MILANO                                               via Milano

 

 

Antica strada che attualmente non più a San Pier d’Arena;

Era il nome di via G.Miani.

Il regio Commissario straordinario, propose alla Giunta comunale, il 31 dic.1900, all’atto di un primo censimento delle strade cittadine, il nome di “via Milano” in sostituzione del nome generico adottato fino ad allora e quindi non ufficiale di “via Bagnasco”, nome derivato molto presumibilmente dal proprietario dei terreni o di qualche casa,  o dal costruttore stesso delle case popolari che delimitano la via.

A conferma, nel 1910  appare così titolata la via  che “da via Umberto I   (via W.Fillak) va verso il Polcevera”, chiusa, con civici sino al 5 ed 8.

Nel Pagano/1911-12 vi compaiono il bottaio Catto Giuseppe, tel.36-11; ed il negozio di cemento di Perroni e Moretti.

Un foglio di fattura datato 8 giugno 1911, porta l’elenco dei 22 soci  della Cooperativa Elettro-Meccanica Italiana – società anonima tra operai - in via Milano, 7 Sampierdarena – telefono 36-11. Nella testata: “macchine elettriche / macchine di sollevamento / apparecchi elettrici / accessori di bordo – pompe centrifughe / elettro – ventilatori / trasformazioni e riparazioni” Vengono citati (uno solo di SPdA, alcuni con nomi strani): «-- 1 Balestra Umberto di Giuseppe, nato a Roma, elettricista—2 Barotti Cesare fu Pietro, nato a Mola, tornitore—3 Boccardo Pietro di Giuseppe, CorniglianoL, tornitore – 4 Bonelli Nicola di Matteo, Cornigl.L, calderaio – 5 Borella Italo fu Giovanni, Salsomaggiore, aggiustatore – 6 Carancini Ciro fu Eufrosino, Mantova, magazziniere – 7 Calderini Carlo di Damiano, Città della Pieve, trapanista – 8 Cavenna Attilio fu Enrico, Milano, contabile – 9 Dodda Pietro Nicola (presidente) fu Eugenio, Castelnuovo Scrivia, aggiustatore – 10 Gervino Giuseppe di Luigi, Valmadonna, tornitore – 11 Mariotti Asterotte fu Tomaso, Livorno, tornitore – 12 Morasso Vittorio fu Pietro, Genova, tornitore – 13 Monganti Ferruccio di Egisto, NoviLig., aggiustatore – 14 Odino Domenco di Angelo, RivaroloLig., tornitore – 15 Odicino Emilio fu Angelo, RivaroloLig., calderaio – 16 Parodi Giovanmni di GB, Sampierdarena, modellista – 17 Parodi Luigi fu Giuseppe, RivaroloLig., tracciatore – 18 Pianesi Ciro di Eugenio, Pesaro, Capo tecnico – 19 Repetto Leopoldo di Giuseppe,Novara, tornitore – 20 Salustri Achille di Salustio, Civitanova, elettricista – 21 Torti Alfredi di Felice, Alessandria modellista – 22 Zipoli Carlo, di Enea, Como, elettricista».

Un’altra fattura, sembra uguale ma non è la stessa, se pur dopo guerra: datata 19 dic. 1922  è testata “Cooperatova Elettromeccanica tra mutilati e reduci di guerra – Sampiedarena, ma con timbro Cornigliano Ligure, afferma essere a Cornigliano in via Antonio Pellegrini 1 ed essere nata nel 1921

Nel 1926, all’atto della unificazione nella Grande Genova, la titolazione era in atto anche in Centro (che quindi prevalse su tutte e rimase), a Pegli, Pontedecimo, Prà e SPd’Arena (ove era catalogata di 5a categoria).

Nel 1933 al civ. 4 c’era un “circolo ricreativo tra Piemontesi”.

Per evitare doppioni nell’ambito del comune, la sostituzione con l’esploratore avvenne ufficialmente per delibera del podestà, solo il 19 agosto 1935.

Nel Pagano/40 è segnata ancora a ‘Sampierdarena’: da via C.Ciano a via A.Cantore. Nei civv. rossi solo privati; nei rossi un droghiere al 14r, un forniture auto Sturla G.«FIA» al 18r; una agenzia auto O.M. al 20r

 

DEDICATA al capoluogo lombardo,  il cui stemma è come quello genovese, rappresentato dalla croce rossa in campo bianco.

   Già dai tempi romani, Milano era considerata la “seconda Roma”, e gli approvigionamenti erano studiati e curati: il trasporto via terra aveva logiche strade; ma per quello via nave, la città aveva un solo ed unico approdo: il porto di Genova, con l’intermezzo di Libarna quale stazione militare e punto di transito per le mercanzie.

   Solo nel basso medioevo si interruppe questo dialogo, perché se Milano era soggetta al peso delle invasioni, Genova aveva le sue grane sul mare, tra fazioni, saraceni e pisani. Ma già nel 1200, i pellegrini prima ed i mercanti appresso, riaprirono i negoziati, in primis del sale (sono anni che a reggere Genova vengono chiamati dei lombardi,  prima  un bresciano, poi un pavese e due milanesi; ed a rinforzare i camalli si accettano solo i bergamaschi; e sarà la volta dei Visconti (dal 1421), seguiti dagli Sforza (1464/78 e 1487/99) che saranno oppressori ma anche pacieri delle fazioni e produttori di ricchi mercati, con trasferimento di ricchi speculatori genovesi o banchieri al seguiito degli spagnoli (de Marini, Balbi, Durazzo, ecc.).

   Con l’arrivo degli austriaci a Milano, mentre essa ne trasse vantaggio, Genova fu oggetto delle loro mire espansionistiche che, sommate a quelle dei piemontesi (i quali con la ‘politica del carciofo’, una foglia prima una dopo avevano conquistato il Monferrato, Novara, Tortona, Voghera e miravano all’Oltrepo) avevano  bloccato i commerci verso la Lombardia.

 

   San Pier d’Arena stessa, da sempre ebbe rapporti molteplici e reciproci. Sia mèta di fuga e di rifugio (dei religiosi o dei potenti, come: da Milano, all’atto delle varie invasioni barbariche; da Genova, nel periodo risorgimentale); sia dopo l’industrializzazione (una affinità più stretta  si può riscontrare per il reciproco bisogno di complementare le singole e personali capacità operative, industria e mercato, il mare e la terra, sono il binomio di interessi comuni, maturati ancor più nel passaggio del secolo 1800-1900).

   Abbastanza frequente, il cognome di nostri concittadini che si chiamano “Milanese”,  di apparente origine immigrativa: infatti negli archivi il cognome compare già  nell’anno 1192 tra i giurati-firmatari una convenzione stipulata tra Genova ed Alessandria (forse è lo stesso cittadino che in  altri documenti ma negli stessi anni appare residente a Struppa-San Martino).

   A parte  via Vicenza, ed alcune località specificatamente teatro operativo di guerre garibaldine o risorgimentali, nessun’altra città italiana è stata ricordata in una targa della delegazione; neanche Torino, seppur fummo per oltre un secolo sotto la gestione della monarchia sabauda, accentratrice del potere  burocratico di quel tempo ma per antica avversione genericamente città non gradita, quando invece è benvisto il cosidetto ‘basso Piemonte’.

 

BIBLIOGRAFIA

-Archivio Storico Comunale

-Archivio S. Comunale Toponomastica - scheda 2781

-DeLandolinaGC.-Sampierdarena-Rinascenza.1922-pag.48

-Gazzettino Sampierdarenese  :  9/84.7

-Grillo F.-Origine storica delle località...Calasanzio.1964-pag.60.235

-Novella P.-Strade di Ge.-Manoscritto bibl.Berio-1900-pag.18

-Pagano annuario 1933-pag.247.873

-Pescio A.-I nomi delle strade di Genova-Forni.1986-pag.229