RIMEMBRANZA                              parco della Rimembranza

 

 

l’antico “giardino pubblico di san Martino” divenne parco quando nel 1922 si volle onorare i sampierdarenesi caduti in guerra.

Lo spazio, è straordinariamente sopravvissuto a tutti i golosi tentativi di sfruttamento edilizio che portarono alla distruzione  di pressoché tutti i giardini delle ville della città (ed ignominiosamente anche degli spazi immediatamente adiacenti ad esse: tipici esempi quelli di villa Spinola soffocata dall’abusivismo, e villa Scassi,  costretta a mostrare come principale , quella che era la facciata interna secondaria).

Nel 1885,  nello spiazzo probabilmente ancora a “ prato”, fu eretta una pista di 350 m. per gare ciclistiche (la prima era stata aperta nella zona del Campasso e, la dizione di “vico della Pista” in corrispondenza di via Bezzecca lascia presupporre che là fosse; ed una terza fu costruita in via A.Cantore -davanti al civ. 47- dove resistette fino al 1910). Il 31 mag.1885, fu festa grande per la città: uno spettacolo nuovo, e finalmente non di mare!:  provenienti dalla Lanterna, giunsero gli atleti ciclisti (detti “i matti a due ruote”), preceduti da sindaco, banda, gagliardetti di società e  folla festante.

La gara “Sampierdarena” fu vinta da Davidson, unico atleta fornito di ciclo da corsa, che doppiò tutti andando a 30 km/ora; la gara “Garibaldi” fu vinta da Cesare Buttolo. Il ricavato andò pro monumento a Garibaldi.

Negli anni vicino al 1905, nel centro, fu innalzata la grande statua a Nicolò Barabino, che ora troneggia nella piazza omonima.

 

scuola N.arabino, con monumento                                               un ingresso delle antiche scuole

 Fu sostituita dopo il 1920 con un cippo (che doveva essere provvisorio e che invece c’è ancora), preparato nel 1905 e poi dedicato al generale A.Cantore.

Nel 1922, l’amministrazione fascista propose - sull’onda enfatica della vittoria - uno sfruttamento meglio organizzato dell’area, con risvolti patriottici: la strada adiacente assunse il nome di via Milite Ignoto (via P.Reti); fu recintata la zona con cancellata; lo spiazzo suddiviso in aiuole rettangolari; si piantarono  alberi d’alto fusto (non i platani attuali che sono più recenti, ma simbolici lecci  dei quali alcuni ancora resistono ai due estremi) proponendo  un ambiente quanto mai suggestivo per commemorare i nomi dei caduti associandoli con dei simboli -gli alberi- che restassero sacri alla memoria: una targhetta col nome del soldato, per ogni albero, messo a dimora dagli scolari. Nel 1925 venne bandito  il concorso per un monumento di grandi dimensioni, da dedicare ai caduti per la Patria: da tutto questo programma deriva il nome di ‘parco della Rimembranza’. 

 

                                              

                                                          1920 circa - Mancano i palazzi di via B.Agnese- la torre

                                                          dei pallini -             

 

 Ma l’assorbimento nella Grande Genova ed il passaggio delle consegne a Tursi fece abbandonare ogni progetto in tal senso anche se erano già pronti i bozzetti del monumento e già dichiarato un vincitore (vedi Pavanello).

L’ultima guerra, perduta, è riuscita a smorzare ed annullare l’enfasi della precedente; i nuovi morti hanno soppiantato i precedenti dando praticamente dimostrazione che morire per la Patria è sostanzialmente un merito momentaneo, che fa comodo fin che fa comodo a chi è rimasto per portare avanti i propri interessi.

   Per anni i giardini  perdettero una titolazione specifica rimanendo genericamente “ i giardini delle scuole Cantore”; finché non fu decisa la dedica al ginnasta olimpionico C.Pavanello.

 

BIBLIOGRAFIA

-AA.VV.-SPd’A nella sua amministrazione fascista-Reale.1926-pag.15.18fo   

-Bozzo.Dagnino-Monasteria Nova-Donati.1998-pag.45

-Castruccio A&C-Ge. e paesi circostanti-Mondani.1983-SPd’Arena

-Novella P.-Strade di Ge.-Manoscritto b.Berio.1900-pag.8.14

-Tuvo T.-Sampierdarena come eravamo-Mondani.1983-pag. 46.67foto  

-Tuvo.Campagnol-Storia di Sampierdarena-D’Amore.1975-pag. 272-3foto