JAURÈS                                     via Giovanni Jaurès

 

Ovvero la attuale via G.Pittaluga.

Compare - aggiunta a penna, e quindi in studio di delibera, negli anni immediatamente dopo il 1910, anno della stampa dell’elenco delle vie cittadine - specificando essere “traversa a levante in cima di via Imperiale dopo via G.Carducci”.

Riappare ufficialmente proposta alla Giunta comunale il 16.9.1914, per «la parallela a nord di via G.Carducci»

Citata dal Novella quale esistente in città negli anni 1930, prima titolazione di una strada neoformata che - nel suo manoscritto - descrive come “laterale della via DeAmicis” (via Balbi Piovera)  quando quest’ultima strada iniziava direttamente da via DeMarini (via  L.Dottesio).

 Verrà poi  denominata via Egidio Mazzucco: e così appare ancora nel 1933, indicata come “trasversale da via E.DeAmicis a vico Imperiale” (via D.Chiesa e suo prolungamento a monte, che non esiste più), di 5.a categoria.

 

DEDICATA : al francese Jaurès Leon Jean nato a Castres il 3 settembre 1859.

Dopo gli studi di filosofia e l’avvio ad una carriera da insegnante liceale ed universitario all’università i Tolone (1883-5), interruppe l’attività didattica  perché fu eletto deputato.

Divenne così uomo politico (sino al 1914) ed abile oratore, arrivando alla carica di vice presidente della Camera, schierandosi con i radicali moderati e socialisti  gradualisti.

Non rieletto nel 1889, tornò ad insegnare senza abbandonare l’impegno politico che poco alla volta lo portò a evolversi verso il socialismo nel quale confluì nel 1893-anno della sua rielezione - quale ‘indipendente’, appoggiando il riformismo ma non accettando la corrente marxistica del suo partito seppur aderente alla sua analisi; divenne così poco a poco la personalità dominante il movimento operaio francese

Durante «l’affaire Dreyfus» prese posizione contro gli intrighi militaristi e clericali.  Condusse numerose campagne per i diritti civili; si oppose al militarismo coloniale e quindi all’occupazione del Marocco; si schierò con i minatori di Carmaux in sciopero: città ove era stato rieletto deputato

Fu fondatore del giornale quotidiano l’ “Humanité” che diresse fino alla morte; aderì (1905) infine al nuovo partito SFIO - partito socialista francese – fino a divenirne capo.

 

Il quadro di H.Motte, del 1908, – esposto al        francobollo francese

salone del congresso - raffigura Cristo al

banchetto con i Socialisti

 

Per tale mezzo comunicativo e per le relazioni da tenere in Parlamento, studiò e tracciò le basi del riformismo che poi propugnò in una sua grande pubblicazione scritta nel 1901-4 «Histoire socialiste» (Storia socialista) redigendo per essa i volumi dedicati alla rivoluzione francese.

 

 

cartolina con firma di Jaurès

 

Ovvero la sua idea di socialismo, quale naturale sviluppo della rivoluzione del 1789, aborrendo la violenza e la dittatura (anche del popolo), a vantaggio del proletariato guidato dai sindacati  e dello stato repubblicano, usando i mezzi del suffragio universale e degli accordi distensivi.

Nel 1914, si schierò decisamente tra gli oppositori alla guerra esprimendo vivacemente idee pacifiste. Contro di lui ovviamente si accanirono i nazionalisti, militaristi e marxisti, trovando in lui e nelle simpatie che gli riversava la massa operaia il maggior ostacolo alle loro idee estremiste e bellicose.

Così, il 31 luglio 1914, a Parigi, al termine di un colloquio con il ministro degli Esteri, trovandosi in trattoria, fu avvicinato da un certo Raoul Villain nazionalista francese, che lo uccise con due colpi di pistola.

Si era alle premesse dello scoppio del primo conflitto mondiale; in agosto avvennero le prime dichiarazioni di guerra. Una sua frase fu premonitrice dell’infausto evento che lui aveva lucidamente intuito: “ciascun popolo appare per le vie dell’Europa con la sua piccola torcia in mano, e ora ecco l’incendio”.

 

BIBLIOGRAFIA

-AA.VV.-La storia-UTET.2004- vol.12-pag.434

-DeLandolina GC.-Sampierdarena-Rinascenza.1922-pag.44 (chiama Faurès)

-Enciclopedia DeAgostini

-Enciclopedia Sonzogno

-Enciclopedia Zanichelli

-Novella P.-Guida di Genova-manoscritto Bibl.Berio 1930-pag.17

-Pagano/1961-pag.247