PALESTRO                                      via Palestro

 

Oggi non più a San Pier d’Arena; corrisponde all’attuale via Santo Bertelli.

Fu nell’anno 1900 che fu proposto  alle  autorità il nome di ‘ via Palestro’, al vicolo posto tra -allora erano- via Vittorio Emanuele e via san Martino, e  le case n° 34A di proprietà Galezzo, 34B di  Rovegno e 34 C di Pittaluga e C..

La proposta fu accettata e la prima targa in marmo fu applicata nel genn.1901 (quando contemporaneamente via san Martino era  divenuta via A.Saffi).

Nel Pagano 1902 unico compare al civ. 34 c’era una delle tre fabbriche di fiammiferi in legno, quella di Ferrero Giovanni  (c’è ancora nel 1912, non compare più nel Pagano/19).

Nell’elenco delle strade di San Pier d’Arena pubblicato nel 1910, la via appare delimitata da via Umberto I (v P.Reti) e via A.Saffi (v.C.Rolando) con civv. sino al 5.

In quello del 1927,  relativo alle strade della grande Genova appena unificata, appare in SPd’Arena di 4a categoria, ma – assieme a quella omonima di Rivarolo - candidate prossime alla variazione a favore di quella del Centro.

Nulla appare realizzato ancora nel 1933, sempre di 4.a categoria e con civv. sino al 5 (quando via P.Reti era divenuto via Milite Ignoto, e via C.Rolando era ancora via A.Saffi).

Fu con delibera finale del podestà del 19 agosto 1935 che fu cambiato la titolazione con l’attuale.

 

DEDICATA alla battaglia combattuta durante la seconda guerra di Indipendenza, nei pressi del comune pavese (posto a 121 m slm. Nella pianura lomellina, a levante del fiume Sesia, più vicino a Vercelli -12 km- che al capoluogo -58 km) il 30-31 magg.1859. 

Per due giorni si scontrarono gli austriaci del VII corpo d’armata,  guidati dal gen. Zobel, contro i franco-piemontesi, guidati dal gen. E.Cialdini.

Assisteva le operazioni personalmente anche il re Vittorio Emanuele II.

Dopo un iniziale ripiegamento, gli austriaci - forti del numero: 30mila contro 15mila- sferrarono un imponente contrattacco minacciando di scompigliare seriamente e definitivamente  le linee italiane; allora il re Vittorio postosi al comando del II reggimento di zuavi francesi assieme al loro comandante col. De Chabron, andò con essi ad un disperato attacco, rigenerando i fanti italiani e costringendo il nemico alla ritirata verso Novara. Ben 31 cannoni furono conquistati in assalti alla baionetta.

Così, sconfitte, le truppe austrianche dovettero, anche per il complesso delle successive operazioni,  ritirarsi ulteriormente oltre il Sesia fino al Ticino per riorganizzarsi, anche perché in contemporanea falliva un altro attacco austriaco - comandato da Gyulai - a Confienza; permettendo all’esercito francese di Napoleone III di puntare su Milano.

Il re -per il valore dimostrato e lo sprezzo del pericolo-  si meritò sul campo da parte francese la nomina di “nostro caporale”.

Nella zona fu costruito un ennesimo ossario per i Caduti, ed un monumento al Soldato italiano.

 

BIBLIOGRAFIA  

-Archivio Storico Comunale

-Archivio Storico Comunale  Toponomastica - scheda 3253-

-DeLandolina GC.- Sampierdarena-Rinascenza .1922-pag.50

-Enciclpedia Motta

-Enciclopedia Sonzogno 

-Novella P.-Strade di Ge.-Manoscritto bibl.Berio.1930circa-(pag.18)

-Pagano/1908-pag.875---/1933-pag.247

-Pastorino.Vigliero-Dizionario delle strade di Ge.-Tolozzi.1985-pag.1365

-Pescio A.-I nomi delle strade di Genova-Forni.1986-pag.259