MARSALA                                                 via Marsala

 

 

      Da questa strada, si accedeva alla chiesuola dell’Oratorio di san Martino, (descritto in vico Cicala), e fu l’antico nome dell’attuale via C.Bazzi (a cui è stata dedicata poco prima dell’ultima guerra mondiale, nell’ago.1935).

   Nel 1910 appare descritta nell’elenco delle strade cittadine “da via A.Saffi, verso la collina”, e con civv. fino al 2 e 5; nel 1926 all’atto della unificazione di SPd’Arena nella Grande Genova, fu posta a scelta tra altre  delegazioni che avevano una strada titolata alla città (Pegli, Quarto e due nel Centro: una piazza ed un distacco alla piazza); pur essendo disposto cancellarla,  nel 1933 era ancora “ via Marsala”: da via A.Saffi, ma a piazza dei Mille,  di 5.a categoria e con civici sino al 2 e 3.

   Il 6 feb.1902 alla decisione della Giunta municipale fu proposto questo nome da dedicare all’attuale vico Pieve di san Martino, mentre al nostro tratto di strada,  si proponeva il nome di via san Martino; evidentemente la proposta non fu accettata e subì le successive modifiche su descritte.

   Il Pagano/25 segnala al civ. 3-9 la merceria di DeAnna Giovanbattista

 

   Fu DEDICATA alla città sicula, in provincia di Trapani, di origini cartaginesi, ove Garibaldi ed i suoi Mille sbarcarono l’11 maggio 1860, per iniziare l’epopea che - dopo la liberazione della Sicilia – per loro si concluse al Volturno.  

     

il Piemonte                                                   il Piemonte e il Lombardo sono nel porto; a sinistra

                                                                     le tre navi napoletane Partenope, Stromboli e Capri

                                                                     sono controllate dalla nave inglese (a destra) Intrepid

   Fu scelta al posto di Sciacca, sia  per la posizione geografica che doveva consentire l’avvicinamento a Palermo con  un reclutamento locale di forze necessarie ad affrontare le battaglie con l’esercito borbonico; sia perché offriva la maggiore possibilità di sbarco senza intralci (e così andò, anche se con una dose non indifferente di fortuna e copertura politica internazionale); ma soprattutto perché dagli inglesi era stata segnalata lontana la flotta borbonica: quando essa arrivò a Marsala, lo sbarco era pressoché ultimato: il Piemonte, attraccato al molo, in mezzo a numerosi altri mercantili inglesi; il Lombardo arenatosi in una secca, sbarcò soldati e merci con barche locali.  

 Appena allontanati dai moli, arrivate le navi borboniche ci fu da parte loro un inizio di cannonegiamento, quasi subito cessato  nel timore di colpire imbarcazioni e depositi di vino inglesi. I Mille traversarono il paese accolti indifferentemente dalla popolazione; un garibaldino locale, Giuseppe Bandi, relazionò che i marsalesi li accolsero «su per giù come si accolgono i cani in chiesa».L’entusiasmo della popolazione subentrò dopo le prime vittorie.

 

 Il mazziniano Francesco Crispi, organizzatore politico di Garibaldi dichiarò al Consiglio comunale che la casa reale dei Borbone da allora  cessava di regnare sulla Sicilia; e che al suo posto subentrava Garibaldi quale dittatore. A Salemi, il generale  si proclamò dittatore della Sicilia in nome di Vittorio Emanuele Re d'Italia, compiendo il primo atto del suo nuovo governo.

 

   Il nome della città proviene dall’arabo “Marsa Allah”, cioè “porto di Allah, porto di Dio”; furono  loro che ricostruirono la città, nata con i Cartaginesi (che la chiamavano Lilybaeum; da esso l’appellativo lilibetani per gli abitanti), e decaduta poi parallelamente con Roma. E nei secoli successivi fu soggetta alle più tante dominazioni: dei vandali, normanni, svevi, angioini, aragonesi e borboni, tutti ripetutamente inframmezzati alle incursioni dei pirati saraceni,  prima di trovare nella spedizione dei Mille l’ultimo ed insieme nuovo inizio.

   Il vino di Marsala è famoso in tutto il mondo: ideato come lavorazione dall’inglese John Woodhouse nel 1770 circa, che iniziò dall’ uva tipicamente assai ricca di zucchero ,per proseguire in una successione -per i profani- complessa: conciatura con vari ingredienti (mosto), poi chiarificazione (con sangue di bue), refrigerazione, pastorizzazione ed infine taglio, sino alla riuscita del vino liquoroso tipico. Si legge che la presenza dell’inglese ebbe un peso non da poco all’atto della spedizione dei Mille: Garibaldi, perché non intervenisse la flotta inglese a salvaguardia della proprietà,  dovette garantirne la difesa ed il rispetto. 

 

BIBLIOGRAFIA

-Archivio Storico Comunale 

-Archivio Storico Comunale Toponomastica - scheda 2657

-DeLandolina GC.-Sampierdarena-Rinascenza.1922-pag.47

-Enciclopedia Motta

-Enciclopedia Sonzogno

-Internet Google-Marsala

-Novella P.Strade di Ge.-Manoscritto bibl.Berio.1900-pag.18

-Pagano annuario/1933-pag.247