GALATA                                                     via Galata

 

 

   Primo documento sul quale appare citata la strada è datato 1867, riferito quale località di decesso (su 68 in tutto) di tre casi di colera.

  È il nome che ha preceduto - fino agli inizi del 1900 - la attuale dedica      “via Pietro Chiesa”, in piena zona della Coscia: per un cittadino sampierdarenesefino al 1900 era una strada ‘cornice’ sulla marina, una strada di lavoro duro;  punto di incrocio fondamentale per il traffico in tutti i sensi: navale, viario, ferroviario, tranviario, artigianale, commerciale, doganale,  culinario e non ultimo anche ludico (a contendere pacificamente l’uso della spiaggia ai pescatori, iniziarono a nascere i bagni: i Margherita, furono i primi stabilimenti eretti con concezione ‘moderna’, e come tali frequentatissimi anche dai ‘foresti’ piemontesi e lombardi; ideatori e proprietari furono Carlo Lagorara, Ambrogio Cabella e Faccina Bruni, rispettivamente console, presidente dei Minolli  e spedizioniere; la loro società si sciolse nel 1872, ma aveva dato l’avvio all’utilizzo dell’arenile per numerose  eguali e fiorenti iniziative).

sino alla villa Lomellini-Gardino, era via Galata

 

 

STORIA: 

nel regio decreto del 1875, viene chiamata “primo tratto della Strada della marina”; strada che dalla zona della Coscia (casa Lanzetta)  arrivava sino alla Crosa Larga (casa Morando che compare ancora nell’elenco sotto, ma non più all’estremo della strada).

 

   Dal Pagano 1902 segnaliamo gli esercizi commerciali: al 15 Borzone Vincenzo, succes. a Casanova Luigi, ha segheria idraulica, tel 773, ed è negoziante di legnami da costruzione;--- 15 anche il demolitore di bastimenti Bertorello Angelo(citato anche nel Pagano/12; nel 1919 non c’è più, ma esistono altri due Bertorello demolitori (figli?), Salvatore e GB, in sedi diverse: via Manin e via Carducci);---al 19, il deposito di petrolio della Società Americana per il Petrolio, tel. 653 (ultima volta compare nel Pagano/1919)---19 Panizzardi e C. si interessavano di olio minerate, tel. 682;---; 22 cascami, cotoni e carbone minerale di Specher William, tel. 459, al civ.83r (presente ancora nel 1925 quando la via si chiamerà P.Chiesa; ed il civico trasformato in 75r);--- 25 Colombo GB e Figlio, succ. Montaldo, hanno una fabbrica di pasta alimentare. L’azienda posta in cima alla via, andò a fuoco: la casa con gli asciugatoi andò distrutta “come paglia” e con essa anche l’abitazione di chi viveva ai piani superiori (l’uso di candele, le case di legno e l’assenza di un servizio pompieri dovevano essere abbinamento facile per innescare simili disastri);---

   Nel 1906, viene proposto all’amministrazione comunale il nuovo nome di “via Galata” , da dare al tratto di strada che “da  via Cristoforo Colombo arriva fino ai magazzini Carpaneto, verso i bagni Margherita”…” sino al Tunnel“ . Un censimento di quegli anni  segnala proprietari di immobili i sigg. Carpaneto Giuseppe all’ 1 ; Carpaneto Giacomo al 1a ; Garibaldi e Copello al 2,2a,2b ; Croce e C al 9 ; Bertorello al 10, 23 e 24 ; fratelli Testa ; marchese Pallavicini ai n.i dal 12 al 17; Carlo Invrea e C al 18 e 19 ; casa Danovaro al 20 e 21Casanova Luigi al 22; Paganetto Clelia al 25 ; Morando Giovanni al 26 ; vedova Bertorello e C al 27 ; Macciò GB e C al 28.

    Nel Pagano/1908 con segheria idraulica al 15 ci sarà fino al 1912 Borzone Vincenzo (e success a Casanova Luigi (vedilo nel 1906))(Nel Pagano 1919 è citato come succeduto -ma al civ. 23- dai f.lli Gardino; e questi nel 1920 sono –con segheria- al civ. 21 di via P.Chiesa);---  al 19 Panizzardi e C. (nel Pagano/12 c’è; nel 19 non c’è più) –tel.682- si interessava di olio( minerale e d’oliva) ---

   Nel 1910,  ufficializzata la titolazione, si precisava che andava dalla galleria del Faro all’incrocio con via C.Colombo’, ed aveva i civv. sino al 6 e 43, poi corretti a penna, 8 e 43.

 

    

senza case a mare                                              e senza illuminazione elettrica                                  

 

 

   

Nel Pagano 1911 e 12 appaiono oltre quelli del 1908,  63r commestibili di Rossi Ersilia.  Nel Pagano/1919 compare nuovo al civ. 1  il negoziante di legnami Leiss Paride¡. 

   Non si sa in che anno, al civ. 9/6 (casa propria) il prof. Frioli C e L.Bertorello reclamizzano quali concessionari esclusivi dei prodotti vegetali americani – The Iloirf Company del dr Williams Evans  - con prova gratis; “fatti e non parole” nel curare con Estevanet le emorroidi, con Luisan i reumatismi e con Dentonel per sbiancante i denti

    Il Pagano 1925 include al 63r il negozio di commestibili di Rossi Ersilia.

   Nella strada con questo nome,  nacque il club dei Carbonai.


   Attualmente via Galata è in Portoria.

 


dalla villa Lomellini-Gardino alla galleria, era via Galata

 

 

  

DEDICATA al sobborgo di Istambul, quale antichissima sede di insediamento genovese:  dal medioevo infatti, i fondaci concessi ai genovesi  favorirono il reciproco fiorire di commercio e accrebbero la fama dell’abilità dei nostri marinai.

La città di Costantinopoli fu da sempre soggetta a lotte e conquiste di popoli locali e viciniori, posta come è in posizione cruciale per i traffici verso l’est. Così anche i genovesi, possessori delle navi, si inserirono di forza nel gioco commerciale, ottenendo dal Barbarossa (alleato con AdrianoIV ed Emanuele imperatore d’Oriente) con controscambio di sicurezza e protezione, libero transito nei possessi dell’impero bizantino, traffici commerciali, favori doganali e concessioni di attracchi: nel 1162, già oltre trecento erano i cittadini genovesi stabiliti in città: con alti e bassi delle fortune, relativi all’instabilità politica, nel 1193 l’ambasciatore Guido Spinola  concluse con l’imperatore sempre più favorevoli trattati di alleanza.

Nel  1203 la città fu aggredita dai veneziani che erano al seguito della IV crociata; essi conquistarono la città,  saccheggiandola  e annettendosi gran parte della città stessa, dei porti vicini e le  isole vicine,  iniziando il periodo definito “impero latino di Oriente”, durato però solo una cinquantina d’anni. 

Nel  1261 l’imperatore greco di Nicea, Michele VIII Paleologo restaurò l’impero greco sulla zona, aiutato dai genovesi; per gratitudine  stese un trattato - detto di Ninfeo - con cui, concesse loro  il predominio sui veneziani assegnando la signoria di Galata (posta a sud della città, sulla costa settentrionale del Corno d’Oro) con la piena libertà di attracco alle loro navi.  Sei anni dopo, anche a Pera, posta nella zona più a nord e nell’interno dello stretto,  i genovesi entrarono in possesso di  un’ altra colonia che  fortificarono:  con queste basi,  era loro possibile controllare  tutto il passaggio del Bosforo. Quindi tutto il mar Nero (ove a Caffa -in Crimea- era un’altra importantissima colonia)  e quanto oltre in oriente, era sotto stretto controllo della flotta genovese, con enormi vantaggi per la città madre (seppur sempre in battibecco con i veneziani).

Da allora Genova curò questa colonia, come preziosa e commercialmente fondamentale, sia a livello amministrativo che  architettonico (si ricorda tra i magnifici monumenti, la “torre di Cristo”, ancor oggi chiamata “torre dei genovesi”,  eretta nel 1446, utile per il controllo della zona sia del mare, che degli incendi a terra). Le colonie, autonome, erano governate da un Podestà, aiutato da due Capitani del popolo.

Nel 1395 iniziarono a comparire i turchi: accettando umilianti condizioni, si dovette concedere loro una parte di territorio; lo stesso nel 1424; ma non si riuscì  purtroppo a fermare l’orda dei seguaci di Maometto II, che nel maggio 1453 assalirono la colonia, difesa da 7mila soldati comandati da Giovanni Giustiniani, affiancato dall’imperatore Costantino V. Tutta la città cadde il 29 maggio in mano mussulmana,  da allora essi la chiamarono  Istambul. E Genova ne subì un grave ed irrimediabile  danno economico e di immagine, sottolineando l’incapacità della città madre di proteggere  in qualsiasi evenienza  così lontane colonie.

La presenza dei genovesi a Galata e nelle zone vicine, è stata ampiamente studiata da molti storici, per l’importanza e la ricchezza che questa civiltà lasciò nel territorio, mai più eguagliata malgrado i tentativi degli stessi turchi di rifavorire i traffici commerciali .

É storia recente (genn.1986),  il ricupero di un ingente tesoro in monete d’oro genovesi, durante il dragaggio del fondo, nei pressi degli antichi attracchi di Galata.

 

BIBLIOGRAFIA

-Archivio Storico Comunale  

-Enciclopedia Sonzogno

-Favretto G.-Sampierdarena 1864-1914 mutualismo e...-Ames.2005-p.169  

-Il Secolo XIX dell’ago.2000 

-Novella P.-Strade di Genova-manoscritto bibl.Berio.1930-pag.18

-Pagano 1908   - pagg. 873-9

-Pastorino.Vigliero-Dizionario delle strade di Ge.Tolozzi.1985-pag.760

-Pescio A.-I nomi delle strade di Genova-Forni.1986-pag.148.267