SALUCCI                                            via Arturo Salucci

 

TARGA: S.Pier d’Arena – via – Arturo Salucci – giornalista – 1879-1936

 

 

 

QUARTIERE MEDIEVALE: Mercato

 da MVinzoni, 1757. In celeste, via EDegola. Ipotetiche: in giallo, via SDondero; fucsia via APacinotti.

 

N° IMMATRICOLAZIONE:   posteriore

 da Pagano 1967-8

 

CODICE INFORMATICO DELLA STRADA -n°:   55680

UNITÀ URBANISTICA: 26 - SAMPIERDARENA

 da Google Earth 2007. in celeste, via SDondero; rosso, via FAvio: in verde inizio e fine di via ASalucci

CAP:   16151

PARROCCHIA:  s.Maria della Cella

STORIA: Nella carta del Vinzoni qui sopra inclusa, del 1757, ovviamente non è rappresentata, neanche come sentiero interproprietà; si ipotizza oltre i confini occidentali dei terreni dei Centurione o dei Sauli,  proprietari di vasti possedimenti a ponente della crosa dei Buoi. E nemmeno ai primi del 1900 quando a levante dell’OEG c’erano ancora  magazzini-emporio Carpaneto.

La sua nascita quindi consegue la storia della ristrutturazione avvenuta nella zona descritta in via Avio, avvenuta nei primi anni del 1930. Nel progetto, che coinvolgeva la zona di depositi mercantili, si prevedeva l’erezione dei palazzi attuali che fanno croce di via Avio-Molteni, e la liberazione di una nuova strada (da via Cavour a quella che ora è via Avio ma allora non ancora titolata) lateralizzata dai caseggiati, più a ponente, e le officine dell’OEG.

La titolazione le fu data con delibera del Consiglio comunale del 26 gennaio 1959.

 

STRUTTURA:

 a ponente, edifici dell’ex Oeg-Enel.

 

È compresa a levante tra le costruzioni per abitazione erette al limite di ponente del piano regolatore della località; ed a ponente – a stacco con muro di cinta ed edifici interni che costeggiano la proprietà  dell’Enel di via Avio-Pacinotti

Senso unico viario da via S.Dondero a via F.Avio.

La strada offre buona parte del lato di levante al “Mercato Rionale al minuto” della Circoscrizione, denominato “Industria” con circa 48 concessionari, ed al loro traffico di carico e scarico.

Il Secolo/03 e /04 la include nell’elenco delle ‘vie private ad interesse pubblico’ e quindi programmate a divenire municipalizzate gratuitamente, per avere in cambio manutenzione e servizi (illuminazione, asfaltatura, cassonetti spazzatura, fognature, ecc.).

 

CIVICI:

2007= NERI   = da 1 a 3 (nessuno pari)

           ROSSI = da 1r a 23r       e da 2r a 8r

in contemporanea alla titolazione,  i civ. 7 e 10 di via S.Dondero divennero rispettivamente l’ 1 e 3 della nuova via. I civv. 2-4-6 rossi, furono assegnati nel 1972 a nuova costruzione.

 

DEDICATA:


 

 

al giornalista e scrittore, nato ad Aulla (Massa; Vigliero scrive: fiorentino) nel 1879 e morto a Genova il 1 apr.  1936.


Genovese di adozione quindi, essendo qui arrivato assai giovane; si scrive che “divenne così genovese da divenire mazziniano”; e poi socialista. Politico, ma fondamentalmente un romantico (perché ciò che amava, lo faceva con passione: dall’arte a Genova, dalla politica alla critica letteraria); e con quella costante altezza morale mista al sentimento di raziocinio, appariva gravato da continui dubbi e da estrema sensibilità.

Si fermò in città dedicandosi al giornalismo, firmando nel 1902 il primo libro “La teoria dello sciopero” (1902).

Entrato nella redazione del periodico socialista ‘Era Nuova’, ne divenne redattore responsabile dal n° 148 del 24 maggio 1903 (e vi rimase sino al 1905).

Con questa veste collaborò alla nascita del quotidiano “Il Lavoro”: il 7 giu.1903, in  un bar sotto i portici di piazza DeFerrari (ove poi è l’orologeria di Oscar Linke, il giovane assieme ad altri futuri collaboratori, stilarono un manifesto che annunciava l’imminente uscita del giornale. Il foglio, con evidenti proposte politiche, suscitò discussioni, polemiche e perfino duelli); ed una diecina di giorni dopo, si iscrisse all’Associazione genovese dei giornalisti. La collaborazione col giornale fu totale, da cronista a capocronaca, da storico a critico teatrale; firmandosi “Ars” nei trafiletti intimisti e nostalgici; e “Lux” in quelli brillanti e gustosi. Il Salucci ne divenne direttore collaborando con pezzi di ogni genere ma più spesso politici, con opinioni inizialmente più radicali degli stessi colleghi di redazione; finché negli anni attorno al 1910, ebbe una vera e propria conversione ideologica -stimolata anche dalla lettura di un riformista tedesco, Eduard Bernstein, distaccatosi dall’ideologia marxista-pur mantenendo sempre alto il suo stile, ricco di stimolanti polemiche, discussioni e rilievi,  da suscitare costante attenzione nel lettore.

Il Lavoro, nacque come giornale socialista, espressione di un settore del movimento operaio genovese: i lavoratori portuali -specie del carbone, il gruppo più numeroso, importante e combattivo-. Ideato e progettato da Gino Murialdi, socialista militante, fu diretto per primo da Giuseppe Canepa.  Per le sue ideologie, subirà le devastazioni degli squadristi fascisti (31 ott.1926),  sequestri ed una severa depurazione e fascistizzazione dirigenziale con  il licenziamento dei giornalisti contrari  e l’assunzione di altri più servili.   Solo dopo la guerra, il giornale -nato da una costola del movimento socialista ma sempre svincolato dal partito- divenne organo ufficiale del PSI (Partito socialista italiano) e tornò in edicola col nome “Il Lavoro Nuovo”. Nel 1947 fu diretto da S.Pertini, futuro presidente della Repubblica. Nel 1977 dovette dichiarare fallimento;  iniziò una serie di trasformazioni che lo portò ad essere incorporato -dieci anni dopo- con un altro quotidiano “La Repubblica”, pur cercando di conservare una autonomia strutturale e letteraria.

In queste date uscirono il suo secondo e terzo libro “L’industria dello sciopero” (1910); “Il crepuscolo del socialismo” (1910). Altri titoli politici furono “Il nazionalismo giudicato” (1913); “Il tradimento di Marx“ (1915).

Sposato, ebbe un figlio.

Cessò di soffrire in ospedale l’1 aprile 1926, essendo malato di paralisi progressiva, che pur lasciandolo lucido lo divorò lentamente nei muscoli e nello spirito. Fu sepolto a Staglieno. 

 

Il carattere del giornalista, sempre velato di malinconia, è definibile “libero spirito ed umanistico”. Riflesso ovviamente nei suoi scritti tendenzialmente protesi a favorire l’azione ed il razionalismo, il socialismo e l’antimilitarismo (della Germania e dell’Austria).

Questo gli creò negli anni del fascismo generici scontri, a volte solo  letterari ma anche sconfinante in sfide al duello; simpatie ed inimicizie politiche; e -tra i lettori- polemiche e diatribe. Mussolini, nel luglio 1921 lo citò in un suo inciso come studioso di questioni sociali e vate della debolezza del socialismo (in un periodo in cui invece era forte e lanciato verso rigogliosi traguardi).

Popolare nell’ambiente artistico letterario cittadino, fu  fino agli anni ‘30, eclettico animatore di salotti e del passeggio in  galleria Mazzini (dove aveva sede la libreria Editrice Moderna dell’editore Giovanni Ricci).

Approfondito seguace, ammiratore e studioso di Mazzini, scrisse su lui articoli e libri, venerandolo come maestro ed ‘iniziato’:  “Lettere d’amore di G.Mazzini” (1924); “Poesie giovanili di Giuseppe Mazzini” (1926);  e “Amori mazziniani (su Il Lavoro è chiamato ‘Passioni mazziniane’) (1928).


Famosi sono suoi articoli intitolati “Chiaroscuri genovesi ” (1912 Sono caratteristici  ritratti d’ambiente genovese dove lo scrittore era riuscito a cogliere angoli suggestivi e pittoreschi della città e della sua vita; in cui chiama Genova città-paradosso; Mazzini santo; l’hinterland industriale, un nastro ardente di speranze; il porto, la bocca d’Italia) e che, in parte, furono riuniti in volume, la “ Tavolozza genovese” (1926)in cui traspare evidente l’orgoglio e l’amore per la città adottiva.


Edizione 1912 con copertina disegnata da P.Nomellini

 

Ultimo, fu il libro su “Gandolin” (1929).

 

BIBLIOGRAFIA

-Archivio Storico Comunale - Toponomastica , scheda 4015

-AA.VV. - Ma se ghe penso...-ERGA 1972- pag. 74

-AA.VV.-annuario.guida arcivescovado-ed.1994, p.443—ed.2002, p.479

-AA.VV.-Novant’anni con “Il Lavoro”-Basile.1993-

-AA.VV.-Tra solidarietà e impresa-PrimCoopGrafGenovese.1999-pag.155

-Beccaria R.-i periodici genovesi dal 1473…-Genova.1994-pag.206

-Cavassa UV-Ombre amiche-DiStefano-pag.116-129

-Gazzettino Sampierdarenese  :  5/86.5

-Il Lavoro quotidiano del  2.4.36

-Il Secolo XIX del  25.11.03 + 23.08.04

-Lamponi M.-Sampierdarena- LibroPiù.2002- pag. 119

-Pagano/1961 pag. 376

-Pastorino.Vigliero-Dizionariodelle strade di Genova-Tolozzi.1985-p.1638

-Poleggi E. &C-Atlante di Genova-Marsilio.1995-tav.33

-Salucci A. -Chiaroscuri genovesi-Libreria Ed.Moderna- MCMXII

 

non citato da Novella – stradario del Comune del 1938 – Pagano/33