ARNALDO                              via  Arnaldo da  Brescia

 

Attualmente questa titolazione stradale è in Albaro; ma dal 1900  fino al 19 ago.1935 era anche a Sampierdarena:  da piazza Modena a piazza XX Settembre (del Monastero), di 3.a categoria .

Il nome fu preferito e scelto dalla Giunta comunale – poco prima ancora dell’anno 1900 -, tra varie proposte (quali : “passo Bernardo Castello” o “via Giordano Bruno”).

In quell’epoca vi si aprivano solo l’abitazione del custode del teatro,  ed una casa di proprietà dell’ospedale Pammatone .

Nel 1901 l’impresa Barabino, Calvi e Rebora, appose la prima targa in marmo.

Vi era un mercato, anche in piazza XX Settembre, che fu soppresso dalla Polizia Municipale negli anni 1920, causa il frastuono e l’urlìo,  che infastidivano la vicino  Biblioteca comunale e distraevano  gli studenti del  Civico Ginnasio, ospitati nella villa a fianco.

Il Pagano 1925 al civ.21 pone il negozio di frutta secca ed agrumi di Piffaretti Caterina;

Nel 1927 era sempre di 3° categoria. 

Il Costa/1928 segnala questi esercizi: banco7=Biacchesi Letizia, fruttivendola---banco8=Vivaldo Caterina fruttivendola---banco21=Bellebuona Libera, fruttivendola-----civ. 1=Gazzo Cristoforo, tipografo--2r=Traverso Clotilde, tabaccaia--21r=Storace f.lli fu Carlo Aurelio, costruttori meccanici-—29=Bertiati Semiramide, salumi e formaggi—Non specif. il civ. o banco-Voltolina Luigi, Pesante Leonardo, Lucchini Oreste, fruttivendoli –Cantoni Giuseppe, mercerie--

Nel 1933 vi si apriva una cartoleria,  di Porcile Giulio; ed al civ.1p.p., la fabbrica registri e tipografia di Gazzo Cristoforo (casella postale 84);---21, il negozio di frutta e verdura di Piffaretti Caterina ved. Zirandelli.

DEDICATA al frate bresciano, colà nato alla fine dell’ XI secolo e maturato in Francia come discepolo di Abelardo. Tornato in patria adottò la dottrina dei Patarini e sommosse il popolo contro il vescovo  mettendosi a predicare comportamenti riformatori troppo “avveniristici” perché fosse capito ai suoi tempi dai poveri stessi, tipo spogliare il clero dei beni temporali, offrendo loro  invece vita austera e povera. Il vescovo che era a Roma, non poté rientrare nella sua sede.

Il Concilio Lateranense del 1139 esaminò la sua posizione e pur senza condannarlo esplicitamente  per la dottrina, lo depose dal suo incarico e lo mandò al bando.

Tornato in Francia con Abelardo, continuò la predicazione delle sue teorie fino a che papa Innocenzo II lo ricondannò, facendolo espellere anche da lì. Riparò in Svizzera ed in Germania finché poté tornare a Roma graziato e perdonato dal successore EugenioIII. A Roma però, approfittando di grave diatriba tra papa e senato in conseguenza della quale erano successe turbolenze tali da indurre il papa ad allontanarsi dalla sua sede, riprese ad inveire contro la Chiesa ed il clero, cosicché il nuovo papa Adriano IV fu costretto a condannarlo di nuovo. Ma intercesse per lui l’Imperatore per cui nelle clausole di rappacificazione ci fu anche di non perseguirlo.

Malgrado il grosso rischio passato, il frate continuò a fomentare ribellioni e turbolenze, fino a che il papa lo costrinse a fuggire ed a rifugiarsi presso il visconte di  Companatico. Fu invece da questi consegnato a F.Barbarossa, il quale riportandolo a Roma nell’anno 1155, lo consegnò prigioniero usandolo per ingraziarsi il pontefice.

   Fu prontamente giudicato ‘coram  populo’ e, riconosciuto colpevole di scisma fu altrettanto subito impiccato,  poi arso e le ceneri  disperse nel Tevere.

BIBLIOGRAFIA

-Archivio Storico Comunale.  

-Archivio Storico Comunale - v Toponomastica scheda 200

-AA.VV.-SPd’A nella sua amministrazione fascista-Reale.1926-pag.71

-Costa -guida di Genova/1928 – pagg. da 967

-DeLandolina GC – Sampierdarena -Rinascenza.1922-pag.39

-Enciclopedia Sonzogno

-Pagano/1961.pag.244

-Tuvo T.-Sampierdarena come eravamo-Mondani.1983-pag.45