GOVERNOLO                                              vico Govérnolo

 

TARGA: VICO GOVERNOLO

                                                    

                                           

angolo con via W.Fillak

 

QUARTIERE MEDIEVALE: san Martino

Non reperibile nella carta vinzoniana

N° IMMATRICOLAZIONE:   2785,     CATEGORIA  3

da Pagano 1967.8

 

CODICE INFORMATICO DELLA STRADA - n°:   30760

UNITÀ URBANISTICA: 24 - CAMPASSO

 da Google Earth, 2007. In giallo via vicenza; in rosso via Campasso

CAP:   16151

PARROCCHIA:  s.G.Bosco

STRUTTURA:   stradina che si diparte da via W.Fillak verso levante, a mare rispetto via del Campasso, e finisce chiusa.


   Già esistente anonima agli inizi del secolo 1800, divenne - nei primi anni del 1900 - “da via UmbertoI ,  verso la collina “.

  


Per alcuni è collocata “nella zona Palmetta”. Infatti Tuvo riporta -relativa all’8 marzo 1826- di un progetto pervenuto in comune: “il signor Bartolomeo Tuvo (lo chiama così)  costruisce - su progetto dell’arch. Scaniglia - una palafitta alla sboccatura dell’acqua del suo mulino posto alla Palmetta” ...segue “pianta della palafitta costrutta dal molinaro Tuvo con relativo argine o muro di sostegno alla strada Reale detta della Palmetta”. Nel 1839 il mugnaio Bartolomeo, chiede al Comune poter avere in affitto un terreno vicino alla rampa sinistra del Ponte, a fianco della strada comunale, onde costruire un truogolo nel quale lavare il grano quando d’estate la condotta è in secco.

   Nell’anno 1900 fu proposto la titolazione attuale, alla  “via  al molino Tuo” (molto presumibile corrisponda alla casetta sul lato a mare che si apre in via W.Fillak): evidentemente posto in corrispondenza di un torrente, che proveniente dal Campasso passava per via Vicenza e tramite il vicolo scendeva e  proseguiva in via del Chiusone verso il torrente Polcevera.

   Nell’elenco stradale stampato dal Comune nel 1910, il vico compare ufficialmente con questo nome, delimitato ‘da  via Umberto I  verso la collina’, e già con civv. 1 e 2.

Nel 2009 è stato posto un cancello all’inizio della strada, quale appunto, strada privata (e quindi per ragioni di posteggio auto).

CIVICI    NERI= 1 e 2      ROSSI = 1r, e dal 2r all’8r

   Nel Pagano 1925 è segnato solo il civ.2, ove Porta Primo ha un negozio di calzature (oltre un altro in via UmbertoI)

   Nel 1926, all’atto del passaggio delle città limitrofe nella Grande Genova, la titolazione non subì variazioni essendo SPd’Arena l’unica a titolare così una strada.

   Nel 1933 possedeva gli stessi civv. 1 e 2.  Il Pagano/33 segnala il recapito degli appaltatori edili Merlo & Repetto.

   Dal Pagano/40 si rileva che si dipartiva da via delle Corporazioni; e un privato impresario strad. abitava al 2 nero.

   Il Pagano/1950 segnala sempre un civico nero, il 2; ed al civ.2r la fabbr. e riparaz. botti di legno e mastelli, di Casella Carlo.

   Nell’anno 2003, non ha negozi.

 

DEDICATA

 al paese di Govérnolo, piccola frazione del comune di Roncoferraro (MN), affacciato sul Mincio poco prima che il fiume sfoci nel Po; testimone e protagonista di grandi fatti storici.

Il nome si fa derivare sia dal “governare le acque”; sia perché punto di passaggio per la navigazione fluviale dal Veneto alla pianura, lungo il Mincio.

Per il primo toponimo, la denominazione dipende dal fatto che Mantova era circondata da laghi, aneurismi del Mincio, ed il suo territorio era soggetto alle ‘acque libere’ con tutta una serie di acquitrini e paludi (usati poi come risaie): le bizzarrie dei due fiumi (Mincio e Po) inondavano spesso la città di Mantova rendendo obbligatorio già negli anni mille porre delle opere idrauliche a valle per regolarizzare le acque a monte; e quindi a Govérnolo nel cui territorio il primo sfocia nel secondo (è citato anche nell’Inferno di Dante, XX, 76-78).

Il secondo tiene conto del comodissimo uso di barconi per il trasporto (questi, tirati da cavalli posti ai lati del corso d’acqua, permettevano trasporto facile, sicuro, veloce, di grosse derrate, truppe (la via è stata chiamata Teutonica, appunto per il trasporto di eserciti imperiali), pellegrini, animali, signori in viaggio (coloro che preferivano –alla  via terreste in mezzo a paludi- la via fluviale: numerosi  re, regine ed imperatori, di passaggio per viaggi (tra essi, la marchesa Isabella d’Este, per nozze; e papa PioII)  arrivando i canali fino a Mantova,  a Verona-Venezia, e col Po, sino a Reggio Emilia o Torino)).

La sua storia si fa partire da 1000 anni a.Cristo con la presenza degli Etruschi fuggiaschi da sconfitte contro Roma e creatori di Mantova. Dopo la invasione dei Galli, nel 189 aC i Romani arrivarono fino ad Ostiglia con la via Claudia Augustea (del 47 dC. Il centro, oltre alle legioni, dava rifugio sino a 250 navi romane atte all’uso fluviale).

Importante nel 452 dC l’incontro tra papa s.Leone Magno ed Attila; dopo che quest’ultimo, conquistata Aquileia, minacciava arrivare a Roma.

Poi arrivarono Ostrogoti, Longobardi, e nell’800, i Franchi (CarloMagno).

Decisivo l’arrivo degli imperiali (ungheresi) e, con loro dei Canossa (famosa nell’anno 1090 la contessa Matilde (guelfa, filo papale) che osò affrontare l’imperatore Enrico IV, già scomunicato (la famosa frase “venne a Canossa” per indicare pentimento). Sotto di loro, i primi tentativi di governare le acque per fronteggiare un naturale ulteriore spostamento del letto del Po che con gli avvallamenti e straripamenti sistematicamente distruggeva ed impaludava il territorio. I Canossa, favorirono in maniera decisiva il monachesimo: il grosso convento di san Benedetto, ancor oggi eretto imponente e ricco di reperti, allora era più potente perché proprietario di immensi territori circostanti e seppur inquinato da –allora normale- comportamento di sfruttamento della mano d’opera, costituiva punto di allargamento della cultura.

Dopo loro, dal 1430, i Gonzaga, fino alla fine del 1700 quando il territorio divenne austriaco.

Nel 1526, presso il paese, fu ferito mortalmente Giovanni dei Medici, più famoso come Giovanni delle Bande Nere, comandante della fanteria della Chiesa.

   La motivazione della titolazione stradale, fa riferimento al 1848 quando il paese fu teatro di due scontri contro gli austriaci.

   Il primo, di minore coinvolgimento, avvenne  il 24 aprile 1848 

A marzo si era diffusa la notizia che l’imperatore FerdinandoI avrebbe concesso la Costituzione: numerosi cittadini si recarono dal governatore Gorzkowsky che dapprima li assecondò facedo creare una Guardia Civica di 900 persone, seppur male armate; però il 2 aprile bloccò tutto dichiarando uno stato di assedio, sciogliendo ogni iniziativa. Molti fuggirono aggregandosi ai regolari che l’8 (o il 9?) combatterono a Goito dopo che Carlo Alberto aveva liberato Milano e puntava su Mantova; altri si riunirono in circa 300,  formarono la “Legione Mantovana” e accettando dal Governo Provvisorio il nuovo comandante nella figura di Ambrogio Longoni, luogotenente dei bersaglieri. Invece, nella ‘Compagnia Modenese’ che si aggregò al Longoni il 23 aprile - e che possedeva tre cannoni - militava il ‘famigerato’ LaMarmora.

Nella prima mattinata (presenti Mameli -che incitava i commilitoni facendo loro cantare il famoso inno- e Nino Bixio (ambedue si erano aggregati al Longoni, dopo le 5 giornate di Milano, perché in fase di scioglersi per mancanza di mezzi) i piemontesi fermarono a Governolo più di mille tedeschi (fu Bixio che si accorse che gli imperiali stavano soprafacendo i volontari: ordinò il fuoco dei cannoni – muto sino ad allora per paura di colpire i volontari;  i colpi, ben diretti, fecero sbandare gli austriaci che, entrati nel panico, fuggirono lasciando 9 morti e 18 feriti – mentre nei volontari si ebbe un solo morto e sette feriti) e li fecero retrocedere entro le mura della città di  Mantova -che nel 1800 faceva parte del famoso quadrilatero austriaco, assieme a  Peschiera, Verona, Legnago-. 

   Però, a vittoria conseguita, il comandante Longoni, fedele monarchico, cambiò nome alla ‘Legione Mantovana’ di volontari, chiamandola ‘battaglione  Bersaglieri Mantovani Carlo Alberto’: indispettito, Mameli  e tutti i genovesi repubblicani abbandonarono il gruppo.

   Ma a maggio gli austriaci vinsero a Montanara e Curtatone,  riprendendo Govérnolo, considerato nodo stradale basilare e strategico. Lasciarono a custodire la posizione un forte presidio, per proteggere: sia l’ampio ponte steso sul fiume Mincio (fondamentale per far attraversare le truppe oltre il fiume stesso per poter arrivare a Mantova); sia perché snodo di comunicazione fluviale con il Veneto tutto e sia perché punto di attacco al fianco destro ed alle spalle di chi assediava Mantova.

   Così il 18 luglio 1848, nel corso della prima guerra di Indipendenza, avvenne la seconda battaglia - più importante. Occorreva occupare Governolo per completare l’assedio di Mantova

I 9mila bersaglieri (ai quali sono aggregati una ventina di volontari liguri della brigata “Regina”) guidati dal gen. Bava, riuscirono con brillante ed abile manovra a sgominare i nemici (composti da un battaglione di 1500 croati, comandato dal maggiore Rukavina munito di quattro cannoni asseragliati in posizione imprendibile perché posto al di là del fiume inguadabile e quindi, per raggiungerlo occorreva per forza passare sul ponte).

   Il generale, dopo una ricognizione il giorno prima, diede avvio alla riconquista della fortificazione di Govérnolo.  A mezzogiorno, dopo due ore di aspra battaglia combattuta da lontano e mirata a tenere sgombro il ponte onde evitare sabotaggio o distruzione di esso, avvenne la rotta delle truppe austriache quando 200 bersaglieri imbarcati su dei barconi a Borgoforte, arrivarono via fiume non visti e si gettarono nella mischia, assalendo i tedeschi alle spalle ed aprendo il ponte levatoio sul Mincio attraverso il quale il ‘Genova cavalleria’  irruppe generando scompiglio nelle forze croate e completando la vittoria (conquista della bandiera del glorioso reggimento croato, cavalli e 3 cannoni; perduti 60 soldati; prigionieri 6 ufficiali e 400 soldati; (alcuni di quelli fuggiti nelle campagne, furono catturati dalla cavalleria o uccisi negli scontri anche dai contadini).

   Tra i piemontesi ci furono 12 morti e 33 feriti molti dei quali non sopravvissero.

   La conquista della postazione galvanizzò le truppe italiane favorendo il blocco di Mantova. 

   Ma, come noto, questa prima guerra d’Indipendenza, finì col totale ritiro dalla Lombardia, che tornò in mano austriaca

   I bersaglieri ebbero l’onore di nominare un reparto col nome del paese; ed ancora nel 1982 il battaglione Govérnolo ha fatto parte della prima missione di pace in Libano. 

   Ora la zona è compresa nel Parco Naturale del Mincio.

 

BIBLIOGRAFIA

-Archivio Storico Comunale Toponomastica -scheda 2209

-AA.VV.-Annuario guida Archidiocesi-ed./94-pag.410; ed./02-pag.448

-Compagnoni A.-Governolo incrocio tra Po e via Teutonica-Sometti.02-

-DeLandolina GC- Sampierdarena-Rinascenza.1923- pag.43

-Enciclopedia Motta

-Enciclopedia Sonzogno  

-Gobbetti C.-Governolo, un viaggio nella storia...-Alce.1987-pag.141

-Lamponi M.- Sampierdarena- LibroPiù.2002- pag.136

-Novella P.-Strade di Genova-Manoscritto bibl.Berio.1930circa-(pag.18)

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-Pastorino&Vigliero-Dizionario delle strade di Ge.-Tolozzi.1985-pag.893

-Tuvo T.-Memorie storiche di SanPierd’Arena-dattiloscr. inedito-pag. 112