CARREA                                 via Bartolomeo Carrea

 

TARGA: San Pier d’Arena – via Bartolomeo Carrea – scultore – 1764-1839 (la nostra targa ha la data di nascita sbagliata)

                                                                                                             

 

QUARTIERE ANTICO: Promontorio     

N° IMMATRICOLAZIONE:           .                                                                        posteriore

 

 Area di via BCarrea,                         

da MVinzoni, 1757. In fucsia, via OScassi;                                    da Pagano/1961

rosso, via MFanti; giallo via GBDerchi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CODICE INFORMATICO DELLA STRADA n°:   13040

UNITÁ URBANISTICA:   28 – s.BARTOLOMEO

in fucsia via O.Scassi; giallo via B.Piovera; rosso via M.Fanti.

Da Google Earth 2007

 

CAP:  16149

PARROCCHIA :   Cristo Re

STORIA:   Al catasto, ed ancora nel dopoguerra, la proprietà di 50 mila mq era censita come cascina con vigne, di proprietà del genitore di Giovanni Agnelli (proprietario della Fiat) e del cav. Cottino Paolo: alla loro morte, il terreno fu diviso in 36 lotti e - mediante sorteggio - divisi a metà, tra gli eredi delle due famiglie. Gli Agnelli utilizzarono il terreno per edificare; e si avvalsero di una legge amnistia del 1970 per mettersi al riparo da accuse di eventuali violazioni; le eredi Cottino, in parte edificarono nel 1953-4, escluso due lotti che furono ceduti in secondo tempo nel 1973. Quest’ultima operazione fece scattare la reazione del ‘Comitato Promotore’ che, vedendo svanire ogni possibilità di spazio verde o sportivo o quantomeno sociale, promosse inutilmente guerra.

La erezione degli stabili fu definita ‘la perla delle speculazioni italiane’, generando fiumi di inchiostro sui quotidiani; mugugni; critiche a chi deteneva il potere; discorsi politici con promesse non mantenute; ricorso alle vie legali con finale intervento della terza sezione penale di Cassazione che formulò assoluzione dei proprietari in sede penale e trasferimento della pratica al Tar per quella civile.

   Il 19 ottobre, visto il contemporaneo tacito avallo del Comune,  scattò la contestazione civile che però fu dichiarata legalmente scorretta e con torto  trattandosi di aree destinate per legge all’edilizia. La civica amministrazione, per tenere fede all’impegno dato dal sindaco Cerofolini,  inviò all’impresa una ingiunzione di sospensione  di ulteriori costruzioni,  in attesa di formulare un piano di migliore urbanizzazione (che  ovviamente, rimase lettera morta).

  La denominazione fu decisa dal consiglio comunale il 7 mar.1958.

  Sono tutti caseggiati di ultima costruzione in delegazione, disastrosamente edificati uno vicino all’altro, senza spazi alternativi di verde, né posteggi; con rari servizi.

STRUTTURA

  E’ – viariamente- a senso unico in discesa; ad anello inizia in alto proseguendo via M.Fanti, e finisce nella stessa via M.Fanti in basso. Mentre la numerazione dei civv. segue il senso inverso, dal basso verso l’alto.  I civv. neri arrivano sino al 11 e 12.

   Nel dic.2003 compare nell’elenco delle ‘vie private, di interesse pubblico’ aperte al pubblico senza vincoli o divieti. In programma di divenire municipali (passaggio di proprietà gratuito, in cambio dei servizi e manutenzione (cassonetti Amiu, rete fognaria, servizio Amt, illuminazione, ecc)). Nel 2004 ancora se ne parla; nel 2010 non è stato fatto nulla e non se ne parla più.

CIVICI

2007= NERI   =da 1 a 11      e da 2 a 12

           ROSSI =da 3r a 99r (mancano 1r, 5r. Compreso 83Ar)

                         da 2r a 152r (mancano 66r, 86r, 88r. Compresi 97Fr→Vr)

Tutte recenti costruzioni: il 2 (1958);  1 e 4 (1959); 3 e 6 (1960); 5 (1961); 7 (1965); 8 (1966) ; 10 e 12 (1969); 9 e 11 (1974).

===civ.   il circolo Endas “La cumpa”, fattosi conoscere nel nov.2004 perché soggetto a furto di attrezzature.

===civ. 8/13 nel 2008 ha recapito la soc. Twin Car Olympus (Carrasi AMaria) facente parte della FCI (Federazione Ciclistica Italiana).

===civ. 11r il Club sampdoriano C.Mura

DEDICATA  allo scultore nato a Gavi (AL) il 29 mar.1764, da Giovanni e Caterina Picollo. 

Cresciuto a Genova, divenne allievo dell’ Accademia Ligustica, formandosi come artista alla scuola di Nicolò Traverso (indubbio caposcuola nel periodo neoclassico genovese); con il maestro divise progetti, lavori ed onori, al punto che diventa difficile distinguere i singoli interventi,  vivendo assieme lo stesso clima artistico e culturale, imperniato sulle imprese di Napoleone.

Carrea, divenuto Accademico di merito e direttore della scuola di scultura dell’Accademia Ligustica, (e tale incarico gestì per lunghi periodi: 1802-8, 1814-17, 1836-7, impegnandosi anche in lavori pratici sia con stucchi (nel palazzo Pallavicino di piazza F.Marose, in collaborazione con Giuseppe Gaggini;  nel coro di s.Stefano; ‘bellissimi bassorilevi in plastica’, nella sala vecchia del Consiglio a Tursi), o con bassorilievi e marmi  (tombe; la figura della Speranza  nella nicchia destra sulla facciata della chiesa di san Siro (1820); le Tre Grazie -ora collezione privata-; la figura della Concordia sulla facciata del ed un bassorilievo con “la commedia”, per il Carlo Felice (1828); ed altri), ed anche statue lignee (l’Immacolata, per l’altare maggiore della chiesa della SS.Concezione di Padre Santo).

I lavori studiati per l’apoteosi napoleonica appartengono al periodo che viene definito “effimero”, per la rapidità con cui si svolsero gli eventi del Corso (dall’ascesa militare alla restaurazione).  Anche l’amministrazione cittadina, burocraticamente lenta e priva di una programmazione (preventivi, costi, scelta di un oggetto artistico, sua collocazione)  non faceva a tempo ad ordinare agli artisti opere pregevoli, raffinate ed a volta anche  spettacolari, che tale sclta era già travolta dalla storia cambiata e sconvolta.

   In questo frenetico mutamento, merita un rilievo la celebrazione della venuta di Napoleone a Genova (30.6.1805; o venne in carrozza o probabilmente fu sbarcato sul litorale di San Pier d’Arena, perché fu accolto alla Porta della Lanterna dal maire Michelangelo Cambiaso, che gli offrì le chiavi della città -che furono cortesemente rifiutate- e pronunciò il discorso di omaggio):  fu programmato un grosso impiego di arredi, dalla decorazione di interi palazzi, ad  un tempio galleggiante nel porto, ed altre iniziative che rimasero di ovvio limitato sviluppo. Nel tempio, da collocarsi vicino alla Lanterna, doveva esserci un arco trionfale in legno disegnato da Carlo Barabino, e per il cui arredo il  Carrea fu chiamato a partecipare  con quattro grosse aquile coronate (pagate con 420 lire) e due statue, una dell’imperatore seduto coronato dalla gloria, ed un’altra  allegorica della Storia.

   Altro episodio,  risale al 28 ago.1808, quando il Senato Ligure decise di sostituire le statue dei Doria (di Andrea e Gianandrea, gravemente danneggiate nei moti popolari di 5 anni prima), da porre su due piedistalli prospicenti il ‘Palazzo Nuovo’ (il Ducale), con altre due: di Andrea Doria e di Colombo; di esse quella di Andrea affidata al Nostro (tentò di ricuperare usando quella di Napoleone già praticamente fatta,  solo modificandola nell’effige; l’altra raffigurante Colombo, fu affidata a Nicolò Traverso); le opere - seppur già pagate - non furono utilizzate perché per opportunità politiche dopo breve il Senato aveva già cambiato parere, scegliendo un gesso di Andrea Doria.

Per l’arrivo di Vittorio Emanuele I a Genova nel 1815, fu chiesta la collaborazione ordinandogli la figura allegorica del fiume Po, con cui arredare una  fontana da porre alla Zecca,  disegnata dal Barabino.

Sposò una pittrice genovese Rosa Bacigalupo (1794-1854) della quale alcune opere sono alla biblioteca Berio, all’Accademia Ligustica, in san Lorenzo.

Morì a Genova l’ 8 gen.1839  (Lamponi scrive che fu tumulato nella antichissima chiesa di santa Maria del Prato (Albaro - piazza Leopardi);  il Dizionario delle strade non  cita la tomba e  scrive che nell’anno dell’assedio, 1800, la chiesa fu chiusa e “venne dagli austriaci ridotta a scuderia. Riaperta dopo alterne vicende…”).

 

BIBLIOGRAFIA  

-Alizeri F.-Notizie dei professori del disegn..-Sambolino1864-vol.I-p.432

-Archivio Storico Comunale Toponomastica - scheda 915 

-AA.VV.-Enciclopedia dei liguri illustri-Erga.1970-vol.III-pag.4

-AA.VV.-Annuario-guida archidiocesi—ed./94-pag.391---ed./02-pag.429

-Gazzettino Sampierdarenese :  3/79.5  + 

-Genova Rivista Comunale :  5/33.770 disegno dell’arco  +  9/33.770  +   1/34.8

-Il Secolo XIX del 25/11/03 + 23 /8/04 + 18.11.04 +

-Lamponi M. –Sampierdarena – Libro Più.2002- pag.174

-Pastorino-Vigliero-Dizionario delle strade di Genova-Tolozzi.’85-p.365foto

-Poleggi E. &C-Atlante di Genova-Marsilio.1995-tav.23.35