MALINVERNI                                       via Giuseppe Malinverni

 

 

TARGA: via Giuseppe Malinverni – caduto per la libertà – 1925- 23-3-1945

    

vicino a via .ACantore                                                        

   

angolo con via  L.Dottesio

 

QUARTIERE ANTICO: Coscia

 da MVinzoni, 1757. Ipotetici tracciati di: in fucsia, via DChiesa; giallo via GBPiovera

 

IMMATRICOLAZIONE:   2796

da Pagano/1961

 

 

 

 

 

 

CODICE INFORMATICO DELLA STRADA - :   35460

UNITÀ URBANISTICA: 28 – s.BARTOLOMEO

 da MVinzoni 1757. In fucsia via DChiesa; giallo via ACantpore; celeste via NDaste.

 

CAP:   16149

PARROCCHIA:  N.S. sM.delle Grazie 

STRUTTURA: strada carrabile comunale, senso unico veicolare da via A.Cantore a via L.Dottesio.

Lunga m.85 , larga m. 7 , con 2 marciapiedi.

È servita dall’acquedotto DeFerrari Galliera

 

CIVICI

2007= NERI   = da 1 a 3                      e da 2 a 6

            ROSSI = da 1r a 18r                 e da 2r a 18r (compreso 10Ar)      

===I civv. 2 e 4 , furono progettati nel 1906, allora di proprietà Zaccheo. Le grandi lesene collegate ad arco che scansionano la facciata, ed i  disegni dei ferri dei poggioli, scale e portone, sono tipicamente in stile  liberty.

===civ.6 fu assegnato nel 1958 alla nuova apertura sulla strada dell’interno 1 del civ. 20 di via Cantore.

===civ. 7r  il bar che nel 1950 era di Boccignone Giovanni.

 

 

STORIAdella strada:  Nel 1773 appare non esistere nelle carte vinzoniane, posta dentro la proprietà dei Francavici a ponente di quella degli Spinola di San Pietro.   Nel 1850 circa è descritta in corrispondenza del fossato della ‘Crocetta di  N.S.della Vista’ : torrentello che dalle falde di Promontorio arrivava al mare,  separando il territorio “della crosa Larga” (a ponente) da quello -a levante- “delle Catene” (e “della Coscia”) .

   Prima della nascita di via A.Cantore, si chiamava via E. De Amicis ed era un tutt’uno continuato di omonimo con la attuale soprastante (cioè con l’attuale via B.Piovera), e tutta allora si chiamava sino al 1935.

   Dal 19 agosto 1935 per delibera del podestà- divennero via G.Balbi Piovera.

   Dal 14 nov.1946 per delibera della Giunta comunale, i civv. 1, 2, 3, 4 furono sottratti alla vecchia titolazione e trasferiti al nome attuale  di  G.Malinverni.    


   

 

Alla sommità (la strada è in leggera pendenza) c’è una piccola lapide che ricorda:  “ CLN  CVL  - qui cadde - per la libertà della patria -  il partigiano - Rocco Giuseppe - fu Luigi  - 1922-1945 - a cura del Comune di Genova”


 Il partigiano cadde in conseguenza dell’iniziativa presa il 24 aprile 1945 dal CLN Ligure di non aspettare l’arrivo dei partigiani di montagna e di anticipare l’insurrezione contro le truppe tedesche (15mila  uomini ed oltre 50 pezzi di artiglieria -comandate dal gen. von Meinhold) - perché stavano iniziando l’evacuazione della città ma minacciando la possibilità di successive gravi distruzioni da loro già predisposte nel porto e in alte zone logistiche: indispensabile apparve quindi non lasciarli andar via. Il 24 stesso, si ricuperarono le armi dai depositi segreti posti  al Campasso ed altrove,  si occuparono zone strategiche (linee telefoniche, la radio, i rifornimenti idrici ed elettrici), e si disposero  blocchi stradali (in via W.Fillak presso la Ciclistica, sulla Camionale e presso l’Ansaldo) ove i partigiani ingaggiarono feroci battaglie con le truppe tedesche che cercavano di uscire, ricacciandole indietro. Così costrinsero il generale tedesco alla resa  il giorno 26, senza distruggere la città.  Il Rocco morì in questi scontri il 24, primo giorno di insurrezione.

===Civ.17  Aveva sede la CFFS (Centro Formazione Fisico Sportiva) nata nel 1976 da volontari desiderosi di dedicarsi al gioco del pallone, agli anziani (ai quali proporre attività fisiche di movimento (quale il nuoto), differenziate secondo necessità ed eventuali handicap); ma soprattutto della pallamano (in quest’ultima disciplina riuscì a primeggiare vincendo il campionato e con esso la possibilità di accedere alla serie B;  ma dovette rinunciare per carenza economica e nella crisi, fu costretta a sciogliersi ).

 

DEDICATA al partigiano nato a Rivarolo l’ 8 apr.1925. Dopo aver studiato nell’Ist. Tecnico-Industriale Galileo Galilei di piazza Sopranis, divenne perito capotecnico meccanico,  e quindi disegnatore dell’ Ansaldo. Era un tipo riservato, sempre vestito semplice ma ricercato, facendolo appatrire più maturo dell’età che aveva.

Dopo l’8 sett.1943- si inserì nelle fila della resistenza, partecipando dapprima con i GAP e poi, ricercato dalla polizia, scappò nella formazione di montagna della III Brigata Liguria (divisione Garibaldi-Mingo), col nome di battaglia “Otto” . 

   Sfuggito fortunosamente al rastrellamento della Benedicta dell’apr.1944, rientrò in città operando nella zona del Campasso con i gradi di vicecomandante della Brigata SAP Buranello, che aveva la sede di comando in via Polleri a Genova.  Questo punto di riferimento e direzionale, venne scoperto dai nazifascisti, seppur mascherato da ufficio commerciale. A macchia d’olio, dalla fine di dicembre in poi,  molti furono gli arrestati perché si presentavano all’ufficio tenuto sotto sorveglianza. Tra essi, anche il Malinverni  che fu prelevato nel gennaio del 1945 e portato -dapprima nella Casa del Fascio di via  A.Carzino -allora caserma delle Brigate Nere - poi a Marassi nella famigerata IV sezione, con saltuari interrogatori-torture alla Casa dello Studente.

   Altre azioni partigiane con prigionieri eccellenti, favorirono il tentativo di scambio o quantomeno della grazia dalla condanna a morte. Erano in corso le trattative quando il 22 marzo 1945  una pattuglia di 15 partigiani della Brigata Volante Balilla (creatasi dopo gli eventi della Benedicta; insieme alla brigata Pio facente parte della div. Mingo; addetta al controllo del territorio attorno a Campomorone) comandata da ‘Battista’ con ‘Biscia’ (Poirè Carmelo) attuò nella zona tra Cravasco e PietraLavezzara un agguato contro una formazione di nove soldati tedeschi tra cui due graduati (provenienti da zona Caffarella,  passavano per Cravasco ove si erano fermati a mangiare e bere all’osteria, programmando arrivare a Pietra Lavezzara; lasciati passare i due in avanguarfdia, furono falciati prima i sette che procedevano in fila indiana e poi i due davanti) conclusasi con la morte di tutti. I partigiani si rifugiarono sui monti, allertati da possibili rastrellamenti.

   Per rappresaglia si interruppero le trattative ed il Malinverni fu portato il 23 mar.1945 a Cravasco di Isoverde, (ove già dal giorno prima un centinaio tra SS e fascisti repubblichini facevano violenza alla popolazione (220 abitanti) incendiando una ventina di case, arrestando e maltrattando il parroco don Parodi assieme ai pochi uomini trovati, e razziando bestiame).

Assieme ad altri 17 prigionieri, fu fucilato contro il muro del cimitero: erano pressoché tutti, responsabili dell’organizzazione militare clandestina (5 militari graduati dello StatoMaggiore;  6 delle SAP tra i quali il nostro; 4 partigiani di montagna tra i quali Cesare Dattilo; 2 GAP tra cui Quartini da poco amputato di un arto inferiore). Dei 20 prelevati da Marassi, due (Tristano Luise ed Eugenio Bindi)  erano riusciti a fuggire sgattaiolando via dal camion mentre marciava, ed uno dei 18,  Diodati Arrigo, ‘Franco’,  riuscì invece a sopravvivere fingendosi morto seppur ferito al collo che gli evitò il colpo di grazia= riuscirà a raggiungere P.Lavezzara e poi la Brigata Pio.

   Assieme agli altri fu seppellito nel cimitero a fianco, e solo dopo la liberazione, la salma fu portata al paese di origine.

    Il Tribunale militare partigiano della VI zona, con l’assenso degli Alleati, ordinò come contro-rappresaglia la fucilazione di 39 prigionieri, rinchiusi nel campo di concentramento di Loco di Rovegno e di Cabella Ligure (2 civili; 1 bersagliere; 23 ufficiali, militi tedeschi e mongoli della Turkestan; 13 della Brigata Nera di Alessandria. Tra essi c’erano 16 italiani: due ragazzi di 16 anni, tre di 17, due di 18, uno di 19); lo stesso ‘Battista’ il 4 aprile eseguì l’ordine in loc. Vixella del monte Carlo. La spirale per fortuna si fermò qui: il Comando tedesco provvide al ricupero delle salme dei suoi fucilati (facendosi aiutare da un gruppo di vecchi, una trentina di donne ed un uomo del paese di PietraL., i quali -usando slitte e carriole-  trasportarono le salme fino al paese dove un camion le tradusse a Genova), e non organizzò alcuna contromossa.

   Scritto dalla parte opposta, il quotidiano genovese ‘Il Lavoro’del 24 marzo 1945, pubblicò il messaggio del Comando germanico che mirava a stigmatizzare non tanto lo scontro a fuoco quanto il ‘colpo di grazia’ amministrato ai feriti: «il 22 corrente, un gruppo di fuorilegge, in una imboscata ha aperto il fuoco a Cravasco a nord ovest di Pontedecimo contro nove soldati tedeschi. Cinque dei soldati sono rimasti fulminati sul colpo: gli alti quattro che erano caduti feriti, sono stati finiti selvaggiamente a colpi alla nuca dalle belve umane. Come giusta rappresaglia, il Comando germanico ha ordinato la fucilazione di 18 individui precedentemente condannati a morte dal Tribunale di guerra per delitti di vario genere. La sentenza è stata eseguita sul luogo del delitto e senza dare corso a domande di grazia perché ogni possibilità in questo senso era venuta a decadere per il crimine compiuto dai loro compari che non si sono peritati di massacrare anche gli inermi feriti».

   Cravasco fu dichiarato “villaggio martire”; e contro l’iniziale disinteresse statale (tasse, affitti, sovvenzioni) si proposero positivamente iniziative mirate a sensibilizzare il ricupero dell’economia locale ed il ripristino delle abitazioni bruciate o comunque danneggiate.

   Al partigiano è stato titolato il club aperto in via G.Balbi Piovera al civ.47r.

 

BIBLIOGRAFIA

-Archivio Storico Comunale - Toponomastica scheda 2540  

-Arch.Stor.Naz..Ferrovie dello Stato.

-A imprecisato-Un’idea di città-mostra C.Civico 1986-pag.38  

-AA.VV.-Annuario archidiocesi-anno 1994-pag.416 /2002-pag.453

-AA.VV.-Contributo di SPdA alla Resistenza-PCGG 1997-pag. 116.195

-AA.VV.-Le ville del genovesato-Valenti 1984-pag. 35 

-AA.VV.-Stelle Alpine-Fronte della Gioventù.1945-pag.47

-Cosso.Lamponi-Il comune di Campomorone.GenoaService.2000-pag.10

-Costanzi N.-I nostri 600 giorni-Pressing 1985-pag.XIV

-Ferrero V.-Viturin un ragazzo del Fossato-SES 2006-pag 4

-Gazzettino Sasmpierdarenese , 9/89.19

-Gimelli G.-Cronache militari della Resistenza-Carige.1985-II-pag. 646.696

-Lamponi M.- sampierdarena- LibroPiù.2002. –pag. 28

-OddonePG.&VialeC.-Fratricidio!-NovAntico.1998-pag56

-Pagano 1961-pag.267.443

-Pastorino Vigliero-Dizion.delle strade di Ge.-Tolozzi 1985- p.1058

-Poleggi E. &C-Atlante di enova-Marsilio 1995-tav. 35.51