BEZZECCA                                                 via Bezzecca

 

 

TARGHE: via Bezzecca          - strada privata -

                  San Pier d’Arena – via - Bezzecca

                      

angolo nord via W.Fillak                      

 

angolo sud via W.Fillak

estremo nord, in angolo con via C.Orgiero. Sullo sfondo, trasversale, via W.Fillak

 

QUARTIERE ANTICO: San Martino

N° IMMATRICOLAZIONE:   2729

 

        

 Dal Pagano/1961

UNITÁ URBANISTICA: 24 - CAMPASSO

CODICE INFORMATICO DELLA STRADA - n°:   05840

in giallo via Orgiero. Da Google Earth 2007

 

CAP :   16151

PARROCCHIA:   san Gaetano – san G.Bosco

STORIA:  inizialmente era una strada “privata, chiusa e senza nome”.

Alla fine del 1800 era chiamata - non ufficialmente - “via Copello” probabilmente dalla presenza abitativa di questo signore distintosi sia come imprenditore edile o anche proprietario e forse lo stesso industriale titolare di magazzini e docks alla Coscia vicino a quelli di GB.Carpaneto.

   Nell’anno 1933 circa, in Comune fu proposto, dapprima il nome di via Varese; ma subito dopo, con delibera podestarile, il 19 ago.1935  fu preferito l’attuale.

   Nel Pagano/40 – va da via delle Corporazioni a vico C.Orgero ed ha solo quattro civici rossi (barilaio, carbonaio, bottiglieria, carradore)

   Nel Pagano/1950 si segnala l’attività di Ardini L. (vedi via Varese) che al civ. 8 costruiva e riparava carri e carrozze; ed al 10 r c’era un bar caffè di Bottero G..

  Sino al nov.1961, subito dopo l’incrocio con via Orgiero, si accedeva al civ.9  introduttivo alle Fonderie Acciaierie Liguri (nacquero col nome di ‘Fonderie Liguri’ nel 1906 come appendice della ditta ‘ing.Torriani & C.’ di via UmbertoI (oggi P.Reti)  in una fase di espansione e di esubero di profitti di capitale azionario di quest’ultima. Nel 1933 si chiamavano ‘Fonderie Liguri e Costruzioni Meccaniche’, e si aprivano in via san Fermo (-vedi-, quando via Bezzecca non esisteva ancora). Specializzate in getti e lingotti in acciaio, sia comune che speciale o legato, negli anni prima della guerra del 1915, si dibatté come le altre consimili in gravi difficoltà debitorie, quasi cessando le attività nel 1914 per mancanza di ordinazioni: solo l’entrata in guerra riuscì a risollevare l’azienda portandola ad un utile  generoso (un 10,7% in più nel secondo quinquennio successivo). Nel Pagano 1950 è soc. per azioni, con telef 41-579 e 41-784 produttrice di “getti d’acciaio comune e speciale, al manganese, al nichel, al cromonichel, ecc.”.

   Quando l’impianto siderurgico fu demolito, venne in piccola parte sostituito con prolungamento della via Orgiero (ove nell’estremo a nord permangono a delimitare i confini i muri dello stabilimento stesso),  e nel feb.1965 con palazzi da abitazione (i civv.3 e 5).

CIVICI: neri dal 3     al 5   ;      dal  al 10 ( con 6c e 10a-10d-10e-10f)

              rossi      1r     59r               2r      18r

STRUTTURA:

   doppio senso veicolare. Ha la forma di un + avendo la verticale delimitata  da via W.Fillak in basso e da  via C.Orgiero in alto; e l’orizzontale verso mare si allunga in una specie di aia, chiusa da cancello, per raggiungere il civico 8; e destra (verso nord) c’è dapprima una piccola area adibita a posteggio (a sua volta collegata con via W.Fillak da un minuscolo tratto di strada, che ora non ha nome ma anticamente era via san Fermo) e poi permette di raggiungere due civici neri 3 e 5 del palazzo che si affaccia su via Fillak; e tutti rossi sul lato a ponente, del secondo isolato di quella zona interna.

E’ servita dall’acquedotto Nicolay

Nel dic.2003 ed ago.04 è inserita nell’elenco delle ‘strade private di interesse pubblico’ con programma di trasformarla in municipale al fine di poter meglio organizzare manutenzione e certi servizi quali asfaltatura, fognature, illuminazione, asporto della spazzatura (cassonetti), ecc..

DEDICATA  al comune nella valle di Ledro in provincia di Trento, che fu teatro il 21 lug.1866 di una battaglia tra i volontari garibaldini e le forze austriache: i primi, attestati a difesa, stavano per essere soverchiati dalle preponderanti forze guidate dal generale Kuhn e del colonnello Montluisant, quando una inattesa e superba controreazione di Garibaldi riuscì a fermare le forze nemiche e poi costringerle alla ritirata, sconfitte. L’entusiasmo di tanto generoso sacrificio fu smorzato dall’ordine del generale Lamarmora che impose a Garibaldi di cessare le operazioni in Trentino per il sopravvenuto armistizio; fu nell’occasione, che Garibaldi telegrafò al comando il famoso ed amaro “obbedisco”, tanto sfruttato poi dalla retorica risorgimentale.  La parola è incisa su un cippo, posto all’interno del sacrario  di santo Stefano, eretto nella zona destinata a  conservare l’ossario dei caduti, ai quali furono poi aggiunte le spoglie di parte dei caduti della prima guerra mondiale.

   Anche nella prima guerra mondiale del 1915-8, la zona fu teatro di violenti scontri, da meritare – come scritto sopra - memoria dell’olocausto in apposito sacrario.

 

BIBLIOGRAFIA

-Archivio Storico Comunale

-Archivio S.Comunale Toponomastica scheda   428

-AA.VV.-Annuario-guida archidiocesi-ed./94-pag.383—ed./02-pag.421

-Cecchi E.-in “il Risorgimento” di Aimonetto L.-Lattes.1958-pag.200

-Doria G.-investimenti e sviluppo econ. a Ge.-vol.II-Giuffrè.1973-pag.756

-Enciclopedia Motta

-Enciclopedia Sonzogno

-Gazzettino Sampierdarenese.  :   5/82.10  + 

-Il Secolo XIX del 25.11.03 + 23.08.04

-Pagano/1933-p.1364--/40 p.209--/50-p.583--- /61-p. 72quadro.86.1477

-Pescio A.-I nomi delle strade di Genova-Forni.1986-pag.52

-Poleggi E. &C-Atlante di genova-Marsilio.1995-tav.9.21