GOITO                                           via Goito

 

 

Attuale via Augusto Albini, come appare anche sottoinciso nella targa stradale. 

   È risaputo che a San Pier d’Arena la prima domenica di ottobre 1851  ci fu la nascita di una delle prime società operaie in Italia, col titolo di Unione Umanitaria e con sede al Mercato (in un capannone posto nell’angolo tra l’attuale corso L.Martinetti e via N.Daste).

   A dicembre nacque la seconda associazione operaia chiamata “Unione fraterna”.

   Le due, ma più attiva la prima, con l’aiuto di alcuni privati cittadini nel 1854, in “via dei Banchetti”, primo nome popolare dato alla strada, probabile perché sede di un mercato rionale o forse in relazione ad un tipo di pasta prodotta dal Rebora Andrea,  poi ufficialmente chiamata via Goito a fine secolo, fondarono un  Gabinetto di Lettura con culturizzazione politico associazinistica in un gran salone intitolato a "Zane”, un popolare marionettista in vernacolo che nel posto aveva iniziato un teatrino. In certe ore veniva insegnato anche ‘a dare di scherma’, nonché l’uso della carabina e fare ginnastica.

   Il Gabinetto fu sciolto nel 1862 dalla polizia, ma ricostituito subito dopo con altro nome.

In quegli anni avvenne l’erezione del viadotto ferroviario; in corrispondenza della strada fu lasciato un sottopasso specifico, detto ‘sottovia Goito’. Allora, la strada allora aveva ai confini con la ferrovia:

A LEVANTE:  giardini ed orti della villa-allora pastificio Rebora, ai quali corrispondevano sulla facciata nord del viadotto due arcate con assegnato i civici 51 e 53. La proprietà Rebora, con in testa la villa, aveva in via V.Emanuele (Buranello) un sottovia specifico, chiamato ‘sottovia Rebora’, che dava adito ad una stradina la quale oggi non esiste più, e che affiancava da est quei terreni.

A PONENTE, prossimo alla ferrovia, c’era l’edificio di Grosso Ester al quale sulla facciata dei viadotto corrispondevano altre due arcate delle quali la più vicina a via Goito assegnata ad orinatoio pubblico, aperto in via V.Emanuele (Buranello) e l’altro col civico 55. L’edificio era separato con un alto muro, verso ovest, dallo stabilimento Nasturzio, il quale a sua volta aveva un omonimo ‘sottovia Nasturzio’, posto tra i fornici con i civ. 61 e 63, che entrava nel mezzo dell’opificio, come oggi sono da una parte la biblioteca e dall’altra il Centro Civico.

Nel 1867 don Daste assunse l’impegno delle orfanelle; dopo le prime sedi in via san Bartolomeo e via Bombrini, la terza fu in via Goito ma non si sa dove né quando. Allora la strada collegava via Vittorio Emanuele (oggi via G.Buranello) alla via che forse ancora era via De Marini o già era divenuta via s.Antonio  (il prete, da questa via si trasferì nel palazzo Boccardo in piazza G.Bove e poi in via G.Mameli ed ultimo in salita Belvedere).

  Prima dell’anno 1900 era quasi, non ancora completamente, tracciata dalle case costruite tra le due  vie parallele, chiamate Vittorio Emanuele e via sant’Antonio. Aveva a quei tempi solo 5 civici (di allora;  dei quali erano proprietari: dell’ 1 , 2, 3, 4 eredi Grosso; 5 Rebora Andrea).    Infatti, in quegli anni, si aprivano nella strada: a levante ancora lo ‘stabilimento Rebora’, che sotto la ferrovia possedeva un sottovia specifico (a levante rispetto quello di via Goito, della via stessa) a significato dell’importanza  dell’azienda.

 Dal Pagano 1902 leggiamo unico: al 5 Giordano Costatino – ancora attivo nel 1912,  in “già proprietà dei Rebora”, con forniture per molini (nel 1920 sarà scritto come costruttore edile,  tel 4204).

Nell’elenco strade del 1910, era con l’identica delimitazione non essendo stati ancora cambiati i nomi,  e possedeva case con i civici  neri fino al 10 e 1.

Nel Pagano 1911, 12, 20  appaiono in più: il negozio di mode di Gatto e C. ancora attivo nel 1912;  l’ottonaio Canale Pietro produttivo ancora nel 1920;

Nel Pagano 1925, compare al civ. 1 l’officina di costruttore meccanico Giordano Costantino (omonimo parente ? allora usava), tel. 4124;---al 34r il negozio di stracci di DeBarbieri Renzo.

Negli  anni venti, scemata un po’ l’epopea garibaldina a favore della recente vittoria bellica, ma soprattutto nella selezione per una unicità stradale con la Grande Genova essendo avvenuta l’unificazione nel 1926, nella titolazione delle strade presero posto i nomi di personaggi più famosi per cultura ed ingegno, specie dell’800, o degli eroi distintisi nel sacrificio bellico, continuando un messaggio nascosto di importanza politico sociale.

Nel 1933 appare sempre collegante le stesse strade delle quali però la superiore ha cambiato nome assumendo la titolazione di “via generale Cantore”; ed era di 4.a categoria come quando col vecchio nome.

Il 19 ago.1935 una delibera del podestà decretò la definitiva variazione del nome. Cosicché non è più a San Pier d’Arena , ma a Castelletto.

 

DEDICATA a ricordo della località mantovana, ove avvennero due battaglie relative alla prima guerra di indipendenza con la diretta partecipazione delle loro maestà.

La prima, avvenne  l’ 8 aprile 1848: i piemontesi sconfissero gli avamposti austriaci e poterono così varcare il Mincio.

Più importante la seconda, il 30 maggio quando i piemontesi (guidati personalmente dal re Carlo Alberto) si scontrarono con  il primo e ben più nutrito ed addestrato corpo dell’esercito austriaco: al comando del gen Bava Eusebio i fanti riuscirono a rompere la linea nemica e metterla in fuga,  mentre la riserva (guidata dal principe ereditario Vittorio Emanuele, allora ancora duca di Savoia) sconfisse il primo e secondo corpo d’armata austriaco comandati da Radetzky.

Fu una vittoria delle truppe piemontesi,  che costarono al re ed al principe due lievi ferite.

 

BIBLIOGRAFIA

-Archivio Storico Comunale Toponomastica -  scheda 2201

-Archivio Storico Ferrovie

-DeLandolina GC.-Sampierdarena-Rinascenza.1922-pag.43

-Durante A-don Nicolò Daste-tipog.don Daste.1964-pag.75

-Enciclopedia Sonzogno

-Morabito L.-Il mutuo soccorso-Ist.Mazziniano 1999-pag324

-Morabito&Costa-L’universo della solidarietà-Priamar1995-pag 346

-Novella P.-guida di Genova-manoscritto B.Berio 1930-pag. 18

-Pagano/1908-pag.877---/1933-pag.246