XVIII NOVEMBRE                                   Via  Diciotto Novembre

 

 

Fu dato questo nome in ricordo della data delle sanzioni economiche imposte nel 1935 all’ Italia dalla Società delle Nazioni (consesso di 52 Nazioni, con sede a Ginevra), su irrigidimento inglese volto a stornarci  dall’impresa coloniale,  in seguito all’occupazione italiana dell’ Abissinia. Furono  interpretate dal governo di Mussolini da affrontare con fierezza e come un vanto di fronte ad un torto subìto. La municipalità fascista inventò la partecipazione popolare dedicando la giornata alla donazione della fede nuziale in cambio di una similare in minerale povero; ‘oro alla Patria’ fa chiamata la giornata a sostegno dell’economia nazionale; e gli alti gerarchi furono i primi a dare l’esempio anche se poi non  si sa bene dove finì tutto quel prezioso minerale raccolto.

Era successo che,  in seguito all’aggravarsi della situazione di frontiera tra la Somalia italiana (il 5 dic.1934 un migliaio di abissini attaccava il presidio di 70 somali ad Ual Ual; e lo stesso successe  il 29 genn.1935 ad Afdub) e l’Etiopia (Abissinia è un termine improprio perché è una parte della nazione).  Con questi incidenti presi a pretesto, il governo italiano aveva deciso di  inviare  uomini e materiali in Africa Orientale, dando inizio il 3 ottobre alla campagna coloniale di conquista dell’ Etiopia stessa.

Il gen. Rodolfo Graziani fu nominato governatore della Somalia: il 3 ott.1935 varcò il confine (zona chiamata Mareb), ed avanzò nel cuore dell’Etiopia, spezzando le resistenze dell’armata abissina ed entrando dopo aspre battaglie ad Addis Abeba il 5 maggio; l’ 8 maggio le ultime vittorie completarono il dominio italiano, concedendo al re  anche il titolo di imperatore d’Etiopia.

Tutta l’operazione fu resa vana dallo scoppiare della seconda guerra mondiale nel 1940: l’Etiopia era troppo lontana, troppo isolata e circondata dai domìni inglesi già meglio organizzati. Il Duca d’Aosta, nominato vicerè, resistette sino al finire delle munizioni e viveri, ma dovette arrendersi ad Amba Alagi - seppur con l’onore delle armi - per andare a morire in prigionia a Nairobi (Kenia). L’ultimo contingente italiano resistette sino al 27 nov.1941.

Alla fine della guerra, l’imperatore Hailè Sellasiè, aiutato dagli inglesi, poté tornare a ripristinare la precedente monarchia; e nel 1950 l’Assemblea dell’ ONU, sancì questo ripristino, concedendo al Negus anche la sovranità sull’ Eritrea, come unità federata.

 

Dal Pagano/1940 si rileva che questa titolazione fu data quando andava da via dell’Industria a via N.Barabino;  mentre ora unisce via S.Dondero con via San Pier d’Arena.

In questa data (Pagano/40) sono riportati solo civici neri = tutti di privati o professionisti o rappresenanti di ditte. Di rilievo al 3 l’azienda di Angelo Casciscia (che prima era in salita S.Rosa 10A; di carboni fossili, coke, specialità antraciti- con magazzino in Genova); ed al  3/18 la s.a. calderai Ramai.

Fu modificata e dedicata al partigiano Tullio Molteni, con delibera della giunta comunale il 14 mar.1946.

 

BIBLIOGRAFIA

-Archivio Storico Comunale Toponomastica

-Enciclopedia Motta

-Enciclopedia Sonzogno  

-Pagano 1940- pag.274

-Pastorino.Vigliero-Dizionario delle strade di Ge.-Tolozzi.1985-pag.1202

-Stradario del Comune di Genova edito 1953-pag.69