CONFINE                                        via del Confine

 

    Analizzando storicamente, prima della metà del settecento mai la Repubblica di Genova si preoccupò di fissare i confini di se stessa (tranne l’evento della Tavola del Polcevera, l’ampio servizio dei notai, e molto più tardi, degli archivi privati e testamenti di tante famiglie), crescendo senza possedere una coscienza di territorio.

Solo le parrocchie (nel 1777 c’erano 602 parrocchie facenti parti a 12 diocesi) sapevano grossomodo i limiti della propria  giurisdizione nei confronti di altre comunità; ed i paesi muniti di statuto, con il quale essi facevano rispettare identico regolamento amministrativo ed identiche consuetudini.

Così, al momento della presa di coscienza a metà 1700, già le due podesterie di ponente (Voltri e Polcevera) in parte, erano soggette all’autorità centrale (Senato), ma in buona parte dipendevano da autorità locali che facevano rispettare le leggi nel territorio stabilito usualmente da concetti di protezione, ma non ufficialmente (allo scopo erano nati alcuni Magistrati specifici: --delle comunità=addetti alla riscossione dei tributi, compilazione dei registri di caratate –cioè estimo delle proprietà con nome del proprietario, destinazione d’uso, toponimi.   --della terraferma=prevalentemente giudiziari,  nel territorio delle podesterie, divise in curie dette ‘delle valli e dei monti’. --della sanità=nella coscienza che numerose infezioni (peste, tifo, colera, vaiolo) erano facilmente ‘importabili’ da  inopinati ‘foresti’ giunti per commercio).

    Localmente, per il borgo prima e la città dopo, i confini erano da stabilirsi solo con Rivarolo, essendoci ben chiari il torrente per Cornigliano, e le mura per la città capoluogo.

 

   Implicito nel vecchio nome, la posizione di limite con la vicina Rivarolo.

  Un simile nome di strada non esiste più in tutta la Grande Genova . 

   Era una strada al confine estremo nord della nostra città, dopo piazza d’Armi. Sino alla decisione della giunta comunale del 26 apr.1946, era il nome dell’attuale via G.Frassinello.

   Ancora nel 1933 il Pagano  pag.246  pone la ‘via del Confine’ nel territorio di San Pier d’Arena, di 4.a categoria, che univa via UmbertoI con la via Palestro di Rivarolo.

   Invece la guida delle strade del ‘50 (che riporta anche le variazioni dal 1 giu. 1940) descrive la strada già cambiata di nome, ma con i numeri pari a San Pier d’Arena ed i dispari a Rivarolo; e migliorata: di categoria 3.a .

Ma è di quegli anni  che  fecero spostare di cento metri  a mare detto confine: anche il dazio fu posto all’altezza del ponte ferroviario che connette il parco del Campasso con la linea diretta Ge-To.

 

   Quindi oggi  - e non mi è dato sapere perché né da quando di preciso – questa strada è considerata tutta in territorio di Rivarolo.  Forse la causa è da ricercarsi in una equilibrata distribuzione del numero della popolazione per ogni ex Circoscrizione (oggi Municipio).

   Infatti SanPierd’Arena (unita a san Teodoro, era divenuta ‘Circoscrizione II - Centro Ovest‘), ha un tracciato di confine, chiamato Unità Urbanistica, che si è accorciato ulteriormente. Esso  viene segnalato: ---dall’asse del  torrente, ---la parte mare dell’asse del ponte e di via Campi, sino allo sbocco in via W.Fillak ( della quale vengono inclusi quindi i civici sino al 33 ed all’80 ); ---poi a ritorno lungo l’asse di via Fillak sino al ponte autostradale Genova-Savona ---il cui bordo a nord fa da direttrice limite verso levante, sino al Forte Crocetta, salita al Forte Crocetta, forte Tenaglia (tutti inclusi).

  

 

 

BIBLIOGRAFIA

-Atlante demografico della città-Comune di Genova

-Archivio Storico Comunale Toponomastica -  scheda 1335

-Pagano anno 1933-pag.246.—Pagano/1961-pag.444

-Pastorino.Vigliero-Dizionario delle strade di Ge.-Tolozzi.1985-pag.783

-Stradario del Comune di Genova anno 1953-pag.57

 

Novella.pag.17 non la cita   +