PORRO                                      via Enrico Porro

 

 

TARGHE: via - Enrico Porro – Privata

                  S.Pier d’Arena – via – Enrico Porro – 1859-1931    

 

inizio strada a sud, angolo con via V.Capello

 

a metà strada

fine della strada a nord, angolo con via W.Fillak

 

QUARTIERE ANTICO: san Martino

 

 

N° IMMATRICOLAZIONE:   2830   CATEGORIA:  2

 da Pagano 1967-8

 

CODICE INFORMATICO DELLA STRADA - n°:   50280

UNITÀ URBANISTICA: 24 - CAMPASSO

 da Google Earth 2007. in fucsia, via VCapello.

CAP:   16151

PARROCCHIA:  san Bartolomeo della Certosa

STRUTTURA:   da via V.Capello a via W.Fillak. Scorre parallela a quest’ultima con doppio senso viario.

Strada di proprietà privata.

Fiancheggiata da palazzi da abitazione ritmicamente uguali, allo scopo di albergare le famiglie dei ferrovieri (da ciò, il nome di “villaggio dei ferrovieri”).

Le case, solo sul retro, ovvero sulla facciata esposta alla strada principale, possiedono accennati elementi geometrici e decorazioni floreali tipo liberty, assai semplici  trattandosi di case popolari per il personale delle Ferrovie, a contorno delle finestre, con disegno diverso nei vari edifici.

È servita dall’acquedotto DeFerrari Galliera e Nicolay

 

da dare a monte                                                          incombente struttura

CIVICI

Nel 2007, dalla toponomastica di corso Torino:

NERI= da 1 a 11            e da 2 a 16 (compresi 2a, 6a, 10ab)

ROSSI= 20r  (mancano da 2 a 18).

   Nel Pagano/0 è citata, limitata da via V.Capello e via delle Corporazioni. Segnala solo civv. neri 1, 3, 5.

===civ. ___ si apre la palestra del dopolavoro ferroviario (con corsi di danza classica e moderna, ginnastica artistica dall’asilo all’agonistica, ginnastica della terza età ed esotiche orientali).

===civv. 2a-6-6a: assegnati a nuove costruzioni nel 1967

===civ. 4        assegnato a nuova costruzione nel 1968

===civ.  8   assegnato a nuova costruzione nel 1962

===civv.10-12-14-16 assegnati a costruzioni del 1960

 

STORIA:  Iniziati i lavori tra il primo e terzo decennio del 1900,  ancora nel 1932 si erigevano dei palazzi per conto delle Ferrovie dello Stato, non si conosce per opera di quale architetto. Occuparono gli ultimi prati residui rimasti liberi dell’antica “piazza d’Armi” il cui terreno probabilmente era già proprietà delle FF.SS..

La strada è racchiusa ai lati tra via W.Fillak ed un muraglione delle ferrovie,  che in fondo -a nord- diramano un binario per collegarsi col parco del Campasso tramite un ponte in ferro che chiude la nostra strada e poi passa sopra via principale (Fillak) e anticamente segnava uno dei confini tra San Pier d’Arena e Certosa.

Nel 1933 era collocata: “da via V.Capello”, chiusa, con i soli civici 1 e 3.

Con la costruzione (1961-7) dell’autostrada (vedi in ‘Camionale’) la strada non solo fu sormontata dal ponte Morandi, ma i piloni –studiati per salvaguardare lo scorrimento della via Fillak furono ‘quasi appoggiati’ alle case creando – nei poveri possessori degli appartamenti - un incombente muraglione di cemento eliminando ogni altra visuale.

Come scritto sopra, molti sono stati rifatti nel dopoguerra.

Fa ancora parte del quartiere del Campasso.

 

DEDICATA  All’ingegnere nato nel 1859 e morto nel 1931, progettatore della prima linea ferroviaria della Liguria-Piemonte.

Come descritto in via Buranello, nel 1840 re Carlo Alberto firmò una ‘Regie Lettere Patenti’ con la quale dava autorizzazione ad una società privata affinché intraprendesse gli studi necessari per la costruzione  di una strada ferrata tra Genova ed il Piemonte-confine lombardo. Questa società, fondata e composta da banchieri e negozianti diede l’incarico all’ing. Porro perché studiasse un progetto di massima: questi dopo il tempo necessario propose praticamente l’itinerario ancora attuale: da ‘fuori le mura’ o dal porto o da  San Pier d’Arena, lungo la valle Polcevera, iniziando a salire per piani inclinati da Pontedecimo-Riccò fino al livello di 340m slm, dove iniziava un tunnel lungo 1800 metri sotto il colle dei Giovi sino a Busalla, valle dello Scrivia, Serravalle, Novi, Bozzolo Fornigaro: qui una biforcazione. Una linea verso Bassignana per attraversare il Po e, attraverso la Lomellina raggiungere Pavia; l’altra arrivare ad Alessandria e proseguire per Torino lungo la valle del Po o del Tanaro.

   Nei pochi anni seguenti, sia il regio governo che la società, ebbero modo di cambiare buona parte delle regole iniziali .Non si suppone per sfiducia; anzi nelle clausole del contratto con la società promotrice, si rileva fiducia della casa reale verso l’operato della società stessa, ma  più d’una e pesanti appaiono le precauzioni e le sanzioni, per questi motivi io credo il progetto iniziale del Porro fu sottoposto a consulenza del celebre ingegnere inglese Brunel che contava allora  il primariato mondiale di esperienza in quel ramo (il padre Marco Isambard Brunel, 1769-1849 era francese: rimase famoso per essere stato capo ingegnere di NewYork, aver costruito  a Londra la galleria sotto il Tamigi, aver firmato molti importanti progetti  portuali, navali e ferroviari. Più probabile quindi che il Nostro sia stato il figlio Kingdom Isambard Brunel, 1806-1859, nato a Portmouth, famoso per aver collaborato col padre alla progettazione della galleria sotto il Tamigi, per aver progettato ponti, opere portuali, e soprattutto linee ferroviarie divenendo ingegnere capo delle Great Western Railway per la quale progettò opere di ogni genere; finì la carriera in costruzioni di colossali piroscafi di stazza di molto superiore a quanto si riteneva sino ad allora possibile): dopo alcune dilazioni, nel 1843 questi confermò il tracciato del Porro tranne il  punto di attraversamento del Po.   Non si sa bene perché, ma anche la galleria dei Giovi fu aperta con inclinazione e lunghezza diversa, risultando alla fine quella attuale, lunga 3100 m..

Dopo di ciò nulla più si conosce di questo ingegnere progettatore, divenuto importante nell’ambito delle Ferrovie dello Stato: venne promosso Capo del compartimento di Genova. E con questa veste, che studiò i progetti delle linee ferroviarie in porto e nelle zone limitrofe al CAP specie nella nostra città (nell’interno del porto esiste una sviluppata rete ferroviaria che nell’insieme supera i cento km. E’ gestita da una Sovraintendenza specifica; San Pier d’Arena faceva parte del gruppo di san Benigno e possedeva sia la gestione merci in arrivo-partenza via mare con spedizioni  a PV (piccola velocità) ed a GV (grande velocità), oltre i parchi del Campasso (il più importante di tutti) e quello di Piazza d’Armi).

In più, forse progettò o comunque partecipò -in collaborazione con Vincenzo Capello- alla creazione del ‘rione dei ferrovieri’ nella zona del Campasso ai limiti con la via Campi, in un periodo in cui a San Pier d’Arena c’era ancora una “vorace fame di alloggi”.

In conseguenza,  la strada di accesso alle case dei ferrovieri fu dedicata a questo personaggio, pioniere delle strade  ferrate, quale ‘uno di loro’.

Potrebbe essere suo figlio, il prefetto della Provincia nel 1929, grande ufficiale dr Ettore Porro.

 

BIBLIOGRAFIA

-Archivio Storico Comunale - Toponomastica, scheda 3640

-AA.VV.-Annuario guida Archidiocesi- ed./94-pag.432;  ed./02-pag.469

-Enciclopedia Motta

-Enciclopedia Sonzogno

-Genova, rivista municipale del dicembre 1932

-Lamponi M.-Sampierdarena- LibroPiù.2002- pag. 151

-Michelucci GC-125mo anniversario della ferrovia…-ALG.1978-pag.18

-Millefiore&Sborgi-Un’idea di città.C.Civico SPdA 1986-pag. 54scheda18

-Pagano/1933-pag.248- /40-pag. 379; /1961-pag.344

-Pastorino Vigliero-Dizionario delle strade di Ge.-Tolozzi 1985-pag.1506

-Poleggi E. &C-Atlante di Genova- Marsilio 1995-tav.10

 

Non citato da Enciclopedia Sonzogno e Motta