avevano già vinto campionati nazionali anche nel 1911 e 1920 . Nel 1925 si unì alla compagine di Cornigliano, di Sestri e la soc. C.Colombo, per formare la Associazione Ligure Tamburello & affini, andando a giocare nella zona ancora libera della ‘piazza d’Armi’. Nel dic.1927, Manlio Diana ordinò l’immediata cessazione della società, per assorbimento dell’attività nella Polisportiva fascista.  Ripresa l’autonomia funzionale dopo il conflitto del  ‘45,  sopravvisse sino al 1954 cessando l’attività per carenza di appassionati e di stadio.

Lo sport del tamburello, negli anni 2000 è ancora vivo negli sferisteri del Basso Piemonte circa 80m x20): il paese di Castelferro (frazione di Predosa in Ovada) sono i pluricampioni d’Italia (11 scudetti; 2 coppe Europa; 5 Supercoppe) dello sport vissuto ancora con gare nazionali (con serie A, A1, A2, B e C) ed internazionali. Singolarmente, gli atleti più famosi furono: per primo un 17enne varazzino, Bagnasco Attilio,emerso nel 1898 a Torino, rimase campione  fino al 1907. Dall’anno dopo iniziò la ‘carriera’ di  campionissimo, Lorenzo Bruzzone nativo di Campoligure e laureato in chimica, valutato un mito quale giocatore invincibile e battitore impareggiabile.

--TIRO ALLA FUNE: scarse le notizie su questa attività. Nel 1910 la squadra della Sampierdarenese composta da DelPonte, Avio e DanteGStorace più due di cui non viene riportato il cognome, vinse il campionato italiano.

--TIRO A VOLO:   la sezione nata nel periodo post bellico, vide vittorioso in una gara preolimpionica  del 1947 il concittadino Polo

 

ATTIVITA’ POI  DIVENUTE AUTONOME:

--BOCCE   sezione nata nel 1946 raggiungendo ben presto gli oltre 100 soci, ebbe i campi vicino alla palestra arricchiti da bar, locali per segreteria.  Nel 1964 la struttura venne tutta distrutta a favore del nuovo edificio scolastico e delle appendici annesse, che però non previdero la riapertura dei campi ed obbligando il trasferimento dapprima presso il Dopolavoro Ferroviario  di via E.Degola  e -dopo il 1970- in gestione autonoma, ma con l’antico nome- nel retro della villa Scassi in via A.Cantore.

Dal 1948, le innumerevoli vittorie arricchirono il palmares del titolo nazionale; due volte in ciascuna delle tre principali categorie:  nel 1958 e ‘60 in categoria C ; ‘73 e ‘74 in cat. A ; ‘80 e ‘82 in cat.B.

--CALCIO. Già nel 1899 (qualcuno scrive1897) si era strutturata una sezione foot ball, con uno statuto proprio, fondato da un gruppo di soci studenti.

Già nel 1896 a Treviso era stato messo in palio un titolo nazionale di football, ancora limitato alle società di ginnastica, vinto dalla soc. Udinese. Nel 1898 (15 marzo) si costituì una ‘Federazione italiana’ a Torino: essa organizzò l’8 maggio il primo campionato nazionale che fu vino dal Genoa.

Nel marzo 1903, sulla spianata del Bisagno, la squadra partecipò alle gare di foot ball per una coppa a carattere interregionale: nella finale per il 3° o 4° posto, fu esclusa perché  -posta di fronte alla seconda delle due squadre dell’A.Doria (vincitrice poi –la prima squadra- nella finale sulla Mediolanum)-, al punteggio perdente di 6 a 2 un giocatore fece un gestaccio al pubblico e la partita fu sospesa.

Usufruivano anche della piazza d’Armi per gli  incontri, spesso con l’incerto che se non riuscivano ad arrivare in tempo -rispetto altri atleti di altre discipline- trovavano occupati gli spazi ove giocare.

                                                             

 contro la A.Doria nel 1903 (disegno)              la squadra all’inaugurazione del campo. Primo

                                                                                     a sinistra, Marchisotti

Il settore inizialmente originato dalla sezione ginnastica e con presidente DeAmicis (giocatori Luigi Cornetto, Lenuzza, Riccardi, Scatti, Berlingeri, Pastorino, Calvi, Lancerotto, Siegris), nel dic.1911 si iscrisse alla FIGC ed adottò la maglietta bianca con la tipica –per l’associazione di ginnastica- fascia pettorale nera trasversale; giocò prima in terza categoria staccandosi come sezione calcistica da quella ginnica ed andando a giocare nel campo dietro villa Scassi, poi in seconda e nel 1915 in prima categoria sul campo della Rivarolese (chiamato dapprima Sauli dalla famiglia sul cui terreno era sorto; poi Cereseto Oreste dal dirigente fondatore della squadra locale, infine Torbella dal torrente vicino).  Vengono ricordati: attaccanti Migone Carlo, Garrone Mario, Mazzella Pietro e Gatti; mediani Melandri Ermenegildo, Boldrini Renato, i tre Carzino (erano questi tre fratelli e, non esistendo il numero sulle maglie, erano distinti per età, primo-secondo-terzo. Primo era Enrico portiere, poi Ercole nato 1901-mediano sinistro e Luigi; sampierdarenesi; dei tre, Enrico fu il più discusso, facendosi ‘assumere’ dal Genoa; Ercole rimase nella squadra per quasi un ventennio sino alla promozione in serie A quando non giocò più vivendone attivamente le varie trasformazioni; insieme poi a Boldrini e Masone costituì la linea difensiva chiamata “di ferro”; divenne nazionale nel 1921 (primo sampierdarenese); morì nel 1980; e Luigi, figlio di Enrico, portiere, giocò nel primo dopoguerra per solo sei presenze); terzini  Riparelli Giuseppe, Bellini Delfo; portiere Canepa Enrico;  presidente Enrico DeAmici.

La banda, divenne rosso nera solo nel 1919 a seguito dell’assorbimento della prima “pro Liguria(Questa polisportiva sampierdarenese (calcio, nuoto, pallanuoto) era nata  -per iniziativa di alcuni giovani- nel 1910 circa; aveva sede in una ‘casetta’ sugli scogli dietro il municipio e come le altre giocava in piazza d’Armi. Nel 1914 però era già una squadra emergente, partecipando ad un girone ligure-piemontese, finendo ultima. L’inizio della guerra non fece finire il campionato seguente formato da squadre dell’Italia del nord, assegnato al Genoa e dove la nostra era ultima. Nel 1919, la società non riuscì a riprendere gli impegni, e –presidente Mainetti- dovette soccombere nella Sampierdarenese, concedendo però a quest’ultima di entrare nella Prima categoria. La fascia nera venne dimezzata per fare posto all’affiacata banda rossa: nasceva il mito dei Lupi biancorossi).  Con questa fusione, ottennero di entrare nel campionato di prima categoria, e sia di avere un campo proprio -vicino al palazzo Spinola, affidato  alle suore cappellone, e perciò detto “delle monache”. Nel 1920, in attesa di applicare quanto già il piano regolatore prevedeva a proposito di una nuova via centrale (via A.Cantore),  il Comune concesse un campo nel retro di villa Scassi (detto “la scatola delle pillole” perché piccolo). Presidente era divenuto Ravenna che firmò l’autonomia dalla società madre.

          

la squadra nel campo Villa Scassi                           stemma fascista della federazione Sportiva

   Nel 1921 tre giocatori (Boldrini Renato, Ramasso Sebastiano, Carzino Ettore) sono in Nazionale (Italia Svizzera 1-1).

Su proposta di Vittorio Pozzo di allargare il numero delle partecipanti  al campionato nazionale, avvenne una scissione dirigenziale per divergenza, con la creazione di due Federazioni (la FIGC, e la CCI =  Confederazione Calcistica Italiana nella quale confluirono le squadre più forti di allora –Genoa, Inter, Juventus, ProVercelli), così che nel camionato 1921-22 ci furono due vincitrici. Tutto rientrò in unica federazione, con buona pace di tutti, l’anno dopo.

La Sampierdarenese era al 10° anno di vita, nel campetto di Villa Scassi, ed aveva partecipato con le squadre della FIGC assieme ad altre 46 squadre (tra cui Rivarolese, Speranza savona, Spes Genova (fascista in camicia nera), Sestrese, Spal di Ferrara). Dominò su tutte con 18 punti su 20 disponibili sino alla finale contro la Novese (andata e ritorno; ambedue finite 0-0 e necesstà di uno spareggio che fu vinto dalla Novese per 2-1 nei tempi supplementari – con recriminazioni a non finire per innumerevoli ed unilaterali errori arbitrali. Poteva essere il primo ‘titolo tricolore’ che solo dopo diverrà ‘scudetto’ nazionale). Erano suoi atleti Grassi, Marchisotti, Storace, Ramasso, Carzino I e II, Boldrin, Aloise, Michelin, Frugone, Masoni.

   Nel 1924 vittoria sul Genoa campione d’Italia. Nei campionati nazionali, nasce la serie B.

   Nel campionato diviso in gironi, inizia in quello B nel  1926-7, quando istituita la “grande Genova”; in data marzo 1927 si legge una lettera del presidente Alfredo Nasturzo, mirata a raccogliere fondi per creare un nuovo campo, la “Sezione Autonoma Giuoco Calcio / della Società Ginnastica Comunale Sampierdarenese / affiliata alla FIGC / con segreteria in via G.Mameli, 11r e campo : Villa Scassi. In essa si accenna che ‘la prima squadra , passando di vittoria in vittoria si appresta , con salda fede a sormontare gli ultimi ostacoli per arrivare a conquistare il diritto all’ingresso nel torneo finale, ambito appannaggio delle sei migliori squadre Nazionali’.

 1928- incontro la Dominante-Roma

   Dal governo fascista  fu imposto (anche a Roma si diede una spinta alla fusione, per far posto alla Roma) la fusione con l’”Andrea Doria” per divenire la “Assoc. Calcio ‘la Dominante’” (divisa nera, con stemma di un grifone affiancato dal fascio; ma con un destino inverso al nome. Per le ripetute sconfitte subite, nel campionato 1927-8 fa ancora parte del girone B ove arriva penultima e non ha diritto ad entrare nella serie A del primo campionato nazionale). Nel genn. 1929 ne era presidente Manlio Diana

   Si smise giocare a villa Scassi e furono trasferiti prima alla Cajenna e poi a Cornigliano allo ‘stadio del Littorio.

   Furono così imposte ulteriori fusioni coatte (con la Corniglianese; la Sestrese: la divisa nera assunse i bordi verdi; e la Rivarolese) riusando per la seconda volta il nome di “LiguriaFBC (“Associazione Calcio Liguria”), con maglia a banda rosso-nera e bordi verdi; ciononostante nel campionato 1931 la squadra più volte non riuscì ad avere il numero di giocatori sufficiente a disputare una partita perdendo a tavolino (la scusante fu non avere i mezzi per pagare gli ospiti): non si evitò la retrocessione in serie C.

   “Separando e strasse” dopo fusioni e nomi nuovi, il segretario locale del fascio Benvenuti, riconvocò Cornetto, accettando i vecchi dirigenti già esautorati (Lenuzza, Buttignol, Riccardi e  Barenghi presidente), e che si tornasse a chiamarla Sampierdarenese.

1933-4 nel nuovo campionato, iniziò a risalire la china tornando in B (una lettera datata marzo 1934, firmata dal presidente on.Com.te M.Barenghi, intestata «Associazione Calcio Sampiedarenese / Genova – Sampierdarena – (in timbro:) “Sede Casa Littoria  / Campo di giuoco: Stadio municipale del Littorio / Genova Cornigliano / Coni-Figc-Fidal» = segnala che la squadra sta disputando il Campionhato Italiano Divisione Nazionale B, con diritto a disputare la finale  “per consentire la tanto agognata promozione fra le elette...”; chiede soldi...

 

   E poi in A (dopo che, avendo vinto prima il girone d’Italia del nord,  sul neutro del ‘Comunale’di Bologna a giugno vinse 1 a 0 –indossando una provvisoria maglia verde che era la seconda del Bologna- anche la disfida col Bari vincitore del gruppo Sud-Italia e che aveva una maglia similare alla nostra   (ricordati Felsner allenatore magiaro;  Ciancamerla Edgardo, Poggi Gino detto Gipo, Bossi, Lancioni, Rigotti, Gay, Nervi, Bodrato, Gallina (altri scrive Galli), Munerati, Barisone, Fossati; e infine,  imprestati dal Genoa -che retrocede in B-  Comini (che veniva incitato al grido di “hoppo, hoppe”) ed il  portiere Bacigalupo Manlio). Apoteosi della squadra in piazza VVeneto.

1934-5 va via Felsner (per Bologna, dove vincerà due scudetti) arrivano Busini e venturini; si piazzerà tredicesima.

1935-6, presidente Tito Nasturzio, arriverà dodicesima. A fine campionato verrà ceduto Comini alla Fiorentina mentre Venturini sarà chiamato per la squadra olimpica a Berlino.

1936-7 presidente Barenghi, salvezza in A per un solo punto, a scapito del Novara.

1937-8- Cambia di nuovo presidente in Moio (ex maresciallo dei Carabinieri, in qualità di dirigente capo del personale dell’Ansaldo:  fa finanziare la squadra dalla società; fa allontanare Cornetto &C, vende al Milan Gipo Poggi e pretende la rinomina con rinomina –terza volta- di A.C. “Liguria”;  finì all’11 posto.  

1939-40 Ricambiato presidente e sponsor (l’AGIP) di nuovo retrocessione in B. Nuova riassunzione di Cornetto che – 1940-1- con Balonceri, fa tornare la squadra in A (la partita con LaSpezia avvenne nel giorno del bombardamento navale del 9.2.1941).

   Durante il campionato 1941-2 in A, probabile nuova retrocessione in B ma non fu concluso per questioni belliche. E tutto rimarrà sospeso per tre anni.

   Alla ripresa post bellica, nell’apr.1945-6 la Sampierdarenese calcio si ritrovò che nell’ultimo campionato svolto regolarmente, era in A -seppur ultima-. Diviso il campionato in due settori, la Sampierdarenese (tornata tale dal Liguria)  rimase d’ufficio  in serie A-Alta Italia finendo di nuovo ultima mentre  l’ADoria terzultima; ma senza retrocessione, perché quel campionato fu definito ‘di transizione’ e  venne deciso che il vero Campionato di serie A, girone unico, iniziasse con 20 squadre scelte tra quelle con maggiore tradizione nel 1946-7 (questo costò all’ADoria finire in B perché la Sampierdarenese risultò più titolata).

La società quindi era stata scelta per la serie A assieme al Genoa; ma era in condizioni economiche disastrose e nell’impossibilità di affrontare un campionato con trasferte in Italia ed acquisto di calciatori adeguati. Grosso problema, non trovando il mecenate che apportasse i dovuti mezzi finanziari. Un gruppo, guidato dagli inossidabili Cornetto e Buttignol, preferì riperdere l’ autonomia rifondendosi -tra fischi ed insulti, il 12 ago.1946- con la più florida Andrea Doria di Aldo Parodi che era destinata alla serie B e che portava 17 milioni di capitale, dando vita nello studio dell’avv. Bruzzone alla Unione Calcio Sampierdarenese-Doria “Sampdoria”, con maglia azzurra, fascia bianca contenente le strisce rossonere, lo stemma di Genova sul petto e primo presidente Piero Sanguineti.

I ribelli si riunirono, e diedero vita alla Sampierdarenese/46 descritta in via GB Millelire 4 avendo oggi sede nel campo del Morgavi.   

Nel campionato 2005-6  dalla Promozione sono stati promossi in Eccellenza essendo arrivati secondi nel campionato e vinto il play-off; e l’attaccante Carbone capocannoniere. I Lupi sono diretti da Gino Grasso e Gianni Siri.

Nel 2012 la squadra milita in PromozioneA penultimo a metà campionato

===Per  U.S. Sampierdarenese ’46, vedi anche a ‘Millelire’.

 

Le ragazze cresciute all’ombra dei maschietti, furono però promosse al campionato interregionale nel 1973. Divenute Sampierdarenese-Serra Riccò, sono la punta di diamente del calcio femminile regionale (inserito nella FIGC che a Genova iscrive 8 squadre femminili)  giocando in A2 dopo esserne state promosse nella stagione 04-05 ed aver mantenuto la serie con un sesto posto (05-06) ed un terzo (06-07, con coppa disciplina). La società nel 2008 ha presidente EugenioBuscaglia e 150 soci

--CANOTTAGGIO: sezione nata il 27 sett.1920, con una sessantina di soci, sede presso i bagni Italia di via C.Colombo, e regolare iscrizione al regio Rowing Club.

La prima grossa difficoltà fu “armarsi” di imbarcazioni idonee alle gare: gli stessi atleti  l’anno dopo dovettero comperarsene una, facendo un prestito, e battezzandola col nome della nostra città. Ma il gruppo si estinse il 23 lug.1926 lasciando poche tracce della sua breve esistenza. Soci e materiale confluirono nel Club Nautico Sampierdarenese mentre però i lavori portuali resero necessario assecondarne supinamente gli spazi compreso l’area dell’Idroscalo.

Essi, col nome Canottieri Sampierdarenesi’, in sigla CAS, furono coinvolti come tutti, prima dalle leggi fasciste che cercarono di cambiare solo la maglia (azzurra per tutti) sulla quale loro applicarono le strisce orizzontali rosso-nera; e dopo dal conflitto mondiale. Ma la ristrutturazione del porto nel dopoguerra obbligò al trasloco nel 1962 in Sestri con sede in via Cibrario 3, bacino d’acqua prospicente l’aeroporto. Dal CONI è stata insignita del merito di “stelle d’oro e d’argento a merito sportivo. La Società, negli anni 2000 svolge atletica nel campo del canotaggio, canoa e diporto

Negli anni 50 l’otto (con istruttore e timoniere Aldo Roncagliolo), si qualifica per le olimpiadi; nel 1956 e 1960 GCarlo Casalini ne prende parte a Melbourne ed a Roma. Negli anni 60 si evidenzia il due-senza juniores con la conquista del tricolore; ed altrettanto nel 67 e 70 per i canoisti. Negli anni 70 molti atleti vestono la maglia azzurra: vengono citati Pezzini, Rossi, Armezzani, Pidatella, Saracino, Firpo, Conti, Buffa, Gabbia, Maspero. La Società vedeva ancora negli anni 70 varie difficoltà (articolo di Spadaro): «il reclutamento; apparendo difficile ”chiedere ai giovani di sottoporsi ad una disciplina sportiva che richiede grandi sacrifici”; gli allenatori ovvero mancanza di preparatori all’altezza della situazione; nessuno sponsor che contribuisca ad aiutare questo sport  (anche –come in Russia- ove l’industria da tempo libero a chi pratica allenamenti); disinteresse delle autorità; giornali che non dedicano spazio. Però si riconosceva che in Liguria l’unica società che ha dato “un grande contributo di vittorie, è la S.C.Sampierdarenese” con presidente il comm. Salvaneschi che rimarcava la più alta riprovazione per il sovrano disinteresse, anche di chi per preciso compito dovrebbe sostenere le società. (e sarebbero il Comitato di zona che dovrebbe organizzare gare locali ed il Provveditorato scolastico). Nel sett/74 Roncagliolo segnala due ori, un argento e tre bronzi nell’incotro Francia (del sud)-Liguria. E pochi giorni dopo Campioni D’Italia nel 4-con/categ.veterani (=Vespa, Casalini, Fornaciari, Scotto, Roncagliolo); e nella categ. Skiff-baby (<11anni =Scotto jr).

Nel 1998 (ottobre) le sorelle Trenta, Angela e Paola allenate dal padre Pino (vecchia gloria del club) conquistano l’argento ai campionati italiani nel doppio senior.

Per la sopravvivenza, conforta che nell’anno 2002 ha fornito, più di tutte le altre società liguri, quattro giovani alla Nazionale canottieri. Dal 2003 è subentrato alla guida del settore giovanile Simone Bruckner (cresciuto nello stesso nostro club a livello agonistico, dovettepassare a club di maggiore spessore come il Rowing per continuare e raggiungere zona medaglie, sino al 1998; da allora tecnico) con paralleli risultati a livello nazionale; dal Coni provinciale nel genn.2004 ha avuto premiati con ‘stelle al merito sportivo’ campioni italiani in varie specialità relativi agli anni 1998-01: Bo Nicolò (bronzo, 1999 e 2000), Boninelli Andrea (bronzo, 2000), Gobbi Andrea (bronzo, 2000), Scionico Davide (bronzo, 2000), Verardo Fabio (bronzo, 2000). Poi sarà DiVietro Flavio a raccogliere una medaglia al mondiale del due-con juniores. Nel 2006 tocca a Kevin Missarelli essere azzurro ai mondiali di Amsterdamn (nono posto finale); a Silvia Vignolo essere campionessa italiana juniores; e bronzo al quattro di coppia seniores al titolo italiano.

Nel 2008 la soc. fa parte della Struttura Federale FIC dove è scritto essere S.C.Sampierdarenesi;  vede presidente Giuseppe Spatola, con nutrito gruppo di tecnici e di validi atleti che mirano molto in alto avendo vinto molte gare nazionali di selezione

--LOTTA GRECO ROMANA:   attiva dai primi anni del 1900, acquisì fama per merito di un “foresto” savonese, Mario Cocco, arrivato in città per lavoro: iniziò una scuola che sfornò campioni, perla quale dal 1913 al 1928, si ebbe una delle sezioni più forti in campo nazionale. Vengono ricordati anni 1911-12: Azzarita; Bovone Italo (campione italiano medi); Lanzone; Montano Tesio; Morando detto Belzebù; Ponzini Tito Vezio; Torre; Divenne autonoma; non sappiamo quando.

--PALLANUOTO e NUOTO  sicuramente una delle prime attività della società; assieme alla pallanuoto (Tuvo mescola i due sport in una miscellanea unica; mentre il nuoto ha la storia parallela alla vita col mare,  lo sport della pallanuoto nacque inInghilterra nella seconda metà del 1800; nel 1877 vennero scritti i primi regolamenti e la disciplina venne ammessa ai giochi olimpici del 1900 col nome di water-polo). Però, mancando le piscine, all’inizio le gare di pallanuoto erano solo marine, da boa a boa, con sede direttiva presso i bagni Colombo gestiti da un socio dirigente ed appassionato atleta. Nel 1919 la sezione pallanuoto si fuse -come il calcio (vedi)- con la società “Pro Liguria(che era nata nel 1910 ed era una delle più forti d’Italia. Essa aveva tra gli iscritti (quelli sottolineati, giocavano nella pallanuoto) Pippo Rolla –divenuto poi organizzatore-;  Azzariti, Baiardo Davide,  Brugnera,  Costa Malito, Frassinetti Silvio ed Agostino, Guaraglia, Lungavia Umberto, Sachner (detto il siluro), Sommariva Adriano), acquisendo un forte gruppo di atleti che assieme agli atleti presenti e partecipi a questa fusione: Bertoli, Bertorello, Boero, Brusati, Devoto, Frassinetti Settimio (fratello dei due sotto), Maretti, Patrone, Rasia dal Polo, Rollo, Storace, Secondo, Valle, Veschi, Zignone, permisero essere iscritti nella Prima Divisione Ligure (la più alta) e dominare in Italia.

Da ricordare anche Quintarelli, Sommariva Elio,  Bianconi, Cocchetto, Avvanente, Bagnasco, Bisagno.

--La squadra fu campione d’Italia nel 1922 e nel 1927

--Singolarmente vincitori: Baiardo, veniva da Voltri, fu quattro volte olimpico

Frassinetti Agostino, fu tre volte olimpico (A JonvilleLePont=1919, Anversa=1920, Parigi=1924), e campione italiano nel 1921 e 22. Vincitre di oltre cento gare e poi giocatore di pallanoto.

Campioni anche i fratelli Silvio e Settimio

Marchisotti Giuseppe, detto Pinin, fu argento italiano nel 1919 e nel 1927.  

Sommariva Adriano era un fondista

Sommariva Silvio 1929 campione d’Italia dorso e 1930 staffetta.

Lungavia Umberto olimpionico nel 1920, uno dei migliori d’Italia; ricordato da Tuvo come quello che introdusse ‘la rovesciata’ Ad Anversa partecipò alla gara in mare rischiando l’assideramento: metà iscritti si ritirarono

Bacigalupo Luigi fu definito “il Coppi del nuoto”. Iniziò la carriera nel 1913 a quattordici anni vincendo una gara di fondo internazionale; fu la prima di cinquencento vittorie.

Gamba Giacomo; iniziò tredicenne e venne nella squadra nel 1929 esoerdendo in nazionale

 

1919                                                                     1921

 

1924                                                            allievi

Dai più alti livelli nazionali, breve il passaggio a partecipare alle Olimpiadi nel 1920 e 24 (Dalla nascita ad oggi, gli olimpionici della società sono stati sedici, di cui nove presenti assieme ad una olimpiade; primato mai raggiunto da nessun’altra società nazionale.

Poi arrivarono altri atleti tra cui indimenticabili Angrisani, Baldini, Bianconi –(vincitore delle ‘traversate di Roma’), Giglio Bisagno, Bonadeo (portiere), fratelli Caorsi, Cocchetto, Ghibellini senior, Giannitrapani, Manzini, Marchisotti, Piano, Paraboschi, Quintarelli –detto bacchaê-, Sommariva Amleto, Sommariva Elio -azzurro d’Italia, il più forte della famiglia-,. Dirigenti erano diventati Scasso, Riccò, Maretti, RasiaDalPolo.

Il 10 lug.1922 -campioni d’Italia-, si riconobbe l’opportunità di separarsi dalla società madre, e mantenere una attività autonoma.

Nel 1924 avvenne –nel bacino del porticciolo- una grande manifestazione natatoria preolimpionica, e Frassinetti Agostino fissò un record di 1’04” sui 100m.

In questi anni Fravega ricorda la presenza di atleti famosi, tra i quali – non pallanuotisti - un Perentin (milanese), Mario Massa nerviese, Davide baiardo voltrese, Luisito Bacigalupo dal levante (tutti “foresti”), ma altresì Giglio Bisagno (pure lui olimpionico), Costa, Magnasco, Cocchetto, Sommariva. Invece della pallanuoto il portiere Bonadeo, Lungavia (infrenabile nelle rovesciate); i f.lli Caorsi, Baldini, Frassinetti, Marchisotti e Gualco.

Nel periodo fascista, fu cambiato il nome in “32.a Legione m.v.s.n.” che nel 1926 giocò la ‘coppa Littorio’ vincendo la finale contro la Libertas-Sestri in una accesissima partita che subì anche la sospensione a 5’ dalla fine per scorrettezze.

Nel 1927, la Sampierdarenese pallanuoto – con acqua sportiva sempre nel porticciolo - conquistò il secondo posto nazionale. Erano: Caorsi II, Baldini, Caorsi I, Frassinetti, Marchisotti, Bonadeo e Gualco; dirigenti Boero e Maretti.  Ma dopo solo qualche anno, la società morì.

Nel 1946 riprese il vecchio nome, partecipando anche ad incontri nazionali.

Leggiamo nel 1952 che la FIN decise far giocare a girone unico le eliminatorie del campionato pallanuoto di serie B: la squadra arrivò seconda a pari punti col Nervi, dietro al Recco. Poiché l’anno dopo la ritroviamo in serie B si deduce che nel 52 non aveva vinto.

L’anno 1953 si concluse al secondo posto a pari punti con il Genoa, dietro all’Olona. L’anno successivo, 1954 –mentre l’Olona è ancora in B- non vi  compaiono né il Genoa né la Sampierdarenese (e questo ancora nel 1955,56 e 57); lascia presupporre siano ambedue passate, dal campionato cadetto, a quello di A o, come per la Libertas di Sestri, per chiusura degli spazi balneari, non solo trasferimento a ponente o declino peggiore.

Le speranze di far rivivere la società con l’apertura delle piscine nella zona ex Eridania, andarono perdute definitivamente già all’atto dell’inaugurazione, per asserita inefficenza architettonica allo scopo, per impegni societari della nuova gestione piscine, per guasti e disastri  strutturali, che le fecero chiudere e ristrutturare da capo a fondo, a distanza di pochi anni.

 Ad imperitura memoria e testimonianza ai giovani, degli atleti olimpionici Tubino GB e Capuzzo Oreste, la società ha avuto in dono dai familiari e mette in mostra in una bacheca chiamata ‘stella d’oro’, tutti gli allori da loro conquistati.

 

DEDICATA all’atleta sampierdarenese, qui nato nel 1889 e cresciuto frequentando la società Universale ove alla scuola di Rota ed Armirotti, assimilò le teorie mazziniane e repubblicane di cui divenne fedele assertore.


   Lavorò in collaborazione di Pietro Chiesa, occupando la carica di “console” nell’organizzazione sindacale regionale di allora, e quale rappresentante degli operai di San Pier d’Arena.


   Come attività collaterale, si era iscritto nella Sampierdarenese, sezione sollevamento pesi, divenendo a 19 anni già campione societario, e negli anni 1908, 9,10 campione d’Italia.

   Arruolatosi volontario nell’esercito, col grado di sergente di fanteria (89° reggimento) nella notte tra il 23 e 24 ottobre 1915 cadde eroicamente combattendo la terza (di dodici) battaglia dell’Isonzo, sul Mrzli Vrh – su alcune carte italiane riportato Merzli, o Smerli; un monte del bastione monte Nero sulla sinistra dell’Isonzo. Il nome, in slavo, significa ‘Cima fredda’; e la zona - più conosciuta come Tolmino - ora non è più  territorio italiano –; a fine guerra (quando la popolazione civile poté tornare dall’evacuazione forzata) fu trovata corrosa dal lavoro umano di trincee, ma soprattutto da migliaia di bombe.

La battaglia era iniziata il 2 giugno con un fronte lungo 600 km; la dorsale Monte Nero - Mrzli è da conquistare per aggirare da nord Tolmino sull’Isonzo, base logistica determinante austriaca; con sanguinosi assalti di  alpini prima e bersaglieri dopo, alla baionetta (gli ufficiali con la sciabola sguainata), dopo aver superato mitragliatrici e filo spinato. Alla fine di quel giorno, un terzo del reggimnto fu falcidiato assieme alla totalità degli ufficiali superiori, e costretti a ritirasi, non aver guadagnato un metro di terra. Seguiranno attacchi fallimentari ed eroismi sanguinosi, immortalati da Achille Beltrame sulla Domenica del Corriere, ma con morti a migliaia (in rapporto a nostro svantaggio perfino di uno a tre) e feriti a dismisura, inumanamente molti lasciati a morire sul posto o trasportati senza conforto né norme igieniche, senza lenire il dolore e mediczioni adeguate. Ben presto i camposanti di fondovalle divennero saturi, ed i morti vennero sepolti in buche naturali (“prima i pezzi irriconoscibili, coperti di calce; poi strati di cadaveri coperti di calce; infine terra, terra, ed infine una croce catramata nera”).

  Gli italiani lanciati alla conquista – reggimenti di minatori soprattutto -  inizialmnte non avevano né ripari né rifornimenti; e solo con la loro opera ricuperarono qualche grotta. Ma fondamentalmente all’aperto, sotto  teli militari, sretti l’un l’altro per sopportare la neve prima ed il fango dopo. Mentre invece gli austriaci avevano un campo militare trincerato molto importante e ben rifornito dalle  retrovie, che fu lungamente conteso con asperrime e sanguinose lotte, ricche di colpi di mano e  di eroici sforzi e vittime: per entrambi i contendenti, ma con gli italiani in posizioni militarmente svantaggiose (sottoposte come posizione, a volte di solo pochi metri; melma a non finire; freddo; scarsità di rifornimenti; assalti per conquistare posizioni svantaggiose; tutto ai limiti etremi della sopportablità umana.

la zona di guerra dove ha perso la vita Storace

    Dopo una giornata relativamente tranquilla, alle ore 15 del 23  ottobre la brigata Salerno va vittoriosamente all’attacco alla baionetta del primo fortissimo trincerone, sulle pendici vicine alla vetta del Mrzli (snaturatamente immortalati dal Beltrame: non alpini puliti, ordinati e impeccabili e tra rocce pulite; ma belve accecate dal bisogno della sopravvivenza in sparsi giochi mortali della vita reciproca, in un contesto pieno di macerie sconvolte centinaia di volte, filo spinato, ma soprattutto tanti morti e tantissimi feriti urlanti), e per vari giorni resisterà ai feroci contrattacchi dei temuti bosniaci.

   In queste operazioni, fu riconosciuto meritevole della medaglia d’argento al V.M.; la motivazione recita: “nei combattimenti svoltosi durante la notte e nell’assalto della postazione nemica eseguito il mattino successivo, tenne costantemente contegno eroico, servendo d’esempio e d’incitamento ai propri dipendenti, fino a quando cadde morto.

Mrzli, 23-24 ottobre 1915”.

   All’alba del 24 ottobre, l’89° fanteria riparte dalla trincea per cercare invano di conquistare la cima. Ogni grosso attacco, costa due-trecento morti; in ottobre la Brigata ha perduto 1200 soldati e 24 ufficiali. Per nulla, sarà da queste trincee che due anni dopo, il 24 ottobre 1917, dopo aver fatto brillare una mina che sconvolse le nostre trincee, il generale Gerabek - comandante della 50a divisione austroungarica e della affiancata 12a divisione di germanici slesiani – travolse il fragile sbarramento e dilagò fino a Caporetto).

 

lapide nell’Universale                                          cerimonia 28.10.1934 a Roma- il Coni consegna  

                                                                             ad un balilla sampierdarenese un moschetto, in

                                                                             memoria di DGStorace unico campione della FIAP

                                                                             caduto in guerra e decorato al V.M.

   Una lapide lo ricorda, affissa nelle pareti della società Universale, presso la palestra : “caduto eroicamente a Tolmino - il 24 ottobre 1915 – emulo di antiche glorie repubblicane -  nei giochi ginnici crebbe le forze – negli insegnamenti di Giuseppe Mazzini – educò il cuore alla lotta e al sacrificio – la democrazia sampierdarenese – personificando in lui – le anime generose dei compagni di fede – che alla loro vita – anteposero la libertà e la grandezza d’Italia – lo addita ad esempio di magnanime opere – ora e sempre – “.

 

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