SALINERO via Giulio Salinero
TARGA: San Pier d’Arena – via – Giulio Salinero – letterato . 1574-1612
QUARTIERE MEDIEVALE: San Martino
da MVinzoni, 1757. In rosso l’abbazia di san Martino; celeste, via Vicenza; giallo, via Chiusone; verde, ipotetica via GSalinero.
N° IMMATRICOLAZIONE: 2843
da Pagano 1967-8
CODICE INFORMATICO DELLA STRADA - n°: 55660
UNITÀ URBANISTICA: 24 - CAMPASSO
CAP: 16151
PARROCCHIA: s.Giovanni Bosco
STORIA:
prima della attuale titolazione, la strada era dedicata al fiume Volturno, luogo di accesa battaglia garibaldina. La titolazione fu variata dal podestà il 19 agosto 1935 onde evitare doppioni con le strade del centro.
STRUTTURA:
doppio senso veicolare da via W.Fillak a piazza Palmetta.
CIVICI (per toponom. dicorso Torino, nel 2007) = Neri= da 1 a 3
Rossi= da 1r a 5r, e 2r
Nel Pagano/40 va “da via d.Corporazioni a p.Palmetta” ed ha solo civv. rossi: 5 fruttiv..
DEDICATA:
La famiglia Salinero (Baldassarre scrive ‘Salineri’), forse -ma probabile- nobili, ha origine con Paolo Girolamo, da Cervo nella riviera occidentale. Dotto nella letteratura latina e greca nonché collezionista di monete antiche, da Anna Sacca ebbe due figli: Ambrogio e Giulio.
Il primo, è valutato, come il fratello, ‘scrittore’; seguì le orme paterne, coltivando il greco, la numismatica, la letteratura scrivendo poemi, rime religiose e profane, inni sacri, e storia; trasferitosi a Genova vi ebbe l’onore del patriziato. Sopravvisse al fratello anche se morì giovane nel 1613 a 54 anni di podagra.
Giulio, nacque a Savona nel 1574 (altra fonte lo fa nascere a Genova. Savona allora era dominata da Genova e languiva rabbiosa, priva di indipendenza).
Visse l’infanzia nella città natale finché con i cugini Pavese andò a studiare nelle migliori scuole d’Italia tra cui Padova e Torino ove conseguì la laurea in legge, apprendendo il francese, greco, ebraico, latino.
Propenso e desideroso di votarsi alla vita ecclesiastica, seguì in Francia il cardinale Gioiosa.
Verzellino pensa che essendo il fratello impossibilitato ad avere prole, per evitare rimanere senza discendenza, evidentemente ci ripensò, in quanto lo troviamo unirsi in matrimonio con Paola Corso (o Corsi), con la quale ebbe parecchi figli (sicuramente due maschi).
Scrisse da giovane in versi sciolti la tragedia “Alceste” (un’opera drammatica definita di qualità inferiore; fu stampata in Genova nel 1593); una favola pastorale intitolata “Aspasia” (che mai pubblicò. Verzellino scrive che Aspasia e Favola Pastorale sono due opere distinte, andate perdute); e l’ “Apparitione di N.S. di Misericordia” (scritta in latino, in greco, ebraico, nonché italiano (toscano) e francese, affinché potesse essere letta universalmente; tutte lingue che aveva appreso a scuola. Gasparo Mortola ebbe a lodarlo mirabilmente con un epigramma, per la perizia dimostrata).
Con le “Annotationes Iulii Salineri ad Cornelium Tacitum” composta tra il 1602-3, conservata nella raccolta dei manoscritti della biblioteca Berio di Genova, fece un salto di qualità letteraria (che creò anche delle invidie ed accuse di arroganza per non essersi astenuto dal trattare le opere di Tacito, e soprattutto per aver espresso interpretazioni diverse da quelle già esposte da Giusto Lipsio, giudicato uomo tra i più eruditi del secolo. L’opera fu dedicata al cardinale Domenico Pinelli. Filologicamente importante anche per la storia ligure).
Produsse altresì opere religiose, ormai introvabili o perdute (sul dolore, delle lamentazioni, sulla sofferenza e consolazione; spiegò con parafrasi Salmi, Giobbe, Geremia ed i Settanta Interpreti). Come anche -in ottava rima- una “vita di s.Carlo” (dedicata al card. Federico Borromeo a cui riusvcì graditissima); ed un libercolo “De quibusdam venetorum legibus” (dedicato al Papa Paolo V contro i veneziani, a cui lo aveva portato monsignor Germonio arcivescovo di Tarantasia, cosicché ricevette in cambio alta considerazione). Confutò dogmi da lui ritenuti falsi, espressi dal re di Scozia, ma non completò l’opera dovendo dedicarsi ai suoi figli ai quali era mancato il tutore.
In casa sua ospitò e fece fiorire negli anni attorno al 1593 l’accademia di lettere degli “Accesi” che si dilettavano ad erudirsi reciprocamente con lezioni e studi, purtroppo con opere e risultati mediocri, anche se in quell’epoca fu il più importante solidalizio culturale savonese (gli uomini di maggior ingegno umanistico riuscivano ad essere attivi riunendosi nei cenacoli; questo di Savona si chiamò degli “Accesi” il cui motto era “un fascio di legna bruciante”; vi fece parte anche Gabriello Chiabrera, il quale a Genova frequentò anche l’ altra accademia letteraria, degli “Addormentati o Sopiti”, una delle molte che fiorirono in città ed in cui fu iscritto anche il Giustiniani col soprannome di “l’intirizzato”; ed altre, che assunsero i nomi di “Confusi”, “Accordati” , “Risvegliati” ).
Ebbe così fama tra gli studiosi del suo tempo; tra essi Gaspare Murtola, nei suoi distici elogiativi gli indirizzò un “quam Dux Iesseus citharam, quam gesserat Horphius, hanc Iuli, manibus cessit utraque tuis”.
Ereditò una ricca biblioteca privata (‘copiosa libraria di libri scelti e curiosi’) già posseduta dal protonotario apostolico GB Ferrero.
Studioso di Cristoforo Colombo sostenne la tesi della sua origine savonese, secondo documenti di archivio rinvenuti. Però, poi dovette accettare l’ipotesi di ‘presenza’ in Savona, essendo stata accertata solo la residenza familiare per un certo periodo: abitazione del padre Domenico e dei figli (de Quinto Januae Lanerio habitator Savonae). Comunque smascherò, opponendo inoppugnabili prove, la tesi di Fernando Colombo figlio di Cristoforo (grandissimo collezionista di libri e creatore di una biblioteca a Siviglia tra le più importanti nell’epoca; girò instancabilmente l’Europa continuamente comperando libri che poi inviava in Spagna) che aveva scritto su l’ “Historia del Almirante’ circa sicure origini nobili del padre (nella ricerca delle quali è noto il suo impegno) quando invece era di origini plebee essendo i familiari dei lanaioli e cordatori (l’argomento fu definitivamente sottolineato e glossato dal vescovo Giustiniani nei suoi Annali).
Il barnabita Spotorno, in un suo testo su CColombo, cita sinteticamente gli studi del Salineri, ma senza specificare nulla dell’autore: dapprima confutando la sua ipotesi della nascita in Albisola, e poi specificando che alla fine il Nostro riconosce l’origine genovese dell’ammiraglio, anche se ‘educato in Savona’.
Seppur malconcio in salute (sciatica ribelle), andò a Tricarico per sistemare certe cose sue; e da qui a Napoli dove non riuscì né a muoversi né ad osservare le prescrizioni mediche essendo lontano da casa; e là morì dopo cinque giorni di febbri altissime il 29 maggio 1612, a 48 anni.
Fu sepolto nella chiesa di s.Chiara di quella città.
L’amico GioBattista Alberti, compose un’ode in latino per alleggerire il dolore della moglie Paola, “donna di grandissima pazienza ed in concetto universale di non ordinaria bontà”. Essa morì il 22 febbraio 1626.
Genova, in quel secolo, era un punto di incontro internazionale: di conseguenza, una capitale culturale; non solo perché centro mondiale di scambi commerciali o banca finanziatrice avendo in possesso più denaro di ogni altra nazione; ma anche perché maggiore la fantasia ed i generi letterari stimolati dai viaggi e dalle genti. Sono di quell’epoca Amedeo Cebà (1565-1623), Gabriello Chiabrera (1552-1638), Anton Giulio Brignole Sale (1605-1662) e Piergiuseppe Giustiniani.
Un omonimo Salinero, ma Gian Giacomo, potrebbe essere un parente, viveva nel nostro borgo negli stessi anni; è citato da Tuvo per aver scritto una lettera nell’ago.1586 ai governanti di Genova per una casa posta “alla fine della crosa della Loggia”) (vedi).
Una Doria (Maria Catetta –da Battilana, pag,68), negli anni 1748 sposò in prime nozze un Salineri Agostino q.GB
BIBLIOGRAFIA
-Archivio Storico Comunale - Toponomastica, scheda 4014
-AA.VV.-Annuario-guida archidiocesi di Genova 1994.443—2002.479
-Baldassarre&Bruno-Schedario degli uomini illustri in Savona-A Campanassa 1981-pag.216
-Internet:Spotorno G.-Della origine e della patria di CColombo-Frugoni1819
-Lamponi M.- Sampierdarena- LibroPiù. 2002- pag.159
-Maira Neri M-la tipografia a Ge…-Olschki.1998-pag.19
-Pagano/40-pag.399; /1961-pag.376
-Pastorino.Vigliero-Dizionario delle strade di Genova-Tolozzi.’85-p.1638
-Poleggi E. &C-Atlante di genova-Marsilio.1995-tav.9
-Spotorno G.- Storia letteraria della Liguria-1826-vol.IV.139.141.254
-Tuvo.Compagnoli-Storia di Sampierdarena-D’Amore.1975-pag.19
-Verzellino GV-Delle memorie particolari...-Bertolotto.1891-vol.II-p.165
-Villa E.-Cristoforo Colombo-La Quercia ed.1992-pag.165
-Wagner Klaus-La Berio, rivista bibliogr.-vol.2/2000-pag.9
non citato :
-Enciclopedia Sonzogno
- Enciclopedia Motta
-Novella
-Storia della letteratura it:-il seicento-Garzanti