FARINI                                            via Luigi Carlo Farini

 

TARGHE:

via – Luigi Carlo Farini – patriota-politico – 1812-1866

S.Pier d’Arena – 2773 - via - Luigi Carlo Farini – patriota-politico – 1812-1866

 

         

angolo con corso LA Martinetti                                               

 

angolo con via GB. Sasso

 

angolo con via GB. Monti

(praticamente illeggibile la scritta “già via F.Alizeri”).


 

QUARTIERE MEDIEVALE: San Martino

 da MVinzoni, 1757 (in celeste ipotetico tracciato di via GB Monti; in fucsia corso Martinetti; giallo salita Belvedere; in verdone –tra due proprietà- via C.Rota-GBSasso.

 

N° IMMATRICOLAZIONE:  2773

 

   

 

CODICE INFORMATICO DELLA STRADA - n°:   24360

UNITÁ URBANISTICA:  25 – SAN GAETANO

 da Google Earth 2007. in giallo, corso LMartinetti; fucsia v.GBMonti; celeste v.CRota; rosso, v.NArduino; verde, via LCFarini.

 

 

 

CAP:   16151

 

PARROCCHIA:   NS del ss.Sacramento

 

STORIA:   il terreno della parte a monte della strada, quando essa non esisteva, faceva parte dei giardini della villa Doria (ora Istituto don Daste).   Nel 1936 ai piedi della villa fu eretta la chiesa, il cui lato a mare favorì sia l’apertura di un nuovo tratto stradale e sia uno sfogo al Corso dei Colli.

La Chiesa fu costruita nel terreno rimasto all’Istituto, ed è descritta in via G.B.Monti; il rimanente del parco era già stato venduto agli inizi del 1900, per lottizzazione destinata a case da abitazione, costruite però -come d’uso- con nessun  spazio libero e l’asse viario di larghezza limitata.

   La parte in basso al nord, da dopo l’incrocio con v.GB Monti, nella carta vinzoniana del 1757 appare al limite inferiore dei terreni di proprietà  del magnifico Lorenzo Lomellini (dall’altezza della nostra strada, comprendeva la villa ove ora è il civ.20 di via GB.Monti e saliva sino alla chiesa del Belvedere), ed è senza storia particolare se non aver limitato inferiormente le stalle dei Mignone, aperte sopra nel tratto di via Rayper.

   L’intera strada, fu dapprima dedicata allo storiografo genovese F. Alizeri,  (“da via Manzoni a corso D. Alighieri”, cioè da via GB. Sasso a  corso L.Martinetti); una delibera del podestà, del 19 ago.1935, cambiò la titolazione  per la attuale.

   Nel 1940 appare congiungere via GB Sasso con corso dei Colli; vi abitavano alcuni privati nei civv- 2-4-9 e come civici rossi: autorimessa (Dal Ponte G. al civ.1r); un comm.li a 3r; falegname al 5r; app. elettrotecn al 7; calz. al 12; fruttivendolo al 14r.

 

STRUTTURA:  intersecata a metà, perpendicolarmente, da via G.B.Monti, è da essa divisa in due tronchi, nei quali vige senso unico viario opposto:  nella metà  da corso L.Martinetti, è in discesa; nella metà da via G.B.Sasso  con diramazione verso monte di via E.Rayper,  è in salita.

È servita dall’acquedotto DeFerrari Galliera.

 

CIVICI

2007= NERI   = da 1 a 3                                  e da 2 a 6

           ROSSI =      1r  17r (compresi 7ABC)            2r    16r

===civ 1 la casa dei sacerdoti gestori della chiesa, facenti parte della Fondazione religiosa della Congregazione degli ‘Oblati del SS. Sacramento(vedi sotto, al fondatore). La porta è sormontata dallo stemma della congregazione (uno scudo sormontato da corona rotonda a spicchi; al centro un calice sormontato da una ostia recante al centro la scritta IHS; distesa sul bordo dello scudo la scritta “Venite adorems – Congregatio Oblactorum . a SS.Sacramento”). È sede anche del Centro d’Ascolto Vicariale di Sampierdarena (tel. 010.462555, lunedì h.16-18-mercoledi e sabato, h.9-11,30) importante iniziativa religiosa di aiuto –discreto e silenzioso- rivolto ai bisognosi, per tanti anni  della prima decade del 2000, gestito dall’ing. Tosini, squisita persona morte prematuramente dopo un intervento al cuore.

Nel 2002-8, è parroco (dal 1989) don Caviglia, aiutato da don Bergamini Aleardo e don De Santi Michele; per un territorio con circa 7000 anime, e con le segg. strutture religiose: ---le Figlie della presentazione di Maria Vergine (o suore Pietrine; Casa madre; già scuola –materna, elem. E medie- ora Istituto per anziani; e cappella di s. Pietro in Vincoli); ---cappella di s. Pier G. Eymard (in cso Martinetti 68r); ---la Congregazione degli Oblati del ss.Sacramento; --- Figlie della Divina provvidenza (casa madre ed Istituto ‘don Daste’).

   Pochi i negozi aperti sulla strada, e mutevoli negli anni. Così nel 2002 nel tratto alto, un fioraio (civ 14r, già fruttiv.), sarto (civ.12 già rivendita di bottoni); nel tratto basso, un meccanico   (radiatorista), un supermarket dell’auto ed una autorimessa (civ. 11r-17r una società prima chiamata Omrea, poi Victor).

 

foto 2011

 

 

DEDICATA : al medico, politico, patriota, nato a Russi di Ravenna il 22 ott.1812. Laureatosi in medicina a Bologna, esercitò dapprima la professione nell’ospedale ravennate, acquisendo una discreta notorietà.          

   Fervente patriota, volle partecipare ai moti insurrezionali liberali nelle Romagne (allora nel territorio della Chiesa romana) del 1831 e del 1843, per i quali prima fuggì in Toscana ove partecipò alla stesura del ‘proclama di Rimini’.

   Condannato, fu mandato in esilio: venne a Genova, ove fu assunto con l’incarico improprio - essendo medico - di segretario di Gerolamo Bonaparte (figlio dell’ex re di Vestfalia,  e pure lui propugnatore della causa italiana proprio in quel tempo, al Congresso degli Scienziati tenutosi in città nel 1846).   

   Amnistiato da Pio IX, tornò a fare il medico in condotta ad Osimo, ove nel tempo libero continuò ad interessarsi di politica, scrivendo infervorati articoli, pubblicati sui giornali locali e nazionali. Così, conosciuto e stimato, fu chiamato a Roma (1848) quale segretario generale deputato al ministero dell’Interno nel regno pontificio (primo governo costituzionale dello Stato della Chiesa), ed inviato quale ambasciatore presso Carlo Alberto. Dopo questi passi importanti di carriera politica, assunse anche l’incarico di ministro della Sanità, sempre nelle territorio retto dal Papa.

   Solo alla caduta della Repubblica Romana fu di nuovo esiliato, si stabilì direttamente a Torino, 1849, schierandosi a fianco del Cavour con cui collaborò integrandone l’opera in svariatissime mansioni - ministro della Pubblica Istruzione nel governo di d’Azeglio, 1851-2; il dittatore: nominato commissario nel ducato di Modena, dopo l’armistizio di Villafranca dovette assumere questo incarico: promosse un plebiscito con lo scopo dell’unificazione al Regno di Sardegna. Ministro dell’interno nel 1860-1, presidente del Consiglio in successione al Rattazzi 1862-3; non mancò di presenza ad Aspromonte (1862); divenne luogotenente del re di Napoli e poi ministro degli Interni nell’ultimo governo Cavour, storicamente divenuto primo dell’Italia unita).     

   Nel frattempo continuava a scrivere articoli per giornali (il Morning Post di Londra; il Risorgimento di Torino) e saggi sulla storia d’Italia: sia il libro in due voll. “storia d’Italia, dall’anno 1814 al 1830 in continuazione della vasta opera del C.Botta (in questa opera, malgrado - come scelte politiche - l’autore non fosse favorevole ai genovesi, nel commentare le conseguenze del congresso di Vienna scrive,  riferendosi agli articoli del trattato «(che) non fossero sufficienti a dare soddisfazione ad una città in cui era grande la superbia delle passate glorie, ed erano ancor fresche le speranze di franco Stato e dell’antica forma di governo, che il Bentinck vi avea nutrite; e perciò non essere meraviglia se i Liguri di tutti i ceti, tranne poche eccezioni, tenevano il broncio al nuovo Governo, adottando una dignitosa astensione, col rifiutarsi dall’accettarne impieghi e cariche»; e sia  lo Stato romano dal 1815 al 1850”;  nonché articoli di medicina (sulla malaria, sulle febbri, ed altri).

   Fiaccato da lutti e malattie, si ritirò a Saluggia; nel 1866 scese a Genova, nella zona di Quarto al Mare, ove morì l’ 1 agosto.

   Viene ricordata questa figura, non solo per la sua fervente fede patriottica e saggezza politica, ma anche perché nella sua carriera si dimostrò sempre severamente integerrimo – anche se servile dei Savoia - morendo poverissimo: lo Stato offrì alla vedova una pensione vitalizia ed un modesto premio, in riconoscimento degli  alti meriti del disinteressato marito.

 

BIBLIOGRAFIA

-Archivio Storico Comunale Toponomastica - scheda 1733 

-AA.VV.-Annuario.guida archidiocesi-ed./94-pag.404—ed./02-pag.441  

-Bampi&Oneto-L’insurrezione genovese del 1849-IlCerchio 2010-pag. 29

-Enciclopedia Motta

-Enciclopedia Sonzognofoto   

-Enciclopedia  Zanichelli

-IC- il Cittadino- settimanale- 7.10.97

-Pagano 1961-197.quadro 81+102   

-Pastorino.Vigliero-Dizionario delle strade di Ge.-Tolozzi.1985-pag.663

-Poleggi E. &C-Atlante di Genova-Marsilio.1995-tav.34