NUOVA                                                   via Nuova

                                                                piazza Nuova

 

Vie.   Prima del 1900, era un inflazionato nome generico, popolarmente chiamata “stradda néûa”, data alle più varie strade man mano che sul terreno dei vecchi orti e giardini - con la selvaggia costruzione di case su ogni minimo spazio esistente -  si veniva a definire una strada di transito od accesso,  quasi mai seguendo il piano logico di un ben preciso piano regolatore.

I vecchi sampierdarenesi le chiamavano tutte“e stradde néûe”.

Più persistente e sopra tutte, fu riferita all’attuale via G. Buranello perché  - metà del 1800 - più importante delle varie, così  nominate nei secoli.

Nei primi anni del 1800, (Alizeri dice “dal 1812 , dal piano della Palmetta a raggiungere il lido”) venne chiamata“nuova strada reale dei Giovi”  la via a lato levante del Polcevera ( verso i Giovi, da PonteX  fu aperta dai francesi napoleonici in sostituzione della via per la Bocchetta, fino ad allora usata per andare al nord ). Allora essa era rappresentata da via della Pietra,  via Campasso, via san Martino (C.Rolando), crosa dei Buoi, (ancora non esistendo quella che  poi divenne “via Vittorio Emanuele”(via W.Fillak)).

In un documento d’archivio, il 28 ago.1858 viene progettata una nuova via d’ accesso all’opificio dell’ ing. Tomaso L.Robertson (questi nel 1842 aveva impiantato uno stabilimento industriale con tre capannoni, per fonderia della ghisa,costruzione di macchinari ed apparecchiature ad aria compressa. Divenne il terzo grande stabilimento meccanico cittadino); a quella data esso era raggiungibile solo  dalla via Nuova, attraverso lo spazio compreso tra l’orto del rev.Canonico Spigo (o Spigno) e la casa Storace e fu Castello GB (mentre la nuova via d’accesso doveva essere autorizzata, perché “di pubblica utilità, in continuazione con quella  costrutta lungo la ferrovia prolungandola fino al torrente Polcevera, attraversando l’orto del signor Emanuele Sasso” e passando vicino a casa Tuo (dalle reazioni risentite, si ha sentore che la strada non fu concessa).

Nel 1865 l’azienda era ‘già Robertson’; mentre l’atto della sua liquidazione scrive compiersi per la ‘società anonima  per gli stabilimenti meccanici già Robertson di Sampierdarena e Sestri).

Nel regio decreto del 1875, è più ufficialmente chiamata “strada nuova provinciale” o via della Marina (via San Pier d’Arena) .  Dopo  così, fu chiamata via Cristoforo Colombo, poi via Nicolò Barabino, e per ultimo prima ed in attesa del nome attuale, di nuovo genericamente “via Nuova al mare”) . Divenne la “vecchia via provinciale”, quando il titolo di nuova,  passò a via Vittorio Emanuele (via Buranello).

Mentre poi, alla fine del secolo, con questo titolo divenne via Vittorio Emanuele (oggi  vie Buranello-Reti-Fillak-oltre), neonata a fianco della ferrovia.

È insoluta, ma a senso unico come definizione,  la diatriba se la ferrovia si sviluppò a piano terra (ipotesi suffragata dal  riscontro di un progetto italobelga datato posteriori all’apertura della linea), oppure già subito su viadotto (suffragato dall’altezza della galleria di s.Lazzaro, impensabile che da terra sia andata in salita per raggiungere l’imboccatura; e da tutti i lavori svolti da Serravalle a qui). Il nome della strada fu lo stesso della società che eresse il viadotto.

Nel Pagano del 1902 e 8 si elenca un produttore di biacca,  Malatesta e C., reperibile in “ via Nuova Grosso” non precisata

Nell’elenco delle strade sampierdarenesi, pubblicato nel 1910 si trovano due vie col nome in oggetto: una “via Nuova Genova, parallela a via DeMarini verso la collina”, con civv. sino al 9 ; ed una “via Nuova S.Cristoforo, da via S.Cristoforo verso Nord entro la proprietà sorelle Torsegno e Sara Bruzzone in Rebora”. Ambedue annullate pochi anni dopo, senza nessun’altra spiegazione. 

Via Nuova” fu chiamata l’attuale via A.Pacinotti, prima di essere chiamata via Garibaldi.

Via Nuova” fu chiamato il tratto di via Carducci, prima di diventare  via A.Cantore.

Anche via di Francia, prima di essere tale, fu chiamata così.

Nel Pagano 1950 si cita una “via Nuova al Mare” posta “da via P.Chiesa e da via N.Barabino”; qui era una fonderia di metalli bianchi,  di Fava L.

Ed anche alle piazze, toccò l’aggettivo:“piazza nuova” fu detta quella che si formò all’incrocio tra via Cristoforo Colombo e  via Vittorio Emanuele e che fu poi dapprima intestata a G.Bovio (N.Barabino).

Altrettanto nel 1906 lo divenne piazza F.Cavallotti (Settembrini) quella  creatasi da via Prato, via U.Rela e la stazione ferroviaria.

BIBLIOGRAFIA

-Alizeri F-Guida illustrativa per la città di G.-Sambolino 1875-pag. 667

-Anonimo-Dattiloscritto parrocchia di san Gaetano-Vol.I-pag.85

-Archivio Storico Comunale

-Ciliento B.-Gli scozzesi in piazza d’Armi-DeFerrari 1995-pag.45  

-Doria G.-Investim.e sviluppo econom. a Ge.-vol.I-Giuffrè.1969-pag. 135

-Pagano/1908–pag. 873;  /1933-pag.445;  /1950-pag.91.583;