MANTOVANI via Paolo Mantovani
TARGA: via – Paolo Mantovani – 1930-1993
angolo con via R.Pieragostini
di fronte a via Fiumara
QUARTIERE ANTICO: Coscia – Fiumara
da MVinzoni, 1757. La zona a ponente del ponte dove oggi scorre la nostra strada.
UNITÀ URBANISTICA: 26 – SAMPIERDARENA
CODICE INFORMATICO DELLA STRADA – n°: 35810
da Google Earth, 2007. In grigio, la via.
N° CAP:
PARROCCHIA:
La Commissione comunale toponomastica, sottoposta a domanda specifica avanzata in primis dalla Federazione Club blucerchiati, e da componenti pluripartitici della ‘sala rossa’ di Tursi, dopo 10 anni ed oltre dalla sua morte, nella prima decade di marzo 2004 diede l’approvazione per quel tratto di strada che inizia da via Pieragostini e passa dietro (a ponente) del Complesso Commerciale della Fiumara e davanti al Palamazda.
Di fronte a qualche migliaio di tifosi chiaramente blucerchiati, ma contornati da ospiti illustri quali Spinelli (ex dirigente del Genoa, ora del Livorno), Lippi (allenatore della Nazionale), i Garrone (al padre Edoardo Garrone imprenditore della ERG è stata contemporaneamente intestata altra strada a Bolzaneto), Fabio Fazio (presentatore TV), vecchi giocatori, la moglie Dany Rusca con i figli Francesca, Ludovica, Enrico e Filippo, è stata ufficialmente scoperta la targa il giorno 6 luglio 2004.
sbocco in via Pieragostini ed in Lungomare Canepa
Sulla strada, da monte a mare, si aprono (prima della ferrovia) –a destra: al Palazzo dell’Ansaldo e dell’Ansaldo-Signal, seguito dal capannone ora adibito ai cinema UCI; (dopo la ferrovia) dal capannone del Mazda-palestra. A sinistra dai “Giardini Ansaldo Meccanico”, dal retro del Centro Commerciale seguito dal retro del silos auto ed infine dal lato ovest dell’Ansaldo Energia.
Sfocia in via Lungomare Canepa
2011
Nel 2009 venivano ripetutamente segnalate delle carcasse di auto abbandonate nei posteggi lungo la strada, occupanti lo spazio utilizzabile.
CIVICI
Nessuno pari. Dispari dal 3 al 29 (mancano 1, 7, 9, 19→23)
DEDICATA : di famiglia multiregionale, nacque a Roma il 9 aprile 1930. Cresciuto a Roma ed a Cremona, trovò lavoro a Roma presso gli armatori genovesi Cameli, che all’età di 25 anni lo vollero a Genova. Qui trovò la città in fase di ricupero postbellico dove armatori, brokers e petrolieri cercavano persone di carattere, decise, capaci. Trovò l’ambiente confacente al suo carattere: schivo, laconico, cocciuto, ma altrettanto organizzatore, intuitivo, volitivo. Genova, gretta e negletta andava a pallino ad un carattere che sorrideva a tutti e fiatava con nessuno. Bilaureato (economia e commercio; ed International Relations alla Boston University).
Sposato il 8 luglio 1959, ebbe quattro figli (Francesca, Enrico, Filippo, Ludovica).
Di salute non perfetta (un rene ipofunzionante per calcolosi a stampo, ipertabagismo, diabete, stress), smise di fare il broker ed entrò nella Pontoil inserendo la piccola società nel grande giro delle compagnie petrolifere con giochi economici che richiedevano abilità, coraggio, fortuna, intuito e forse un certo grado di spregiudicatezza per giocare d’anticipo su incerti di valore, con cifre da capogiro.
Quest’uomo quindi, che non amava essere secondo, né condizionato, scelse dirigere la Sampdoria non certo per il “bagno di folla” anzi forse solo perché il suo ruolo di dirigente era responsabilmente ben distinto e separato dal ruolo dei tifosi quali spettatori.
Creò la più grande Sampdoria mai avuta, mai contestando un arbitro o avversario, moltiplicando i tifosi, creando per sé una indistruttibile venerazione e riverenza degna di un capo tribù.
Iniziò la presenza nello sport nel 1973-4, solo quale addetto stampa...a denti chiusi, insulinodipendente e quattro pacchetti di sigarette al dì.
In quegli anni storicamente la Sampdoria subì l’ignominia di tre punti di penalizzazione per sospetta iniziativa -da parte di un dirigente-, di corruzione; nel 1974-5 fu ripescata in A. Alla guida aveva G.LolliGhetti e poi E.Costa (che sconsolato aveva dichiarato che Genova non poteva mai avere una grande squadra, essendo il pubblico poco e diviso in due).
Nel 77-8 la squadra risubì la retrocessione in B.
Sul finire (alla terz’ultima partita) della stagione successiva, il 3 luglio iniziò l’era Mantovani. In questa data, ufficialmente dal 26 ottobre 1979, acquisì da Montefiori, DeFranceschini, Garufi e Rolandi il pacchetto di maggioranza della UC Sampdoria spa e -con esso- assunse la 12a. presidenza. Saranno15 anni di sogni ed entusiasmo.
Con una campagna acquisti lentamente in progressione sottolineata da un passivo finale di tre-cinque miliardi all’anno (sommate anno per anno, prima di rigirare in attivo nell’86 i conti della società, parificò di tasca sua sette campagne di mercato in passivo, per un complessivo investimento di 45miliardi). Nelle spese inseriamo la costruzione del centro-ritiro di Bogliasco.
La squadra ebbe questa successione:
1979-80= serieB 7°
1980-81= serieB 5°
1981-82= serieB 3° promossa in A +sconfitta in semifinale di coppa Italia
1982-83= serieA 7°
Si instaurò subito tra lui ed i fedeli, un feeling particolare, rasentante l’idolatria: entusiasmi, aumento dei tifosi, impegni morali e disciplinari al di sopra quelli sportivi, ma soprattutto vittorie. Proverbiale divenne la drastica minaccia di abbandono se si fossero manifestati turbamenti da parte dei supporters inquieti ed invadenti abituati a scavbalcare le griglie, farsi una propria giustizia, lanciare razzi e fumogeni, cori con ‘devi morire (invasioni anche pacifiche, mortaretti, monete: niente degenerazioni sportive; deferimento di Boskov alla Commissione per una infelice battuta su un giocatore avversario).
La sua immagine nel 1980 fu avvolta nei fumi dello scandalo petroli ed incalzato da inchieste (da qui il titolo “sceicco”; ed ogni proprietà posta sotto sequestro). Tempi duri, tanto da dover procedere scortato da due gorilla.
E come se non bastasse un infarto cardiaco (2.9.81) mentre era in trasferta a Cagliari. Così di conseguenza nel 1982 fu tra i primi operati di 5 by pass a Phoenix in Arizona, prima che -temeva- che gli ritirassero il passaporto. La convalescenza per quasi 2 anni dovette passarla in Svizzera ricevendo irrisoriamente il titolo “emigrante d’oro”; ma la sua assenza sembrò apparente in quanto in seno alla società, proseguirono anche senza la personale supervisione le scelte giuste; l’operato fu eseguito nel senso e col razionale da lui auspicato; i successivi risultati sul campo convalidarono le sue direttive; tutto contribuì a fare di lui il monarca assoluto.
Intanto nei processi -da primo grado alla Cassazione- andò sempre assolto.
Nel 1984-5 diede il via nel Palasport al torneo-trofeo Alberto Ravano -calcio indoor per ragazzi delle scuole elementari liguri-.
In contemporanea iniziava un lungo ciclo, detto “era Mantovani” di entusiasmanti vittorie, ottenute da scelte sue dei personaggi, da Mancini a Vialli, Vierchowod (detto Zar, o –da Maradona- Uomo Verde), Pagliuca, Cerezo (unico straniero), Lombardo (detto Popeye), Lanna, Invernizzi, Mannini, e tutti gli altri fino a Boskov.
1983-84= serieA 7°
1984-85= serieA 4° - 23.7.85=1a Coppa Italia + Uefa (sino agli 8vi)
1985-86= serieA 11° +sconfitta in finale di coppa Italia
1986-87= serieA 5° (a pari merito con Milan che vince Uefa)
1987-88= serieA 4° -19.5.88=2a Coppa Italia
1988-89= serieA 5° -28.6.89=3a Coppa Italia +10.5.89 sconfitta finale Coppa Coppe
1989-90= serieA 5° -9.5.90=CoppaDelleCoppe +29.11.90 sconfitta superCoppa Europea
1990-91= serieA 1° Campioni d’Italia con 51 punti (seguiti da: Milan ed Inter a 46 e . Genoa a 40) + 9.6.91 sconfitta finale di Coppa Italia
1991-92= serieA 6° +sconfitta semifinale Coppa Italia + sconfitta finale Coppa Campioni
1992-93= serieA 7°
(La quarta Coppa Italia sarà vinta nel campionato dopo la sua morte, il 20.4.94)
Guidò così la squadra per 14 anni (e tre mesi e undici giorni!) vincendo uno scudetto, una coppa delle Coppe; una supercoppa di Lega italiana; tre coppe Italia; due coppa disciplina; con cinque finali perdute (due in Europa, come a Wembley nel maggio/92, e tre in Italia).
Morì col polmone devastato dal cancro, il 14 ottobre1993. Il funerale fu eseguito sabato 16, con il feretro preceduto da una jazz-band stile Louisiana (era stato operato a Phoenix e là aveva conosciuto questa simpatica usanza) che suonava “what a friend we have in Jesus”, mille mani si protendevano per toccare la bara e la folla a invocare «Paolo!, Paolo!» in un delirio collettivo. Tra i sacerdoti, c’era il nostro don Ferrari, amico della famiglia, che aveva sposato una figlia.
Riposa nel cimitero di Bogliasco (vicino al Centro di allenamento).
É stato sostituito alla guida della società, da E.Garrone
Si sonbo formati club sampdoriani col suo nome, anche se accomunati con gli altri nel titolo “Amici di Paolo”, nel desiderio di diffondere certi valori dello sport, in primis la disciplina.
BIBLIOGRAFIA
-AA.VV.-Oltre un secolo di Liguria-IlSecoloXIX.1996-pag.704
-Gazzettino Sampierdarenese n.03/04.7 +
-Gotta.Gambino-Mille volte Sampdoria-DeFerrari.1991-pag310
-Il Secolo XIX del 9/3/04 + 11/3/04 + 14.10.08
-Magliveras D.-La grande Samp-Martintype.2002-tutto
-Parodi R.-Tutto sul derby- SES ***
-Sessarego P.-Sampdoria-NEP.1991-pag.270
-Sessarego P.-Paolo Mantovani- Tormena.1994-tutto
-Vignolo.Parodi-Sampdoria-IlSecoloXIX.1991-pag.4