CAMPI                                                 via  Campi

 

TARGA:  via - Campi

                                              

 

QUARTIERE ANTICO: San Martino

                      

da MVinzoni, 1757. In giallo via Pietra; celeste                     da Google Earth 2007.

via Campasso; verde ipotetico tracciato di via                         In rosso via W.Fillak.

Campi                                                                                                

 

 

 

N° IMMATRICOLAZIONE:   2741  CATEGORIA 3

 

CODICE INFORMATICO DELLA STRADA -n°:    10640

UNITÀ URBANISTICA: 24 - CAMPASSO

CAP:   16159

PARROCCHIAsan Bartolomeo della Certosa (Rivarolo)

STORIA:  La zona. Nei registri della Curia arcivescovile di Genova, ripetutamente si fa riferimento ad una località - facente parte della antica Curia di San Pier d’Arena negli anni attorno al 1140-60 -, chiamata ‘Glariolum’ (dal latino glarea ovvero ghiaia) relativa alla sabbia del torrente, in zona Campi (dalla stessa parola deriva anche il Geriato, torrente di Molassana).

É conosciuto che anche nei secoli posteriori, il greto del torrente era molto largo, senza argini, irregolare come può esserlo un capriccioso come il Polcevera con campi non coperti da terra ed erba ma da ciotoli, sabbia ed erbacce le più strane ed idrodipendenti

 La strada. Il nome ovviamente deriva  dal fatto che, per gli antichi abitanti del borgo tutta quella vasta zona - pressoché abbandonata ed estesa da ambedue le parti del torrente - fosse genericamente ‘i campi’. La strada segue un tracciato che dev’essere  assai antico; attraversando i prati attorno al greto del torrente, era utilizzata per collegare le  due sponde ai commerci locali o forse percorsa quasi solo dai carretti dei minolli e dei ‘massacan’ che andavano sul greto a raccogliere sabbia, e prese quindi così lo stesso nome (che però rimase più radicato nella parte a ponente del torrente, dove si conserva il nome Campi proprio come frazione della delegazione di Cornigliano; difatti quando il Comune di San Pier d’Arena alla fine del 1800 decise riordinare le strade dando un nome preciso a ciascuna, la proposta fu di “ via a Campi”).

   Nel luglio 1884, istituita la Parrocchia anche a San Gaetano, la strada si presenta già  frequentata e conosciuta, in quanto segnata come confine parrocchiale (presumibilmente perché ai fini parrocchiali interessano le case e non i terreni, i quali  in quegli anni ed a nord della strada, erano ancora prati disabitati: “...confinia  jam statuta et cognita, quae separabant auxiliaris ecclesiae s.Gajetani distructum a parochiali ecclesia sancti Bartolomaei de Certosa “ (i confini già stabilti e conosciuti, che separavano la chiesa ausiliaria e distrutta di s.Gaetano dalla chiesa di san Bartolomeo della Certosa)..., confini delimitati dalla via provinciale Vittorio Emanuele (via W.Fillak) , e la via “vulgo” del Glucosio (via Campi),  oltre lo sbocco dell’attuale voltino, sino all’argine “in aex maedio fluminis usque ad punctum muri viae ferratae ” (dalla metà del fiume fino al punto del muraglione della strada ferrata).

Come sempre il nome a certe strade proveniva dall’edificio o proprietario o struttura che maggiormente richiamasse la conoscenza del popolo: così uno dei primi nomi che appaiono per definirla nostra strada, abbiamo letto essere stato “via del Glucosio(vedi).

   Pochi anni prima dell’anno 1900, il ponte di unione doveva essere già stato eretto, e fu proposto alla giunta comunale il nome di ‘via a Campi’, a  “quella strada al Polcevera  che da via Vittorio Emanuele lungo casa Bonardi, oltre la piazza d’Armi, porta al torrente”;  permetteva il passaggio dei carri dal torrente alla via principale. Esisteva infatti un civ. 1 quale ‘casa Bonnardi’ ed un civ. 5  ‘casa Raggio Carlo’. 

  Nell’anno 1901 l’impresa Rebora Calvi Barabino, appose la targa in marmo con la scritta “via Campi”, quale è ora.

  Nel 1910  c’era solo il civ. 1 (segnalando che “la parte pari è nel Comune di Rivarolo Ligure”).   Negli anni prebellici (1910-4) , sul marciapiede di via Umberto I  (via Fillak ) - di fronte a dove inizia la strada, a levante del ponte ferroviario ed a ridosso del muraglione della ferrovia - fu posto il gabbiotto del dazio (ma già esistevano vari ‘casotti del dazio’ tutti di proprietà comunale: nel 1890 vengono descritti uno Centrale; uno alla stazione ferroviaria, a porta Lanterna, alla Crociera, ed a Certosa, tutti con peso a bilico; altri presso il forte Crocetta ed a porta degli Angeli)

   Essendo in quegli anni ancora il confine posto al “torrente Pietra” ovvero  di via Brin dove ora scorre la metropolitana, questo limite daziale può aver favorito lo spostamento del confine a quel punto, essendo anche rimasto confine parrocchiale.

   Nel Pagano 1919 si segnalano civv. non precisati l’officina meccanica di Cordone & Garattini – ancora presenti nel 1925; e quella identica di Remaggi Domenico e C. presente fino al ’33.

   Nell’elenco delle strade edito dal Comune nel 1927, appaiono due ‘via Campi’: una a S.P.d’Arena (presumibilmente la metà a mare) ed una a  Rivarolo (la metà a monte), ambedue di 5a categoria. 

     Della stessa categoria era ancora nel 1933.

     Nel ‘50 era divenuta di 3a. categoria. Nel gennaio di quell’anno fu costruita una casa, per Ernesto Parodi,  progettata dall’ing. Petrozzani: non è intuibile quale.

    Nel 1946 fu costruito nuovo il civ. 4;  nel 1951 il 13a ; nel 1957  il 15a.

 

Confini con Rivarolo.  Attualmente il confine tra le due delegazioni, è misconosciuto a quasi tutti, perché ha perso interesse pratico; forse dovrebbe delimitare il campo di interventi  dei Consigli di Circoscrizione  ma di essi a San Pier d’Arena, ne sanno ben poco, e nella sede non esiste nessuna carta allo scopo. È comunque accertato che il centro carreggiata di  via Campi rimane la attuale direttrice principale est-ovest di tale confine: dalla metà del torrente, alla sommità della collina, in quanto certe strade poste a levante del parco ferroviario e che prima erano parte del territorio sampierdarenese (via Frassinello, via della Pietra, via A.Ristori ecc.), ora non lo sono più.

   Ma più anticamente, il confine tra Sampierdarena e la frazione Certosa di Rivarolo, era segnato -con andamento irregolare -,  cento metri  più a nord di questa linea.

   Con l’inizio del secolo 1900, nacque una nuova gabella locale: il dazio. Ogni merce, nel passare questa barriera, doveva pagare una tassa; eluderla era accusa di contrabbando.

    Dal Sindaco, nel 1904, venne proposto espropriare per causa di pubblica utilità ai proprietari dei terreni posti al confine, sia una striscia di terreno (al marchese Piuma, i cui terreni già in parte erano stati occupati dal parco del Campasso) atta al passaggio di una guardia daziaria e per porre un reticolato metallico; sia  (ai proprietari Degola e Tubino) spazi  necessari per costruire i casotti daziari  - ad un piano al forte Crocetta per soli uffici, a due piani con abitazione; pare intuire non se ne fece nulla, anche per l’esosità della cifra da spendere.

 Nell’ anno 1905 circa, sempre a seguito della gabella del dazio, nacque la necessità di porre una nuova cinta, detta “daziaria”, che rispecchiasse i confini territoriali di ogni Comune. Così, da questa parte della città popolarmente scritta ‘a notte’, un preciso confine - sia con Genova che con Rivarolo -,  che dal forte Crocetta arrivasse al Polcevera, passando nella ‘frazione Pietra’,  onde contrapporsi - con adeguata sorveglianza e garitte -   al contrabbando.

   Evidentemente sino alla messa in atto della cinta daziaria, il problema dei confini non era mai prima validamente esistito  tra i vari Comuni.

   Fu così rispolverato un verbale del 1890, stilato da parte di una Commissione censuaria ove erano stati tracciati i confini tra i due comuni: (‘col fine di un riordinamento della Imposta Fondiaria onde determinare in modo certo e stabile i confini del territorio’; stilato dalla Città di San Pier d’Arena, ed inviato alla provincia di Genova, al Comune di Rivarolo Ligure, alla Commissione Censuaria; furono invitati a presenziare i proprietari dei terreni confinanti; di San Pier D’Arena erano i sigg. Bonardi Giacomo, Degola Narciso, Monticelli Giambattista, Cappellano Luigi; ed i sigg. Raggio Carlo, Malatto Rodolfo, Bonardi Giacomo sconfinanti in ambedue i comuni). Nella riunione del 2 maggio 1905, si covenne che il confine iniziava da metà dell’alveo del torrente Polcevera -  passava nel centro di via Campi fino oltrepassato il sottopasso ferroviario che la incrocia a metà circa - appena usciti dall’archivolto proseguiva lungo il muraglione posto a levante della ferrovia  orientandosi così verso nord (attuale via Borsieri) - sino alla fine della proprietà Bonardi (la casa Bonardi aveva il civico 61 di via V.Emanuele e poi divenne 58 di via Umberto I; mentre la proprietà, confinava a nord con quella dei fratelli Traverso che si ritrovarono di Rivarolo (è visibile una cartina) - dove girando a levante lungo il muro di cinta posto tra le due proprietà (attuale via Frassinello) arrivava alla via Provinciale. Proseguendo di nuovo verso nord al centro di quest’ultima via (allora Vittorio Emanuele) -  all’altezza dell’inizio del vico della Pietra (che portava al fossato omonimo, attuale via L.Ariosto) girava ad angolo retto verso levante nel mezzo del vico  per seguire l’alveo del ‘rivo della Pietra’ (detto pure Cappellano, dal proprietario dei terreni confinanti, ed altrove chiamato anche  Copello) - sino a dove ora è l’arco a sud dell’entrata della galleria della metropolitana - ed estendendosi in alto verso la sommità del monte fino al punto di origine del rivo, presso forte Tenaglia,  laddove si incontrava con quello di Genova (la proprietà di SPd’Arena comprendeva anche una fascia di terreno a nord del rivo (strutturata a bosco, di proprietà demaniale del comune di Sampierdarena    ed allora delimitata: a mare dalle proprietà  dell’avvocato  Filippi Antonio in basso, Pendola Ernesto sopra, e Galleano Pittaluga in alto; a nord –di Rivarolo quindi- dalla prorpietà di Bonino Clotilde in Pisano).

Nel maggio 1906  una prima lite:  era appena finita la costruzione della galleria tranviaria che porta a DiNegro:  per la sua costruzione era stato necessario spostare il letto del ‘Rivo della Pietra’ e -a lavori eseguiti- riportarlo nella sede primitiva perché linea di confine; nacque un piccolo contenzioso perché al nostro sindaco parve erroneamente che l’ingresso del tunnel fosse in territorio di San Pier d’Arena e pertanto propose porre la linea daziaria a nord di qualche metro dalla  bocca d’entrata della galleria,  e seguire il ‘fognone  esistente in quella località e già detto di Copello’;  l’Unione Italiana Tramways Elettrici rifacendosi al verbale del 1890 contrappose essere invece in territorio rivarolese, ed aveva ragione.

   Nel marzo 1907, malgrado il verbale del 1890, ancora dovevano definirsi i confini precisi con Rivarolo: evidentemente esistevano delle contestazioni  attualmente sconosciute.

   Nel 1926, l’annessione delle delegazioni nella Grande Genova, pose fine alla ricerca  lasciando strascichi irrisolti se si considera che le pubblicazioni del Comune di Genova, sia del servizio toponomastica edito nel 1950,  che della ripartizione anagrafe-elezioni edito nel 1953, suddividendo la città in sestieri, rioni e delegazioni riportano ancora per via Argine del Polcevera essere di San Pier d’Arena dal civ. n.1 al 7 (mentre sono di Rivarolo oltre il 7); via Campi essere di San Pier d’Arena : ediz.1950 i numeri pari (Rivarolo i numeri dispari); ediz 1953 dal civ. 1 al 3 dispari  e dal 2 al 6 pari (Rivarolo dal 5 alla fine dispari);  per via Frassinello (non per niente anticamente chiamata “via del Confine’) essere di San Pier d’Arena il civ. 4 (di Rivarolo l’1); per via W.Fillak sono di San Pier d’Arena dal civ.1 al 37 e dal 2 al  ediz.1950 : 66, edizione 1953 all’80 (di Rivarolo dal 39 e dall’82); per via A.Ristori essere di San Pier d’Arena, edizione 1950 tutta di San Pier d’Arena; edizione 1953 i numeri dispari e dal n.10 in poi solo pari ( di Rivarolo i numeri pari dal 2 all’8); per via della Pietra edizione 1950: a San Pier d’Arena tutta; edizione 1953, tutta la numerazione meno il n. 2 a Rivarolo.

   Un po' più sorprendente è la constatazione che la ex circoscrizione comprende un territorio grosso modo coincidente con quello dell’antico comune: ed  il confine a nord, segnalatoci dal Settore Statistico del comune, inizia sempre dal torrente a metà del ponte; segue  via Campi, risale via W.Fillak  verso il mare sino al viadotto dell’autostrada Genova-Savona (incluso, assieme ai civv. da 1 a 33 e da 2 a 80); a questo punto curva a 90° per seguire il tracciato dell’autosctrada verso il monte  arrivando  a forte Crocetta (incluso), salita al forte della Crocetta (inclusa) e forte Tenaglia (incluso).   Facendo parte ora della Circoscrizione II “Centro Ovest” , comprendente anche san Teodoro ed Angeli, il confine attuale prosegue sino a Granarolo (civ. 129 incluso) ed al forte Begato incluso.

STRUTTURA:

 da via W.Fillak, sottopassando tre rami delle ferrovie (in corrispondenza di due dei quali la strada non ha più marciapiede ed il pedone è abbandonato all’educazione del guidatore), arriva al greto del torrente Polcevera, nella cui prossimità si incrocia con via Argine Polcevera (vedi) e in direzione ponente si continua su un ponte che, attraversando il torrente arriva  nella frazione omonima di Cornigliano (una volta questo ponte era assai trafficato, carrozzabile a senso alternato senza semaforo; da quando hanno aperto la superstrada lungo il torrente, è divenuto solo pedonale, impedite le auto da un alto scalino).

 

due dei tre sottopassi                                           sbocco in via Perlasca

 Doppio senso veicolare anche se con alternanza nei due sottopasso ferroviario.

Nella strada non vi sono negozi eccetto la rivendita di laterizi che però è sul ‘marciapiede’ di Rivarolo.

Appare servita da ambedue gli acquedotti, Nicolay e DeFerrari Galliera

CIVICI

2007=NERI=2-4-6         ROSSI= nessuno

   Nel Pagano/40 la strada andava ‘da via delle Corporazioni a via Arg. Polcevera’; con descritti civici neri 2 e 6, 3.5.7.19.21.29 alcuni delle FFSS; e rossi 2,5,7 per rottam.ferro, cartoleria e latteria

   Nel Pagano 1950 e 61 sono segnati una sola osteria al 3r di Olivieri R., ed alcune imprese artigianali; non bar né trattorie

===civ. 2 è un grosso caseggiato popolare, senza ‘fronzoli’ tipo terrazzi o decorazioni e probabilmente senza ascensore.

===civ.4  è una piccola casetta, aperta in uno slargo subito dopo il secondo sottopasso, e delimitata sulla strada da un alto muro che impedisce vedere se il retro è prato, orto, o altro.

===civ.6 è un cancello chiuso da lucchetto, tra le cui fessure è visibile una serie di vani tipo box, ad un solo piano, in completo stato di abbandono.

Caratteristica, a fianco del cancello,  è una ennesima tomba stradale circondata da tanti fiori finti ed ormai sporchi, ben strutturata con lapide in marmo, croce ed intestazione ad un giovane dal nome arabo-mussulmano ma con simboli cristiani

                                            

BIBLIOGRAFIA

-Archivio Storico Comunale - palazzo Ducale 

-ArchivioStorico Comunale - Toponomastica, scheda 509  

-A.sconosciuto-dattiloscritto parrocchia s.Gaetano-s.Bosco-vol.I-pag.83

-AA.VV.-annuario-guida archidiocesi- ed./94-pag.389—ed.02-pag.426

-Belgrano LT-i registri della curia arcivesc.-S.Lig.St.Pat-vol II-pag. 703

-Comune di Ge.-Atlante demografico della città-V ediz.1998-pag39

-DeLandolina GC – Sampierdarena -   Rinascenza.1922 – pag. 34

-Genova Rivista municipale:  3/33.

-Lamponi M.- Sampierdarena – LibroPiù.2002- pag.131

-Novella P.-Strade di Genova-manoscritto bibl.Berio.1900-30-pag.17

-Pagano/33-pag.245 -- /61-pag.117

-Stradario del Comune di Genova edito 1953-pag. 13.35.77.81.139.153