FANTI                                                       via Manfredo Fanti

 

 

TARGHE:

San Pier d’Arena – via - Manfredo Fanti – generale – 1808-1865

S.Pier d’Arena –2564- via – Manfredo Fanti – generale – 1808-1865 

strada privata

 

                                                  

 

in angolo di levante,  con corso O Scassi

 

in angolo di ponente, con corso O.Scassi


 

QUARTIERE ANTICO: Promontorio

 da M.Vinzoni, 1757. In giallo via O.Scassi; celeste, via B.Carrea; rosso via  GB.Derchi. In verde ipotetico tracciato di via M.Fanti.

 

N° IMMATRICOLAZIONEla strada è posteriore

 

da Pagano 1967-8


 

CODICE INFORMATICO DELLA STRADA - n°:   24300

UNITÁ URBANISTICA: 28 – s.BARTOLOMEO

 

da Google Earth 2007. Colori come Vinzoni.

 

CAP:    16149

PARROCCHIA:   civv.28 e 30 di Promontorio; il resto Cristo Re

STORIA:   è una strada recente, aperta dipartendosi verso l’alto dal tracciato dell’antica via E.de Amicis. E poi - dall’ago.1935 allacciantesi con delle scalette - al tratto distale di via GB.Derchi a sua volta troncato dalla proprietà ospedaliera nel suo discendere verso il basso.

Ma allo stesso tempo antica poiché a ponente l’inizio strada è delimitato da un vecchio muro che sulla carta vinzoniana si sovrappone ad un percorso separante la lunga e stretta proprietà del principe di Francavici (Francavilla) da quella stretta e tozza del sig. Ghiara Giuseppe (che aveva la villa dove ora è via M.Vinzoni ed i terreni verso la valletta di s.Bartolomeo).

Questo muro, all’inizio strada, ha in alto una lamiera rettangolare di circa 1 m² ed arrugginita (vedi foto della targa),  a chiudere quello che forse un tempo fu il vano di una centrale elettrica mirata allo smistamento di una linea ad alto potenziale verso l’ospedale. Nel contempo, il muro stesso, appare rialzato del 50%: forse l’antico muretto –alto metà- fu innalzato quando la proprietà a ponente venne occupata dal nosocomio. Così, rispetto a vico Imperiale (che fu tranciato ed elimitato per un tratto –da via GB Botteri di fronte alla torre dell’Ospedale - a via GB.Derchi dove ora ha le scalette) forma uno scarto a baionetta di cento metri circa.

Delimitata da palazzi eretti dopo gli anni 1957, in un periodo di ossessiva speculazione del terreno ed inosservanza alle norme edilizie che impongono ai costruttori anche le opere di urbanizzazione (strade, spazi vitali e verdi, parcheggi e box in percentuale ai vani costruiti), con fabbricati quindi uno attaccato all’altro senza spazi comunitari vivibili (con via Carrea sono circa 5mila persone per 2mila famiglie: come minimo altrettante auto. Gli abitanti ottennero relative soddisfazioni solo dopo assemblee, petizioni, perfino barricate),

 

1976 popolazione in ribellione per            inizio salita; al centro la chiesa dell’ospedale

collegamento con via Carrea

 praticamente nessun negozio se non nei cento metri iniziali, né sufficienti posteggi: questi, salvo nei fondi di alcuni palazzi, sono posti ai due lati della strada, lasciano una stretta viabilità centrale, continuamente interrotta dalle ovvie manovre di inserimento. I costruttori furono portati in tribunale (anche per qualche crollo e crepe; il quartiere è usato in architettura per indicare il tipico esempio negativo di crescita urbana).

Nel Pagano/1961 si segnala che la strada si chiamava “Fanti gener. Manfredo (via)”; che iniziava da corso O.Scassi e finisce chiusa. Infatti, per collegare via Fanti con via Carrea, ambedue strade private, si infrapponeva un diaframma di terreno di altre due proprietà private  che ancora nel dic.1980 non avevano autorizzato l’apertura (fiumi di inchiostro, accese discussioni con promozione di una Associazione Promontorio, muro di Berlino, interventi della Magistratura, interventi del Comune con nuove leggi sull’urbanistica; vedi via Carrea).

via M.Fanti nel tratto di mezzo,  vista dagli Angeli

Da fine 1984, dopo 12 anni di attesa, è servita da bus dell’AMT.

In epoca successiva (1987) erano, in  linea di partenza, dei parcheggi sia interrati che a piatto, da farsi su due aree rimaste miracolosamente fuori dall’arrembaggio edificatorio.

Il nome fu deliberato dal consiglio comunale il 7 genn.1955.

STRUTTURA:   senso unico viario in ascesa (istituito il 6 giu.1984; eccetto il primo tratto che è a doppio senso). Inizia da corso O.Scassi-via B.Piovera, dopo un cento metri in salita compie doppia curva a sifone e salendo ad anello, quasi in vetta si continua con via B.Carrea con la quale chiude il circuito.

All’inizio strada è appeso al muro un orologio vecchio stile con fregi del Comune.

Nel dic.03 la si trova nell’elenco delle ‘vie private, di interesse pubblico’ e quindi programmate a divenire comunali con acquisto gratuito ed in cambio manutenzione e servizi. L’elenco è stato ribadito nell’agosto 2004 ma dopo un anno da questa data tutto è ancora fermo.

 

anni 1980 verso l’apertura con via Carrea

 

piazzale di fronte al portone del civ. 30           2003 - spazio già vivaio, a valle del civ.30 (in alto)

Nel maggio 2010 si è aperta aspra diatriba tra abitanti –appoggiati dal Municipio locale - e Comune avendo dato, quest’ultimo, autorizzazione alla ditta KOS (di DE Benedetti; primaria nell’offrire assistenza similare in tutta Italia) a costruire nello spazio erboso libero, soprastante il civ. 30  (confinante con salita D.Conte che si vede nella foto in alto a destra) una residenza-ospizio per anziani lungodegenti (progettato con spazi ricuperabili anche in profondità – 38 box per i residenti e personale -  giardino pensile sul tetto con alberi di pregio; 38,5 milioni di euro come investimento; più piccola costruzione per servizi sociali e parco bambini). A fine anno, tutto è fermo.

CIVICI

2007= NERI   =  da 1  a 21  (manca13)   e da 2 a 30 (mancano 20, 24, 26)

           ROSSI =  da 1r a 67r (compresi 1ABr, 33ABr, 35ABr, 37ABr, 39ABr, 41ABr, 43ABr)                                                       mancano 45r e 49r

                                     Da 2r a 174r (compresi 2ABr, 10Ar, 18Ar, 34Br, 46Br, 50Er, 52ABr, 100A→Hr                                                    mancano 48r, 138r, 146r

===civ. 3 assegnato nel 1957; civv. 1, 4, 9 e 15 nel 1958;  civv. 17 e 19 nel 1959; civ. 6 e 11 nel 1960; civ.2, 5, 21 nel 1961; civ. 7 (secondario al civ.4 di via Vinzoni) nel 1963; civ. 8 nel 1964; civ. 10 nel 1965; civv.16 e 18 nel 1966; civ. 30 nel 1969; civv. 12 e 14 nel 1970;  28 nel 1970; civv. 10a e 22 nel 1971

===civ. 14a (che era di via san B.d.Fossato e che fu assegnato eguale nel 1958 a via Fanti) fu soppresso per demolizione nel 1965.

a sin. le case di via Fanti che confinano con salita D.Conte (al centro della foto)

 

DEDICATA al generale nato a Carpi (MO) il 26 febb.1806 (numerose enciclopedie – compreso la Treccani - riportano 1808; deve essere recente l’acquisizione del 1806 confermata anche dal sito internet), e ricordato perché patriota ed organizzatore dell’esercito italiano. 

   Laureato in matematica, divenne ufficiale del Genio nell’esercito del duca di Mantova; disertò per partecipare ai moti insurrezionali a Rimini (25 mar.1831) contro le truppe pontificie. Gli insorti però furono vinti e Fanti fu catturato prigioniero.

   Ricuperata la libertà, dapprima emigrò in Francia, poi in Spagna (qui combatté fino al 1833 - a fianco di Francesco Anzani e di Nicola Arduino nella Legione Straniera, capitanata dal generale genovese Gaetano Borso di Carminati, contro i carlisti di don Miguel, usurpatore del trono locale), ed infine tornò all’inizio della prima guerra di Indipendenza, al comando dei Volontari Lombardi, partecipando alla difesa di Brescia, Milano ed Alessandria. Divenne comandante di brigata e, in pace, deputato al parlamento subalpino.

   Dopo la disfatta di Novara (ed abdicazione di C.Alberto; divenne re il primogenito Vittorio Emanuele), nel 1849 Fanti assunse il comando della ‘divisione Lombarda’ in attesa venisse disciolta (8mila uomini, divisi in 4 reggim.fanteria +2 di bersaglieri +28 pezzi di artiglieria +700 cavalli +un corpo del genio; ben organizzati ed armati; fu ospitata malvolentieri in Piemonte perché il suo generale Ramorino aveva favorito la sconfitta ed essendo fuggito, fu fatto fucilare) e la fece (28 marzo 1849) giurare fedeltà a Vittorio Emanuele II.    Dal Po furono inviati a Bobbio; dove, delusi e seccati - perché mai avrebbero voluto prestare giuramento, in quanto ingaggiati tacitamente per tre anni o fino alla fine della guerra - la divisione ebbe diserzioni e sbandamento. Durante i moti genovesi – sedati poi dal generale La Marmora - il Fanti era stato invitato da Avezzana a soccorrere Genova ed i mazziniani con la sua divisione; fu dapprima titubante ed insicuro (“io piemontese non porterò le armi contro il Piemonte” – e di tale idea era anche una discreta massa di soldati ed ufficiali). Quando scesero a Chiavari furono accolti calorosamente pensando andassero a Genova usufruendo di alcune navi in rada che li aspettavano; ma lui stesso scelse non venire per rimanere fedele al giuramento prestato, mettendo in secondo grado i principi per i quali era nata la sua divisione.

Peggio ancora per lui, l’ambiguità tenuta, determinò che il Fanti fu accusato da La Marmora, quale sospetto che volesse accorrere a Genova: fu processato, ma assolto: allo scopo, nel 1850 aveva redatto un opuscolo intitolato «processo e giustificazione del generale Fanti» stampato a Torino.

   Nel 1855, preferì tornare alle armi partecipando alla guerra di Crimea, e poi alla seconda guerra di Indipendenza 1859 come comandante di divisione, contribuendo alla vittoria a Magenta, Palestro, San Martino.

   Tornato civile, fu attratto dalla politica, cooperò con Cavour all’annessione dell’Italia centrale (Toscana, Parma, Modena e Romagna) e fece parte dell’ultimo governo Cavour (divenuto primo dell’Italia unita, assieme a Farini) dal quale ebbe -1859- l’incarico di Ministro della Guerra e della Marina, e con tale compito, l’impegno di riorganizzare l’esercito del nuovo Stato.

  Per primo, nello stesso anno, fondò l’Accademia a Modena di scuola militare e poi favorì l’occupazione delle Marche e dell’Umbria fino ad interessarsi della finale campagna del sud con l’incarico di capo di stato maggiore, distinguendosi nell’assedio di Gaeta.

   Negli ultimi anni dopo l’unità d’Italia, occupò sempre mansioni direttive nel ministero della Guerra, diplomatico in Francia, senatore.

   Morì a Firenze il 5 apr.1865.

*Nota* Bampi&Oneto hanno, copia-incolla e solo variando il passato remoto col presente, riportato sul loro libro la biografia del Fanti, senza citarne la fonte, cosi che può apparire sia io a copiare loro.

 

   Lorigiola avvisa che - stampato a Verona nel 1872 - era uscito un “grosso volume della Vita del general Manfredo Fanti” che non abbiamo letto.

   Per noi genovesi, la giustificazione del giuramento al re non appare sufficiente: molti soldati ed ufficiali dimostrarono scelta opposta per non tradire un ideale e lo scopo prefisso. Considerato la sua scelta ha di fatto lasciato il popolo alla mercé del più forte, che -e già di sapeva- ne ha fatto mal uso. Può essere ottimo per i Savoia, ma  non appare figura che merita il titolo di una nostra strada.

 

BIBLIOGRAFIA

 

-AA.VV.-Annuario-guida archidiocesi—ed./94-pag.404---ed./02-pag.441

-Bampi&Oneto-L’insurrezione genovese del 1849-ilCerchio 2010-pag.121

-Barbagallo C.-storia universale-vol.V.pag.1436

-Enciclopedia Mottafoto

-Enciclopedia Sonzogno

-Enciclopedia Zanichelli 

-Gazzettino S.  : 6/78 pag.1 +  9/80.1  +  2/84.3  +  5/84.12  +  7/84.1  +  1/87.4 + 5&7/2010.6 

-Genova rivista municipale dell’aprile/1938 pag.36

-Il Secolo XIX : 25.11.03 + 23.08.04 +

-Lamponi M.- Sampierdarena – LibroPiù.2002 – pag.184 

-Lorigiola G.-Cronistoria documentata dei fatti di Ge.-Palmieri.1898-p.145

-Pagano/1961-pag.197

-Pastorino.Vigliero-Dizionario delle strade di Genova-Tolozzi.1985-p.661

-Poleggi E. &C-Atlante di Genova-Marsilio.1995-tav.24.35