BOTTERI                                     via G.B. Botteri

 

 TARGHE:

S. Pier d’Arena – via  - G.B. Botteri

via – G.B. Botteri

                                                               

 

QUARTIERE ANTICO: Promontorio

 

N° IMMATRICOLAZIONE:    2733.

 da Pagano 1967-8

CODICE INFORMATICO DELLA STRADA - n°:   07660

UNITÀ URBANISTICA: 28 – s.BARTOLOMEO

 Da Google Earth 2007. In verde via GB Botteri; in celeste via G.Balbi Piovera.

 

CAP:   16149

PARROCCHIA:  Cristo Re (nel 1961 era di competenza di NSdelle Grazie)

STRUTTURA:

Da corso O.Scassi scende a via G.Balbi Piovera, senso unico viario verso il basso.

Apparirebbe essere stata aperta nel terreno del parco di villa Scassi  - tra le aiuole nell’alto levante  - con tortuoso e ripido zig-zag (presumo non ricalchi  un  viottolo preesistente, per l’insolita, ripida e tortuosa discesa, senza eguali nella villa. Precedette l’apertura di via Balbi Piovera e molto presumibilmente fu costruita dall’amministrazione comunale per raggiungere la quota del futuro ospedale). Dopo i tornanti, si sovrappone al percorso dell’antica crosa detta Imperiale; nell’ansa dell’ultimo tornante, prima della discesa finale, c’è un vespasiano ancora funzionante; e vicino una porticina dà adito ad un vano usato come ripostiglio attrezzi del Comune. In basso, termina fuori delle mura della villa Scassi, della quale costeggia la cinta a levante.                          vespasiano

È servita dall’acquedotto DeFerrari Galliera.

 

STORIA  -Nella carta del Vinzoni del 1757- si legge a levante la traccia storica di una “villa signor Prencipe di Francavici”. 

Innanzi tutto ed in realtà, visto che ‘principi di Francavici’ pare non esistano, è probabile un errore del Vinzoni; forse il principato giusto è di Francavilla (e, tra le tante omonime, la più probabile è quella in prov, di Brindisi). Perché ‘principi di Francavilla’ furono gli Imperiale (vedi) con, capostipite del ramo, si descrive che fu Davide Imperiale

 

L’ampia villa, dal Vinzoni è disegnata rettangolare, a U rovesciata (come è tradizionale la villa genovese ed è posta in alto rispetto la strada principale, appoggiata alla torre stessa che è collocata  sopra, verso il colle. La proprietà rispetto alla villa, si estendeva sia scendendo in basso con prima dei giardini e poi orti fino in corrispondenza dell’attuale via N.Daste, proprio in linea, soprastante alla “via Larga(via Palazzo della Fortezza) e sia salendo a cuneo affusolato, fino alle pendici di Promontorio.                     

     

A monte della villa (in verde nella carta sotto) – come già detto e come visibile dalla carta - era la torre  (che ancor ora esiste, -oggi chiamata ‘dell’Ospedale’- e che trovandosi fuori delle mura della villa Scassi, e quindi non appartenente ad essa).

Dalla Soprintendenza è definita semplicemente ‘Torre’ senza altre precisazioni: è tutelata da vincolo dal 1934.

 

    

Carta di Vinzoni del 1757                       (foto da confrontare con ← carta del Vinzoni)

                                                                 in primo piano la villa Spinola (blu)- alle cui spalle una 

                                                                 villa a destra (rossa?) ed una a sinistra (verde?)                                                                

                                                               

 

STRADE = in celeste: via Daste; in giallo: salita Imperiale.

TERRENI a sinistra quello degli Imperiale-Scassi; a destra quello degli Spinola; al centro l’ampio possedimento del ‘signor Prencipe di Francavici’.

VILLE in fucsia: villa Scassi; in violetto, villa degli Spinola di san Luca, duchi di s.Pietro; ambedue posizionate sulla strada principale ed ancora esistenti; in alto, in verde- la villa dei ‘Francavici’ (fatta a n, N minuscola); in rosso quella dei Spinola duchi di Molfetta (fatta a U e, sulla carta, senza strada di accesso né giardino)

 

 

Nella carta vinzoniana e del Porro, a levante – sulla stessa linea della villa su segnata - ne appare un’altra (in rosso nella carta sopra) , anonima e in terreni del ‘signor duca’, che  gli autori de ‘Le ville del genovesato’ collocano nell’angolo che compie in alto via GBalbi Piovera in salita, prima di orientarsi verso ponente ed immettersi in corso Scassi; e loro la attribuiscono prima agli ‘Spinola, duca della Molfetta e poi (ma erratamente) a Piccardi (con la “i”; ma in realtà era Piccardo).

Sempre nella carta vinzoniana appare più grossa della precedente. Nel libro de ‘Le ville del genovesato’, nel testo risulta che  fu demolita nel 1911; nella fotografia sotto, seppur essa fosse già in rovina, ha un corpo centrale massiccio e due ali ai lati, come quella evidenziata rossa.

 

foto 1911 – dalla conformazione, col frontale avanzato,         il tetto della villa sotto la torre

nella carta vinzoniana appare essere quella rossa

(dei duchi di Molfetta).

 

Ma per essa sono da chiarire :

---nella carta del Vinzoni appare in territorio degli Spinola di sPietro (i quali, la loro, l’avevano in basso sulla strada; che esiste tutt’ora): due ville contemporaneamente? di chi era questa seconda?

---praticamente senza terreno proprio, e senza strada per esse re raggiunta

---In Internet alla voce Molfetta, vengono indicati Luca Spinola (1469-1576, ‘principe’ di Molfetta;  divenuto doge nel 1551- antecedente alla villa) che ebbe figlia Aurelia (1650-1723, erede del titolo di principessa di Molfetta; ella andò sposa a Ercole Grimaldi principe di Monaco col quale ebbe 4 figli; di essi, l’unico maschio Andrea ebbe il titolo mentre Maria Ippolita sposò Andrea Imperiale che era – guarda caso - principe di Francavilla).

---i proprietari della villa successivi a Luca, si sono declassati da principi a duchi?

---perché duca “della Molfetta” e non “di Molfetta”

---il Battilana ignora come ramo degli Spinola.

 

       

 

 

   

Si intravvedono la torre e la villa

 

Il dr. Salvarani ricorda aver passato l’infanzia in una villa, che era stata dei Piccardo (con la “o”), e che aveva vicino la torre oggi detta dell’Ospedale. Quindi, conferma che Piccardo non abitava quella descritta a levante, ma quella a ponente, ovvero quella ex-Francavilla.

Infatti gli anziani ancora ricordano in zona, nella seconda-terza decade del 1900, una “villa Piccardo(corrispondente ad una nuova villa - ovviamente costruita  sul sedime della distrutta villa Francavilla; viene ricordata con soffitti affrescati e descritta con una Cappella privata per la quale, ‘nel Palazzo del Cavalier Giovanni Piccardo sito nella villa di Montegalletto in cui talora si celebra la s.Messa, con speciali privilegi dell’Oratorio privato’. Nei documenti del Comune, il donatore firmatario dei terreni allo scopo dell’erezione dell’ospedale – fu Benedetto Piccardo (forse figlio o addirittura nipote di Giovanni - e può essere giusto essendo la donazione degli anni 1910 ma la proprietà da molto prima).

Il cancello di ingresso, prima dell’anno 1900 era in via De Marini; in quell’anno quel tratto di strada  era già stato dedicato a sant’Antonio e così è scritto: la villa si apriva in via s.Antonio al civico 1 (vedi a s.Antonio), prima di villa Scassi: quindi dopo la cancellata iniziale, il viale di accesso era affiancato a salita Imperiale e condiviso con l’attuale via Damiano Chiesa. Un lungo ed abbastanza ripido viale portava all’ampio giardino, esteso sopra la casa e tutto a levante con bosco di noccioli a terrazze (è il territorio compreso tra via S.B.d.Fossato ed il muraglione della villa Scassi ove ora sono via G.Balbi Piovera, via G.Pascoli e via Issel. Gli eredi Piccardo erano in ultimo diventati 5 famiglie imparentate. Si scrive che in questa villa abitò, e vi morì il 14 dic.1915, Pietro Chiesa).

 

   La strada GB.Botteri nacque quindi con l’ospedale (iniziato nel 1911); è citata dal Novella come “via Giambattista Botteri, da via Imperiale”. Sappiamo che a quella data, l’unica via di accesso in alto era appunto  salita Imperiale (un lungo vicolo che nasceva da via N.Daste, sovrapposto all’ attuale via D.Chiesa fiancheggiante a levante il muro di cinta della proprietà della famiglia Imperiale-Scassi, e saliva diritto verso il monte fino a Promontorio). Poiché corso Roma (corso O.Scassi) era previsto orizzontale a quota 40 (e doveva poi scendere gradualmente in san Bartolomeo del Fossato piegando a nord lungo il fianco della collina del Fossato; fu poi preferito piegare a sud creando via G.B.Piovera (allora via E.DeAmicis), il cui tornante in basso asportò un altro  rilevante tratto di via Imperiale), tale da tagliare netto l’erta salita e sbarrarla con un muro, per il collegamento fu necessario aprire la nostra strada con dei tornanti. Quindi il nuovo tratto senza nome corrispondeva solo dall’ingresso dell’ospedale  all’ingresso del grattacielo:  da quest’ultimo in giù era già col nome di via Imperiale che, così spezzettato perdette identità e nome.

DeLandolina la cita come ‘salita’.

    Nel 1927 appare già inclusa come ‘via Giobatta Botteri’ nello stradario comunale, di 5° categoria.   

    Le scalette di collegamento tra corso Roma e via GB. Botteri furono aperte ed inaugurate solo il 20 febbraio 1928; mentre quelle tra via Pittaluga e via G.B.Piovera in basso furono aperte con via A.Cantore.

    Nel Pagano 1940 è solo citata: da via GPittaluga a corso OScassi, senza civici.

 

  

inizio strada da corso O.Scassi                        un tratto in discesa

 

                                                               vecchia immagine con – tra palazzi e ospedale - torre e villa

 

CIVICI

2007= NERI   = da 1 a 3 (compreso 1A)

           ROSSI = da 1r a 33r (manca 29r)

 

===civ. 1 c’era l’autorimessa Grattacielo con posteggio, lavaggio ed officina di carrozzeria

===civ. 3, detto “grattacielo dell’ospedale”, alto 70 m., di 18 piani, fu eretto nel 1957 dall’impresa Vicari.   Fu innalzato sul sedime delle due ville precedenti. L’erede Vicari (proprietario laboratorio Emolab) dice di non possedere alcuna documentazione.

 

       

 

DEDICATA:  al secondo Direttore sanitario dell’ ospedale civile di Sampierdarena aperto in villa Serra-Masnata (nel genn.1874) ove fu assunto il 4 feb.1884 con stipendio mensile di 3mila lire, in sostituzione di un primo direttore, deceduto in giovane età.

   Appena in carica, il primo provvedimento preso, fu –per ragioni di igiene e di servizio finalmente meglio strutturato- di limitare l’ingresso in ospedale ai parenti, determinando un orario (non è da poco essersi accorti che l’assenza di pulizia –senza pretendere la sepsi- era fonte di gravi ripercussioni); un altro dei primi tra i più impegnativi fu la difesa contro il colera, scoppiato a Marsiglia nel giu.1884 e, arrivato anche  in città fortunatamente con pochi casi, ospitati nelle stanze sotto tetto.  

 la lozione per capelli inventata dal medico, e preparata dalla farmacia di via Giovanetti

   L’Ospedale, iniziata l’attività con 4 medici, si trovò immediatamente con una richiesta di interventi progressivamente crescente, sia di ricoveri che di prestazioni ambulatoriali; l’industrializzazione progressiva della città e l’incremento della popolazione, obbligarono a risolvere migliaia di problemi nuovi, tra i quali veder accettare dal personale medico -compreso il Botteri- una decurtazione dello stipendio pur di poter assumere dei  supplenti per disimpegnare le guardie  e le sostituzioni.

   Rimase in carica sino al 1912, dando alla struttura ospedaliera un decisivo miglioramento, aggiornato ai tempi sia nelle strutture che nel regolamento, nell’organico, nell’economia. Fu nominato Direttore sanitario a vita, e consulente della direzione (con stipendio di 1800 lire, considerato che a quei tempi non esisteva la pensione),  mentre ci si apprestava al trasloco delle strutture al costruendo (dal 1911) ospedale di villa Scassi.

   L’onesto lavoro svolto come direttore, lo aveva avvicinato al mondo politico: così nel 1904, seppur privo di una cultura specifica, si candidò nel collegio di San Pier d’Arena per il Parlamento e riuscì a vincere sul candidato socialista  Pietro Chiesa uscente dall’incarico, favorito da diatribe interne nel gruppo socialista repubblicano. 

   Divenne così onorevole.

   Sul Pagano/1908 viene citato tra i Medici e Chirurghi locali (quale professore dell’ospedale, studio in via s.Antonio, e reperibile, non esistendo telefoni, presso le farmacie Sibelli e Milanesio) e nell’elenco dei deputati liguri per il collegio di Sampierdarena (dottore e cavaliere). 

   Nel 1915 quale presidente del comitato direttivo distrettuale della CRI  molto si adoperò per assistere i militari feriti transitanti per la città e diretti a luoghi di cura: allo scopo favorì l’apertura di un ambulatorio medico direttamente in una sala della nostra stazione ferroviaria. E sempre in tale veste stimolò il municipio di SPd’A perché dedicasse una strada cittadina al generale Cantore (e così avvenne per un tratto dell’attuale via N.Daste. vedi ‘via generale Cantore’)

   DeLandolina sbaglia tutto e descrive un’altra persona, vissuta assai prima; secondo lui, «dal 1816 al 1899: uomo politico e giornalista italiano; fondatore nel 1847 assieme ad altri giornalisti (Felice Goveati ed Alessandro Borella)  della Gazzetta del Popolo di Torino».

 

BIBLIOGRAFIA

-Archivio Storico Comunale

-Archivio Storico Comunale Toponomastica scheda 546

-AA.VV.-Le ville del genovesato-Valenti.1984-pag. 30.35-6

-AA.VV.-Annuario-guida archidiocesi-ed./1994-pag.385—ed./02-pag.423

-Cavallaro G.-Ospedale civile di SPd’A-Pagano.196?-pag.19.28

-DeLandolina GC- Sampierdarena-  Rinascenza.1922- pag.32

-Gazzettino Sampierdarenese :   9/74.15   +   5/93.11

-La grande Genova - Rivista municipale:  2/28.103

-Lamponi M.- Sampierdarena – Libro Più.2002- pag. 174

-Lunario del signor Regina: -Pagano.1889-pag.540   +

-Miscio A:-La seconda Valdocco-Elledici.2002-vol.I-pag.213.256.

-Novella P.-Strade di Genova-manoscritto bibl.Berio-1900-30-pag.17

-Pagano/1908-pag. 294.877--ed./33-pag.245—ed.61-pag.96

-Poleggi E. &C-Atlante di Genova-Marsilio.1995tav.35

-Remondini A&M -Parrocchie dell’archidiocesi...-1897-vol.11-pag.285

-Stradario del Comune di Genova edito 1953-pag.27

 

non citato in 85 + Enciclopedia Motta+ Enciclopedia Sonzogno+  Pagano/33