OPERAI                                                       via Operai

 

TARGHE: via Operai

(sono tutte in plastica; nessuna delle antiche targhe è stata conservata)

 

angolo via Bombrini

 

angolo Lungomare Canepa

 

angolo con via Operai trasversale

 

prosecuzione verso ovest di via Antica Fiumara, angolo via Gaggini

QUARTIERE ANTICO: Canto

 da MVinzoni, 1757. Ipotetico tracciato della via; con in celeste, via Bombrini e giallo, via Antica Fiumara.

 

N° IMMATRICOLAZIONE:   2814       CATEGORIA:  2

da Pagano 1967-8

 

CODICE  INFORMATICO DELLA STRADA:  n°  43740

UNITÀ URBANISTICA: 26 - SAMPIERDARENA

 da Google Earth. In giallo via Antica Fiumara; in fucsia via Bombrini; in rosso via G.Gaggini

 

CAP:   16149

PARROCCHIA:   s.Maria della Cella

STRUTTURA:  Con la ristrutturazione della zona della Fiumara, ha cambiato radicalmente percorso.

Anticamente, andava da via A.Pacinotti a lungomare G.Canepa (vedi cartina dal Pagano). Era senso unico verso il mare.

Per i lavori della Fiumara, dapprima fu chiusa ed il tragitto scomparve con la demolizione delle costruzioni affiancate nella sua metà da via Pacinotti.

Completato il lavoro, dal 2006 ha conservato la zona ma non il tragitto: ora è a forma di T = con l’ asta orizzontale, che va  dal Palazzo della Salute a Lungomare Canepa (quindi è parzialmente sovrapponibile – ma solo per la metà a mare - al vecchio tracciato, che arrivava da via Pacinotti; oggi invece, nella ex metà a monte c’è il ‘Parco Fiumara’, che è separato dalla nostra strada - a livello della piazzetta con aiuola davanti alla ASL - da una cancellata). L’asta verticale della T invece, va dall’incrocio con via Gaggini, a ovest (parallela al mare; ha rubato un tratto dell’antica via Bombrini e copre la parte più a ponente della antica via Fiumara (anch’essa falsata rispetto il vecchio tracciato). In questo tratto, la parte di strada a monte ha un corridoio slivellato di un metro in basso rispetto la strada, e chiude il retro dei palazzi che si aprono in via Bombrini ma solo sino all’Arpal, quando detto corridoio si interrompe.

Sono senso unico da via Gaggini a ponente; e da lungomare Canepa alla piazzetta.

 

STORIA  della strada:   È datata 1846 una mappa della “zona del Canto”, ovvero del terreno su cui verrà costruito lo stabilimento di Taylor & Prandi (poi Ansaldo): in esso la proprietà di Rolla Francesco era circondata da una strada chiamata “strada comunale del Ponte”, detta “crosa del ponte”(vedi), poi divenuta via Bombrini, che dall’inizio di via Fiumara, a tragitto di una S rovesciata arrivava prima del ponte di Cornigliano, (e questo quando via Pacinotti non esisteva). Questi sono i nomi più antichi ritrovati, antecedenti all’insediamento industriale, quando vi esistevano solo alcune case padronali (ancor oggi è visibile una torre tipo saraceno inserita nella facciata di costruzioni industriali, appartenente ad una villa seicentesca demolita,: speriamo venga salvata dalla pianificazione prevista con la demolizione di tutta la zona) e dei loro manenti, qualche fabbrica artigianale e soprattutto orti fecondi e vigneti .

 

Dell’industria   Quando nel 1846 Carlo Alberto, avvertendo la necessità ridurre l’importazione di materiale ferroso, accettò - anche se con una non poca diffidenza - di favorire una nascente industria meccanica genovese (soprattutto iniziavano le costruzioni di strade ferrate per cui occorrevano binari e locomotive; le navi diventavano di ferro ed abbandonavano le vele occorrevano i motori).

Cadde su San Pier d’Arena la scelta fatta dall’inglese P.Taylor a cui il regno anticipò, tramite Prandi, 500mila lire perché iniziassero.

 I due lunghi capannoni iniziali, posti paralleli al mare, ebbero l’apertura a levante, sul primo tratto di quella antica strada comunale del Ponte su citata (la quale con curva a ponente proseguiva costeggiando il fabbricato più a nord, come detto per arrivare al ponte). Quando la proprietà Taylor fu rilevata dall’Ansaldo ed iniziò il suo movimento espansionista, l’aumento degli operai ed i raccordi ferroviari determinarono aggiungere al primo tratto della antica strada  un nuovo tratto diritto verso nord che praticamente sfociasse presso la strada al Ponte (oggi Pieragostini) nella zona poi detta Crociera:  all’ insieme, venne dato il nome di via Operai.

   Tutta la zona attorno, dapprima coltivata a orti, poi soggetta a sparsi insediamenti industriali manifatturieri, con l’Ansaldo iniziarono gli espropri, e dal 1883 in poi via via venne demolito tutto attorno; e cambiando nome sociale e stravolgendo la antica struttura (ad esempio scomparve la metà della antica strada comunale al Ponte, inglobata nell’Ansaldo).

 

Veduta panoramica dell’Ansaldo. Nella parte bassa a destra, lungo la facciata bianca scorreva la prima via Operai (in diagonale verso l’angolo inferiore destro della foto, via Pacinotti).   

  

Grosso ed indubbio vantaggio fu il lavoro offerto ai tanti che sempre più numerosi  immigrarono al richiamo dell’industria (alla quale evidentemente poco importava conservare le antiche vestigia: pur di produrre, anche a svantaggio di tantissimi piccoli e medi stabilimenti, distruggendo l’artigianato ed a vantaggio degli industriali e dello Stato piemontese - non certo di San Pier d’Arena - (onorata - o capro espiatorio- per la scelta di tale insediamento?).  È detto comune che non si può né si deve arrestare il progresso, ma in suo nome non si deve lasciar distruggere tutto il precedente; è come se in una casa per allargare i box si distruggessero le fondamenta.

   Per sottolineare e celebrare l’enorme afflusso di addetti al settore metalmeccanico, che nel 1866 erano 1700, nel 1883 erano già oltre 3mila solo dell’Ansaldo, durante il conflitto del 1915-8 divennero 55mila, si diede questo nome a questa strada, a solenne testimonianza dell’enorme importanza che questa massa di lavoratori ebbe ed ha nell’evoluzione sociale, del lavoro, della società, dei governi, e non ultima della democrazia in cui viviamo.

   Così nel 1900 la strada già esisteva, ma solo il tratto a monte, da via Fiumara a via Garibaldi  (via Pacinotti) con due ingressi di privati   (casa Casanova Luigi e C al civ.2 , casa Bagnasco GB e C al civ 3), ed uno dei magazzini Feltrinelli al civ. 4.

   Il Pagano 1902 segnala solo  civ. 1 f.lli Feltrinelli segheria a vapore (nel 1925 è soc.an. per l’industria ed il commercio dei legnami, via Cesare Battisti 20 (dal 1921 è anche al civ.16 di via C.Battisti) e via Operai 2r  tel 41188);---  al civ. 3 il negozio di metalli e ferramenta di Bagnasco Gio Batta’ (vecchi) telef. n. 770;---   cNP  negozio di cereali dei f.lli Dagnino;--- .

 

   Nel 1910, limitata dalle strade con la stessa denominazione (Operai e Bombrini), aveva numeri civici sino al 2 e 3. Fu sul lato più corto del rettangolo che cingeva lo stabilimento Ansaldo, e che si offriva in via Operai, venne aperto il portone principale di ingresso dello stabilimento.  Varcato il portone c’era un edificio di 2 piani per lato: a mare occupato dagli amministrativi (portineria, uffici, disegnatori, alloggi) a monte (magazzini e salone); procedendo verso levante vari successivi capannoni per modelli, fucine, forni, lamierati, tettoie, ecc.).

   Nel Pagano 1911 e 12 al civ. 3 c’era sia il negozio di cereali dei fr.lli Dagnino; sia al civ.3 quello di metalli e ferramenta di “Bagnasco GioBatta (vecchi) telefono 770”

   Unica titolazione nella Grande Genova, non subì modifiche con l’unificazione di SPd’Arena del 1926; quando era di 4a categoria e con civici sino al 2 e 11.

   Nel 1940 la parte di strada a mare appare strozzata, ad est dalla facciata piccola del lungo edificio contenente uffici, esteso lungo la spiaggia e di proprietà ‘soc.an. Fiumara’ (che aveva gli uffici a Milano); e da est dai muri dell’Ansaldo e Demanio. Il Municipio di Genova riuscì a farsi cedere una fetta rettangolare dal primo, ed una porzione triangolare ad ovest degli altri due proprietari (l’Ansaldo cedette anche una fetta a triangolo della fronte dell’edificio racchiuso tra v.Operai, v.Bombrini e via Fiumara, della soc.Ligure Industriale e Commerciale), allargando questo sbocco al mare.

Nel Pagano di quest’anno, la strada esiste “da via A.Pacinotti a via Fiumara” senza alcun civico in rilievo.

   Nel 1950 il Pagano vi pone ‘l’Allestimento Navi’  unica ed ultima sede locale dell’Ansaldo (ormai già tutto decentrato altrove).

 

1999 - prima delle ristrutturazioni: lo sbocco mare       la via

 

un tratto della via con targa     iniziati i lavori  - da mare

 

 accesso chiuso da via Pacinotti

 

In pieno lavori, la banda rossa segna l’ex tragitto della strada; e la facciata delle costruzioni, la ex via Bombrini

 

   Ancora negli anni 1970 avevano depositi ed uffici varie aziende: nei locali detti «docks Fiumara» nel 1974 aveva sede la ditta TAVI srl di Tagliavacche & Vietti, di importazione ed esportazione di droghe coloniali, china,  materie prime per l’industria dolciaria.

   Dal 2003 in pieno sconvolgimento della zona, alla strada viene cambiato completamente percorso: da levante a ponente, prosegue in diritto la via Antica Fiumara (ex ‘via Fiumara’) fiancheggiando –lato mare- la lunga facciata monte dell’ex proiettificio; e -lato monte- dapprima ancora un isolato di vecchie case (con il civ. 1 sormontato da una edicola con una madonna senza testa) e dopo, il retro di due nuove ristrutturazioni delle quali l’ultima è del Palazzo della salute. Finisce dividendosi a T: a sinistra verso Lungomare Canepa sovrapponendosi al vecchio tracciato; a destra verso monte, sino alla piazzetta antistante il Palazzo della Salute che ha civico 60 (portante nel centro una aiuola caratteristica (ripetuta in altre parti della zona) rotonda e tagliata a spicchio e con una scritta).

 

la strada ex Bombrini, con al centro quello che sarà il Palazzo della Salute

 

 

2005 attuale via Operai

          

2005 - sbocco a mare: a ponente, l’Ansaldo Energia        l’attuale via Operai verso ponente

 

CIVICI:

2007= Dispari= da 3 a 13 (mancano 1, 9 e 11)

           Pari = da 10 a 80 (mancano: 2→8; 12→18; 22→28; 32→38; 42; 46; 50→58; 62; 66)

Dal 2006 la strada intestata agli operai, inizia in corrispondenza del civ. 8; (essendo, il 4 e 6, della via Antica Fiumara) ed ubicati nell’antico edificio detto ‘ex proiettificio’.

===civ.30: la sede dell’AISM. Si apre anche in Lungomare Canepa. Associazione che si interessa dei malati di sclerosi multipla: essa è una gran brutta malattia, la cui causa è tutt’ora sconosciuta (se malattia degenerativa del sistema nervoso per cause virali, metaboliche, genetiche, ...); grandi speranze aveva creato la scoperta di Rita Levi Montalcini (premio Nobel), ma nulla di fatto nel 2011. L’associazione quindi svolge il suo altissimo ruolo nell’aiutare – con sussidi protesici, ginnici, logopedici, ecc. - i tanti colpiti dalla malattia che li porta ad una progressiva (a poussées e più o meno totale) perdita delle capacità motorie (arti inferiori con carrozzella; poi arti superiori con disuso delle mani; e infine del tronco, della vista, respirazione e sfinteri).

===civ. 8: ARPAL (agenzia regionale per la protezione dell’ambiente ligure; la cui direzione generale è a Genova, in piazza della Vittoria, 15); ente nato nel 1998, ha lo scopo, collaborando con altri enti (pubblici e privati – compreso l’Università), di supportarli per la gestione e il controllo del territorio ligure; ovvero tutelare l’ambiente in cui viviamo. Con circa 380 impiegati,  ha funzioni di controllo tecnico di  ispezione, verifica e valutazione di tutti i progetti ed attività già in atto che abbiano un impatto con il territorio, mirando alla sua salvaguardia e manutenzione. Allo scopo, nell’edificio sampierdarenese, i laboratori vengono dotati di macchinari e personale adatti, previsti da norme internazionali e locali, capaci di svolgere accertamenti chimici, fisici,  microbiologici, biologici – quindi anche strettamente in connessione con la salute; in modo che tutto avvenga nel rispetto degli sviluppi delle moderne tecnologie ma senza danno per chi ci vive. Il patrimonio che è oggi oggetto di attenzione da parte di questa istituzione, al contrario è stato per secoli violentato, a vantaggio di ben altri valori che non l’ambiente: e San Pier d’Arena ne sa più di qualcosa; il termine  ‘rumenta’ ed ‘energia’ contengono di per sé produzione anche di scorie ‘inquinanti’ – intese come dispersione – accidentale o dolosa - dei residui nel terreno (e quindi nelle sottostanti falde  acquifere e scarichi in mare; quindi acqua (potabile, ma anche di balneazione, dei torrenti e percolati, frane e biodiversità), ma anche nell’aria (per emissioni di rumori, di radio comunicazione, di microparticelle di smog, e  – pericolo d’ oggi – di radioattività.

Nel 2010 ha compiuto 30mila sopralluoghi (compresi alcuni per la sicurezza di impianti di sollevamento).

===civ.60:  dal 2006 è aperto il “Palazzo della salute”, la sede locale della USL 3 Genovese, istituzione regionale, sia con un settore burocratico medico-farmaceutico, che ambulatori e tutte le mansioni relative al concetto di salute: ricettari per i medici, sale per riunioni di aggiornamento, supporti per malattie specifiche (pannoloni per incontinenti; test per diabetici, carrozzelle e lettini, ecc.).

 

nell’atrio di ingresso dell’Arpal un monumento

residuo, monco, delle antiche fabbriche (archeologia industriale).

 

DEDICATA  al lavoratore occupato nell’attività industriale e salariato (definizione de Enciclopedia Sonzogno)

 Nel 1931 Genova era la città “più operaia” d’Italia: il censimento diceva che il 47% degli occupati erano operai (a Torino il 46 e Milano 43%); nel decennio 1961-71 erano ancora tanti, quando iniziò la grande diminuzione conseguente alla deindustrializzazione dell’impresa pubblica, che con maggiore evidenza dagli anni ‘80 cambiò il senso storico del numero e della presenza operaia in città.

  Il fatto è che gli operai, certi vantaggi non li ebbero per diritto di esistere, ma dovettero conquistarseli gradino per gradino, col sangue, con enormi sacrifici, con gravi conflitti sociali per l’occupazione; allora questa strada, fu un contentino? per anni si ricalcò  la stessa perseverante  mentalità degli antichi aristocratici, per cui è seccante per chi comanda, non potersi arricchire adeguatamente sfruttando doverosamente la massa, usata perché valutata più o meno becera;  e come se la rivoluzione francese nulla avesse insegnato, essere invece sottoposti a continue lotte per ritoccare e risicare - solo dopo scioperi e minacce - i contratti e migliorare le condizioni.

È dal tempo degli antichi romani, il dare un contentino alla plebe per farla quietare: l’osso al cane, e la polpa?; nulla è cambiato nel mondo; il dramma è che tale sistema sussiste ancor oggi anche se suonato apparentemente diverso).

   Fu a Rochdale, cittadina inglese, che nel 1844 alcuni operai del ramo tessile si organizzarono per la prima volta col fine di cooperazione e mutualismo; e Mazzini là esule non può non aver recepito la messa in pratica delle sue teorie, e così fare da ponte per gli operai di San Pier d’Arena solo sette anni dopo, e far divenire il borgo capitale italiana del mutualismo prima ancora che città ligure.  Laicità e cooperazione furono i principi base della nuova economia sociale; libertà dallo straniero, unità ed indipendenza d’Italia furono il collante tra repubblicani e regi, mazziniani ed i Savoia, per cento anni fino alla seconda guerra mondiale.

   Da quel seme, crebbero come mai nessuna categoria di lavoratori.

   Sono loro, che forti del numero e di una sostanziale esasperazione, da una situazione atavica di sfruttamento, fornendo una capacità produttiva sempre più qualificata, ‘rosicchiarono’ in centocinquant’anni un sostanziale miglioramento economico, sociale e culturale: da massa informe e succube, a protagonisti della moderna società. Le lotte con la polizia o occupando le strade, lasciavano il segno perché era il linguaggio che diceva alla città che molto essa dipendeva da loro.

   Ma pur sempre furono tra loro, quelli che nei giorni -dal 16 giu.1944 in poi- vennero usati: “trasferiti” in massa (circa 2mila); concentrati su carri bestiame, senza alcun preavviso neanche alle famiglie, con destinazione Germania: per molti, la morte.

   Sono loro, migliaia di tute celesti che al richiamo assillante di una sirena convergevano ad orario stabilito verso i cancelli dei grandi stabilimenti, sciamando nei vari reparti, chi a fondere la ghisa della siderurgia, chi ai nastri, chi nei magazzini delle fabbriche di latta, chi alle mille altre incombenze. Da mille a sessantamila operai, arrivati da tutta Italia (i foresti, i gabibbi, i terroni; piemontesi bottegai, calabresi ai lavori pesanti e le donne ‘a servizio’) più un indotto di altre decine di migliaia, che hanno travolto SanPier d’Arena: Paolo Lingua chiama “nova gens” (dal quadro di P.Nomellini esposto alla GAM e di proprietà del Comune di SPd’Arena).

 Plinio Nomellini – Nova gens

   Sono loro che oggi, sfoltiti i ranghi per le nuove esigenze commerciali,

quasi scomparsi in San Pier d’Arena,  mandati precocemente in pensione a spese di tutti (l’ultimo contentino), non rappresentano più la forza di prima e – sparuti - si sono imborghesiti.

   In sostanza se da che mondo è mondo, è il capitale (i ricchi) che promuove e condiziona le trasformazioni sociali, con la modifica demografica e con l’aumento della massa di operai – forti di uno zoccolo di base ben strutturato come l’Universale - la loro spinta all’evoluzione divenne duplice, anche se non sempre unidirezionale. 

 

BIBLIOGRAFIA 

-Archivio Storico Comunale

-Archivio Storico comunale Toponomastica - scheda 3170 

-Archivio Ansaldo

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-DeLandolina GC– Sampierdarena-Rinascenza.1922-pag.49

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-Manzitti-Minella-Ripartire da Genova-Sagep.2000-

-Novella P.-Strade di Ge-Manoscritto bibl.Berio-1900-pag.18

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-Poleggi E. &C-Atlante di Genova-Marsilio.1995-tav.33

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-Tuvo T.-Ssampierdarena come eravamo-Mondani.1983-pag. 107.272-3  

-Tuvo.Campagnol-Storia di Sampierdarena-D’Ampore.1975-pag.209

-Zerbini&De Ferrari-Dove & Chi-2011-ed.GenovaDove-pag.517