MENTANA                                                 vico Mentana

 

 

Corrisponde all’attuale “vico della Catena” .

Nell’anno 1901 , una impresa privata ( Barabino-Calvi-Rebora), appose per ordinanza comunale, le targhe in marmo di molte strade cittadine: tra esse “vico Mentana” fu dato al tratto, che già chiamavasi “vico della Catena” e che era posto da “via Vittorio Emanuele a piazza XX Settembre”.

In quegli anni esistevano 2 civici: all’ 1 era casa Ratto; il 2 proprietà dell’Ospedale di Pammatone.

Nel 1904 l’incendio dell’azienda Frugone e Preve, brilleria di riso (vicino c’era il palazzo del riso), mette in serio pericolo anche le abitazioni vicine.Sempre gravi le ripercussioni anche sul lavoro di chi vi era adibito.

Tale era ancora nel 1910 con 2 civici neri pari ed uno dispari; nel 1927 (classificata di 4a categoria); e nel 1933 (quando uno dei due estremi nel frattempo aveva cambiato nome in piazza Vittorio Veneto; più tardi anche l’altra piazza divenne “del Monastero”).

Il Pagano 1912 segnala nel vico al civ. 8r: Orsi Angelo¨, elettricista (ivi attivo ancora nel 1925).

Essendo questa titolazione presente anche a Sestri, Pegli ed in Centro, con delibera del Podestà del 19 agosto 1935 vennero soppresse tutte le  titolazioni alla località romana escluso quelle del Centro; ed a SPd’Arena restituito il vecchio nome.

 

DEDICATA al comune in provincia di Roma dove avvenne uno scontro tra le truppe volontarie di Garibaldi -in marcia verso Roma-, e le truppe pontificie comandate dal generale Kanzler, appoggiate da una brigata francese. 

Mancava Roma per avere l’Italia unita, dopo la terza guerra di indipendenza. Ma Pio IX si mostrò intransigente, pubblicando un sillabo nel 1864 indicante gli ottanta ‘errori del secolo’, tra i quali il comunismo, il liberalismno moderno e l’avere  dubbi sul diritto alla sua sovranità temporale. Anche la Francia non gradiva, ed inviò delle truppe; e neppure il ministro Rattazzi poteva, se non tergiversare.

Restava solo l’iniziativa popolare, un colpo di forza dovuto a insurrezione spontanea. Garibaldi raccolse la sfida e si mosse. L’immediata protesta francese e dissociazione del governo italiano, fecero arrestare Garibaldi, che fu portato a Caprera. Malgrado essere sottoposto ad apparente stretta sorveglianza, il generale fuggì (19 oo.) e si unì alle truppe di volontari mentre i fratelli Cairoli tentarono autonomamente di entrare in città, ma furono sconfitti a villa Glori.

Truppe pontificie e francesi (meglio organizzati, e dotati di una nuova carabina a retrocarica  detta “chassepots” che determinò la differenza), andaroro contro le poche migliaia di garibaldini, ed a Mentana li sconfissero -3 novemre 1867- costringendoli ripassare il confine pontificio (vedi anche Nino Bixio).

Garibaldi fu riarrestato e ricondotto –dopo il forte di Varignano- a Caprera con l’ordine di non organizzare ulteriori attacchi; le sue truppe vennero sciolte. L’insuccesso chiuse per il momento ogni speranza di un sogno improbabile da ottenere con quelle modalità. Infatti, il governo piemontese ebbe vantaggio a chiudere l’episodio quale evento di scarsa importanza militare.

Ma, rimasero i forti accenti politici, soprattutto nelle relazioni  con la Francia e con il Papa. La polemica internazionale fu per alcuni anni fonte di ostacolo alla stipulazione di alleanza con la Francia, finché tre anni dopo  Napoleone III si trovò isolato sul fronte prussiano e dovette cedere a riaprire le trattative .

 

BIBLIOGRAFIA

-Archivio Storico Comunale

-Archivio Storico Comunale Toponomastia - scheda 2742

-AA.VV.-La storia-L’unità d’Italia-UTET.2004-vol.11-pag.319

-DeLandolina GC.– Sampierdarena -Rinascenza .1922-pag.48

-Enciclopedia Motta

-Enciclopedia Sonzogno

-Favretto G.-Sampierdarena 1864-1914 mutualismo e...-Ames.2005-p.169

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