ORGIERO                                            via Carlo  Orgiero

 

N.B. riportiamo il nome come è nella targa, ma sapendo che è sbagliato: ampia documentazione comunale lo scrive senza la i = Orgero.

 

TARGHE:

 S.Pier d’Arena – via – Carlo Orgiero – pittore – sec. XIX -

via – Carlo Orgiero – pittore – sec. XIX

San Pier d’Arena – via – Carlo Orgiero – pittore – secolo XIX

 

di fronte a via G.Tavani

  

angolo a nord con via Bezzecca 

 

angolo con via W.Fillak   

 

 

 

 

QUARTIERE ANTICO: San Martino

 da MVinzoni, 1757, In rosso, chiesa e oratorio di s.Martino vescovo; celeste, via  CRolando; giallo, via GTavani. In verde ipotetico tracciato di via COrgiero.

 

N°  IMMATRICOLAZIONE:   2815,  categoria  3.a

da Pagano 1967-8

 

CODICE INFORMATICO DELLA STRADA -  n°  :   43940

UNITÀ URBANISTICA: 24 - CAMPASSO

 da Google Earth 2007. In rosso via P.Reti; azzurro via W.Fillak; giallo, via G.Tavani; verde via C.Orgiero

 

CAP:   19151

PARROCCHIA:   san Gaetano e san G. Bosco

STRUTTURA:   Una delle precedenti targhe in marmo, che è stata rimossa e sostituita con una di plastica, aveva inciso nell’angolo sinistro in basso la scritta “già vico Calatafimi”.

Il percorso va a forma di ┐ da via Giuditta Tavani e dal sottopasso ferroviario che  collega questa con via Spataro, a via Walter Fillak.

È servita dall’acquedotto DeFerrari Galliera.

 

STORIA: la strada si venne a formare dopo la metà del 1800, lungo la ferrovia (la cui costruzione ridisegnò molti tracciati) ed alle spalle delle casupole affiancanti la strada principale verso il nord. Si può tracciare una ipotesi: poiché l’itinerario di via Spataro è sei-settecentesco e preesisteva quindi alla ferrovia, forse in quell’epoca si continuava con l’attuale via Vicenza (quando questa era l’inizio di via Campasso ed unica a proseguire verso il nord); quando a metà 1800 fu eretto il lungo terrapieno venne appositamente lasciato il sottopasso perché corrispondente alla strada che si congiungeva con la provinciale; e l’essere così angusto e basso, sottolinea la allora solo pedonalità e non carrettabilità.

   Agli inizi del 1900 venne denominata ‘vico Calatafimi’

   Con delibera del podestà, il 19 agosto 1935 venne cambiata la denominazione in quella attuale, essendoci già una via Calatafimi in centro, trasversale di via Assarotti.

   Nel Pagano/40 è citata come Orgero, da via G.Tavani a via Bezzecca; segnati i civv. neri solo dispari da 1 a 11; e due rossi: 4r officv.meccan.; 7r macch. d’occasione.

   Nei periodi pre bellico-durante l’ultimo conflitto mondiale, era delimitata dai lati di uno stabilimento industriale chiamato FAL (Fonderie e Acciaierie Liguri (nel 1940 non è citato essere presente, sul Pagano), con ingresso in via san Fermo e poi in via Bezzecca; la mensa si apriva in fondo a via Miani: da lì alcuni partigiani fecero entrare nello stabilimento delle armi, nascondendole in un buco dietro il bancone di distribuzione delle vivande), alla cui demolizione (alla fine degli anni ‘50) seguì l’erezione dei palazzi attuali.

 

      

(rimangono i ruderi delle pareti dello stabilimento, nel tratto più a nord, dove la strada si va a collegare con via W.Fillak).

 

CIVICI:   NERI= da 1 a 13     e da 2 a 6       

               ROSSI= da 1 a 57 (compreso 3a; escluso 35)

                                  2 a 110 (compresi 7a - 84a)

===civv. 2 e 4 , assegnati nel 1961

===civ.6   :  fu costruito nuovo nel 1963

===civv. 11 e 13 assegnati a nuova costruzione nel 1962

===24r: nel 2007 internet segnala la soc.Panificatori (lavoratori del pane, con mappa dei fornai panificatori).

 

DEDICATA  al pittore nativo di Castelnuovo Scrivia (AL, vicino a Tortona), il 22 maggio 1844. 

   La famiglia si trasferì a San Pier d’Arena, e lui subito dopo le elementari, frequentate alle Tecniche, fu avviato dal padre alla professione dell’ebanista. A venti anni (1864) fu presentato da Maurizio Dufour e Raffaele Granara ed iscritto all’Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova, divenendo allievo del Barabino (ambedue di San Pier d’Arena lo seguiva anche nello studio privato e nei lavori di decorazione), conseguendo da subito brillanti risultati (una medaglia d’argento nel corso di ‘figura’ ed una menzione d’onore) e costituendo -assieme al Vernazza, Torriglia, Popert, Gainotti- il “nucleo storico” della scuola barabiniana. (detto anche ‘gruppo dei Sampierdarenesi’) Rimase all’Accad. Ligure di Belle Arti fino al 1867. Sempre attento e pronto a favorire i giovani artisti e gli studiosi, fu apprezzato e stimato da essere eletto presidente di vari solidalizi artistici cittadini, finché dal re fu nominato Cavaliere della Corona.

   Nel 1874, dipinse a memoria l’olio che si conserva nelle sale della società Universale raffigurante Carlo Meronio, nostro concittadino, presente a tutte le spedizioni garibaldine dal 1860 sino a Digione (ove morì il 26 nov.1870 essendoci andato con Garibaldi, (assieme ad altri soci della società Universale: Cerruti Carlo, Derchi Vincenzo, Morando GB, Poggi Pasquale) quali volontari a difendere la Francia dall’invasore prussiano).

   Nel 1890 il giornale settimanale sampierdarenese politico-amministrativo ‘La Ragione’ (con tendenze dapprima liberali poi moderate) lo propose  nella lista dei candidati per le elezioni amministrative del 20 luglio, assieme a Giovanni Bombrini, Lazzaro dr Vanessa, Natale cav Romairone (allora direttore della cassa Generale) e GB Sasso. Tale giornale diede vita in città nel dicembre 1890 alla ‘Società Patriottica’  fondata dall’avv.Chiazza ed alla quale non sappiamo se appartenne il pittore anche se l’assenso appare ovvio.  In veste politica, per molti anni fu assessore della pubblica istruzione

   Nel 1895, nel Politeama Genovese, finì di affrescare sia la volta (illustrando i ritratti dei più grandi maestri della musica e della poesia) che il boccascena (con un trionfo di bellissimi putti).

    Negli anni 1902 abitava in via V.Emanuele (v.G,Buranello) al 22 (non corrisponde all’attuale; 26 era il Centro), vicino a p.za V.Veneto che ancora non esisteva.

   Venne chiamato dall’Accademia, a 69 anni (1913), a far parte del Collegio degli “Accademici di merito” , nella classe dei pittori, mentre era assessore della pubblica istruzione del comune di San Pier d’Arena            (carica assunta e mantenuta per oltre un ventennio: seppur di ideologia militante in campo avverso alla chiesa, fu grande estimatore di don Daste  ‘largheggiando nel procurargli sussidi’, ed alla sua morte, tentò un’orazione di elogio ma fu costretto a rinunciare per l’intensa commozione).

   Morì settantacinquenne il 14 giu.1919 a Genova (alcuni dicono a Castelnuovo, ove si era ritirato negli ultimi anni della sua esistenza).

   Essendo un attivo poliedrico, in sostanza viene ricordato in molte vesti:  come pittore affrescatore e ritrattista, allievo di NBarabino e come Accademico; decoratore; disegnatore pubblicista sua è la copertina del lavoro teatrale di P.Chiesa; assessore nel Consiglio comunale di San Pier d’Arena con l’incarico della pubblica istruzione; attore; dirigente teatrale.
    Il Pagano/1921 lo cita come accademico di merito nella classe pittura

    Feconda fu la sua produzione: ricordiamo affreschi sulla volta di chiese: sulla volta di NS di Belvedere (sua è l’’esaltazione della Vergine’);ed a Busalla  (il ‘Trionfo del Rosario’); del Politeama Genovese (1895, andati distrutti nel 1942); nel fastoso Alcazar in Carignano (era un caffè-teatro- con biliardo, ma anche bagni e pattinaggio -con pista di 50m di parete-.   Nel lug.1892  produsse una decorazione sulla volta e sugli specchi del gran salone); la ripittura della volta del  teatro Modena (per il quale, su tela, dipinse anche “il Falconiere” usato come sipario secondario, cambi di scena o spettacoli meno impegnativi  ed andato disperso); sulla semicupola della chiesa di CampoLigure (dipinse l’immagine della B.Vergine Assunta comparsa ai paesani –in guerra con i vicini- sul monte Bonicca nel 1595).

   Su tela furono anche i sipari di soccorso del Teatro sociale di SestriP.(rimase aperto da1 1840 al 1895); di soccorso del Teatro Ristori (di via C.Colombo= via Sampierdarena, civ.14); quello principale del Teatro Khediviale del Cairo in Egitto (raffigurante l’entrata di Giulio Cesare nella città africana); e del Teatro naz. di Costa Rica. Ma anche in Piemonte e Lazio)

   Su tela, più conosciuti sono i suoi numerosi ritratti, per i quali fu molto richiesto (essendo allora di moda; in attesa della nascente fotografia).

   Importanti sono alcuni lavori di decoratore su ceramica.

   Viene ricordato come personaggio di tempra pittorica assai robusta, innamorato dell’arte sua, coloritore veramente maestro e vanto della città, con stile brioso e frizzante, adatto nel produrre ritratti per i quali occorreva un tratto e tinte briose e frizzanti ma anche assai corretti .

    Come scritto in prime righe, è ormai accertato da documenti comunali che il nome giusto è Orgero (e così lo riporta la bibliografia segnata sotto in verde); solo Miscosi lo chiama Oggero.

 

BIBLIOGRAFIA

-Archivio Storico Comunale – Toponomastica, scheda 3189

-AA.VV.-Ambiti barabiniano e novecento-UOES.1976-p.17 il  sipario era per il Ristori

-AA.VV.-Annuario guida Archidiocesi-ed./64-pag.425; ed/02-pag.462

-AA.VV.-Contributo di SPd’Arena alla Resistenza-PCGG.1997-pag.38

-Beccaria R.-I periodici genovesi dal 1473 al 1899-Ge.1994-pag.490.510

-Beringheli G.-Dizionario degli artisti liguri-De Ferrari 2001-pag.284

-Bottaro.Paternostro-Storia del teatro a Ge.-Esagraph.82-v.I-157foto.166n17

-Comune di Genova-Stradario edizione 1953-pag. 127

-Durante A,-don Nicolò Daste_DonDaste.1984-pag.45.57.61      

-Genova rivista municipale: 12/37.pag38ritratto  5/67.pag.48

-Google di Internet –per CampoLigure e teatro di CostaRica

-Miscosi G.-Osservazioni e ricordi della vecchia Ge.-Tolozzi 1969-pag.8

-Morabito L.-il Mutuo Soccorso-ist.Mazziniano.1999.pag.337

-Pagano/1921 pag. 455

-Pastorino.Vigliero-Dizionario delle strade di Ge.-Tolozzi.1985-pag.1343

-Poleggi E. &C-Atlante di Genova-Marsilio.1995-tav.21

-Ragazzi F.-Teatri storici in Liguria-Sagep.1991-pag.88.96n27.187  

-Ragazzi F.-Sampierdarena 1864.1914 mutualismo e...-Ames.2005-p.251

-Ragazzi. F.-Corallo-Chiavari-Sagep.1982-pag.40  

-Roscelli D.-Nicolò Barabino maestro dei maestri-socUniv.1982-pag.51

-Tuvo Campagnol-Storia di Sampierdarena-D’Amore.1975-pag.112(dice che il Falconiere era per il Ristori non per il Modena)  

Non citato da E.Sonzogno  + E.Motta  + Novella  + La pittura in Liguria dal 1850 + le cronache di SestriP