MAMIANI                                             via Terenzio Mamiani

 

TARGHE: -San Pier d’Arena – via – Terenzio Mamiani

                -via Mamiani

                                                         

 

angolo con via S.Canzio

 

angolo con via P.Pesce

 

angolo con via san Pier d’Arena

QUARTIERE ANTICO – Canto

 da MVinzoni, 1757.

In giallo la crosa dei Buoi; rosso il corrisppondente ipotetico di via  SCanzio.

N° IMMATRICOLAZIONE:   2797,   CATEGORIA:  2

da Pagano 1967-8

 

CODICE INFORMATICO DELLA STRADA - n°:  35620

UNITÀ URBANISTICA:  26 - SAMPIERDARENA

 Da Google Earth 2007. In giallo via SCanzio; rosso, via PPesce

 

CAP:   16149 (era 16151)

PARROCCHIA:   S.M. della CELLA

STRUTTURA:  da via S.Canzio, senso unico viario a via P.Pesce e via San Pier d’Arena (dove sfocia con un caratteristico sottopasso).

   Strada carrabile comunale, lunga m.133,19, e larga 6,82; con marciapiedi.

   È servita dall’acquedotto DeFerrari Galliera.

 

STORIA:   Nella carta Vinzoniana del 1757, il tracciato della strada non esiste, e quindi è stato aperto lottizzando i terreni. Aveva: a levante la crosa dei Buoi; a nord, una vasta proprietà del mag.co Rainero Grimaldi; a mare due strisce affiancate di terreno, appartenenti a levante a Francesco Rovere, ed a ponente allo stesso Grimaldi di sopra; a ponente altro vasto terreno di Ambrogio Sauli il quale ha allo sbocco ipotetico a mare della strada, sulla palizzata a mare, una serie di 6 case la cui proprietà è  di difficile lettura (e quindi insicuro): da ponente: 1= RR.PP. della Cella; 2=Pietro Pittaluga; 3=Agostino Oliva(ri; o Novara); 4=Ill.mo Magistrato degli In.....tti; 5=sig. Giuseppe Alizeri;   6= mag.ci Pinotti per...Z (o F)..t.; 6=Giuseppe Alizeri..per...l’Alta (?); 7=villa di Ambrogio Saoli

Nell’anno 1901, una impresa Barabino-Calvi-Rebora fu incaricata di apporre la targa in marmo alla strada; fu chiamata semplicemente “via Mamiani”, come ancora la targa attesta tuttora, ed allora iniziante da via N.Barabino per arrivare a via C.Colombo, di 4.a categoria e con civici sino all’11 e 12 (nella casa civ.1 abitava Testa Lodovico e C ; al 2, 3, 4, 4a 6, 7, 8, 9 Berlingeri Edoardo; al 5 Bianchi Stefano e C ; 10, 11 eredi Tubino).

   Nel 1910 appare già inclusa nell’elenco delle strade cittadine, col solo cognome senza il nome: “via Mamiani”  da via N.Barabino a via C.Colombo  con civv. sino a 11 e 12.

   In questo stesso anno, in un capannone ivi esistente vicino alla crosa dei Buoi, fu aperto il cinema Ideal, che però durò assai poco;

      Nel 1927, essendo l’unica strada con questa titolazione, ed ancora con il solo cognome, non fu cancellata all’atto della unificazione nella grande Genova.

   Il Pagano/1933¤ segnala quanto sopra segnato

   Fu nel 1935 che la targa venne modificata con l’aggiunta del nome.

   Nel Pagano/40 abdava da via S.Canzio a via N.Barabino, ed aveva civici neri da 1 a 11 e da 2 a 10; e civici rossi con 5r frutta;  8r bottiglieria 9r osteria; 10r macelleria; 11r carbonaio; 12r tessuti; 13r polliv.; 19r tessuti; 20r commestib.; 21r tripperia; 22r latteria; 23r osteria; 24r parrucch.; 28r cereali; 36r segheria; 40r offic.mecc.

 

CIVICI

2007=   civici neri: da 1 a 15 (mancano 3 e 5); e da 2 a 12

                       rossi: da 1 a 39 (con 23A e 23B); da 2 a 46 (manca 14; con 12A e 34A)

   Posta nella zona del Canto al riparo della marina, fu sempre strada popolosa operaia, favorita dalla vicinanza dei grossi stabilimenti, dal mare, dal centro città. Numerose botteghe hanno testimoniato negli anni la vivace popolarità (solita osteria bottiglieria e grossista di vini, macelleria, tripperia, latteria, maglieria, panificio, un carbonaio, fruttivendolo,  fornaio, pollivendolo, parrucchiere, elettrauto, materiali elettrici, officine meccaniche, depositi ed autotrasporti, il tutto andato smorzandosi negli anni di inizio 2000 per lo spostamento della attività commerciali in zona Fiumara); tra essi:

Il Pagano/1902-08  segnalano due imprese di ‘asfaltisti’al civ.4: Cavo Francesco ed al 4/2 Pallavicini  Giovanni;--- ed al 5 la vaccheria di Dodi Emilio;---

 nel 1912 compaiono ancora i due ‘asfaltisti’ del 1902. All’11r il forno di Pittaluga Eliseo (nel tratto di sottopassaggio, esisteva questo forno a legna, gestito dal “Liseo”, ove i residenti, anche nel periodo subito dopo l’ultima guerra, andavano a rifornirsi di pane fresco, polpettoni, torte (era uso preparare tutto in casa e portarlo là a cuocere ben coperto nella lana per mantenere la lievitatura; specie nel periodo natalizio, il classico pandolce, era  confezionato dalle varie famiglie con propria ricetta esclusiva, per alcuni arricchito dai pinoli e canditi comperati dal ‘Ruffini’ ubicato nell’angolo della vicina attuale via Molteni).

Al 16r un altro forno,  di Distefano Placido.

   Il Pagano/1925 segnala al civ. 11r il Pittaluga Eliseo divenuto formaggiaio18r il negozio di foraggi di Roncati e Cicero (nel 1933, deposito)40r (di via “Marniani”) la fabbr. e negoz. di cinghie per trasmissione e di impermeabili (inteso come materiali impermeabilizzanti) dell’ing. Moda Luigi,  tel.41117; proprietario anche della “Società Anonima Olii Lubrificanti e Affini <S.O.L.E.A.”> 

In particolare

===civ. 9 fu costruito nuovo nel 1944 

Nel Pagano/50 vi vengono descritti due osterie (9r di Pesce V.; 23r cantine vinicole dei f.lli Rinaldi); ed all’8r un bar-caffé (di Carzato M.); nessuna trattoria.

===civv 2a, 2b; 7 furono assegnati a porte senza numero nel 1950 e ’52.

===civ 3 fu soppresso per ristrutturazione del caseggiato, nel 1973

===civ. 10r negli anni ’60  c’era un mobilificio, con vendita anche a rate, di E.Bracco – tel.41.985

===civ.13r (ove l’elenco telefoni SIP/1977 cita esservi Ottonelli M.M.) la sede dell’UGES Esperia Unione Ginnastico Escursionistica sportiva: era il nome di una squadra locale di calcio che fu costretta a sciogliersi in epoca fascista, con colori sociali metà maglia a sinistra bianca e metà destra verde, con stemma centrale sul petto; nata (statuto) il  23 agosto 1953; da 5 amici (tra i quali Angelo Cremonesi, Giuseppe DeMattei, f.lli Leveratti, Bruno Ferrari, Lorenzo Foglino).

Ma già dagli anni 1920 era nome di una società di appassionati di canotaggio a sedile fisso, “alla marinara” (e –dal 2000, adottato anche il sedile mobile) , con sede nel ‘bar Lino’ (vero nome Foglino) poi Ottazzi –credo in via SanPierd’Arena e con dirigenti Piero Malvestiti, la ‘factotum’ signora Olimpia Anfosso, Alessandro e Bruno Bologna, vicePres.Aldo DeMattei- e, prima imbarcazione e prima vittoria, una barca imprestata dalla soc.Foce. Da allora ha collezionato un bel palmarès di vittorie comprendente alcune vitorie al Palio di s.Pietro (ora Palio Città di Genova) e fautrice del palio marinaro tra le vecchie repubbliche.

Nel 1993 le 45 imbarcazioni furono trasferite lungo l’argine del Polcevera (vedi a via Argine), vicino alla sua foce, laddove rimaneva una lingua di terra  strettissima ma sufficiente a porvi delle ‘baracche’ e costruirvi uno scalo ed una piccola rada. Nel contempo avevano una sede ristrutturando una costruzione posta sotto l’arcata di un ponte  con un ampio salone su una parete del quale il pittore sampierdarenese Gianni Clerici aveva disegnato la lunga spiaggia vista da ponente verso levante, con le barche dei pescatori e sullo sfondo il promontorio di Portofino. Presidente era Carlo Carissimi.

Da questa sede saranno sfrattati per i lunghissimi lavori – non completati nel 2012 dell’allacciamento di Lungomare canepa con la strada ’long river’ Perlasca., e del nuovo ponte ferroviario, in questa data completato da un anno. Non so dove si siano trasferiti.

Recenti sportivi sono GCarlo Caramagno (bronzo nei campionati nazionali), Stefano Biancheri (che ha fatto parte dell’equipaggio del galeone vincitore il Palio delle Repubbliche del 1999), Filippini, i due fratelli Stefano e Davide Leoncini, Roberto Zanatta (presidente nell’anno 2000).

 

===civ.    dal cancello che apriva una strada carraia verso i box delle ex poste, si intravede questa torre che, per essere residuo di quella del Canto - che manca all’appello tra le saracene - è troppo piccola; ma porge un quesito: che ci fa una torretta simile nel retro dei palazzi di via San Pier d’Arena?

===civ. 34r nel periodo bellico 1943-44, c’era la dtta di cereali e foraggi ‘Lagorio Francesco fu GB’.

 

 

 

DEDICATA  al politico-filosofo-scrittore conte Della Rovere e di Sant'Angelo in Lizzola, nato a Pesaro il 27 settembre 1799 (Wikipedia scrive 19 settembre) da G.Francesco. Era cugino di G.Leopardi.


Fin da giovane, introdotto nella società colta ed elegante, culturalmente ben preparato, con base cattolico-liberale (con ottimistica visione del futuro quale disegno Provvidenziale) fu inviato a Firenze (1826) ove iniziò ad interessarsi ai problemi sociali programmando e partecipando ai moti insurrezionali


del 1831, di Toscana, di Bologna (detti di Romagna: fu nella vittoria nominato deputato e Ministro dell’Interno del governo provvisorio,  chiamato “delle Province Unite Italiane”). Sopravvenuta la reazione austriaca, fu catturato ed imprigionato a Venezia per quattro mesi mentre  papa Gregorio XVI lo condannò all’esilio perpetuo. 

  Dovette così emigrare a Parigi, ove mantenne i rapporti con gli esuli, politici, letterati, proseguendo sia la sua opera di attivista ma anche di studioso.

   Nel 1847 da Parigi, mandò alle stampe (tipogr. Pellas-Ge, con dedica al sac. Giuseppe Gando) un “Inno a san Giorgio, patrono di Genova, celebrandosi il centenario della cacciata degli Stranieri”. Unico nel secolo ed in Italia, a celebrare il santo cavaliere, partendo con la rievocazione delle glorie della città, ricordando come le guerre civili determinarono la assoggettazione agli stranieri, termina invocandolo perché –amico delle libertà- guidi gli italiani nell’opera di pace ma contro l’oppressione. Un infiammto ed infervorato messaggio ricco di sentimenti patriottici :

«Forza di gioventù lieta da’ marmi

«fiorente, ch’ogni loda a dietro lassi

«d’achei scalpelli e di toscani carmi,

«degno, san Gorgio (oh con quest’occhi lassi

«il vedess’ io), che innanzi a te ne l’armi

«un popolo d’eroi vincente passi.

   Non appena sentore che in quest’anno Pio IX  concedeva  una amnistia, da Marsiglia passò per Genova ove si fermò alcuni mesi ricevendo festosa accoglienza da coloro con cui aveva mantenuto rapporti dall’esilio. Con Domenico Buffa, qui fondò il giornale "La Lega Italiana", sostituito tre mesi dopo da "Il Pensiero Italiano".

   Scese a Roma nel 1848 vivendo nel 1849 gli sconcertanti momenti della città divenuta repubblicana; avendo ricevuto vari incarichi ufficiali nel governo pontificio di Pio IX (ministro degli Interni e poi degli Esteri), fu ovviamente contrario all’impresa garibaldina e mameliana della Repubblica Romana

   Dopo la caduta della Repubblica Romana, tornò a Genova, occupando nel periodo 1850-6 l’incarico di deputato al parlamento subalpino; e qui fondò l’Accademia di Filosofia Italiana.

   Si trasferì a Torino -1857- per la nomina alla cattedra universitaria di Storia e Filosofia; ad essa seguì, nel governo Cavour, quella alla carica di  ministro della Pubblica Istruzione (1858-60). In quegli anni approvò i nuovi programmi scolastici, che includevano l'insegnamento della religione tra le materie fondamentali.

  Ritrasferito di nuovo a  Roma, sempre propugnando le sue idee anti-austriache; appoggiato dal Cavour che gli fece salire i più alti gradini della carriera responsabile del nuovo governo italiano, sino a senatore del regno (1864), occupò la cattedra di Filosofia della storia fino al 1871.                         

  Politicamente un  moderato, ispirò una visione storico-filosofica del concetto di Unità che divenne modello di programma di insegnamento, nella fase dall'ultimo governo del Regno di Sardegna (presieduto da Cavour) al primo del nuovo dell'Unità raggiunta del Regno d'Italia.

Scrisse molti studi e  trattati sia filosofici (Del rinnovamento della filosofia antica italiana – 1836; Confessioni di un metafisico – 1865), storici che politici; compose versi e poesie (polemizzò col cugino sul pessimismo leopardiano).

   Morì a Roma, il 21 maggio 1885.

 

BIBLIOGRAFIA

-Archivio Storico Comunale

-Archivio Storico Comunale Toponomastica - scheda 2553

-DeLandolina GC.-Sampierdarena-Rinascenza.1922. pag.46

-Enciclopedia Motta

-Enciclopedia Sonzogno

-Enciclopedia Treccani ed./1930 vol.V

-GazzettinoSampierdarenese  :  1/91.8

-Grosso O.-San Giorgio dei genovesi-Moderna.1913-pag.287.291

-Internet - Wikipedia

-Lamponi M.-Sampierdarena-LibroPiù.2992 – pag. 107

-Novella P.-Strade di Ge-Manoscritto bibl.Berio.1900-pag.18

-Pagano/1908-pag.873---/1933-pag.247---/1961-pag.268

-Pastorino.Vigliero-Dizionario delle strade di Ge.-Tolozzi.1985-p.1061

-Poleggi E. &C-Atlante di Genova-Marsilio.1995-tav.33

 

la strada non è inclusa nella Guida dell’Archidiocesi in 101/94.416