DATTILO                                                  via Cesare Dattilo

 

                                                 

TARGA:

San Pier d’Arena – via – Cesare Dattilo – caduto per la libertà –1921 – 23·3·1945

Via – Cesare Dattilo – Oscar – caduto per la Libertà – 1921-23.3.1945

                                              

 

angolo con via C.Rolando

 

angolo con via  M.Malfettani

 

angolo con via P.Cristofoli

QUARTIERE ANTICO: San Martino

dalla carta del Vinzoni 1757. In giallo via C.Rolando; celeste, via A.Scaniglia; rosso, ex-via N.Daste; fucsia ex crosa dei Buoi; in verde vico dei Disperati e blu la ex-villa Lomellini di via GBMonti 20.

 

N° IMMATRICOLAZIONE:   2765

 

CODICE INFORMATICO DELLA STRADA - n°:   21440

UNITÀ URBANISTICA: 25 - SAN GAETANO

 da Google Earth 2007. Fucsia, via GBMonti; giallo, via LFarini; celeste, via PCristofoli; verde inizio e fine dalla nostra via.

CAP:   16151

PARROCCHIA:  san Gaetano e san Giovanni Bosco

STORIA della strada:  è una strada nata agli inizi del secolo quando iniziò la lottizzazione dei giardini ed orti delle varie ville locali (vedi via C.Rolando), vicino alla zona detta delle ‘fornaci’.

La cronologia dei nomi della strada, è un po' difficoltosa: nacque agli inizi secolo 1900 ufficialmente intestata dalla giunta municipale come via Pastrengo, ovviamente nell’onda enfatica del Risorgimento, da via A. Saffi (via C.Rolando) a via GB.Monti.

Il 19 ago.1935 fu trasformata in via E.Rayper.

Negli anni  dell’ultimo conflitto, per decreto del podestà del 20 dic.1943 fu cambiata in via Manlio Oddone.

Dopo il 1945, per delibera della giunta comunale del 19 lug.1945, fu  dedicata al  partigiano C.Dattilo. 

Con delibera del consiglio comunale del 26 mag.1947 venne ‘distratto’ il tratto da via P.Cristofoli a via GB Monti, che fu restituito al pittore E.Rayper.

   Per anni, all’angolo di via C.Rolando (come per via GB Monti) le targhe sono state due,  contemporaneamente poste una vicino all’altra: una era in stile marmoreo antico (probabilmente raffazzonata lì per lì  subito dopo la  dedica al partigiano,  parzialmente coperta  da vernice e si leggeva solo “via...Cesare”);  nella seconda, tutto chiaro eccetto - perché non si leggeva - il nome della titolazione precedente; si intravvedeva un ‘già...’ (‘già via Pastrengo’). Una terza, al posto delle due, apposta nel 2001, plastificata, ha risolto ogni problema di lettura.

 

STRUTTURA:   senso unico viario da via C.Rolando a via  P.Cristofoli;

è servita dall’acquedotto DeFerrari Galliera

CIVICI

2007*= NERI =  da 3    a 5  (manca 1)                          da 2 a 10

             ROSSI=   “  1r   23r (compresi 1C, 13A, 15A)    2r     6r (compreso 6B)

La strada finisce col civ. 21r; iI civ. 23r è in via Rayper.   Vi è un box-auto presso il 15r, che non ha civico rosso.

===civ. 2, 4, 6 neri, sono stati costruiti in un corpo unico basale (fino al primo piano), sovrastato con tre torri separate corrispondenti a ciascuna scala; così fatto, risultano speculari ai civv. 1,3,5 di via Anzani.

===civ. 2r-4r-6r rossi  nel 1950 ospitavano il bar di Ceccarelli Giuseppe

===civ.3 e 5  corrispondono ad un  palazzo della Telecom

===civ 7 palazzina (un piano, più un ammezzato) del patronato sindacale della CGIL

Da un opuscolo del 1894, che si intitola: «Cosa sono ed a che servono le Camere del Lavoro? / Edito per cura delle società promotrici della Camera del Lavoro in Sampierdarena / prezzo c.10 / tip. e cart. G.Palmieri e Figli - Sampierdarena via Vittorio Emanuele, n.15 / 1894. si comprende che

A)—nacquero con lo scopo di organizzazione sindacale,  che raggruppasse i lavoratori aderenti alle diverse categorie. Erano state costituite per prime -1891-  a Milano, Torino, Piacenza, e  divennero il motore propulsore del sindacalismo di classe schierandosi con le posizioni massimaliste del movimento.

Dopo la formazione della CGIL -1906- alla quale fu attribuita la rappresentanza nazionale dei lavoratori, le CdL mantennero la funzione  organizzativa, assistenziale e mutualistica locale. Nel 1926, dichiarate centri di resistenza al fascismo, vennero chiuse. Furono ricostituite nel 1944 col Patto di Roma che prevedeva una autonomia e singolarità provinciale. Nel 1948 le CdL si identificarono con la CGIL.

 

B)— a San Pier d’Arena la Camera del Lavoro si costituì ufficialmente il 24 marzo 1895, su iniziativa della soc. Istruzione e MS, della soc. Universale di MS, della Cooperativa di Consumo e Produzione.   Nel 1904, i dati statistici sui metallurgici organizzati sono molto incerti, anche perché solo una parte di essi era iscritta contemporaneamente alla Camera del Lavoro e alla Federazione metallurgica, mentre gli altri aderivano o all’una o all’altra. Dal “Bollettino del Lavoro”, vol. 3° (1° sem. 1905) risulta che alla fine del 1904 erano iscritti alla C.d.L. di SPdA 208 operai metallurgici mentre gli iscritti alla Federazione metallurgica erano 250.   C)—una carta intestata riporta il telefono=14-44 e la la sede in via Vittorio Emanuele, 34  questo civico nel 1902 era vicino all’ opificio dei f.lli Sasso fabbrica di pallini, che a loro volta erano al civ.34L. D)-- Già dall’anno 1900 esisteva -voluta da soci appassionati di musica- una società corale filolirica con rappresentazioni pubbliche di brani ed operette. Il gruppo era organizzato dal partito socialista sampierdarenese. Nel 1904 il gruppo trasferì la sede qui, ove  trovarono spazio assieme a gruppi appassionati di filodrammatica, commedie e musica moderna, tutti volenterosi dilettanti non certo competitivi con i più grossi teatri aperti allora in città, ma seguiti entusiasticamente dal pubblico meno abbiente. E)--  Fu creato nell’interno un vasto salone adibito a teatro con palco e superiormente un loggione semicircolare, capace di alcune centinaia di posti, aperta anche ad iniziative popolari come veglioni, feste da ballo e  cenoni. F)--  Fu titolato “teatro sociale G.Donizetti”. L’inaugurazione fatta nel maggio 1904 vide P.Chiesa quale propugnatore del teatro stesso e relatore della  figura del musicista. Inizialmente le rappresentazioni erano solamente musicali e  canore essendo la Società – nata in seno ai socialisti – prettamente corale; con l’erezione della più ampia struttura, si allargò il programma ad altre rappresentazioni.    G)--Negli anni del fascismo la sede fu sequestrata  per uso del partito; in un opuscolo dei tranvieri di quest’epoca, viene chiamato ‘Teatro della Cooperativa Ritrovo Sociale’. H)--finché nel dopoguerra divenne proprietà del Ministero del Lavoro; I)-- da questi, per legge varata riguardante i possedimenti fascisti  e destinati a divenire proprietà di una confederazione sindacale, dal 1979 fu destinata alla  CGIL.   L)-- Nel 1989, con i fondi della GCIL nazionale, dello Spi e con le sottoscrizioni di molti lavoratori, l’edificio trovandosi in condizioni assai deprecabili, fu ristrutturato e trasformato in centro servizi polivalente al servizio dei cittadini (disoccupati, sfrattati, pensionati, terzomondo, comprese consulenze fiscali e problemi della famiglia) del ponente e della Valpolcevera.

===civ. 7r nel 2011 ha sede il “Centro Sociale interaziendale Ansaldoche – quando nacque nel 1927 aveva titolo di ‘dopolavoro Ansaldo’-. Per tanti anni ha avuto sede in via U.Rela al civ. 1 ed a piano terra (vedi). Nato in epoca fascista, fin dagli inizi ha come scopo cercare di organizzare per i numerosi dipendenti il tempo libero sia con servizi ludici (turismo di gruppo, attività sportive, mostre, ecc.) che sociali. Un lungo persorso, durato ottant’anni, da loro definito ‘travagliato, con testimonianze di vita vissuta da parte dei lavoratori...con un egame profondo e costante con l’associazione e il territorio di Sampierdarena’. Nel 1977 il Comune localizza il Centro in via Cantore civico senza numero e via N.Daste, 3 (campo da tennis?) ed aumenta loro il canone di affitto dei locali, da 12mila/annue del 1976 a 240mila nel ’77.

===Il  civ. 10, evidentemente legato ad un unico costruttore con unico progetto; perché costruito in grosso corpo unico, è totalmente speculare al civ 7 di via C.Rota con 4 scale (identica prima rampa di scala dopo il portone, sino al primo piano, ove si continua con una scala A del caseggiato, e contemporaneamente si apre pure a un cortile interno,  che a sua volta da adito a tre scale  B, C, D).

===al 13r Calderoni Primo aveva nel 1950 i macchinari per riprodurre disegni (vedi via A.Cantore).

===sul fianco offerto alla via, del civ. 1 di via Malfettani,  c’è una edicola all’altezza del primo piano, con raffigurata l’immagine del Cristo con la Croce (del SS.Salvatore) .

===civ.30r da oltre 50 anni, una Chiesa cristiana  Evangelica  Battista

===al civ. 62 nel 1950 c’era la ‘soc. Elettromeccanica Ligure’ di costruzioni elettromeccaniche.

    Nella strada si aprono nel 2003 numerosi negozi che naturalmente nel tempo hanno cambiato proprietari e destinazione d’uso.

 

DEDICATA:   al partigiano, col nome di battaglia “Oscar”, nato a Cogoleto l’ 11 set.1921, meccanico dello stabilimento san Giorgio di Sestri Ponente, militante del P.C.I.

   Sfuggì ad un rastrellamento compiuto dai nazifascisti tra le maestranze dell’officina il 16 lug.1944, e rifugiò in montagna dove dimostrò subito la sua capacità di essere deciso e volenteroso, vigilando attentamente e compiendo azioni in grande stile (sul monte Zucchero, smantellò una postazione nemica, riuscendo a convincere molti nemici ad arruolarsi nei partigiani e lasciando gli altri di tornarsene a casa).

Gli venne affidato il comando di un distaccamento (chiamato divisione Doria, dal nome del comandante), di stanza ad Acquabianca, nei pressi di Sassello. Nel sett. dello stesso anno, divenne comandante della brigata d’assalto “G.Buranello” della divisione ligure-alessandrina Mingo, con la quale partecipò a  numerose azioni belliche, nell’appennino ed in riviera,  compreso la cattura di due compagnie di alpini delle divisione Monterosa; comunque sempre con notevoli bottini di armi ed equipaggiamenti; ma soprattutto generando sorpresa e scompiglio nel nemico.

Con questo grado ed  incarico, ai primi di dicembre del 1944, fu catturato a Tiglieto (Pastine scrive a s.Pietro d’Olba) in un rastrellamento compiuto nella zona dagli alpini delle brigate nere della divisione San Marco, e tradotto in vari carceri: Forte del Giovo di Sassello,  sant’Agostino di Savona, poi alla Casa dello Studente di Genova, luogo sinistro di torture, ed infine a Marassi nella IV sezione.

I partigiani della stessa brigata riuscirono a catturare tre militari fascisti del presidio locale, e la moglie del colonnello italiano Cesare Romanelli che aveva condotto il rastrellamento da cui era derivata la cattura del Dattilo:

L’immediata reazione fascista fu un nuovo rastrellamento a Rossiglione (arresto di 2 disertori, 9 renitenti, alcune famiglie in ostaggio). Con ostaggi da ambedue le parti, furono aperte trattative anche con le autorità germaniche per sospendere la condanna di Dattilo in cambio della liberazione degli ostaggi, cosa che avvenne reciprocamente, escluso il partigiano.

Per lui, il destino decideva diversamente: Il 22 mar.1945 un gruppo di partigiani  della brigata volante Balilla comandati da Angelo Scala detto Battista (anziano militante comunista di Bolzaneto), tende imboscata, attacca e dopo conflitto a fuoco,  distrugge a Cravasco una pattuglia di nove soldati delle SS tedesche, compresi due graduati, finendo sul posto i feriti e ripiegando verso Molini di Voltaggio. Il Comando tedesco decide una rappresaglia, voluta da alcuni di loro proprio per il colpo di grazia inferto ai feriti (la titubanza derivava dalla ormai prossima fine della guerra, perduta, e la minaccia di accuse di essere stati criminali di guerra: occupando il paese con reparti delle SS e brigate nere, fece ostaggi tra la popolazione, compreso il parroco; saccheggiarono ed incendiarono molte abitazioni; e decisero la fucilazione sul posto di venti prigionieri  da prelevarsi dal carcere di Marassi scelti tra i membri dei quadri militari partigiani). (vedi a G.Malinverni)

Assieme a Giuseppe Malinverni, Renato Quartini ed altri 17 partigiani, il 23 mar.1945 Dattilo fu prelevato da Marassi e, portato a Cravasco,  fu fucilato.

Altrettanto dura fu la reazione del comando partigiano della VI zona, convinti di doversi opporre con immediate ritorsioni, definite “ammonimento”. Battista decise la fucilazione di 39 militi ed ufficiali, delle SS, brigate nere e “mongoli” della Turkestan tenuti nei campi di prigionia di Rovegno e Cabella Ligure: da Rovegno, a marce forzate li condusse attraverso la sella di Monte Carlo dominante Cravasco, di fronte al paesino di Pietralavezzara sulla strada per il passo della Bocchetta, e lì li fece fucilare il 4 aprile abbandonando i corpi sul posto ladsciato avvertire il parroco. Per fortuna, la spirale si fermò non avvenendo nessuna reazione dei tedeschi che si limitarono a ricuperare i corpi dei loro caduti solo costringendo alcune donne del paese ad aiutarli nell’opera.

   Molto bella una poesia di Edoardo Firpo : « Quello strazetto da crave – tra stecchi nû e spinoin – che verso a çimma o s’asbria, - a stradda a l’é ch’an battûo – in quella tetra mattin.---Cianzèivan finn-a i rissêu; -  cianzeiva l’ægua in to scûo –a-o fondo di canaloìn --- Me pâ sentì i so passi – luveghi comme un tambuo – lenti, che scûggian indietro - cö mutilòu insce-e spalle; -  i veddo cazze, stâ sciù: - perché stan sciù se fra poco – cazzian poi tutti lasciù? --- Han ciammòu Dio in aggiûtto – con ogni colpo do chêu – pe lô, pe-a so moæ, - pe-i figgêu, - ma o fî o se faeto ciù cûrto – e a raffega a-a fin a l’à streppòu. – Perché in te grandi ingiustizie Dio o l’è sempre lontan? --- E çerco in gio ai mæ passi – se un segno o fosse restòu; - no gh’è che pochi fioretti – che in sce-o senté n’han lasciòu, - poi un strassetto de feuggia – secca ch’a sbatte a unna ramma. --- Ma in ta gran paxe di monti – se sento l’eco da l’ægua – lontan ch’ai ciamma, ch’ai ciamma.»

   Anche a Sciarborasca gli è stata intitolata una strada principale; però sulla targa il nome e la motivazione sono più complete.

 

 

 

 29 ottobre 1944. Manlio Oddone. Ricordo dei familiari

 

 

BIBLIOGRAFIA

-Antonini S.-La «banda Spiotta» e la BrigataNera...-DeFerrari2007-pg.83

-Antonini S.-La Liguria di Salò-DeFerrari.2001-pag. 369

-AA.VV.-Annuario.guida archidiocesi—ed./94-pag.400—ed./02-pag.438

-AA.VV.-40° anniversario della Repubblica-ATA.1986-pag.21

-AA.VV.- -SPd’Arena 35°

-Cosso.Lamponi-Il comune di Campomorone-GenoaService.00-p.10(append.)

-Gazzettino S.  : +   5/83.10  +   7/83.10  +  8/89.8foto teatro 

-Gimelli G.-Cronache militari della Resistenza...-Carige.1985-vol.III-p.505

-Pagano/1933-pag.248---/1950-pag.142---Pagano/1961-pag.446

-Pastine G.-Fuoco sulle montagne verdi-DeFerrari 2007-pa.116

-Pastorino.Vigliero.Dizionario delle strade di Ge.-Tolozzi.1985-pag.554

-Poleggi E. &C.-Atlante di Genova-Marsilio.1995-tav.34

-Ragazzi F.-Sampierdarena 1864-1914 mutualismo e...-Ames.2005-pg.143

-Stradario del Comune di Genova, edito 1953-pag.65