3)                                                 Il    PIAZZALE  

È posto al termine del corso, davanti alla chiesa.

Da qui, la fama da tutti descritta della bellezza del panorama che si gode.

Viene descritto anche da solo, perché anche se non ha un nome autonomo proprio, legalmente riconosciuto, è stato soggetto a infruttuose proposte di divenirlo. E quindi merita discorso a se stante.

 

 

Questo spiazzo fu preso di mira dalle autorità militari, perché in posizione dominante la città industriale. Così il Genio piemontese intese, subito dopo la ribellione del 1849, occupare tutto – compresa la chiesa da distruggersi – per farne una base di cannoni. Come si descrive nella storia della chiesa, l’idea fu accantonata quando si convenne costruire il forte  nelle balze sottostanti.

In attesa del completamento del ‘forte Belvedere’ (descritto in salita GB Millelire,  lo spiazzo fu egualmente occupato da batterie di cannoni detta “di sopra”.

 a destra, la postazione di cannoni

1884  ancora in questa data nella piazzola (detta ‘superiore’ per distinguerla da quella sottostante -o inferiore armata di 6 obici da 28 cm. anch’essi rigati)  erano presenti quattro cannoni  da 24 cm. di tipo GRC-Ret ovvero ‘ghisa rigata cerchiata a retrocarica’.

Di essa rimangono delle fotografie ed una lapide, applicata nell’interno del muretto che attualmente separa il circolo Belvedere dalla strada, che in maniera sibillinamente ironica recita “PRIMA DEI TIRI SMONTARE – LA CANCELLATA ANTISTANTE – AL CIGLIO DI FUOCO”;  segue in piccolo la firma, non ben leggibile. Dimostra varie strane interpretazioni:  una cancellata, che ci può strare essendo luogo frequentato da civili;  dei serventi, forse non del tutto esperti di ostacoli al proiettile... un po’ ridicolo, ma se inciso sul marmo...; ma soprattutto il puntamento in basso, attraverso la cancellata, che sembra più mirato verso la sottostante città che tendenzialmente in alto verso un ipotetico nemico proveniente dal mare.

                                                                                   

                                                                                                        inutile tentativo di leggere la firma

Si presume, vista la precarietà legata al completamento dei lavori del forte, sottostante, che la piazzola non fosse interamente scavata a terrapieno, anche se probabilmente possedeva le strutture importanti, tipo l’abbinamento a coppie, separate da murature inerbate. Gli obici erano poggiati su affusto a ruote per assorbire il contraccolpo; ed in più in particolare, avevano nel sottafusto un  ruotino posteriore che scorrendo su una rotaia semicircolare consentiva variare la direzione di puntamento. Ogni piazzola possedeva a lato un telemetro. Inizialmente i proietti erano ancora sferici. 

Sul fianco della postazione erano talvolta collocati edifici in muratura che ospitavano gli ufficiali e serventi, i servizi ed i depositi e magazzini vari; mentre quelli di munizionamento erano situati distanti dalla linea di fuoco e richiedevano strutture apposite per illuminazione dei locali e per il trasporto: vagoncini su rotaia, carrelli elevatori e montarichi  a manovella.

   Nel 1906 fu previsto dare un nome alla piazzetta antistante l’ingresso del Santuario .

   Ma evidentemente non se ne fece nulla, anche se nello stradario per la classificazione delle vie e piazze della città edito dal Comune nel 1927 compare “piazza della chiesa Belvedere”, di 5° categoria; considerando che ‘corso Belvedere’ allora non esisteva.

    E - sempre inutilmente - nel 1933 si ripropose il nome di  “Piazzale della chiesa di Belvedere”.

   Attalmente non ha autonomia toponomastica, risultando l’ingresso della chiesa in ‘corso Belvedere’ .

 

BIBLIOGRAFIA

-Pagano/1961

-Archivio Storico Comunale

-DeLandolina GC- Sampierdarena-  Rinascenza .1922-pag.31