BANCHETTI                                 via dei Banchetti

 

 

Strada, con nome ovviamente non  titolata ufficialmente e presumibilmente caratterizzata dai banchetti dei venditori ambulanti.     Viene segnalata da Tuvo quando segnala nella strada  l’apertura -nel 1854- del “Gabinetto di Lettura” in comunione tra le due Società di Mutuo Soccorso esistenti nel borgo: la Unione Fraterna e l’Unione Umanitaria.

Si presume fosse ubicata nella zona dove per lunghi anni c’è stato il mercato, in via Ghiglione-via Monastero

Tale iniziativa, se ufficialmente aveva valore culturale considerato l’enorme percentuale di analfabeti tra gli operai, più o meno consciamente era anche scuola politica, essendo ambedue le associazioni filo-repubblicane, mazziniane, e quindi anti-sabaude.

Animatori di questa iniziativa furono Francesco Devoto (armatore marittimo sampierdarenese, autentico lupo di mare: capitano di vascelli di grande tonnellaggio, navigò molto verso le Indie con la caratteristica di avere spesso a bordo la moglie, valente aiuto nei calcoli matematici e nello stabilire le rotte dalle carte nautiche.Leggiamo il suo nome tra i prestigiosi fondatori e poi anche presidente della Unione Umanitaria. Al museo del Risorgimento conservano un suo tricolore a bande orizzontali, con scritta nella banda bianca centrale «Libertà o morte!!»   Comunque, una famiglia di provetti capitani di mare, quella dei Devoto: anche il fratello Giacomo, che nel 1854 leggiamo comandare il brigantino Nettuno sulle coste del Brasile; e l’altro fratello Luigi, già mozzo a nove anni fino a comandante di bastimenti e possessore di una medaglia di benemerenza norvegese per avere eroicamente  salvato naufraghi di quella nazione. Un Devoto A. lavorava negli anni 1912 nella confezione di conserve); Carlo Meronio; Pietro Botta; Francesco Bardin; Giovanni DellaCasa  (personaggi che ritroveremo parlando della soc.Universale di via A.Carzino, di C.Rota  e di V.Armirotti).

Non è descritto dove ricuperassero i libri, visto che allora erano ancora privilegio di pochi; non certo dal parroco che vedeva in quelle associazioni dei veri e propri sovversivi, anticlericali ed assai spesso massoni; né dalle Autorità che li giudicava “persone irrispettabili”.

 

BIBLIOGRAFIA

-Tuvo.Campagnol-Storia di Sampierdarena-D’Ampore-1975-pag.130.260

-Badinelli D.-Provincia garibaldina-DeFerrari2007-pag.30

-Costa&Morabito-L’universo della solidarietà-Priamar 1995-pag.346